Etiopia, una guerra dimenticata. Effetti dell’assenza del servizio sanitario sono distruttivi. di Marta Tilli

In un quadro politico-sociale complesso, che non rende identificabili ragioni “buone” o “cattive”, chi abbia scagliato la prima pietra e quanto antichi siano i rancori che hanno portato alla situazione attuale, l’unica certezza è la catastrofe umanitaria che sta colpendo la popolazione civile

Dal novembre 2020 si sta consumando in Tigray una guerra lontana dai riflettori globali. Vede contrapposti da un lato il governo etiope, coadiuvato da milizie di etnia amhara e dall’esercito della vicina Eritrea, dall’altro le forze di difesa del Tigray1. Il controllo del territorio tigrino è stato nelle mani dell’esercito etiope fino al giugno 2021, quando la regione è passata nuovamente sotto il controllo delle forze di difesa tigrine. Vari tentativi di soluzione diplomatica del conflitto sono stati, finora, inutili. Il Tigray si trova al momento in una situazione di isolamento: l’ingresso agli aiuti umanitari è ostacolato dal governo etiope, le comunicazioni con il mondo esterno sono quasi del tutto bloccate2; 3.

Per più di due decenni, la scena politica etiope è stata dominata da una coalizione di partiti in cui il Fronte Popolare per la Liberazione del Tigray (TPLF), rappresentante della minoranza etnica tigrina (7% della popolazione etiope), aveva il ruolo preponderante, dopo aver preso il potere nel 1991 sconfiggendo la precedente giunta militare1. La coalizione a guida tigrina ha dato autonomia alle regioni dell’Etiopia, ma ha mantenuto una stretta presa sul governo centrale e represso duramente l’opposizione politica.

Alla fine la protesta popolare ha portato a un rimpasto di governo che ha visto nel 2018 la nomina per la prima volta di un primo ministro di etnia oromo, etnia che rappresenta il 40% della popolazione etiope, Abiy Ahmed Ali. Ahmed ha istituito un nuovo partito, il Partito della Prosperità, di cui il TPLF ha rifiutato di fare parte, e ha rimosso i leader chiave tigrini accusati di corruzione e repressione. Ha inoltro posto fine alla lunga disputa territoriale con la vicina Eritrea, ottenendo il Premio Nobel per la pace nel 2019. Queste mosse hanno ottenuto il plauso popolare, ma hanno causato forti critiche in Tigray. Nel settembre 2020, il Tigray ha sfidato il governo centrale tenendo le proprie elezioni regionali, che il governo aveva posticipato su scala nazionale a causa della pandemia. Il governo centrale ha dichiarato illegali tali elezioni e ha sospeso i finanziamenti statali per il Tigray in Ottobre, tagliando completamente i ponti con la regione. Nel novembre 2020 le forze tigrine sono state accusate di aver attaccato basi dell’esercito federale per rubare armi. La risposta è stata l’invasione del Tigray da parte di forze federali etiopi con il supporto di milizie eritree e amhara1.

In un quadro politico-sociale complesso, che non rende identificabili ragioni “buone” o “cattive”, chi abbia scagliato la prima pietra e quanto antichi siano i rancori che hanno portato alla situazione attuale1l’unica certezza è la catastrofe umanitaria che sta colpendo la popolazione civile. Nel Tigray Occidentale ci sono chiare evidenze di crimini contro l’umanità da parte delle milizie filogovernative. Questo articolo intende prendere in esame la situazione nella regione tigrina, senza dimenticare che report di crimini di guerra (omicidi, stupri e saccheggi) perpetrati dalle milizie tigrine nei confronti di civili delle regioni Amhara e Afar sono testimoniati sia da rapporti di Amnesty International 4; 5 che dalla stampa internazionale6, e che gli effetti della guerra sono drammatici anche in queste regioni: nella regione Amhara dopo l’inizio delle ostilità la fame è più che raddoppiata, con il 14% dei bambini sotto i 5 anni e un terzo delle donne incinte affetti da malnutrizione7.

L’effetto della guerra e del blocco degli aiuti umanitari sul sistema sanitario tigrino

Un articolo del BMJ Global Health, “L’impatto della guerra sul sistema sanitario del Tigray” di Gesesew et al.8, ha tentato di sistematizzare le evidenze sulla situazione del sistema sanitario tigrino prima dell’inizio della guerra e nei sei mesi successivi. Come in ogni conflitto armato, la guerra ha portato alla quasi totale distruzione del sistema sanitario, all’interruzione delle cure per centinaia di persone, all’impossibilità di portare assistenza a una popolazione allo stremo. Il Tigray, con una popolazione di sei milioni di abitanti, aveva a disposizione 269 ambulanze,  2 ospedali di terzo livello, 16 ospedali di secondo livello, 29 ospedali di primo livello, 233 health centers e 712 health post, questi ultimi gestiti da community health workers. Sei mesi dopo l’inizio della guerra erano funzionanti l’11.5% delle ambulanze, il 30% degli ospedali, il 17% degli health centers, e nessun health post8. I community health workers, per la maggior parte donne, in assenza di salario, rifornimenti, sicurezza anche della propria incolumità fisica, hanno probabilmente ritenuto impossibile proseguire il loro lavoro così fondamentale per la salute del loro popolo8. I pochi ospedali operativi non sono riforniti di medicinali e strumentazioni, situazione recentemente condannata dal Direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Dr Tedros A. Ghebreyesus, che ha invocato la necessità “di un ingresso urgente, senza ostacoli, di aiuti umanitari, cibo, forniture mediche, equipaggiamento, benzina, denaro”9L’accesso delle ONG alla zona è stato sospeso perché negato dal governo federale etiope: Medici Senza Frontiere, che in Tigray ha subito la gravissima perdita di tre membri del suo staff in un attacco di matrice non ancora identificata10, ha dovuto chiudere le sue attività, così come ha dovuto fare per 5 mesi il Norwegian Refugee Council, che solo di recente ha ripreso a lavorare in Etiopia11.

Gli effetti dell’assenza del servizio sanitario sono stati distruttivi. Tutti i servizi per la salute della madre e del bambino sono stati interrotti o gravemente compromessi, in una zona in cui, prima della guerra, più del 70% delle madri partoriva con l’assistenza di personale specializzato (ostetrico o infermieristico) e il 73% dei bambini riceveva tutte le vaccinazioni di base8. Stime di Tigray Regional Health Bureau, Medici Senza Frontiere e altre organizzazioni riportano che nella regione erano presenti 180.000 persone con malattie croniche, di cui 24.000 con diabete, 20.000 con ipertensione, 43.000 con HIV e più di 1.500 con tubercolosi attiva: nessuno di questi pazienti ha ricevuto cure dall’inizio della guerra8. L’unico  servizio di emodialisi della regione, quello dell’ospedale Ayder di Macallè, ha dovuto interrompere le cure per la maggior parte dei suoi pazienti, data l’assenza di consumabili e infusioni endovenose, condannando i pazienti con insufficienza renale a morte certa12; 13.

Voci dalla guerra: “We will erase you from this land”.

Di recente, la situazione della regione occidentale del Tigray è tornata ad essere notizia di cronaca14Amnesty International e Human Rights Watch a inizio aprile hanno pubblicato un rapporto dal titolo “We will erase you from this land15. Il rapporto accusa le autorità ad interim del Tigray Occidentale e le milizie amhara impiegate nella regione, con la possibile partecipazione o connivenza dell’esercito federale etiope, di crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Le accuse sono dettagliate in un rapporto di 245 pagine, basato sulle testimonianze di 423 persone; includono omicidio, tortura, trasferimento forzato, stupro, riduzione in schiavitù sessuale e altre forme di violenza sessuale, persecuzione, saccheggio, sparizione forzata, reclusione, possibili stermini, e altri atti inumani, parte di un diffuso e sistematico attacco alla popolazione civile tigrina5. Il report denuncia anche crimini di guerra contro la popolazione civile da parte di entrambi gli schieramenti. Ero con altre donne; quattro uomini mi hanno violentata. … Mi hanno insultata e hanno urinato sulla mia testa. Hanno detto “tu e la tua razza siete ripugnanti, avete un cattivo odore di gabinetto e non dovreste essere sulla nostra terra”, racconta Samhal, 30 anni5In un rapporto specifico Amnesty International ha identificato e intervistato 63 sopravvissute a violenza sessuale. I ricercatori riportano che le modalità con cui sono state perpetrate le violenze sessuali, con molte sopravvissute che sono state anche testimoni dello stupro di altre donne, indica che le violenze sessuali erano ampiamente diffuse e avevano come obiettivo terrorizzare e umiliare le vittime e il loro gruppo etnico16. Le sofferenze di queste sopravvissute sono state acuite dall’assenza di cure mediche e supporto psicologico. Il settimanale Panorama ha riportato di recente un’altra testimonianza, quella del vescovo cattolico di Adigrat (Tigray Settentrionale) Tesfaselassie Medhin. Il vescovo denuncia la carenza di accesso a tutti i beni e diritti di base (cibo, medicine, accesso bancario, stipendi, tutte le forme di comunicazione, libera circolazione e altri servizi sociali) e il blocco degli aiuti umanitari, che sta portando il Tigray a morire per una spietata carestia causata dall’uomo17. L’insicurezza alimentare tocca l’83% dei tigrini; per il 40% si parla di mancanza estrema di cibo. Il 13% dei bambini sotto i 5 anni e la metà delle donne incinte è malnutrito7. Le operazioni del World Food Programme sono state costantemente ostacolate dalla difficoltà a raggiungere la zona7.

Dalla regione del Tigray Meridionale, non inclusa nel rapporto di Amnesty International e Human Rights Watch, una testimonianza è arrivata a inizio marzo all’associazione NoEarlyMarriage18, che operava nella cooperazione allo sviluppo nella zona di Macallè: [nei primi giorni di guerra] Nella notte i soldati sono arrivati anche a M., dove sono rimasti una settimana. I soldati eritrei si sono dati al saccheggio, portando via attrezzature e medicine dai presidi sanitari, merci dalle botteghe, dotazioni dalle scuole, tra cui computer e schermi, stampanti e altro. I civili si erano nel frattempo spostati nel vicino villaggio di D., solo poche persone e pochi anziani erano rimasti al villaggio. Sei di loro sono stati uccisi nelle loro case da soldati dediti al saccheggio; tra questi mio fratello maggiore. Tramite contatto telefonico con S., ho saputo che nel villaggio dove vive la sua famiglia le truppe e i mezzi militari sono rimasti per una settimana. S. con la famiglia e gli altri abitanti sono scappati in località F., rifugiandosi in grotte. I soldati hanno saccheggiato tutte le case, portando via materassi, lenzuola, coperte, utensili domestici; hanno macellato bovini, capre e pecore per cibarsene e hanno rubato le riserve di cereali. […]

I militari sono rimasti in Tigray per circa otto mesi nella prima fase della guerra. Infrastrutture, fabbriche e altro sono stati completamente distrutti, riportando lo sviluppo del Tigray indietro agli anni ’90 e anche a prima. Ad Aksum in un giorno, soldati eritrei hanno compiuto una strage, uccidendo più di mille persone tra preti, bambini e bambine, insegnanti di scuola e docenti universitari, donne, e altri civili, lasciati per giorni per strada perché i soldati impedivano di seppellirli19[…]

Nell’ospedale di Ayder a Mekelle mancano del tutto le medicine. Come avrete forse visto in immagini trasmesse da media internazionali, le infermiere sono costrette a lavare e riutilizzare i guanti monouso. La scorsa domenica le persone hanno portato migliaia delle loro vesti bianche di cotone nelle chiese che fungevano da punti di raccolta, perché venissero date agli ospedali: mancano le fasce per i neonati, così le infermiere hanno tagliato le vesti a strisce per avvolgere i bambini dopo il parto. Le donne incinte non assumono cibi nutrienti e non possono dare alla luce bambini sani. I bambini sono tutti gravemente malnutriti […]             

È per questo che abbiamo bisogno della vostra voce per salvare il Tigray e i tigrini.

 

l’Autrice: Marta Tilli, specializzanda in malattie infettive e tropicali

 

Bibliografia

1                https://www.bbc.com/news/world-africa-54964378.

2                https://www.bbc.com/news/57929853.

3                https://www.focusonafrica.info/etiopia-la-tregua-umanitaria-per-il-tigray-non-sembra-funzionare/.

4                https://www.amnesty.org.uk/press-releases/ethiopia-tigrayan-forces-went-killing-raping-and-looting-spree-amhara-towns-new.

5                https://www.hrw.org/sites/default/files/media_2022/04/ethiopia0422_web_1.pdf.

6                https://www.thenewhumanitarian.org/news-feature/2021/10/4/Ethiopia-conflict-hunger-atrocities-Tigray-Amhara?utm_source=The+New+Humanitarian&utm_campaign=c4d202beea-EMAIL_CAMPAIGN_10_04_2021_DAILY&utm_medium=email&utm_term=0_d842d98289-c4d202beea-75622073.

7                https://www.wfp.org/news/severe-hunger-tightens-grip-northern-ethiopia.

8                GESESEW, H.  et al. The impact of war on the health system of the Tigray region in Ethiopia: an assessment. BMJ Glob Health, v. 6, n. 11, 11 2021. ISSN 2059-7908. Disponível em: < https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/34815244 >.

9                https://twitter.com/drtedros/status/1443549609721278466.

10              https://www.medicisenzafrontiere.it/news-e-storie/news/etiopia-nessuna-luce-uccisione-operatori-tigray/.

11              https://www.nrc.no/news/2022/january/norwegian-refugee-council-suspension-lifted-in-ethiopia/.

12              BERHE  , E.  et al. Ethiopia’s Tigray Dialysis Service Cut Due to Dwindling Supplies Amid War: Kidney International Reports 2022.

13              http://www.fides.org/it/news/71669-AFRICA_ETIOPIA_Costretti_a_chiedere_l_elemosina_per_mantenere_in_funzione_l_Ayder_CS_Hospital_di_Mekelle.

14              https://www.bbc.com/news/world-africa-61009077.

15              https://www.hrw.org/news/2022/04/06/crimes-against-humanity-and-ethnic-cleansing-ethiopias-western-tigray-zone#_Toc100057516.

16              https://www.amnesty.org/en/latest/news/2021/08/ethiopia-troops-and-militia-rape-abduct-women-and-girls-in-tigray-conflict-new-report/.

17              https://www.panorama.it/news/dal-mondo/sos-vescovo-adigrat-fame-tigray.

18              https://www.noearlymarriage.org/#/news/OoMMhJFCntlRzJCjE0GiC.

19              https://www.bbc.com/news/world-africa-56198469.

fonte: saluteinternazionale.info

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