SORVEGLIANZA DELLA MORTALITÀ MATERNA: il rapporto Itoss 2019

E’ stato presentato il primo rapporto nazionale sulla mortalità materna (al Convegno ITOSS: Roma 14 mar<o 2019), che restituisce ai professionisti sanitari, ai decisori e ai cittadini le informazioni scaturite da 10 anni di attività di ricerca del sistema di sorveglianza della mortalità materna Iss-Regioni.

Il rapporto contiene i risultati delle analisi retrospettive dei flussi sanitari che hanno confermato la sottostima di circa il 60% delle morti materne nel Paese rispetto a quanto rilevato dai soli certificati di morte, evidenziata per la prima volta dall’Iss nel 2008. Dai dati emerge che il rapporto di mortalità materna (Mmr), pari a 9,18 per 100.000 nati vivi negli anni 2006/2012 (nelle 10 Regioni partecipanti a Itoss nel 2018), è in linea con quello di altri Paesi dotati di un sistema avanzato di sorveglianza della mortalità materna, come il Regno Unito e la Francia, che registrano un Mmr di 10 morti/100.000 nati vivi. In Europa, tra i Paesi che rilevano il fenomeno mediante sistemi di sorveglianza enhanced come quello italiano, solo nel Nord e nei Paesi Bassi si registrano Mmr inferiori.

Il 45,5% dei decessi segnalati dalla sorveglianza attiva e sottoposti a revisione critica è stato giudicato evitabile con assistenza migliorabile (in Paesi dotati di sistemi analoghi ad Itoss le percentuali di evitabilità sono comprese tra il 40 e il 60%).

Le cause della mortalità materna

Il volume contiene i dati relativi ai 106 casi di morte materna individuati prospetticamente dalla sorveglianza attiva nelle 10 Regioni partecipanti, negli anni 2013-2017. L’approccio attivo prevede un’analisi dettagliata dei percorsi assistenziali e la ricerca della causa primaria di ogni decesso nell’ambito di revisioni critiche di ciascun caso che sono effettuate nell’ospedale dove è deceduta la donna, a livello regionale e centrale. Il percorso clinico che ha portato alla morte viene ricostruito, identificando le buone pratiche, ma anche possibili criticità assistenziali e organizzative suscettibili di miglioramento. Sono stati così individuati e analizzati 58 decessi entro 42 giorni dovuti a cause ostetriche (morti materne dirette) e 39 dovuti a condizioni patologiche preesistenti aggravate dalla gravidanza (morti indirette). Per 9 decessi non è stata possibile la classificazione. Le principali cause delle 58 morti materne dirette segnalate sono l’emorragia ostetrica (38%), la sepsi (19%) e i disordini ipertensivi della gravidanza (15%). Tra le 39 morti materne indirette le cause più frequenti sono le patologie cardiovascolari e la sepsi. Cinque morti materne sono state attribuite all’influenza: nessuna di queste donne era stata vaccinata durante la gravidanza. La mortalità materna aumenta all’aumentare dell’Indice di massa corporea della donna: il 32,8% (22/106) delle donne decedute erano obese contro il 7% delle donne in età riproduttiva residenti nelle Regioni partecipanti alla sorveglianza. Un’altra condizione frequente tra le donne decedute è il ricorso alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma): l’11,3% delle morti materne (12/106) riguarda donne che hanno concepito mediante tecniche di Pma.

Due capitoli del rapporto sono dedicati all’approfondimento di due cause frequenti di morte materna: l’emorragia ostetrica e il suicidio. L’emorragia è la prima causa di morte da complicazioni ostetriche entro 42 giorni dall’esito della gravidanza e il suicidio materno è la prima causa di morte indiretta tra quelle avvenute entro 365 giorni dall’esito della gravidanza.

Ricorrendo anche alla narrazione di storie, il rapporto descrive gli aspetti suscettibili di miglioramento e le attività di ricerca e di formazione, promosse e realizzate da Itoss, al fine di migliorare la pratica clinica.

Conclusioni e riconoscimenti

Le conclusioni del rapporto delineano le prospettive future della sorveglianza e delle attività di ricerca-intervento promosse da Itoss nelle Regioni partecipanti e descrivono l’importante riconoscimento che il sistema di sorveglianza ha ricevuto nel 2018 a livello europeo. Il rapporto Euro-Peristat ha infatti pubblicato, per la prima volta a livello internazionale, la stima corretta della mortalità materna e ha citato l’Italia come un esempio per promuovere sistemi enhanced nei 24 Paesi europei che ancora non ne dispongono.

Risorse utili

Fonte: EPICENTRO

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