Salute e rischio nucleare. di Pasquale La Torre

Le guerre influiscono negativamente sulla salute per effetti che possono agire a breve e lungo termine. Chi svolge una professione sanitaria, ha il diritto-dovere di curare le persone e di opporsi a qualsiasi forma di guerra, perché questa è sempre causa di una catastrofe umanitaria e sanitaria. In considerazione della recente escalation di conflitti armati, della corsa al riarmo, e soprattutto, del rischio nucleare, risulta necessaria una presa di coscienza aggiornata ad una riflessione sul rapporto guerra-salute e sulle azioni concrete da realizzare in tema di prevenzione dei conflitti, promozione della pace e formazione aggiornata sulle questioni di salute globale.


La guerra viene riproposta quotidianamente con bollettini di morti, città distrutte e violenze di ogni genere. Ci sono effetti meno evidenti di quelli che osserviamo da lontano, che mancano dalla narrazione mediatica, eppure, rappresentano un elemento cruciale per ogni discussione sulle conseguenze delle contrapposizioni armate, perché influiscono sulla salute delle popolazioni, in termini di infezioni, malattie, danni alle infrastrutture e interruzione dei servizi pubblici essenziali (es, scuola e università). La ricostruzione di questa distruzione non è né immediata, né scontata, e dipende dagli accordi stipulati al termine delle ostilità (Benelli 2022).

Per chi svolge una professione sanitaria, ed ha quindi il diritto-dovere di curare le persone, l’opposizione a qualsiasi forma di conflitto, resta l’unica opzione a disposizione, perché la guerra è anzitutto, una catastrofe di sanità pubblica (Fateh-Moghadam 2023).

Conflitti in corso

I dati raccolti dal Conflict Index 2024 nel rapporto annuale ACLED (Armed Conflict Location & Event Data, organizzazione non governativa che si occupa di monitorare i conflitti nel mondo), evidenzia uno scenario globale preoccupante. Nel 2023 i conflitti sono aumentati del 12% rispetto al 2022 e di oltre il 40% rispetto al 2020. In totale, si registrano oltre 147 mila eventi di conflitto che hanno provocato almeno 167.800 vittime. Per quanto drammatici, non tutti i conflitti ricevono la stessa attenzione mediatica, Secondo il Rapporto, le ragioni sono dovute in primo luogo al fatto che l’attenzione dei media è più centrata su conflitti rilevanti a livello geopolitico e interessano almeno due governi (es, Gaza e Ucraina), in secondo luogo perché risulta difficile fare inchieste su conflitti interni con gruppi armati e strategie violente come nei territori del Messico e Colombia. Infine, la minaccia ai giornalisti ostacola la copertura completa, e spesso sono civili e organizzazioni locali che forniscono informazioni sui conflitti (Viola 2024).In questo scenario, l’Unione Europea, caposaldo della pace dopo la Seconda Guerra Mondiale, sembra incapace di influenzare le politiche globali per prevenire o fermare le guerre (Beloli 2025).

Figura 1. Carta con i principali Paesi che attualmente presentano conflitti o scontri violenti nel mondo. Più il colore è scuro più il numero di vittime è stato alto negli ultimi anni. Credits: Futuretrillionaire (Geopop.it)

 

 

Il rischio di una guerra nucleare.

In questo delicato scenario geopolitico irrompe inevitabilmente il rischio di un’escalation nucleare e le drammatiche conseguenze che ne possono seguire.  Un recente editoriale congiunto a firma di autori afferenti a prestigiose riviste scientifiche, pubblicato sul British Medical Journal (BMJ), sollecita a misure urgenti per un efficace contrasto al riarmo e al rischio di un conflitto nucleare (Abbasi 2025). In questo articolo, viene messo in risalto il voto in maggio dell’Assemblea Mondiale della Sanità (AMS) sul ripristino del mandato OMS per affrontare le conseguenze sulla salute delle armi nucleari e della guerra. Secondo gli autori, i professionisti sanitari e le loro associazioni di rappresentanza dovrebbero esercitare pressioni sui governi nel sostenere tale mandato e il nuovo studio delle Nazioni Unite sugli effetti della guerra nucleare.

Nel dicembre 2024, secondo quanto riportato dall’editoriale, il Nihon Hidankyo, movimento che riunisce i sopravvissuti alla bomba atomica, ha ricevuto il Nobel per la pace, premio che ha convalidato il diritto umano più fondamentale: il diritto alla vita. Il presidente del comitato, Jørgen Watne Frydnes, ha osservato che la nostra sopravvivenza dipende dal mantenimento intatto del “tabù nucleare”, che stigmatizza l’uso di armi nucleari come moralmente inaccettabile e che si rafforza grazie al riconoscimento di prove schiaccianti sulle catastrofiche conseguenze umanitarie della guerra nucleare, delle sue gravi conseguenze climatiche e di carestia a livello globale. Queste prove hanno contribuito in modo significativo a porre fine alla corsa agli armamenti nucleari della Guerra Fredda.

Le armi nucleari, purtroppo, stanno nuovamente aumentando e alcune nazioni come  , stanno ampliando i loro arsenali. Si stima che circa 2100 testate nucleari in Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti e, per la prima volta, in Cina, siano in stato di massima allerta, pronte per il lancio in pochi minuti. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sotto la guida di Irlanda e Nuova Zelanda, alla fine del 2024, ha votato a larga maggioranza per l’istituzione di un gruppo scientifico indipendente per intraprendere uno studio completo sugli effetti di una guerra nucleare, la cui relazione finale è prevista per il 2027. La risoluzione invita le agenzie delle Nazioni Unite, tra cui l’OMS, a sostenere il lavoro del gruppo, anche “contribuendo con competenze, studi commissionati, dati e documenti”. Una valutazione internazionale così autorevole delle prove sulla più grave minaccia esistenziale per l’umanità e la salute planetaria è attesa da tempo. L’ultimo rapporto, infatti, risale al 1989. Francia, Regno Unito e Russia si sono opposti a questa risoluzione.

Nell’editoriale congiunto, infine, si denuncia l’allarmante fallimento delle leadership sul fatto che non siano stati compiuti progressi sul disarmo nucleare. Nove stati mettono a repentaglio l’intera umanità e la biosfera rivendicando il diritto esclusivo di utilizzare le armi più distruttive e disumane mai create. Il mondo ha un disperato bisogno che i leader di questi stati congelino i loro arsenali, pongano fine alla modernizzazione e allo sviluppo di nuove e più pericolose armi nucleari e garantiscano che nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale non possano mai innescare il lancio di armi nucleari.

Conclusioni

Le guerre influiscono negativamente sulla salute per effetti che possono agire a breve e lungo termine. Chi svolge una professione sanitaria, ha il diritto-dovere di curare le persone e di opporsi a qualsiasi forma di guerra, perché questa è sempre causa di una catastrofe umanitaria e sanitaria. In considerazione della recente escalation di conflitti armati, della corsa al riarmo, e soprattutto, del rischio nucleare, risulta necessaria una presa di coscienza aggiornata ad una riflessione sul rapporto guerra-salute e sulle azioni concrete da realizzare in tema di prevenzione dei conflitti, promozione della pace e formazione aggiornata sulle questioni di salute globale.

I professionisti della salute, riconosciuti in maniera unanime per l’agire a tutela della vita, della salute e della dignità della persona, in questa fase storica, sono chiamati ad una maggiore consapevolezza sul fenomeno della guerra e sul ruolo attivo che possono esercitare nell’evidenziare attraverso la concretezza dell’esperienza e quella dei dati, che salute e guerra non possono coesistere, che il diritto alla vita non potrà mai essere materia di negoziazione di qualsiasi discordia.

Pasquale la Torre, Tutor Didattico e docente a.c. Corso di Studi in Infermieristica Università di Parma.

Riferimenti bibliografici

Abbasi K, Ali P, Barbour V, Birch M, Blum I, Doherty P et al. Ending nuclear weapons, before they end us BMJ 2025; 389 :r881 doi:10.1136/bmj.r881

Beloli A. Panoramica dei 56 conflitti in corso nel mondo: è davvero la “terza guerra mondiale a pezzi”? 23 gennaio 2025. Geopop. Disponibile in https://www.geopop.it/panoramica-dei-56-conflitti-in-corso-nel-mondo-e-davvero-la-terza-guerra-mondiale-a-pezzi/

Benelli E, Bonati M. La guerra fa male alla salute. La Scienza in Rete 28/03/22. Disponibile in https://www.scienzainrete.it/articolo/guerra-fa-male-alla-salute/eva-benelli-maurizio-bonati/2022-03-28

Fateh-Moghadam P. La salute e la pace. Salute Internazionale 23/10/23. Disponibile in   https://www.saluteinternazionale.info/2023/10/la-salute-e-la-pace/

Geopop.it  Panoramica dei 56 conflitti in corso nel mondo: è davvero la “terza guerra mondiale a pezzi”? 23 Gennaio 2025 18:30. Disponibile in: https://www.geopop.it/panoramica-dei-56-conflitti-in-corso-nel-mondo-e-davvero-la-terza-guerra-mondiale-a-pezzi/Viola E. Più 40% di conflitti nel mondo, ma i media si concentrano solo su quelli internazionali. ASVIS 15/2/24. Disponibile in https://asvis.it/notizie/2-20103/piu-40-di-conflitti-nel-mondo-ma-i-media-si-concentrano-solo-su-quelli-internazionali-

fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2025/06/salute-e-rischio-nucleare/

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