Rems extrema ratio: le buone pratiche cominciano ad affermarsi. di Cesare Bondioli

La chiusura degli OPG a seguito della Legge 81/14 e l’attuale fase di utilizzo delle REMS sono ancora oggetto di discussioni e di interpretazioni delle disposizioni della legge anche per fronteggiare, si afferma, le presunte carenze, specie per quanto riguarda la disponibilità di posti letto nelle strutture destinate ad accogliere le misure di sicurezza: si veda il recente dialogo a distanza tra Paola De Nicola – Magistrata – e Pietro Pellegrini – Direttore del DSM di Parma – che si può leggere sul sito www.stopopg.it .

Senza entrare nel dettaglio delle posizioni dei due interlocutori, entrambi genuinamente interessati ad una reale applicazione della legge con modalità tali da evitare che gli ex OPG siano sostituiti – senza cogliere le novità introdotte dalla legge, da cui l’enfasi sul posto letto – dalle REMS, si sottolinea ancora una volta la necessità che magistrati e psichiatri stabiliscano un rapporto continuativo, in tutte le fasi di un giudizio in cui potrebbero essere irrogate delle misure di sicurezza per pericolosità sociale da infermità di mente: è solo in questo modo che si potrà realizzare, in concreto, che l’invio in REMS costituisca l’extrema ratio prevista dalla legge.

Si tratta di dare applicazione alla risoluzione dell’aprile scorso del Consiglio Superiore della Magistratura secondo il quale “Il legislatore della conversione del 2014, ha ritenuto di introdurre una nuova disciplina riguardante le strutture sanitarie deputate alla tutela della salute mentale dei cittadini orientata a molteplici scopi: da un lato a favorire l’integrazione dell’operato dei giudici della cognizione e di sorveglianza con le strutture dei Dipartimenti di salute mentale e delineare un modello di assistenza improntato da un lato a modelli variegati; dall’altro lato, ad escludere che al centro del sistema si pongano le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza… …La riforma ha, dunque, posto al centro del nuovo sistema i dipartimenti di salute mentale, divenuti titolari dei programmi terapeutici e riabilitativi allo scopo di attuare, di norma, i trattamenti in contesti territoriali e residenziali. Le REMS sono, pertanto, soltanto un elemento del complesso sistema di cura e riabilitazione dei pazienti psichiatrici autori di reato. L’internamento in REMS ha assunto non solo, come si è anticipato, il carattere dell’eccezionalità, ma anche della transitorietà: il Dipartimento di salute mentale competente, infatti, per ogni internato deve predisporre, entro tempi stringenti, un progetto terapeutico riabilitativo individualizzato, poi inviato al giudice competente, in modo da rendere residuale e transitorio il ricovero in struttura… … … Corollario rilevante della nuova direzione terapeutica e riabilitativa attribuita all’istituto dal legislatore è il principio della territorialità del ricovero.”.

Questa stretta collaborazione tra dipartimenti di salute mentale e Giudici è quella da sempre auspicata da Psichiatria Democratica con sua proposta di istituire protocolli operativi vincolanti che prevedano gruppi di lavoro misti, stabili e operativamente attivi in tutte le fasi del procedimento (dall’accertamento peritale, alla definizione del luogo ove scontare la misura di sicurezza, alla tipologia della misura stessa, al monitoraggio del percorso terapeutico-riabilitativo, alla calendarizzazione di incontri periodici di formazione e di aggiornamento ecc.), in grado di fornire alle persone con problemi psichiatrici, autori di reato, quelle risposte, concrete, differenziate e personalizzate, capaci di dare vita a processi inclusivi per gli interessati (presa in carico, lavoro, socializzazione etc.) e nel contempo “ garantire la loro Salute Mentale nella sicurezza dei cittadini” senza più ricorrere a risposte standardizzate e perciò necessariamente custodiali.
Questa pratica di stretta collaborazione deve trovare una più vasta diffusione e al riguardo è utile prendere visione e diffondere il comunicato stampa della Procura di Benevento in cui vengono richiamati i passi compiuti per giungere alla decisione: lo riteniamo un documento importante, proprio per la sua didascalità che può servire di esempio ad altri magistrati e psichiatri che si trovassero a percorrere lo stesso iter.
Per questo riproduciamo integralmente il comunicato della Procura di Benevento.

Cesare Bondioli – Direttivo Nazionale Psichiatria Democratica

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