Nave Diciotti, si è dimesso il presidente di AIFA Stefano Vella: “non mi è possibile tollerare che alcune persone vengano trattate in questo modo …”

Il presidente dell’agenzia del farmaco lascia con una lettera al ministro Grillo: «Non mi è possibile tollerare che alcune persone vengano trattate in questo modo sul nostro territorio, dove esiste un sistema universalistico di garanzia della salute»

di Margherita De Bac

Stefano Vella

Una voce del mondo scientifico, autorevole a livello internazionale, si leva per denunciare il trattamento riservato agli «ospiti» della nave Diciotti. Con un gesto risoluto Stefano Vella, presidente dell’agenzia italiana del farmaco Aifa, ha rassegnato le proprie dimissioni «irrevocabili». Le ha inviate con una lettera al ministro della Salute Giulia Grillo, medico catanese, e agli assessori regionali della sanità, cioè le autorità che lo hanno designato alla presidenza del Cda dell’ente preposto all’autorizzazione e alla definizione del prezzo dei medicinali.

Atto intollerabile

«Uomini e donne si vedono negare la possibilità di ricevere cure indispensabili e vengono lasciati in condizioni igieniche intollerabili. Questa sequenza di fatti rende deontologicamente incompatibile la mia permanenza ai vertici di un’istituzione che si occupa di salute, inclusa quella delle persone più fragili e marginalizzate», argomenta Vella su carta intestata di Aifa. Non è una mossa di natura politica, dunque, e di presa di posizione sulle politiche del governo che però «nel portare avanti il condivisibile principio di un’equa accoglienza dei migranti nell’Ue mette di fatto a repentaglio la vita di persone nate in Paesi economicamente svantaggiati o segnati da conflitti infiniti».

Fama mondiale

Vella è conosciuto dalla comunità scientifica mondiale come capo del centro di salute globale all’Istituto Superiore di Sanità e soprattutto per gli incarichi di primo piano sul fronte dell’Aids, tra i quali la ricerca di nuovi farmaci. Senza di lui, tra l’altro, Aifa resta doppiamente decapitata. Un mese e mezzo fa il ministro Grillo ha licenziato senza troppi preamboli il direttore Mario Melazzini, sfruttando la legge dello spoil system. Ha poi adottato una procedura insolita per la scelta del nuovo sostituto, un bando pubblico di manifestazione di interesse al quale hanno risposto un centinaio di candidati.

Gesto concreto

La presidenza di Vella sarebbe terminata a giugno 2019. Spiega al Corriere: «Il gesto mi pesa molto, lascio con rammarico un incarico di prestigio che penso di aver ricoperto con impegno e serietà. Ho però scelto di esprimere il dissenso utilizzando uno strumento concreto, le dimissioni, anziché cavarmela con un tweet. Torno a occuparmi delle grandi malattie globali in Africa. Conosco il dramma delle popolazioni che emigrano e fuggono dalla guerra e avverto sul campo, durante le missioni, lo stupore dei colleghi per l’atteggiamento assunto dall’Italia».

Silenzio dei colleghi

Una decisione maturata in questi ultimi giorni, sull’onda emotiva delle immagini trasmesse dalla televisione e delle testimonianze di chi è salito a bordo . Ma già la precedente vicenda della nave Aquarius aveva aperto il varco a una riflessione. E’ il primo rappresentante della comunità medico scientifica istituzionale a dichiararsi contrario «per sensibilità etica e deontologica» alla linea anti sbarchi. E il silenzio mantenuto dai suoi colleghi? «Mi attendevo si facessero sentire. Per noi abituati a prenderci cura di chiunque manchi di salute dovrebbe essere normale».

Fonte: Corriere della Sera

vedi anche: Diritti umani e migranti: con la vicenda della nave Diciotti si è superato ogni limite 

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