in PRIMO PIANO

  • 25 Aprile 2025 Sarà un 25 aprile grande e fortemente unitario. Il Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza opererà affinché in tutto il Paese l’80° della Liberazione risuoni come una grande Festa popolare e nazionale in ricordo di tutte e tutti coloro che in tanti casi hanno sacrificato la propria vita, la propria giovinezza per un Paese finalmente libero e liberato. Partigiane, partigiani, staffette, donne, lavoratori, deportati, internati, militari, forze dell’ordine, sacerdoti, antifasciste, antifascisti, intere famiglie. La Costituzione del 1948 è stato il frutto di questa lotta, un dettato civile che riguardava e riguarda tutti: libertà, eguaglianza, solidarietà, lavoro,  pace, dignità della persona, in una piena democrazia fondata sul pluralismo. Il Forum, onorando e concretizzando questo impegno che arriva da tutte le radici della Resistenza, ha prodotto insieme un logo “Liberazione80” e un manifesto “Viva la Liberazione!” il cui disegno è stato realizzato dai detenuti del Laboratorio Artemisia del carcere di Milano – Bollate. Perché il senso profondo e il bisogno di Liberazione attraversa e sollecita i luoghi e le speranze di tutto il Paese. Il Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza: ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia AICVAS – Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti ANEI – Associazione Nazionale Ex Internati nei campi nazisti – Volontari della Libertà ANFIM – Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri ANPC – Associazione Nazionale Partigiani Cristiani ANPPIA – Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti ANRP – Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione e loro familiari FIAP – Federazione Italiana Associazioni Partigiane FIVL – Federazione Italiana Volontari della Libertà A questo LINK – in continuo aggiornamento – i programmi degli eventi in tutta Italia promossi dall’ANPI, in collaborazione con le Associazioni del Forum e i Comuni Programma della manifestazione centrale a Milano: CONCENTRAMENTO ORE 14.00 a Porta Venezia dove si posizionerà̀ la testa del corteo, mentre la restante parte si dispiegherà̀ lungo il cavalcavia dei Bastioni. ore 14.30 – Partenza del corteo; ore 16.00 – Piazza Duomo inizio interventi; Presenta e coordina Primo Minelli Presidente del Comitato antifascista milanese; Interventi: Giuseppe Sala – Sindaco di Milano Sandra Gilardelli – Partigiana Maurizio Landini – Segretario Generale CGIL Gianfranco Pagliarulo – Presidente Nazionale ANPI Rappresentanti delle Associazioni FIAP, FIVL, ANED, ANPPIA, ANEI  Musiche Partigiane (Emilio e gli Ambrogi) Alle 18.00 Concerto di musica classica al Teatro alla Scala. Fonte: https://www.anpi.it/

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  • Grazie Papa Francesco! Ti abbiamo voluto bene Grazie Papa Francesco perché ci hai voluto bene. Grazie Papa Francesco perché ti sei preso cura di noi e dell’umanità intera. Grazie Papa Francesco perché hai fatto l’impossibile per rigenerare la nostra umanità. Grazie Papa Francesco per il tuo fermo e costante impegno contro la guerra e la “peste” delle armi che la alimenta senza pietà. Grazie Papa Francesco per il tuo fermo e costante impegno per la pace che ci hai aiutato a conoscere, a difendere e soprattutto a fare, nel piccolo e nel grande, con i vicini e con i lontani, tra i popoli e con la natura. Grazie Papa Francesco perché hai voluto e saputo accogliere tutti e tutte nella tua chiesa, perché hai sempre cercato di riunire la famiglia umana contro tutti i Divisori che la vogliono indebolita e frammentata. Grazie Papa Francesco per la guida sicura che sei stato in tutti questi anni duri, difficili e incerti. Della tua parola ci siamo nutriti e saziati ogni giorno mentre è cresciuta la fame di speranza. Ai tuoi gesti ci siamo ispirati rigenerando coraggio e coerenza. Grazie Papa Francesco per averci insegnato che “la realtà è superiore all’idea”, “il tempo è superiore allo spazio”, “l’unità prevale sul conflitto” e “il tutto è superiore alla parte”. Continueremo a fare tesoro di questi principi. Grazie Papa Francesco per la tua pedagogia responsabilizzante della pace e della fraternità. Grazie per il tempo che ci hai dedicato, per tutte volte che ci hai detto “si, lo facciamo”, per gli incontri con i ragazzi e le ragazze delle scuole di pace, per aver dato avvio al movimento dei bambini e delle bambine per la pace. Grazie Papa Francesco per averci fatto gustare la bellezza dell’umiltà, della mitezza e della tenerezza in un mondo dominato da arroganti, privilegiati e prepotenti. Grazie per averci fatto riscoprire il potere della preghiera in un tempo dominato dalla sfiducia e dalla rassegnazione. “Rassegnazione -ci hai detto un giorno- è per noi una parola proibita.” Grazie Papa Francesco. Ti abbiamo voluto bene. Grazie a te e a tutti i tuoi collaboratori oggi noi siamo trasformati, pronti per continuare ad essere la tua voce per la pace. Flavio Lotti Presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace Gerusalemme, 22 aprile 2025 fonte: https://www.perlapace.it/grazie-papa-francesco-ti-voluto-bene/

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  • Con le politiche “anti-gender” imposte dall’amministrazione Trump, sono minacciati i risultati ottenuti a fatica verso l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili, dei matrimoni infantili, della violenza di genere, nel campo dell’ istruzione delle ragazze e della partecipazione politica e delle opportunità lavorative per le donne (1) Negli Stati Uniti si sta diffondendo una negazione e una distorsione della realtà del “genere” che avrà enormi conseguenze per la salute a livello globale. Le azioni del presidente Donald Trump includono la cancellazione del termine “genere” da tutti i documenti e il riconoscimento di soli due sessi biologici, il ripristino della regola globale del bavaglio che impedisce l’accesso all’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, il ritorno alla Dichiarazione di consenso di Ginevra anti-aborto(1) e la cessazione di tutte le politiche e iniziative per la diversità, l’equità e l’inclusione. Un movimento che si oppone all’esistenza stessa del “genere” ha trovato slancio, includendo altri leader come il presidente argentino Javier Milei. I risultati ottenuti a fatica verso l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili, dei matrimoni infantili, della violenza di genere, del livello di istruzione delle ragazze e della partecipazione politica e delle opportunità lavorative per le donne sono minacciati. Inoltre, gli ordini di Trump costituiscono una grave violazione dei diritti umani e un tentativo deliberato di cancellare l’intera comunità trans e gender-different. Purtroppo, la contestazione e la manipolazione in materia di genere non sono una novità nel campo della salute globale. Una nuova Commissione Lancet su genere e salute globale mira a identificare modalità con cui operatori sanitari, decisori politici, ricercatori e società civile possano utilizzare una comprensione più inclusiva del genere per migliorare le politiche e i programmi sanitari. La visione della Commissione di un approccio alla giustizia di genere “riconosce la diversità di bisogni ed esperienze, richiede l’inclusione di tutte le persone e mira a raggiungere equità e uguaglianza per tutti”. Il genere è spesso discusso nell’ambito della salute globale, ma, secondo la Commissione, l’azione per la giustizia di genere rimane una sfida importante. Non esiste una comprensione condivisa del genere e dei termini correlati, il che porta a confusione, disaccordo e interpretazioni errate. Nei sistemi di ricerca e di dati sanitari, genere e sesso vengono spesso confusi, ignorando le molteplici dimensioni del genere e le sue interazioni con il sesso. Il genere diventa spesso un sinonimo di donne e ragazze, così come di ragazzi e uomini, escludendo i bisogni delle persone trans e di genere diverso. La Commissione descrive in dettaglio come reti internazionali ben finanziate e il populismo di estrema destra abbiano promosso con aggressività una dicotomia sessuale consolidata tra uomo e donna negli ultimi 30 anni, portando a leggi disastrose contro le persone LGBTQ+ e l’aborto. Nel frattempo, le industrie sfruttano le norme di genere per promuovere il consumo di prodotti dannosi per la salute, come l’alcol. Le precedenti Serie pubblicate da The Lancet relative a genere e salute hanno mostrato come la disuguaglianza di genere sia intrinsecamente legata alla disuguaglianza sanitaria, ma si sono concentrate su gruppi specifici – donne o persone transgender e di genere diverso – o su dimensioni specifiche, come la violenza di genere, la leadership nella scienza e nella medicina o la pace . La Commissione Genere e Salute adotta un approccio più ampio che svela le molteplici forze che guidano le interazioni tra genere e salute. La sua analisi completa dei fattori storici, politici, sociali ed economici della salute globale svela perché la comprensione della salute delle donne è ancora limitata alla salute riproduttiva e materna, perché ragazzi e uomini sono sottovalutati nella progettazione di interventi per affrontare la violenza di genere e perché vi è una così dannosa assenza di dati sanitari per le comunità transgender e di genere diverso. Come rendere più efficaci le azioni volte a raggiungere la giustizia di genere nella salute globale? In primo luogo, la Commissione sostiene la necessità di una comprensione e di una definizione più olistiche del genere, nonché di definizioni più chiare e trasparenti per la raccolta dati e la ricerca. In secondo luogo, la Commissione afferma che si possono trarre insegnamenti dalle politiche che hanno applicato con successo una prospettiva di giustizia di genere. In terzo luogo, vi è un urgente bisogno di meccanismi di accountability in grado di monitorare e intervenire sistematicamente nei confronti del movimento anti-gender e del settore commerciale, nonché di modalità innovative per investire in approcci alla giustizia di genere. Ci troviamo a un punto di svolta critico, poiché l’amministrazione Trump impone divieti alla giustizia di genere. The Lancet sostiene il nostro impegno per promuovere equità, diversità e inclusione nella scienza, nella medicina e nella salute globale. Raccomandare l’uso di un linguaggio inclusivo e incoraggiare l’adesione alle linee guida per l’equità di genere e di sesso nella ricerca rimane parte integrante delle nostre politiche editoriali . Questi tempi rappresentano un test per la comunità sanitaria globale e per la società in generale, affinché protegga e promuova i progressi compiuti negli ultimi decenni in materia di uguaglianza di genere ed equità sanitaria. Collettivamente, dobbiamo mobilitare forze di resistenza e attivismo, alzando la voce per un mondo in cui tutti possano prosperare, indipendentemente dal genere e dall’identità di genere. (1)Standing up for gender justice, The Lancet, Editorial, Vol. 405, April 19 2025. Traduzione e sottotitolo nostri. (2) La Dichiarazione di Consenso di Ginevra è una dichiarazione antiabortista promossa dall’amministrazione Trump nel 2020. Afferma che non esiste un diritto internazionale all’aborto e che i paesi non sono obbligati a finanziarlo o facilitarlo. La dichiarazione è stata inizialmente firmata da Stati Uniti, Brasile, Egitto, Ungheria, Indonesia e Uganda. Gli Stati Uniti hanno aderito nuovamente alla Dichiarazione di Consenso di Ginevra nel gennaio 2025.  fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2025/04/difendere-la-giustizia-di-genere/

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  • Il Primo Maggio 2025 è dedicato al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo slogan che lo caratterizza è: “Uniti per un lavoro sicuro”. Cgil, Cisl, Uil hanno deciso di dare incisività al tema scegliendo tre luoghi simbolici da cui i Segretari Generali interverranno con il loro comizio conclusivo: ➢ Roma – Fori Imperiali (Maurizio Landini – CGIL) ➢ Casteldaccia (PA) – Piazza Matrice (Daniela Fumarola – CISL) ➢ Montemurlo (PO) – Piazza della Repubblica (Pierpaolo Bombardieri – UIL) Gli interventi di delegate, delegati e pensionati dalle ore 10:00 anticiperanno le conclusioni dei Segretari Generali UIL – CISL – CGIL, Bombardieri, Fumarola, Landini che saranno trasmessi in diretta su RAI 3 e che saranno visibili nelle diverse piazze. Nel pomeriggio si svolgerà a Roma il Concertone, sempre sullo stesso tema, che, quest’anno, tornerà nella sede tradizionale di Piazza San Giovanni e verrà trasmesso in diretta da Rai 3. → Scarica tutti i Materiali grafici

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  • “Decreto sicurezza”. La guerra contro le donne detenute continua! La nostra lotta non si ferma! L’11 maggio visita alle donne in carcere per la Festa della Mamma scarica l’Appello Madri Fuori 11 maggio 2025  L’iter in Parlamento del DDL ‘Sicurezza’ è stato interrotto dal colpo di mano autoritario del Governo, con l’approvazione del decreto-legge entrato in vigore il 12 aprile. Si è sottratto al confronto parlamentare un testo repressivo e discriminatorio, che sfida e offende il diritto e i diritti, senza accogliere i rilievi mossi dal Quirinale. Nonostante quanto la propaganda governativa ha provato a sostenere, sotto molti profili il decreto è addirittura peggiorativo, e molte delle sue norme più repressive sono articolate in modo da lasciare incertezza e massimo arbitrio. Una di queste è quella contro le donne detenute incinte o madri di bimbə fino a un anno di età: la campagna “Madri Fuori – dallo stigma e dal carcere, con i loro bambini e bambine” dal 2023 mobilita molte donne e associazioni in difesa dei loro diritti fondamentali. Il decreto conferma la revoca dell’obbligo – già del codice fascista Rocco – di rinviare l’esecuzione della pena per le donne incinte o con figl3 di età inferiore a un anno, rendendo la misura discrezionale. Il rischio di recidiva continuerà a orientare le decisioni dei giudici, che negheranno questo diritto soprattutto alle donne più vulnerabili, perché la recidiva delle donne è quella dei reati minori, soprattutto contro il patrimonio, i reati delle povertà. Resta intatta la natura sessista, razzista e classista della norma originaria. La detenzione di madri e bambinə presso gli ICAM, istituti a custodia attenuata per detenute madri, confonde l’opinione pubblica: non si tratta di forme alternative alla reclusione, perché gli ICAM sono sezioni carcerarie, con sbarre e agenti, da cui non si esce, in cui si è recluse. Gli ICAM sono carcere. E non solo: dopo l’anno di età bambini e bambine potranno stare con le loro madri anche nelle normali sezioni. Ancora più inaccettabile è la nuova previsione, assente nel DDL, ai danni della donna che, in un ICAM, protesti o abbia un conflitto con la custodia, di una sanzione disciplinare feroce: sottrarle il figlio o la figlia, affidandolo ai servizi sociali. Un obbrobrio umano e legale: le cosiddette ‘condotte pericolose’ sarebbero quelle che compromettono ‘ordine o sicurezza‘, una definizione che in carcere può essere tutto, aperta a ogni arbitrio interpretativo. Usare la sottrazione deə figlə come arma disciplinare contro le donne è un atto sessista e feroce. È una norma che aggiunge l’autoritarismo e la violenza patriarcale alla norma del decreto che affligge tutte le persone ristrette, punendole con pene aggiuntive, fino a 8 anni di carcere, per proteste anche nonviolente. ‘Madri Fuori’ continua la sua lotta, insieme al movimento nazionale contro il DL sicurezza, perché il Parlamento non approvi queste norme liberticide e sessiste. ‘Madri Fuori’ – come già nei due anni passati – dichiara l’11 maggio, Giornata della mamma, giornata di lotta dedicata alle madri e a tutte le donne detenute. Invitiamo tuttə a promuovere iniziative locali di incontro con le donne detenute, informazione e sensibilizzazione, dibattito pubblico e manifestazione di dissenso e opposizione. SEGNALA QUI LA TUA INIZIATIVA! Contro la guerra dichiarata alle donne detenute la nostra lotta non si ferma! Firenze, 24 aprile 2025 fonte: https://www.societadellaragione.it/campagne/carcere-campagne/madri-fuori/madri-fuori-contro-il-dl-sicurezza/

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  • Cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza promossi da sindacati e associazioni al centro della consultazione referendaria dell’8 e 9 giugno Nel 2025 le cittadine e cittadini saranno chiamati a votare per 5 Referendum. La Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibili i 4 quesiti referendari sul lavoro, per i quali sono state raccolte oltre 4 milioni di firme, e il referendum sulla cittadinanza, depositato in Cassazione con 637 mila firme. QUI TUTTE LE INFO

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  • I servizi educativi per la prima infanzia sembrano essere sempre più marginali nell’agenda del Governo. Pubblichiamo le riflessioni e le sei proposte concrete che Alleanza per l’Infanzia formula a partire dalle mancate scelte che risultano nei Piani e nelle azioni adottate, chiedendo al Governo un atto di programmazione sostenuto da adeguate risorse, che tenga conto delle necessità che ogni famiglia con bambine e bambini piccoli vive giornalmente. I servizi educativi per la prima infanzia sembrano essere sempre più marginali nell’agenda del Governo. Sono quasi del tutto assenti in tutti e tre i documenti usciti in queste settimane che, a partire da prospettive diverse, definiscono le strategie pluriennali da adottare per garantire il benessere e i diritti delle bambine e dei bambini (il “6° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva”, il Piano Nazionale per la Famiglia e le “Nuove indicazioni 2025 – Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione. Materiali per il dibattito pubblico”). Senza dimenticare il mancato rinnovo, o la ricostituzione, della Commissione Nazionale 0-6, scaduta a luglio 2024. In particolare, nel Piano dedicato all’infanzia per i prossimi anni il riferimento ai nidi e i servizi integrativi (così come previsti dalla L.107/2015 e successivo D. Lgs.65/2017) si trova solo nell’azione 2, che riguarda il sostegno alle competenze genitoriali, mentre è assente dalla sezione educazione. Inoltre, tale riferimento è molto generico e non vengono previste azioni e interventi concreti. Rispetto alla constatazione dell’avere in Italia un livello di copertura ridotto e territorialmente molto diseguale non fa seguito nel Piano alcuna richiesta di una correzione della situazione, neppure in riferimento agli obiettivi del PNRR. Questa marginalità della questione è anche più sorprendente se si compara il testo di tale 6° Piano con quello del 5° Piano di pochi anni fa (2022-23), riportato in appendice al presente Schema di Piano, in cui si indicava come primo obiettivo quello di garantire il diritto all’educazione dalla nascita, tramite il rafforzamento dei servizi educativi e la facilitazione dell’accesso nelle fasce di età 0-3 e 0-6 anni. Si ricorda che il 5° Piano è stato approvato da un Governo in cui sedevano anche molte delle forze politiche presenti in quello attuale. La sua approvazione, così come la scelta del PNRR di darsi come obiettivo altamente qualificante la creazione di un sistema robusto di servizi educativi alla prima infanzia, investendo 4,6 miliardi di euro a tal fine, erano state largamente condivise in Parlamento da praticamente tutti i partiti. Di rafforzamento dei nidi come servizi educativi non si parla neppure nel Piano Nazionale per la Famiglia, dove si prevede soltanto la sperimentazione di nidi domiciliari, a valenza più custodialistica che educativa. Eppure, un’ampia letteratura internazionale sottolinea l’importanza di esperienze educative nella primissima infanzia che affianchino e sostengano quelle familiari per favorire lo sviluppo delle bambine e dei bambini e contrastarne gli svantaggi sociali. L’educazione nei primi anni di vita deve essere riconosciuta come un diritto essenziale e un pilastro delle politiche pubbliche per l’infanzia e la natalità. I nidi come servizi educativi sono anche assenti dal documento “Nuove indicazioni 2025 – Scuola dell’infanzia e Primo ciclo di istruzione. Materiali per il dibattito pubblico”. Benché si accenni alle Linee Pedagogiche del sistema integrato zero-sei, i servizi educativi 0-3 non sono contemplati, la parola “nido” nel testo non compare mai, come se l’educazione extra-familiare iniziasse ai tre anni. Anche il Piano asili nido e scuole dell’infanzia previsto nel PNRR (M4-C1.1.1) presenta criticità rispetto allo stato di attuazione, come hanno rilevato in questi mesi varie istituzioni (dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio alla Corte dei Conti), così come soggetti della società civile. Il rischio è quello di non terminare e collaudare le nuove strutture previste dai finanziamenti del PNRR nei termini previsti di giugno 2026. Tale rischio appare particolarmente elevato se si mettono insieme i cambiamenti (al ribasso) che sono intervenuti in questi anni, rispetto agli obiettivi iniziali previsti dal PNRR. Originariamente il PNNR prevedeva la realizzazione di 264.480 nuovi posti, a cui erano destinati 4,6 miliardi di euro: 3 miliardi per nuovi progetti e 1,6 miliardi per i progetti in essere (ossia già finanziati con risorse nazionali). Alla gestione delle nuove strutture erano assegnati 900 milioni di euro. Con la rimodulazione del PNRR di fine 2023, l’obiettivo è stato ridotto a 150.480 posti per asili nido e scuole dell’infanzia e la scadenza conclusiva è stata prorogata di 6 mesi. Le risorse europee continuano a essere la principale fonte di finanziamento, ma sono state ridotte a 3,24 miliardi di euro, con un consistente ridimensionamento dei progetti in essere. Inoltre, anche nel caso auspicato in cui gli obiettivi di realizzazione del PNRR verranno raggiunti, rimane ancora non sufficientemente preso in considerazione il tema relativo al reperimento, nel Bilancio dello Stato, delle risorse economiche da destinare al personale dedicato al funzionamento delle nuove infrastrutture per l’infanzia. Sempre in merito agli obiettivi del PNRR, un ulteriore segnale di preoccupazione è quanto è stato riportato nell’Appendice VI del Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine: alla Tavola A.VI.4 si legge che l’Italia, determinato come obiettivo di riferimento il quarto trimestre del 2027, intende “garantire che le strutture pubbliche e private per l’infanzia abbiano una disponibilità di posti pari ad almeno il 33% del numero dei bambini sotto i 3 anni a livello nazionale”, mentre sarà sufficiente “una disponibilità di posti, pari ad almeno il 15% del numero dei bambini sotto i 3 anni, a livello regionale”. Tale ultimo cambiamento rappresenta un depotenziamento fortissimo degli obiettivi che il PNRR si era originariamente dato: seppur lontani dal raggiungimento del target europeo del 45% previsto per il 2030, ci si era prefissati di arrivare almeno a una copertura del 33% a livello di ambito territoriale, non solo nazionale e neppure regionale. Chi farà le spese di tale revisione al ribasso degli obiettivi saranno quei territori già poco forniti di opportunità, che non vedranno decollare la possibilità di sviluppo. In particolare, le aree interne, i piccoli comuni e le zone economicamente più fragili potrebbero essere escluse dal processo di potenziamento della rete educativa, compromettendo il principio di equità territoriale e di uguaglianza nell’accesso ai diritti di cittadinanza. A tutto ciò si aggiunge una crescente sottovalutazione, sia del ruolo degli enti locali, sia di quello del personale educativo, che operano quotidianamente per garantire l’effettiva attuazione dei […]

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  • Non possiamo restare in silenzio: La società civile per la sanità pubblica Questo documento nasce dal lavoro congiunto delle oltre 130 associazioni che, aderendo all’appello “Non possiamo restare in silenzio. La società civile in difesa della sanità pubblica”, hanno deciso, in occasione dell’incontro di Firenze del 22 febbraio 2025, di riaffermare valori e indirizzi comuni e individuare gli elementi fondamentali per il rilancio del Ssn, anche alla luce dell’attuale preoccupante dibattito politico e istituzionale. Il percorso avviato con l’appello del novembre 2024 ha l’obiettivo di unire le tante forze che sempre più diffusamente, in tutte le regioni, non vogliono arrendersi al declino del Servizio sanitario nazionale, sono pronte a partecipare a iniziative di mobilitazione e chiedono un eguale impegno da parte dei decisori e delle forze politiche. Il documento si apre con un elenco di 10 punti chiave e si articola in due capitoli: 1. Il rilancio del Ssn. 2. L’Autonomia differenziata fa male alla tutela della salute. Ciascun capitolo affronta i temi che più minacciano i diritti e il benessere delle persone. Il documento non ha quindi ambizioni di esaustività ma intende individuare cosa non si deve fare (né oggi, né domani) e cosa si può fare (a partire da oggi) per avviare una decisa inversione di tendenza. Nel documento non trovano adeguata trattazione alcuni temi che, per quanto importanti, potranno essere sviluppati in successivi momenti di approfondimento, a partire dall’assistenza ospedaliera, area relativamente più strutturata e organizzata di altre che richiedono invece un consistente e urgente impegno. (18 aprile 2025) Le associazioni promotrici: Associazione Salute Diritto Fondamentale, Associazione Giovanni Bissoni, Laboratorio Salute e Sanità – LABOSS, Associazione Prima la Comunità, Associazione Alessandro Liberati, Salute internazionale, Cittadinanzattiva, Gruppo Abele, Forum Diseguaglianze e Diversità La presentazione è prevista martedì 29 aprile 2025 a Roma L’elenco delle adesioni all’Appello novembre 2024 10 punti chiave per il rilancio della sanità pubblica e contro l’autonomia differenziata delle Regioni 1. Il declino del Ssn non è irreversibile. Il secondo pilastro – l’assistenza cosiddetta “integrativa” dei fondi e delle assicurazioni – non è la soluzione. Servono scelte coerenti con il dettato costituzionale, le priorità espresse dalla popolazione e le evidenze scientifiche. 2. Il Ssn deve poter contare su risorse adeguate, per garantire il diritto “incomprimibile” alla salute, ridurre gli enormi divari rispetto ai principali paesi europei e colmare quelli al suo interno, ridare fiducia (e risposte) alla popolazione. Deve recuperare capacità di programmazione, indirizzo e controllo a tutti i livelli di governo e potenziare la produzione e l’erogazione diretta di servizi e percorsi di cura da parte delle strutture pubbliche, riducendo progressivamente il ricorso a erogatori privati. 3. Le risorse devono essere destinate agli ambiti prioritari di intervento, in primo luogo al personale del Ssn di tutti i livelli, alla prevenzione, alle cure primarie e alla domiciliarità in particolare per le persone non autosufficienti e con disabilità. Le politiche del personale non possono continuare ad essere soggette a tetti di spesa anacronistici e causa di effetti perversi fin troppo noti. È necessario adeguare dotazioni e remunerazioni, migliorare le condizioni di lavoro, promuovere formazione e opportunità di crescita professionale e di carriera. 4. I fondi sanitari devono essere riorientati all’interesse generale, prevenendo la creazione di iniquità ed inefficienze, limitando le agevolazioni fiscali ai fondi realmente integrativi e preservando il loro carattere non lucrativo anche nella gestione delle quote versate. 5. È necessario lo sviluppo e una solida riorganizzazione delle Cure Primarie, articolata per Distretti sociosanitari, per un’assistenza di prossimità, contro l’epidemia di cronicità, che si prenda effettivamente cura delle persone in modo integrato e proattivo, con la partecipazione della popolazione attraverso le Case della Comunità e il governo del Distretto. L’attuazione della riforma dell’assistenza per le persone non autosufficienti non può essere ulteriormente rinviata: adeguare il finanziamento del Fondo per la non autosufficienza, garantire il governo pubblico di tutti gli interventi, dare effettiva priorità alla domiciliarità e superare i pesanti limiti della sperimentazione universale. 6. Il governo dell’assistenza farmaceutica richiede la regolare revisione di prezzi e farmaci a carico del Ssn, l’adozione di rigorosi criteri per la valutazione dei farmaci innovativi, la promozione dell’appropriatezza nella prescrizione e nel consumo. È necessario sostenere a livello europeo la creazione di una infrastruttura pubblica per la ricerca e la produzione di farmaci e vaccini. 7. One Health: la salute in tutte le politiche, per contrastare i determinanti sociali e commerciali della salute; potenziare la tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro; attivare azioni mirate ai rischi ambientali legati all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. 8. La sentenza della Corte costituzionale n. 192 del novembre 2024 sull’autonomia differenziata ha avuto un “massiccio effetto demolitorio” nei confronti della legge Calderoli. Il modello deve essere necessariamente di tipo “cooperativo” (e non duale) e deve tener conto dei principi inderogabili di solidarietà, perequazione, unitarietà delle politiche, parità del diritto all’accesso. Non si possono trasferire interi blocchi di materie o ambiti di esse, ma solo singole funzioni e solo dopo un’approfondita istruttoria che evidenzi i benefici recati alla collettività̀ (e non alla singola regione). I Lep devono essere adeguatamente finanziati a garanzia dei diritti fondamentali in tutto il territorio nazionale. Le materia “No Lep” semplicemente non esistono. 9. La sanità deve essere esclusa dall’Autonomia Differenziata. 10. Dopo la sentenza 192/2024 è fondamentale il ruolo del Parlamento. Promuovere una proposta di legge per una corretta interpretazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. …leggi il documento integrale

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  • Dal 24 al 30 aprile 2025 si celebra la Settimana mondiale dell’immunizzazione (World Immunization Week), un’iniziativa globale promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in collaborazione con l’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia), la GAVI (Global Alliance for Vaccine Immunization) e molti altri partner, per sensibilizzare le persone sull’importanza dei vaccini nel proteggere la salute delle persone di tutte le età contro le malattie prevenibili con la vaccinazione. L’edizione di quest’anno prosegue con il tema “Immunization for All is Humanly Possible” (“L’immunizzazione per tutti è umanamente possibile”), evidenziando come, attraverso sforzi collettivi, sia possibile garantire l’accesso universale ai vaccini. Gli obiettivi della campagna 2025 sono quelli di: dimostrare che è umanamente possibile ridurre le malattie e salvare vite attraverso l’immunizzazione; incoraggiare i governi a rafforzare i programmi di vaccinazione a livello locale e nazionale; promuovere l’accesso equo ai vaccini per tutte le persone, indipendentemente da dove vivono. In parallelo, dal 27 aprile al 3 maggio 2025, la Regione europea dell’OMS celebra la Settimana europea delle vaccinazioni (European Immunization Week-EIW) con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza del ruolo fondamentale dell’immunizzazione nella prevenzione delle malattie e nella protezione della vita. L’edizione di quest’anno della EIW metterà in evidenza l’urgente necessità di raggiungere una copertura vaccinale elevata ed equa in ogni comunità, al fine di prevenire epidemie oggi e in futuro. La campagna di comunicazione della EIW diffonderà informazioni sui vaccini e sull’importanza di non lasciare indietro nessuno negli sforzi per proteggere la salute pubblica attraverso l’immunizzazione. I vaccini sono una delle più grandi conquiste dell’umanità e ci proteggono da più di 30 malattie potenzialmente letali. Grazie alle vaccinazioni, il vaiolo è stato eradicato e la poliomielite è quasi scomparsa. Negli ultimi 50 anni i vaccini hanno salvato almeno 154 milioni di vite: 6 vite al minuto, ogni giorno, per cinquant’anni. In questi 50 anni la vaccinazione ha contribuito al 40% del miglioramento della sopravvivenza infantile e il vaccino contro il morbillo da solo ha contribuito al 60% delle vite salvate. C’è ancora molto da fare però. Ci sono milioni di bambini nel mondo che non hanno mai ricevuto nemmeno una dose di vaccino e dobbiamo garantire che un numero sempre maggiore di bambini, adolescenti, adulti – e le loro comunità – siano protetti dalle malattie prevenibili con i vaccini. Cinque i messaggi chiave della Settimana mondiale e europea delle vaccinazioni: L’immunizzazione è una delle più grandi conquiste dell’umanità. Vaccinarsi protegge sé stessi e gli altri. I vaccini garantiscono meno malattie e più vita. Non tutti hanno lo stesso accesso ai vaccini salvavita. L’immunizzazione per tutti è umanamente possibile. Poiché il 2025 rappresenta il punto di metà percorso dell’Agenda per l’immunizzazione 2030 (Immunization Agenda 2030) dell’OMS, la Settimana mondiale dell’immunizzazione offrirà l’occasione non solo per riflettere su come le vaccinazioni stiano migliorando la vita delle persone oggi, ma anche per guardare al futuro e evidenziare ciò che l’immunizzazione potrà realizzare nei prossimi decenni, man mano che un numero sempre maggiore di bambini riceverà vaccinazioni essenziali e che nuovi vaccini saranno sviluppati per proteggere le persone di tutte le età da un numero sempre più ampio di malattie. Risorse utili —> la pagina sul sito dell’OMS dedicata alla World Immunization Week 2025 —> la pagina sul sito dell’OMS Europa dedicata all’European Immunization Week 2025 —> la pagina sul sito dell’OMS dedicata alla Immunization Agenda 2030: A Global Strategy To Leave No One Behind —> la pagina sul sito dell’OMS Europa dedicata alla European Immunization Agenda-implementation framework.   Fonte: https://www.epicentro.iss.it/vaccini/settimana-vaccinazioni-2025 Testo scritto da: Antonietta Filia – Dipartimento di Malattie infettive, ISS

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  • La Corte dei Conti è stata audita in Parlamento sul Documento di Finanza Pubblica DFP 2025. Preoccupanti le osservazioni per prestazioni sociali e sanità. Giudicata “gravemente insufficiente l’assistenza agli anziani non autosufficienti”.  La Spesa per prestazioni sociali diverse dalle pensioni flette sensibilmente nel biennio 2026-2027: “… Superata la fase espansiva, le previsioni per il biennio 2026-2027 indicano che la crescita della spesa per prestazioni sociali diverse dalle pensioni dovrebbe restare sotto l’1 per cento medio annuo e flettere dunque, sensibilmente, se misurata in termini reali.”… leggi il paragrafo 32. Spesa Sociale diversa dalle pensioni La Spesa sanitaria e il fabbisogno sanitario in rapporto al PIL ancora in flessione: “…Nonostante l’aumento disposto dalla legge di bilancio, l’importo previsto a copertura del fabbisogno sanitario nazionale standard si conferma, in rapporto al prodotto, in graduale flessione: nel triennio 2024-27 si riduce di due decimi di punto (dal 6,1 del 2024 al 5.9 per cento del 2027)”… …leggi il capitolo Spesa Sanitaria  “… Rimane .. indispensabile superare le difficoltà che stanno minando la fiducia nel sistema pubblico non solo dei cittadini ma anche (e soprattutto) degli operatori sanitari” Fonte: AUDIZIONE DELLA CORTE DEI CONTI SUL DOCUMENTO DI FINANZA PUBBLICA 2025

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