Consiglio a Giulia Grillo: affronti la sanità del Sud. di Guglielmo Pepe

Mettiamola così: è soltanto un episodio, solo uno, per cui è inutile gridare allo scandalo. Anzi, potremmo anche fare i complimenti al personale sanitario che, in assenza dei mezzi necessari, ha dato sfogo a una lodevole creatività per trovare la giusta soluzione. Prendiamo dunque per buoni i distinguo, le precisazioni, le giustificazioni. Tuttavia fa una certa impressione vedere un paziente con un braccio incartonato, invece che ingessato. Con tanto di adesivo per tenere stretta la parte del braccio da curare.

Forse abbiamo fatto l’abitudine alle mille e mille disfunzioni che caratterizzano la nostra Sanità e ai tanti episodi che, per fortuna non ogni giorno, finiscono nelle pagine di Cronaca per la loro singolarità. Ma un braccio “ingessato” con il cartone sembra più una gag, più una bufala, più una fake news, che un fatto realmente accaduto in un importante ospedale italiano. Quello di Reggio Calabria.

Il luogo dell’”incidente” ci costringe a riflettere, ancora una volta, anzi per l’ennesima volta, sulle condizioni del Servizio sanitario nel sud del Paese. Si sono scritte e dette montagne di parole. Però se è vero che la Sanità meridionale è una delle tante facce che differenziano – in peggio – il Sud dal Nord (per qualità dei servizi, per quantità dei mezzi, per organizzazione, per senso civico…), è tanto più necessario che la nuova ministra della Salute si dia da fare per affrontare, con la dovuta energia, un’assistenza sanitaria che costringe molti, troppi cittadini o ad andare al Centro-Nord oppure a rivolgersi ai servizi privati. Altrimenti è inutile inviare i Nas, gridare allo scandalo, indignarsi.

In Calabria c’è un Ssn diverso, a causa di una serie infinita di problemi che si sono aggravati con il passare del tempo. L’Anaao-Assomed (l’Associazione medici e dirigenti del Ssn) denuncia tagli al personale, limitazioni agli acquisti dei mezzi per curare, mancanza di sicurezza assistenziale, e ricorda, come scriviamo da troppi anni ormai, che tutto il Meridione è sotto scacco. Si sa che tante strutture sono fatiscenti. E che parte del personale medico/sanitario sembra ormai rassegnato al peggio. E forse è proprio la rassegnazione il primo nemico da combattere. E questo compito spetta soprattutto a chi governa.

Guglielmo Pepe

La ministra della Salute, Giulia Grillo, oggi è a Firenze, nello stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, per verificare la possibilità di aumentare la produzione di Cannabis terapeutica (e valutare altre capacità produttive: i vaccini?), perché da tutta Italia viene segnalata una forte carenza di “erba”. Intanto ha già disposto di aumentare del 50 per cento il finanziamento all’Istituto per produrre più Cannabis. Un’iniziativa lodevole, a dimostrazione che nel governo Lega-Stellato non tutti i ministri sono come Salvini, molto amato dai suoi fans, molto detestato dalle opposizioni, in particolare per il suo comportamento sulla immigrazione e per la sottovalutazione dei continui episodi di razzismo. La ministra si sta muovendo in modo saggio, ha grande rispetto per il Parlamento (il discorso di pochi giorni fa sul suo programma iniziava con un elogio per la nostra istituzione democratica: quasi una risposta indiretta alle farneticazioni di Casaleggio junior). Ma adesso deve prendere di petto la drammaticità della Sanità nel Sud, fornendo più risorse (anche economiche), coinvolgendo le rappresentanze sanitarie più volenterose e disponibili al cambiamento.

Chi conosce il Sud e ci ha vissuto – come il sottoscritto – sa bene che i cittadini siciliani, napoletani, pugliesi (sui quali Vittorio Feltri ha farneticato oltre ogni limite della decenza), meritano di più da chi li governa. Localmente e a livello nazionale. Certo, se esistono amministratori pubblici che spolpano la Sanità per fare i loro interessi (vedi il presidente della Basilicata, agli arresti domiciliari per vicende affaristiche nel campo della salute pubblica), oppure la stessa sanità calabrese commissariata da sette anni, o ancora proprio l’ospedale di Reggio, al centro di una inchiesta del 2016, sulla quale è in corso il processo), allora cambiare diventa difficile. Però bisogna provarci. Su, ministra Grillo, ci stupisca.

Fonte: R.it Blog

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