Obesità: il peso di una crisi globale. di Erika Del Prete, Maddalena Carretti

L’aumento del sovrappeso e dell’obesità è legato a determinanti ambientali quali l’accessibilità alimentare, le abitudini dietetiche e l’(in)attività fisica, creando quello che viene definito “ambiente obesogenico”, caratterizzato da un’aumentata disponibilità, accessibilità e promozione di cibi ricchi di calorie, ultra processati e poveri di nutrienti. In questo contesto agiscono i determinanti commerciali di salute, cioè le pratiche con cui l’industria alimentare e le politiche di mercato influenzano la dieta e il peso corporeo.


Una crisi globale a diffusione capillare

Dal 1990, la prevalenza globale dell’obesità è aumentata del 155% negli uomini e del 105% nelle donne, arrivando a riguardare oltre 2 miliardi di adulti sopra i 25 anni nel 2021 (1) (Figura 1). Anche tra bambini e adolescenti (5-24 anni) la situazione è allarmante: nello stesso periodo, la prevalenza combinata di sovrappeso e obesità è raddoppiata, raggiungendo 493 milioni di giovani, mentre la sola obesità è triplicata, passando dal 2,0% al 6,8% (+244%) e colpendo 174 milioni di under 25 (2).

Figura 1: Popolazione adulta (>25 anni) con sovrappeso o obesità nel 2021

Cina (oltre 400 milioni), India (180 milioni) e Stati Uniti (170 milioni) guidano la classifica per numero assoluto di persone in eccesso di peso. Tuttavia, se si considerano i dati standardizzati per età, emergono scenari diversi: in Cina e in India la prevalenza dell’obesità resta relativamente bassa (Cina: 8,8% tra gli uomini e 10,8% tra le donne; India: 4,4% e 7,5% ), mentre negli Stati Uniti colpisce quasi una persona su due (41,5% e 45,6%), il dato più elevato tra i Paesi ad alto reddito. Anche dove i livelli restano più contenuti, come nel Sud-est asiatico, in Asia meridionale e nell’Africa sub-sahariana, si registrano aumenti rapidi e continui, specialmente in Asia orientale tra i più giovani (1).

Un’escalation precoce con effetti duraturi

L’obesità tende a manifestarsi sempre prima: nei Paesi ad alto reddito, la prevalenza tra i 25enni è più che triplicata tra la coorte del 1960 e quella del 2015, e questa tendenza è stata osservata in tutte le macroregioni del mondo. L’insorgenza precoce è associata ad una comparsa anticipata di malattie croniche e contribuisce all’aumento dei decessi e degli anni di vita persi per disabilità (129 milioni di DALY NEL 2021) (1).
Una volta instaurata, infatti, l’obesità raramente regredisce dopo l’adolescenza e tende a persistere, con conseguenze sulla salute riproduttiva e un maggior rischio di tumori, malattie cardiovascolari, epatiche e renali​. (2)

Questa tendenza non risparmia neppure l’Italia, dove i dati più recenti confermano il perdurare del problema già dall’infanzia, come descritto nel report dell’Istituto Superiore di Sanità “Okkio alla SALUTE 2023” sullo stato ponderale e stili di vita di bambine e bambini (3). Più del 20% di bambine e bambini di 8-9 anni è risultato in sovrappeso e circa il 16% con obesità (cut-off dell’IMC sviluppati dalla WHO). Entrambi i valori risultano comunque in diminuzione rispetto al 2019. Inoltre, nell’ultimo report del COSI (biennio 2022-2024) (4), che coinvolge oltre 300.000 bambine e bambini nella Regione europea della WHO, l’Italia è risultata ancora una volta tra le nazioni con i valori più elevati di eccesso ponderale insieme ad altri Paesi dell’area mediterranea (Figura 2)

Figura 2: Sovrappeso (incluso obesità) e obesità con curve WHO nella popolazione di 7-9 anni. COSI (Childhood Obesity Surveillance Initiative), dati 2022-2024.

Uno scenario allarmante per il 2050

Entro il 2050, si stima che 3,8 miliardi di adulti nel mondo vivranno con sovrappeso o obesità, pari a circa due persone su tre sopra i 25 anni (Figura 3). Di questi, 1,95 miliardi saranno obesi. Cina, India e Stati Uniti resteranno in cima per numero assoluto di casi. A livello globale, la prevalenza standardizzata per età di sovrappeso e obesità aumenterà del 30,7%, con quasi il 60% degli adulti in eccesso di peso (1). Anche tra le nuove generazioni si prevedono aumenti vertiginosi: tra il 1990 e il 2021, la prevalenza di obesità tra bambini e adolescenti è già triplicata (+244%), e si stima un ulteriore aumento del 121% entro il 2050,  con circa 746 milioni di giovani tra 5 e 24 anni in sovrappeso o obesi, di cui 360 milioni con obesità.​ Nei prossimi decenni, mentre il sovrappeso tenderà a stabilizzarsi, l’obesità continuerà a crescere, con un’accelerazione già visibile tra il 2022 e il 2030 (2). Le aree più colpite saranno l’Africa sub-sahariana (+255% di casi adulti)  e l’Asia meridionale e orientale, con le maggiori accelerazioni nella prevalenza standardizzata di obesità, sia negli adulti che nei giovani (1,2).

Figura 3: Proiezioni al 2050 di adulti (>25 anni) con sovrappeso o obesità

Diverse economie, sfide diverse

L’epidemia globale di obesità assume caratteristiche differenti a seconda del contesto economico, accentuando le disuguaglianze tra Paesi ad alto reddito (HICs) e Paesi a basso e medio reddito (LMICs). Nei Paesi ad alto reddito, l’aumento dell’obesità si intreccia con l’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità: entro il 2050, quasi un quarto delle persone obese avrà più di 65 anni, con un impatto significativo sui sistemi sanitari: serviranno cure più complesse, maggiore assistenza geriatrica e  più interventi chirurgici, spesso costosi e con esiti meno favorevoli (1). Anche tra i più giovani la situazione è critica: in regioni come Australasia e Nord America, l’obesità pediatrica/adolescenziale richiede sempre più spesso farmaci o chirurgia bariatrica.(2) Nei Paesi a basso e medio reddito, l’obesità si somma a fragilità preesistenti, come la denutrizione infantile, la persistenza delle malattie infettive e la scarsità di risorse, creando un quadro epidemiologico fragile e contraddittorio. In molte aree dell’Africa sub-sahariana, dell’Asia meridionale e del sud-est asiatico si osserva un doppio carico di malnutrizione: denutrizione nei bambini e  sovrappeso/obesità negli adulti. Anche tra i giovani la situazione è allarmante: paesi densamente popolati come Nigeria, India, Pakistan e Cina stanno per affrontare una transizione verso una predominanza dell’obesità, mentre l’Africa centrale e meridionale si trova a un punto critico e rischia di vedere un’esplosione dei casi nei prossimi anni​ (2).

Le cause: tra biologia, ambiente e interessi economici

I meccanismi biologici alla base dell’obesità sono ancora poco compresi, con forti incertezze sulle cause primarie dell’obesità che non può essere ridotta alla semplicistica visione del bilancio energetico. Capire meglio i meccanismi biologici dell’obesità può contribuire a migliorare la prevenzione e le politiche a riguardo, ma possiamo intanto iniziare da alcune azioni che si sono dimostrate efficaci, ma che vengono adottate solo in parte. Le evidenze suggeriscono che le tasse sulle bevande zuccherate (le cosiddette “sugar tax”) sono uno strumento efficace, ma il mercato delle bevande industriali è dominato da una decina di multinazionali che non rinunciano certo alle loro azioni di lobby, come è stato già descritto in precedenti post su Salute Internazionale (5-6). Negli ultimi anni, tuttavia, stiamo assistendo a un progressivo aumento dei paesi che hanno introdotto la cosiddetta “sugar tax”, da una recente rilevazione presente in 103 paesi e territori, coprendo il 51% della popolazione mondiale (7). In Italia la sugar tax è al centro del dibattito e ha avuto una genesi complessa. La tassa colpisce tutte le bevande analcoliche addizionate di zuccheri, ed è stata prevista inizialmente nel 2020 dal governo Conte II, mai attuata a seguito di diversi differimenti, ma dovrebbe entrare in vigore il 1° luglio 2025 salvo ulteriori rinvii.

La tassa sulle bevande zuccherate  dovrebbe essere concepita nell’ambito di un insieme di politiche pubbliche efficaci per rallentare o invertire l’epidemia di obesità. Contrariamente alla narrazione che tende a spostare la responsabilità da chi commercializza a chi consuma, spacciandola come diritto alla libertà di scelta dell’individuo, l’obesità richiede un’analisi più ampia dei determinanti a monte (“upstream determinants”), definiti come caratteristiche  al di fuori della sfera individuale, che influenzano i comportamenti non salutari (8). L’aumento del sovrappeso e dell’obesità è legato a determinanti ambientali quali l’accessibilità alimentare, le abitudini dietetiche e l’(in)attività fisica, creando quello che viene definito “ambiente obesogenico”, caratterizzato da un’aumentata disponibilità, accessibilità e promozione di cibi ricchi di calorie, ultra processati e poveri di nutrienti. Oltre all’ambiente alimentare c’è l’ambiente costruito dall’uomo, cioè gli spazi in cui le persone vivono, lavorano e passano il proprio tempo libero quotidianamente, e comprende mezzi di trasporto, pianificazione urbana e la possibilità di raggiungere a piedi strutture, parchi e negozi di prossimità. In questo contesto agiscono i determinanti commerciali di salute , cioè le pratiche con cui l’industria alimentare e le politiche di mercato influenzano la dieta e il peso corporeo. Le lobby cercano di ostacolare le azioni di sanità pubblica che limiterebbero la vendita di prodotti non salutari, come è successo con i produttori di bevande zuccherate e le associazioni di categoria per la sugar tax.

Non da ultimo vanno ricordati i fattori socio-economici poiché persone con basso stato socio-economico hanno meno tempo, soldi e forze per compiere scelte salutari. Per questo motivo la lotta all’obesità è anche una questione di giustizia sociale.

Le disuguaglianze socio-economiche si riflettono anche nelle differenze di genere: considerando la sola obesità, nel 2021 le donne erano più colpite ovunque, con differenze particolarmente marcate nei Paesi a basso e medio reddito, come in Africa sub-sahariana, dove l’obesità femminile superava quella maschile di oltre il 100% (1). Anche tra bambini e adolescenti, le differenze di genere nei tassi di obesità variano per età e area geografica: nel 2021, i maschi tra i 5 e i 14 anni erano più colpiti, mentre tra i 15 e i 24 anni il divario si invertiva (2).

In conclusione l’epidemia dell’obesità è ormai una sfida globale e le proiezioni al 2050 dovrebbero essere un richiamo per intervenire tempestivamente: dalla progettazione dell’ambiente urbano alla regolamentazione delle politiche economiche per combattere le disuguaglianze sociali. Senza interventi efficaci, l’obesità rischia di diventare un potente amplificatore delle disuguaglianze globali, trasmettendo fragilità sanitarie e sociali da una generazione all’altra.

Erika Del Prete e Maddalena Carretti, Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva, Università di Firenze

Riferimenti

  1. Global, regional, and national prevalence of adult overweight and obesity, 1990–2021, with forecasts to 2050: a forecasting study for the Global Burden of Disease Study 2021. Ng, Marie et al.; The Lancet, Volume 405, Issue 10481, 813 – 838
  2. Global, regional, and national prevalence of child and adolescent overweight and obesity, 1990–2021, with forecasts to 2050: a forecasting study for the Global Burden of Disease Study 2021. Kerr, Jessica A et al.; The Lancet, Volume 405, Issue 10481, 785 – 812
  3. Nardone P, Ciardullo S, Spinelli A, Mandolini D, Salvatore MA, Andreozzi S (Ed.). Stato ponderale e stili di vita di bambine e bambini: i risultati di OKkio alla SALUTE 2023. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2025. (Rapporti ISTISAN 25/3). Disponibile all’indirizzo: https://www.iss.it/-/rapporto-istisan-25/3-stato-ponderale-e-stili-di-vita-di-bambine-e-bambini-i-risultati-di-okkio-alla-salute-2023-a-cura-di-paola-nardone-silvia-ciardullo-angela-spinelli-donatella-mandolini-michele-antonio-salvatore-silvia-andreozzi
  4. WHO/Europe. WHO European Childhood Obesity Surveillance Initiative (COSI). A brief review of results from round 6 of COSI (2022–2024). Factsheet Highlights 2022-2024. Copenhagen: WHO Regional Office for Europe; 2024. Disponibile all’indirizzo: https://www.who.int/docs/librariesprovider2/default-document-library/fs_cosi-round-6_-final.pdf?sfvrsn=1e31aee8_4&download=true
  5. Adriano Cattaneo. L’epidemia di obesità può aspettare; 2019. Disponibile all’indirizzo: https://www.saluteinternazionale.info/2019/01/lepidemia-di-obesita-puo-aspettare/
  6. Adriano Cattaneo. Sweet evidence; 2019. Disponibile all’indirizzo: https://www.saluteinternazionale.info/2019/10/sweet-evidence/
  7. Hattersley L, Mandeville KL. Global Coverage and Design of Sugar-Sweetened Beverage Taxes. JAMA Netw Open. 2023;6(3):e231412. doi:10.1001/jamanetworkopen.2023.1412. Disponibile all’indirizzo: https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2802843.
  8. Vandevijvere S, De Pauw R, Djojosoeparto S, Gorasso V, Guariguata L, Løvhaug AL, Mialon M, Van Dam I, von Philipsborn P. Upstream Determinants of Overweight and Obesity in Europe. Curr Obes Rep. 2023 Dec;12(4):417-428. doi: 10.1007/s13679-023-00524-1. Epub 2023 Aug 18. PMID: 37594616.

fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2025/06/obesita-il-peso-di-una-crisi-globale/

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