in PRIMO PIANO

  • Le strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie Anno 2023 Persiste il divario Nord-Sud nell’offerta di presidi residenziali. Al 1° gennaio 2023 i presidi residenziali attivi nel nostro Paese sono 12.363. L’offerta è di circa 408mila posti letto, sette ogni 1.000 persone residenti. A livello territoriale l’offerta è maggiore nel Nord-est, con 10 posti letto ogni 1.000 residenti, nel Sud del Paese scende a tre posti letto ogni 1.000 residenti. Gli ospiti ammontano a 362.850, dei quali circa tre quarti sono anziani. Il personale impiegato nelle strutture ammonta a quasi 337mila lavoratori, ai quali va sommata una componente di quasi 33mila volontari e poco più di 3.700 operatori del servizio civile. In aumento gli ospiti dei presidi residenziali In Italia, al 1° gennaio 2023, risultano attivi 12.363 presidi residenziali. Vi operano 14.977 “unità di servizio” (v. Glossario), che dispongono complessivamente di 407.957 posti letto, pari a sette ogni 1.000 residenti. Gli ospiti totali al 1° gennaio 2023 sono 362.850, con un incremento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, in linea con la crescita osservata negli anni precedenti il Covid19. Più del 75% degli ospiti è ultra-sessantacinquenne, il 19% ha un’età tra i 18 e i 64 anni e il restante 5% circa è composto da minori. Quasi otto su 10 i posti letto destinati all’assistenza socio-sanitaria Delle circa 15mila unità di servizio quelle che erogano assistenza socio-sanitaria sono 8.924, per un ammontare di quasi 319mila posti letto (il 78% dei posti letto complessivi). Le unità di servizio che erogano, invece, assistenza di tipo socio-assistenziale ammontano a 6.053 e dispongono in totale di 89.195 posti letto (il 22% dei posti letto complessivi). Le unità di servizio socio-sanitarie assistono prevalentemente utenti anziani non autosufficienti, destinando a questi ospiti il 77% dei posti letto disponibili, mentre agli anziani autosufficienti e alle persone con disabilità ne vengono destinati, rispettivamente, l’8% e il 7%. Il restante 8% è dedicato ad adulti con patologie psichiatriche (5%), dipendenze patologiche (2%) e minori (1%). Le unità di tipo socio-assistenziale sono prevalentemente orientate a fornire accoglienza e tutela a persone con varie forme di disagio. In particolare, il 41% dei posti letto è indirizzato all’accoglienza abitativa e il 41% è dedicato alla funzione socio-educativa e ospita principalmente minori di 18 anni. Le unità che assolvono in prevalenza una funzione tutelare – volta a supportare l’autonomia dei propri ospiti (anziani, adulti con disagio sociale, minori) all’interno di contesti protetti – assorbono il 12% dei posti letto. Il restante 6% offre accoglienza in emergenza. L’offerta residenziale socio-assistenziale e socio-sanitaria sul territorio è molto differenziata rispetto alle categorie di utenti assistiti. Nelle regioni del Nord prevalgono i servizi rivolti agli anziani non autosufficienti (71,3% nel Nord ovest e 74,5% nel Nord est), il doppio rispetto al Mezzogiorno. Al Sud si trova una percentuale più alta di posti letto dedicati agli anziani autosufficienti, alle persone con disabilità e agli immigrati.  Testo integrale e nota metodologica (.pdf, 472 Kb) Indice Tavole (.pdf, 65 Kb) Tavole (.xlsx, 210 Kb) Fonte: https://www.istat.it/comunicato-stampa/le-strutture-residenziali-socio-assistenziali-e-socio-sanitarie-anno-2023/

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  • 1 marzo 2025 Giornata della Cura delle persone e del pianeta in collaborazione con “Equal Care Day CLICCA QUI PER ADERIRE VEDI COSA PUOI FARE TU Sabato 1 marzo 2025 si svolgerà la IV Giornata nazionale della Cura delle Persone e del Pianeta. Un giorno dedicato alla riscoperta del valore alla cura di noi e degli altri, della città e del pianeta in cui viviamo. In un tempo in cui siamo costretti a soffrire le conseguenze di decenni di incuria “dobbiamo sviluppare una mentalità e una cultura del prendersi cura capace di sconfiggere l’indifferenza, lo scarto e la rivalità che purtroppo prevalgono” (Papa Francesco). La cura è un diritto umano, costituzionale e universale, che va rispettato, attuato, organizzato e finanziato. Pensiamo alla cura degli ammalati e della salute di tutte e di tutti. Pensiamo alla cura dei più piccoli e delle giovani generazioni. Pensiamo alla cura dei più fragili e vulnerabili, degli anziani e delle persone e famiglie in difficoltà economiche. Pensiamo alla cura delle donne vittime di tante violenze e discriminazioni. Pensiamo alla cura del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici. Pensiamo alla cura della nostra economia, delle nostre città e quartieri, dell’ambiente e dei beni comuni che non sono solo nostri. Pensiamo ai popoli in guerra, a Gaza, in Libano, in Ucraina e nel resto del mondo, ai migranti, alle persone perseguitate dalle guerre, dall’oppressione, dalla miseria e dalle catastrofi ambientali… Il 1 marzo, migliaia di studenti e insegnanti, di ogni parte d’Italia, usciranno dalle loro scuole per andare a conoscere e ringraziare le persone che si prendono cura di noi e degli altri nei loro luoghi di lavoro e volontariato: pronto soccorso, ospedali, case per anziani, centri specializzati di cura, mense, empori Caritas, centri di accoglienza dei migranti, centri antiviolenza e case delle donne ma anche sedi della rai, comuni, province, tribunali, librerie, … leggi tutto SOS Sanità ha aderito alla Giornata della Cura 2025 I promotori della Giornata della cura   in collaborazione con Equal care Day  La Giornata della Cura è promossa dalla Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace; Rete Nazionale delle Scuole di Pace; Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani; Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova; Coordinamento Nazionale per la Salute Mentale; Comitato promotore appello “SOS Sanità”; Coordinamento Genitori Democratici; COSPE – Cooperazione Sviluppo Paesi Emergenti; APS Polygonal, Cori (LT); ASI Associazione Solidarietà Internazionale, Sarno (SA); Attivamente – Società Cooperativa Sociale, San Severo (FG); Caritas Campobasso-Bojano, Campobasso; Centro Documentazione Polesano Onlus, Badia Polesine (RO); Centro Francescano di Ascolto, Rovigo; Circolo Acli “M. Bonomi-G. Ghidini” Cassano d’Adda (MI); Comunità Islamica di Trento, Trento; Fondazione MAGIS, Roma; Fondazione Serena Olivi ETS, Perugia; Istituto Buon Samaritano, Trani (BAT); Movimento Dipende da Noi, Civitanova Marche (MC); Osservatorio di Comunità – Diritti e Doveri Sociali, San Martino Buon Albergo (VR); Paciclica – In bici per la Pace, Brescia; Unione Nazionale delle Associazioni per Salute Mentale, Quartu S. Elena, (CA); CASM ODV/ETS – Coordinamento Associazioni della Salute Mentale – Regione Calabria (CZ); CISITA, La Spezia; Convitto Nazionale “D. Cirillo” Bari; CPIA Udine; Direzione Didattica “I. Alpi” Fidenza (PR); Direzione Didattica 1 Umbertide (PG); Direzione Didattica 2 “A. Moro” Gubbio (PG); IIS “Corinaldesi – Padovano” Senigallia (AN); IIS “Corridoni – Campana” Osimo (AN); IIS “G. Sulpicio” Veroli (FR); IIS “Giorgi – Woolf” Roma; IIS “L. Da Vinci” Umbertide (PG); IIS “M. Pira” Siniscola (NU); IIS “Pantini – Pudente” Vasto (CH); IIS “Primo Levi” Badia Polesine (RO); IIS Cariati (CS); IISS “B. Radice”, Bronte (CT); ISI “S. Pertini”, Lucca; ISIS “Magrini – Marchetti”,  Gemona del Friuli (UD); Istituto Arcivescovile Paritario Santa Caterina, Pisa; Istituto Comprensivo “A. Il Vento”, Grassano (MT); Istituto Comprensivo “A. Leonori”, Roma; Istituto Comprensivo “A. Manzoni”, Roma; Istituto Comprensivo “A. Toscanini”, Parma; Istituto Comprensivo “B. Fenoglio”, Neive (CN); Istituto Comprensivo “Bellini”, Novara; Istituto Comprensivo “C. Melone”, Ladispoli (RM); Istituto Comprensivo “Cassano – De Renzio”, Bitonto (BA); Istituto Comprensivo “D. Alighieri”, Cuveglio (VA); Istituto Comprensivo “D’Aosta”, Ottaviano (NA); Istituto Comprensivo “Don Lorenzo Milani”, Barberino Tavarnelle Val di Pesa (FI); Istituto Comprensivo “Don Lorenzo Milani”, Orbetello (GR); Istituto Comprensivo “Don Milani – Leopardi”, Potenza; Istituto Comprensivo “F.lli Sommariva”, Cerea (VR); Istituto Comprensivo “Federico II di Svevia”, Mascalucia (CT); Istituto Comprensivo “G. Da Fiore”, San Giovanni in Fiore (CS); Istituto Comprensivo “G. E. Rizzo”, Melilli (SR); Istituto Comprensivo “G. Falcone”, Cascina (PI); Istituto Comprensivo “G. Manfredini”, Pontinia (LT); Istituto Comprensivo “Leopoldo II di Lorena”, Follonica (GR); Istituto Comprensivo “M. L. King”, Grugliasco (TO); Istituto Comprensivo “Monda – Volpi”, Cisterna di Latina (LT); Istituto Comprensivo “Pascoli – Alvaro”, Siderno (RC); Istituto Comprensivo “R. Guarini”, Mirabella Eclano (AV); Istituto Comprensivo “R. Levi Montalcini”, Noceto (PR); Istituto Comprensivo “Ragusa – Moleti”, Palermo; Istituto Comprensivo “Sylos”, Bitonto (BA); Istituto Comprensivo “T. Aiello”, Bagheria (PA); Istituto Comprensivo “Via F. Gentile 40”, Roma; Istituto Comprensivo 6 “Giovanni XXIII”, Acireale (CT); Istituto Comprensivo Bosco Chiesanuova (VR); Istituto Comprensivo Boville Ernica (FR); Istituto Comprensivo Cavallermaggiore (CN); Istituto Comprensivo Cortona 2 “G. Bartali” (AR); Istituto Comprensivo Foligno 4 (PG); Istituto Comprensivo Fontanellato “F. Maria Ricci” (PR); Istituto Comprensivo Gargnano, Toscolano Maderno (BS); Istituto Comprensivo Lucca 2 “G. Ungaretti”; Istituto Comprensivo Parma Centro; Istituto Comprensivo Perugia 8; Istituto Comprensivo Quinto di Treviso (TV); Istituto Comprensivo Ripi (FR); Istituto Comprensivo San Secondo Parmense “G. Guareschi” (PR); Istituto Comprensivo Sant’Eufemia Sinopoli Melicuccà (RC); Istituto Comprensivo Udine 2; Istituto Comprensivo Umbertide Montone Pietralunga (PG); Istituto Comprensivo Val Ceno, Bardi (PR); Istituto Comprensivo Vallefoglia 4 “Giovanni Paolo II” (PU); Istituto Comprensivo Vicenza 2; Istituto Omnicomprensivo “Don Bosco – E. Majorana”, Troina (EN); Istituto Omnicomprensivo “R. Laporta”, Fabro (TR); Istituto Omnicomprensivo “Salvatorelli – Moneta”, Marsciano (PG); ITCG “Loperfido – Olivetti”, Matera; ITE “A. Gentili”, Macerata; ITE “G. B. Bodoni”, Parma; ITIS “F. Severi”, Padova; ITT “C. Rondani”, Parma; ITTS “A. Volta”, Perugia; Liceo “A. Bertolucci”, Parma; Liceo “G. Berto”, Mogliano Veneto (TV); Liceo “Rispoli – Tondi”, San Severo (FG); Liceo “S. Anguissola”, Cremona; Liceo Classico “Chris Cappell College”, Anzio (RM) ; Liceo Scientifico “E. Medi”, Senigallia (AN); Liceo Scientifico “G. Galilei”, Ancona; Liceo Scientifico “G. Galilei”, Palermo; Liceo Scientifico “G. Mercalli”, Napoli; Liceo Scientifico “O. Tedone”, Ruvo di Puglia (BA); Scuola Paritaria “Canossa”, Castelleone (CR) (aggiornato il […]

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  • Alle associazioni che hanno aderito all’appello “Non possiamo restare in silenzio. La società civile per la sanità pubblica” INFO SULL’ASSEMBLEA Gentilissimi, vogliamo innanzi tutto porgervi i migliori auguri per il 2025, un anno difficile, in cui ci sarà bisogno di un grande impegno da parte di tutti noi. Come ricorderete l’appello – cui avete aderito – prende le mosse dalla legge di bilancio (che riteniamo non affronti i problemi del settore) e dalla volontà di essere a fianco dei professionisti impegnati in iniziative di mobilitazione e difesa della sanità pubblica. L’appello è stato oggetto di ampia e convinta adesione da parte di molte associazioni – che ringraziamo – associazioni non solo di livello nazionale (rappresentative di realtà molto vaste e diversificate)  ma anche di organizzazioni di minori dimensioni (ugualmente rilevanti) a testimonianza della diffusa attenzione della società civile alla difesa della sanità pubblica. Alleghiamo l’appello con l’elenco delle associazioni firmatarie, aggiornato ad oggi (la raccolta è ovviamente ancora aperta). Inviamo questo messaggio anche a chi ha sottoscritto l’appello a titolo personale e a chi ha sottoscritto solo il percorso recentemente delineato.  Abbiamo quindi deciso di dare seguito all’appello con un primo incontro online il 16 dicembre scorso, in occasione del quale molti partecipanti hanno espresso il desiderio di un confronto in presenza, per favorire la reciproca conoscenza, condividere prime riflessioni sui temi principali e  delineare lo sviluppo di iniziative di prospettiva. Per rispondere a tale richiesta, che condividiamo pienamente, stiamo quindi organizzando un incontro per il sabato 22 febbraio, a Firenze, dalle 10.30 alle 14.30 a breve info logistiche Dopo il seminario di approfondimento, farà seguito la parte organizzativa (indicativamente dalle 14.30 alle 16.30). Sarà comunque possibile collegarsi via web. Vi faremo avere ulteriori indicazioni appena possibile; intanto vi preghiamo di bloccare la data.  Sarà gradito un cenno di riscontro, soprattutto in caso di partecipazione in presenza. In occasione dell’incontro … potremo affrontare i principali argomenti emersi nell’assemblea del 16 dicembre, in particolare quelli connessi alla legge di bilancio appena approvata, oltre che avviare un confronto su ulteriori temi proposti dalle organizzazioni aderenti all’appello. Vi ringraziamo per l’attenzione e la condivisione. Cordiali saluti Nerina Dirindin, Vasco Errani, Chiara Giorgi, Franco Riboldi, Maria Grazia Celani, Marco Geddes, Giuseppe Traversa Appello: Non possiamo restare in silenzio. La Società civile per la sanità pubblica

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  • Grazia Zuffa si è spenta domenica 9 febbraio 2025 pomeriggio a Roma per le conseguenze di un improvviso infarto che l’ha colpita giovedì scorso.  Grazia Zuffa, psicologa, ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla formazione nel campo dell’uso di droghe, delle dipendenze, della giustizia, del carcere e della salute mentale. Negli ultimi anni, il suo lavoro si era concentrato sui consumi di sostanze psicoattive nei contesti naturali, sui modelli operativi dei servizi per le dipendenze e la salute mentale, sulla riduzione del danno correlato alle droghe, sulla detenzione femminile e sul nuovo sistema di presa in carico delle persone con disturbo mentale autrici di reato, dopo l’abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG). Ha insegnato a lungo Psicologia delle Tossicodipendenze presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze. Ha diretto per oltre un decennio Fuoriluogo, il mensile sulla politica delle droghe e del carcere, pubblicato come inserto del quotidiano Il Manifesto. Nel 1995, è stata tra le fondatrici dell’associazione Forum Droghe, di cui ha poi assunto la presidenza per molti anni. Dal 2018 sino al gennaio di quest’anno, aveva guidato con passione la Società della Ragione, un’associazione impegnata nel campo della giustizia, del carcere e dei diritti. Negli anni della sua esperienza parlamentare, come Senatrice della Repubblica dal 1987 al 1994, aveva concentrato il suo impegno sulle problematiche della differenza sessuale, della salute delle donne, della salute mentale, delle tecnologie della riproduzione, delle droghe, della giustizia e del carcere, senza mai smettere di battersi per i diritti e il cambiamento sociale. Nel corso della sua vita, Grazia Zuffa ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali di rilievo …leggi tutto  Martedì 11 febbraio c’è stato l’ultimo saluto al Senato presso la Sala Caduti di Nassiriya Qui il ricordo di Grazia Zuffa in Aula al Senato: senatrice Cecilia D’Elia

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  • La Toscana ha la nuova legge sulle procedure e i tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito. Il Consiglio regionale ha approvato a larga maggioranza, con 27 voti a favore (Partito democratico, Italia viva, Movimento 5 stelle e gruppo misto), 13 voti contrari (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia) e un voto non espresso (dalla consigliera del Pd, Lucia De Robertis). Associazione Coscioni: “La nostra è una legge di civiltà, ottenuta grazie alla disobbedienza civile e alla partecipazione popolare. Ora la approvino le altre Regioni” Nella discussione in aula sono stati approvati gli emendamenti presentati dal presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd) per la maggioranza. In particolare è stato approvato emendamento n.3 che sostituisce l’art. 2 che rimanda per l’accesso al suicidio medicalmente assistito le persone in possesso dei requisiti indicati dalle sentenze della Corte Costituzionale, approvato con 24 voti favorevoli e 5 contrari. L’emendamento n.4 sostituisce l’art.3 e disciplina la composizione e il funzionamento dell’organo aziendale (Commissione multidisciplinare permanente), approvato con 26 voti favorevoli e 6 contrari. Un subemendamento presentato dal consigliere regionale Marco Stella che chiede di inserire un medico di cure palliative con competenze assistenziali è stato approvato. Poi l’aula ha approvato l’emendamento n. 5 che sostituisce l’art .4 che disciplina le modalità di accesso al suicidio medicalmente assisto, con 25 voti favorevoli e 5 contrari. È stato poi approvato emendamento n.6 con inserimento dell’art.4 bis che fissa in 37 giorni il termine per la conclusione del procedimento, con 25 voti favorevoli e 5 contrari. Approvati anche gli emendamenti n.7 che inserisce l’art. 4 ter sulle modalità di attuazione; l’emendamento 8 che inserisce l’art. 4 quater per il supporto alla realizzazione della procedura di suicidio medicalmente assistito, con 26 favorevoli e 7 contrari; l’emendamento n.9 che sostituisce l’art.5 che prevede la gratuità delle prestazioni; l’emendamento n.10 che sostituisce l’art 6 che prevede la norma finanziaria, con 24 favorevoli e 6 contrari. Inoltre l’aula ha approvato un subemendamento al preambolo per garantire assistenza sanitaria e psicologica ai pazienti e l’emendamento n.11 sostitutivo integralmente del preambolo, dove vengono eliminati i riferimenti ad un livello essenziale di assistenza (LEA) con 25 favorevoli e 6 contrari. Nella discussione in aula sono stati respinti numerosi emendamenti e sub emendamenti presentati dal consigliere regionale Marco Stella (Forza Italia). Gli ordini del giorno – Ad accompagnare l’approvazione della legge regionale sul suicidio medicalmente assistito due ordini del giorno approvati dall’Aula del Consiglio regionale. Il primo presentato dal gruppo di Italia Viva impegna la Giunta a sostenere il concetto del fine vita come morte dolce, includendo nelle politiche regionali la valorizzazione delle cure palliative e l’investimento nelle strutture dedicate, come hospice e ospedali di comunità, al fine di garantire un accompagnamento dignitoso alle persone in fase terminale. È previsto poi l’impegno a ribadire nel nuovo Piano sanitario e sociale integrato regionale 2024-2026, come parte integrante della sua missione, il concetto di ‘nascere bene e morire bene’, con particolare attenzione all’assistenza domiciliare palliativa. È previsto infine l’impegno a verificare che ogni direttore generale delle aziende sanitarie locali dimostri di aver implementato cure palliative adeguate e a prevedere che gli investimenti in tale ambito vengano almeno raddoppiati rispetto agli attuali livelli. L’ordine del giorno è stato approvato con i 23 voti a favore di Partito democratico, Italia Viva e Movimento 5 Stelle. Erano presenti in Aula ma hanno deciso di non esprimere il proprio voto la consigliera del Pd Lucia De Robertis, e nove consiglieri dei gruppi di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. L’altro ordine del giorno, approvato con i 25 voti a favore di Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle e gli 11 voti contrari di Fratelli d’Italia e Lega, è stato presentato dal Partito democratico e impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo e del Parlamento affinché sia avviato un percorso legislativo nazionale per regolamentare in modo organico e uniforme le procedure relative al suicidio medicalmente assistito, in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019 e n. 135 del 2024. In tale contesto è previsto l’impegno a sollecitare, in particolare, il Governo affinché assuma un’iniziativa legislativa in materia finalizzata a introdurre una disciplina chiara e uniforme, capace di garantire criteri omogenei per l’applicazione delle pronunce costituzionali, tutelando la dignità della persona e la certezza operativa per i professionisti sanitari coinvolti. Le dichiarazioni di voto – “Laicità e diritto all’autodeterminazione”, queste le linee seguire secondo il consigliere Maurizio Sguanci che apre le dichiarazioni prima del voto finale, confermando il voto favorevole del gruppo Italia viva. “Ringrazio l’associazione Coscioni, andiamo a normare procedure sanitarie, che fino ad oggi sono state diseguali, con persone che hanno dovuto aspettare anni, a fronte di un diritto sancito da una sentenza della Corte costituzionale”. Anche la capogruppo del Movimento 5 stelle, Irene Galletti si dice “orgogliosa di questo passaggio di civiltà per la Regione toscana. Il dibattito di questi giorni non è stato facile, ha contribuito a rafforzare le nostre posizioni, sono ancor più profondamente convinta del voto favorevole che andremo a esprimere. Il Parlamento deve affrontare un dibattito come questo, aspettiamo che il Parlamento ci dia una mano e si arrivi ad un’unica legge”. E ringrazia l’associazione Coscioni: “Senza di voi, oggi non saremmo qui”. “Il dibattito che abbiamo affrontato interroga le coscienze”, dichiara Alessandro Capecchi, che annuncia il voto contrario di Fratelli d’Italia. “Ringrazio gli uffici, il legislativo, per il lavoro svolto su una proposta di legge che è stata sostanzialmente riscritta. Sono assolutamente convinto che la strada che oggi prende la Toscana non sia la più corretta”. Anche la capogruppo della Lega, Elena Meini, ringrazia “tutti per il livello di ogni intervento, per l’alto lavoro e l’alto valore espresso in questa occasione. Sarà un tema che credo contraddistinguerà ognuno di noi anche nella prossima campagna elettorale. Ho sentito molte volte Matteo Salvini in questi giorni, ci è stata data la possibilità di esprimerci in maniera totalmente libera e voteremo tutti, seguendo ognuno il proprio percorso, convintamente contro questa legge”. “Questa proposta di legge d’iniziativa popolare, per quanto ci riguarda, è sbagliata anche per ragioni di tipo antropologico – ribadisce Marco Stella (Forza Italia) –. Contribuisce a costruire nella mentalità comune, nel corpo sociale l’idea che la fragilità e il dolore vanno eliminate, non sono degni di essere […]

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  • Regione Lombardia si impegni nel farsi portavoce presso il Governo della necessità di garantire e assicurare i diritti delle persone con disabilità e/o non autosufficienti. Il comunicato stampa Cgil Brescia, Cgil Valle Camonica Sebino, Cgil Lombardia, Cisl Brescia, Cisl Lombardia, Uil Brescia, Uil Lombardia La sperimentazione sulle nuove procedure per il riconoscimento della disabilità (invalidità civile), partita a gennaio 2025, vede coinvolta anche la Lombardia con la provincia di Brescia. A distanza di un mese dall’avvio, nella provincia di Brescia si registra un crollo delle domande, basti pensare che nell’anno 2024 sono state presentate circa 30.000 richieste di riconoscimento di invalidità civile, approssimativamente 2.500 al mese, il dato registrato nel mese di gennaio 2025 è di solo 400 istanze. Un quadro inquietante che rischia di penalizzare le fasce più fragili della popolazione, che vedono ulteriormente ridotte le opportunità di accesso ai servizi e di risposte. Le criticità sono da ricondurre al nuovo iter previsto dalla riforma, sia per ciò che attiene la presentazione della domanda, sia per quanto riguarda la fase valutativa. La precedente modalità con la predisposizione del certificato medico a cui seguiva la parte amministrativa di invio della domanda, curata principalmente dai patronati, è stata sostituita dalla trasmissione telematica di un certificato medico introduttivo molto più articolato e che è esso stesso la domanda. Il tempo medio necessario per la compilazione di ogni singolo certificato è di almeno 60 minuti: un aumento del carico per i medici ed in particolare per i MMG già in sofferenza a causa della carenza di personale. A ciò si aggiunge che il trasferimento di tutte le competenze valutative in capo all’INPS ha evidenziato le numerose difficoltà operative dell’Istituto, derivanti dall’insufficienza delle figure professionali, a partire dai medici legali, necessarie per la valutazione di base. Il rischio concreto è di un allungamento del tempo medio per il completamento dell’istruttoria valutativa. Questo aspetto sta colpendo in particolare utenti con patologie oncologiche, per i quali la normativa prevede una tempistica di valutazione rapida (15 giorni dalla trasmissione del certificato), che di fatto non sta venendo rispettata. Inoltre, gli spazi destinati alle Unità di Valutazione di Base (UVB), di competenza INPS, sono insufficienti e meno distribuiti sul territorio rispetto alle ASST, che precedentemente gestivano l’attività di valutazione. Questa minore capillarità comporta difficoltà per gli utenti, che devono affrontare spostamenti più lunghi per poter accedere alla visita. Mancano anche alcuni decreti attuativi, insomma un avvio frettoloso della sperimentazione, in assenza di una verifica sull’effettiva funzionalità organizzativa delle strutture/professionisti. Una riforma che per l’anno 2025 coinvolge solo 9 Province in tutta Italia, ma che andrà a regime su tutto il territorio nazionale a far data dal 1° gennaio 2026. I dati fin qui registrati nella Provincia di Brescia sono preoccupanti e mostrano come un processo di cambiamento su una questione così delicata ed importante per le/i cittadine/cittadini in condizione di fragilità, avrebbe dovuto essere guidato e accompagnato, magari con la previsione di una fase intermedia di coesistenza delle due procedure vecchia e nuova, in modo da poter intervenire con aggiustamenti/accorgimenti per risolvere le problematiche emergenti, per esempio gli applicativi in dotazione ad INPS, MMG e ATS non dialogano tra loro. Inoltre, il significativo ridimensionamento del ruolo dei patronati nella fase iniziale di presentazione della domanda impatta sui soggetti più disagiati e bisognosi di supporto per orientarsi, come le persone anziane. Va comunque riconosciuto l’impegno degli attori del Territorio di Brescia (ATS Brescia, INPS, ASST, INAIL) che si stanno prodigando nell’affrontare le criticità emerse, cercando di trovare soluzioni operative per mitigare le difficoltà riscontrate, come è stato evidenziato nell’incontro richiesto dalle OO.SS territoriali, svoltosi il 7 febbraio u.s. presso l’Ats di Brescia. Lo stesso Ordine dei Medici di Brescia ha confermato il proprio impegno, ma anche la necessità di adottare strategie per superare le numerose problematiche tecnico-gestionali. Tuttavia, è evidente che non possono essere lasciati soli ad affrontare queste problematiche, in quanto le risposte devono essere strutturali e non temporanee. Serve un intervento a livello regionale e nazionale per garantire una soluzione duratura ed efficace. La semplificazione procedurale annunciata si sta traducendo in un danno per le famiglie. Come CGIL, CISL e UIL Lombardia, Brescia, Valle Camonica Sebino, osserviamo con allarme l’importante riduzione delle richieste nel territorio bresciano, un crollo non certo determinato da uno stato di salute migliorato, piuttosto dalla difficoltà per le persone di esercitare un diritto. Al centro della nostra azione è la salvaguardia e la tutela degli interessi per le/i cittadine/i, l’accesso alle prestazioni deve essere garantito e le criticità di sistema non possono ricadere soprattutto su chi è più debole. Per questo, CGIL CISL UIL Lombardia chiedono che Regione si impegni nel farsi portavoce presso il Governo della necessità di garantire e assicurare i diritti delle persone con disabilità e/o non autosufficienti. fonte contenuto articolo: http://www.cgil.brescia.it/sito_cgil/public/article.php?classic=&type=&id=9098&sss=cgil&t=La-riforma-per-l%27accertamento-della-disabilita%27-criticita%27-e-ricadute NB Il titolo dell’articolo è di SOS Sanità

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  • Il SSN è a rischio di collasso Da sempre presidio di giustizia sociale e garanzia per la salute di tutti i cittadini, il SSN è oggi “gravemente ammalato” e vive una situazione di profonda crisi che sta mettendo in discussione i principi fondamentali di universalità, di uguaglianza, di equità e di gratuità. Da molti anni il finanziamento del SSN è largamente insufficiente per affrontare i bisogni di salute di una popolazione che invecchia e per sostenere i costi crescenti della moderna medicina; sono state bloccate per anni le assunzioni, è stato drasticamente ridotto il numero dei posti letto ospedalieri in assenza di investimenti sulle Cure Primarie e sui servizi territoriali; l’errata programmazione del fabbisogno di medici, di infermieri e di altri professionisti della salute, il basso livello della loro remunerazione ed il progressivo svilimento del loro valore sociale hanno portato all’attuale grave carenza di personale nel SSN. I problemi sono sotto gli occhi di tutti: Carenza di infermieri e di medici, in particolare di medicina generale e di emergenza-urgenza; Liste d’attesa sempre più lunghe anche per accedere a servizi essenziali ed urgenti; Rinuncia alle cure di moltissimi cittadini che non sono più in grado di sostenerne i costi; Conseguente obbligato ricorso di una fetta sempre maggiore della popolazione a prestazioni a pagamento; Progressiva espansione della sanità privata, co-finanziata dalla fiscalità generale ma in concorrenza e a danno della sanità pubblica; Carenza di servizi per la salute mentale, di consultori familiari, di supporti per giovani e adolescenti sia per aspetti sanitari che per situazioni di disagio; Carenza e inadeguatezza dei servizi di assistenza domiciliare, specie per i non autosufficienti. Tante voci stanno denunciando la criticità della situazione e stanno facendo proposte Numerose realtà si sono fatte sentire: professionisti e operatori della sanità; ricercatori e scienziati; associazioni del Terzo settore e di cittadinanza; società scientifiche e centri studi; ordini professionali e organizzazioni sindacali; associazioni di malati e gruppi di auto-aiuto; giornalisti e periodici di informazione; persino la Corte dei Conti! Ma sono voci che si mobilitano in maniera separata, facendo spesso prevalere le rispettive identità a discapito di un’azione comune. Ne consegue la scarsa capacità di incidere sui processi, di condizionare le scelte politiche e di invertire il declino del SSN. Sarebbe necessario ed urgente unire queste voci e realtà Al di là dell’apparente diversità di queste voci, alcuni contenuti sono convergenti: sarebbe necessario individuare gli elementi comuni ed avviare un percorso che porti ad un plafond di base di proposte condivise da tutte le componenti. La difesa e il ripensamento approfondito del SSN accomuna tutti, ripristinando i valori originari e ripensando l’organizzazione e le pratiche operative secondo rinnovati paradigmi, tecnologie e architetture al fine di ricreare un nuovo clima di consenso e di Patto sociale per la salute. Per raggiungere questo obiettivo, da molti condiviso, si rende pertanto opportuno avviare un percorso per “connettere e coalizzare” le diverse realtà che intendono contribuire a rilanciare il SSN in forme adeguate e sostenibili. La proposta Sulla base di queste premesse, l’Alleanza per la Riforma delle Cure Primarie in Italia, organizzazione senza conflitti di interesse, non di categoria, non finanziata, trasversale alle singole componenti e alla quale aderiscono 19 organizzazioni, propone di avviare un percorso collaborativo con l’obiettivo di connettere e coalizzare le risorse interessate e disponibili ad impegnarsi per la difesa, il ripensamento e il rilancio del SSN al fine di giungere a proposte di fondo unitarie e condivise, da porre ai decisori politici, con la forza che queste acquisirebbero dall’unità delle tante voci. Il percorso Proponiamo di attivare un percorso collaborativo per contattare e coinvolgere tutte le organizzazioni professionali-scientifiche-sociali-sindacali-associative interessate e disponibili ad impegnarsi per la difesa e il rilancio del SSN. A ciascuna organizzazione coinvolta si chiederà di partecipare collaborativamente all’individuazione condivisa delle proposte per rilanciare il SSN attraverso l’individuazione di un percorso dialogico e la scrittura di un Manifesto comune …LEGGI TUTTO IL DOCUMENTO ACP fonte: https://www.aprirenetwork.it/

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  • Arriva nella Casa Circondariale “Francesco Rucci” di Bari il progetto “Nessuno escluso”, importante programma nazionale volto a sensibilizzare la comunità penitenziaria intorno alla cultura giuridica e costituzionale, curato da Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giuffrè Francis Lefebvre e Associazione Antigone.    Alla presentazione dell’iniziativa hanno partecipato Francesco Paolo Sisto, Viceministro della Giustizia, Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, Vito Leccese, Sindaco della Città di Bari, Silvia Maria Dominioni, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bari, Lina di Domenico, Capo Dipartimento f.f. dell’Amministrazione Penitenziaria, Carlo Berdini, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Puglia e Basilicata, Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone, Valeria Pirè, Direttrice della Casa Circondariale di Bari “Francesco Rucci”, Maria Pia Scarciglia, Presidente Antigone Puglia, Jolanda Carrieri, Magistrato del Tribunale di Sorveglianza di Bari. A moderare l’incontro, Antonio Delfino, Direttore Relazioni esterne e istituzionali di Giuffrè Francis Lefebvre. Inaugurato a settembre 2024 presso la Casa Circondariale femminile “Germana Stefanini” di Roma Rebibbia dove si stanno già svolgendo con successo le attività del programma, il progetto coinvolge ora anche l’istituto di Bari con l’obiettivo di promuovere il tema della riabilitazione delle persone sottoposte ad esecuzione di pena, attraverso una serie di lezioni frontali. Il format prevede infatti cinque incontri per ogni carcere con la presenza di uno o più relatori sul territorio per ogni tappa. Durante le lezioni, rivolte soprattutto ai detenuti, saranno approfonditi temi rilevanti per la popolazione carceraria, come la pena nella Costituzione, la rieducazione, l’uguaglianza, la dignità umana e la solidarietà. Per “Nessuno escluso” Giuffrè Francis Lefebvre mette a disposizione le proprie risorse culturali, autoriali ed editoriali all’interno di corner collocati presso le biblioteche degli istituti penitenziari in cui la popolazione detenuta può consultare le pubblicazioni della casa editrice in forma tradizionale e digitale. I corner, veri e propri punti stabili di formazione e informazione, ospiteranno inoltre incontri periodici con docenti universitari, magistrati, rappresentanti del terzo settore e delle istituzioni per approfondire particolari diritti o temi costituzionali. L’obiettivo è fornire ai detenuti le conoscenze utili per una maggiore comprensione del sistema giudiziario italiano, affinché possano raggiungere una migliore consapevolezza e una partecipazione più attiva nel proprio percorso al reinserimento nella società.   …leggi tutto su Antigone Giuffrè Francis Lefebvre è leader in Italia nell’offerta di soluzioni e servizi editoriali tradizionali e digitali, portali specialistici, piattaforme integrate, software e formazione accreditata in aula e online per le aree professionali legale, fiscale, lavoro e per le imprese. La società è nata nel 2018 dalla fusione tra la storica casa editrice Giuffrè, fondata a Milano nel 1931 e da sempre tra i principali player del mercato editoriale professionale legale, e Memento Francis Lefebvre, da 30 anni specializzata nella produzione di volumi e supporti digitali per i professionisti fiscali e del lavoro, con più di 50 mila clienti solo in Italia. Giuffrè Francis Lefebvre è parte del Gruppo Lefebvre, multinazionale attiva in Europa con numerose aziende controllate in 8 Paesi, con 2.500 dipendenti e un fatturato di €555 milioni nel 2023.  Antigone è una associazione fondata nel 1991, impegnata ad assicurare il rispetto dei diritti e delle garanzie fondamentali per coloro che sono all’interno del sistema penale e penitenziario. Antigone persegue i suoi obiettivi attraverso studi, ricerche, campagne informative sui temi della pena, nonché tramite pubblicazioni scientifiche. Dal 1998 ha attivato un Osservatorio sulle condizioni di detenzione con diramazioni anche a livello internazionale.  

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  • Indagine sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone trans e non binarie – Anno 2023 Istat e UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) presentano i principali risultati dell’ Indagine sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone trans e non binarie, realizzata nel 2023 a conclusione del progetto di ricerca “Discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ e le diversity policies attuate presso le imprese”, definito e avviato nel 2018. L’indagine, realizzata per autocompilazione di un questionario elettronico raggiungibile on line, è stata rivolta a persone maggiorenni che si definiscono trans o con identità di genere non binaria, e che al momento della rilevazione vivevano abitualmente in Italia. In linea con le raccomandazioni internazionali, l’autoidentificazione rispetto alla propria identità di genere ha seguito un approccio a due step, combinando in sequenza le risposte fornite a un quesito sul sesso registrato alla nascita e le risposte a un quesito sull’identità di genere al momento della compilazione del questionario. La rilevazione non può essere considerata statisticamente rappresentativa della popolazione trans e non binaria poiché ha carattere esplorativo e si basa su un campione di convenienza, formato esclusivamente da persone che su base volontaria hanno scelto di rispondere al questionario. La partecipazione all’indagine è stata promossa attivando diversi canali di comunicazione, a partire da associazioni e singoli individui. Questo approccio, unito alla tecnica CAWI, ha favorito una più diffusa partecipazione di individui con caratteristiche socio-demografiche legate a una maggiore familiarità con le tecnologie digitali, come giovani con elevati livelli di istruzione. La popolazione target che ha risposto al questionario elettronico è costituita da 630 persone così rappresentate: il 34,1% uomini trans, il 19,4% donne trans e il 46,5% persone con identità di genere non binaria. Il 66,1% delle persone trans e non binarie rispondenti, la cui identità di genere durante gli studi era visibile o riconoscibile per gli altri, riporta di aver sperimentato discriminazioni a scuola/università per motivi legati all’identità di genere. Una persona su due dichiara di aver vissuto almeno un evento di discriminazione per motivi legati alla propria identità di genere (trans o non binaria) nella ricerca di lavoro. Il 46,4% dei rispondenti riporta di non aver partecipato a un colloquio o di non aver presentato domanda per un lavoro, pur avendone i requisiti, perché la propria identità di genere ne avrebbe condizionato negativamente l’esito. Il 57,1% delle persone occupate o ex-occupate che hanno partecipato all’indagine ritiene che la propria identità di genere trans o non binaria abbia costituito uno svantaggio nel corso della vita lavorativa, in almeno uno dei tre ambiti considerati (carriera e crescita professionale, riconoscimento e apprezzamento, reddito e retribuzione). Oltre otto persone trans e non binarie intervistate su 10 riportano almeno una forma di micro-aggressione legata all’identità di genere avvenuta in ambito lavorativo. Per micro-aggressione si intendono brevi interscambi ripetuti che inviano messaggi denigratori ad alcuni individui in quanto facenti parte di un gruppo, insulti sottili diretti alle persone spesso in modo automatico o inconscio. Il 37,1% dei rispondenti, occupati o ex-occupati in Italia, afferma di aver sperimentato un clima ostile o un’aggressione nel proprio ambiente di lavoro per ragioni legate all’identità di genere. Escludendo episodi avvenuti in ambito lavorativo, una persona su tre tra coloro che hanno partecipato all’indagine riporta di aver subito minacce per motivi legati alla propria identità di genere (trans o non binaria) e il 23% aggressioni violente. Le offese legate all’identità di genere ricevute via web riguardano il 55,2% dei rispondenti.  Testo integrale e nota metodologica (.pdf, 691 Kb) FONTE: https://www.istat.it/comunicato-stampa/discriminazioni-lavorative-nei-confronti-delle-persone-lgbt-anno-2023/

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  • Giada Marchetti e Alessandro Teofano, rispettivamente produttrice e regista, raccontano l’idea del loro cortometraggio “Passed” sulle disuguaglianze Il nostro cortometraggio, ideato durante il primo anno di studi all’Accademia Cinema Toscana, nasce da una riflessione sulla società del nostro presente: in un mondo che non fa altro che premiare, privilegiare, arricchire i ricchi e i potenti e schiacciare sempre più i deboli, i poveri, gli affamati, come si può credere che esista un Dio e, quindi, un paradiso per quest’ultimi? E se anche vi fosse – pensiamo noi – i suoi cancelli si presenterebbero come un ufficio comunale, una sala d’aspetto, gestita da un funzionario statale adibito a far passare solo i padroni e i benestanti. Questa è la premessa di “Passed”, un progetto audiovisivo che stiamo portando avanti con l’obiettivo di raccontare la massa, intesa come le personi comuni, e di sensibilizzarla con la trasmissione di un forte senso di ingiustizia, attraverso una storia e un protagonista – Agostino Massa, appunto – universali, in cui ci si possa riconoscere. Questo perché noi giovani esordienti riteniamo inaccettabile che, nel 2024, vi siano sempre più ingiustizie fiscali e disuguaglianze nel mondo. Tra le numerose tipologie di disuguaglianza che vediamo nel mondo, ci siamo incentrati sul tema del lavoro: crediamo che a oggi tante, troppe persone – in primis i giovani – stanno perdendo il diritto a un lavoro che possa permettere di vivere dignitosamente. Senso del sacrificio e un vero riconoscimento del merito vengono sempre meno considerati in un paese/mondo in cui i giovani – in ogni settore, compreso quello artistico – si sacrificano per inseguire qualcosa che viene loro sottratto ogni giorno, privilegiando gli individui più abbienti. Crediamo che ciò non faccia altro che portare disillusione e perdita di fede nel futuro e nella vita stessa, così come accade – in senso allegorico – al protagonista Agostino. E’ dunque importante per noi sensibilizzare la società, per gli anni che verranno, così da poter contribuire con il nostro lavoro a un futuro che vorremmo migliore. Crediamo che l’arte sia lo strumento perfetto per smuovere le coscienze della massa intrattenendo e al tempo stesso facendo riflettere. Quest’ultima è una caratteristica dell’arte che, purtroppo, stiamo perdendo sempre più (soprattutto in Italia) in favore a un intrattenimento puntato a non fare pensare le persone. Il nostro corto invece vuole essere un invito; una spinta a pensare, a porsi delle domande su una situazione, in primis individuale ma, soprattutto, sociale, universale. Il nostro progetto è costruito in maniera tale da ribaltare le aspettative dello spettatore, il ché costituisce la base per un tipo di narrazione dedita al voler fare vedere oltre i pregiudizi. Con questo, anche la storia del protagonista – un operaio che si è “sacrificato” per una giusta causa e che viene privato della grazia che meriterebbe – punta a destabilizzare anche chi non ha nulla a che vedere o appartiene ad una classe sociale diversa dall’umile operaio Agostino, attraverso una storia che vuol trasmettere come emozione principale l’ingiustizia del mondo. Il nostro obiettivo è far sì che chi guarderà il corto – ricco o povero, padrone e operaio – attraverso il forte senso di ingiustizia che vorremmo suscitare, si ponga delle domande sul mondo che viviamo e su come renderlo più giusto. Giada Marchetti nasce a Camaiore. Fin da piccola ama le storie e si appassiona presto alla scrittura. Dopo il liceo frequenta l’Accademia Cinema Toscana a Lucca, inserendosi nel settore della Produzione e Organizzazione cinematografica. A Settembre 2024 si laurea in produzione e organizzazione audiovisiva, con il massimo dei voti. Alessandro Teofano nasce a Cecina e cresce a Livorno. Amante del cinema e le storie fantastiche fin da piccolo, dopo il liceo artistico frequenta Accademia Cinema Toscana (Lucca), specializzandosi nel settore regia e sceneggiatura. A settembre 2024, si laurea in regia e sceneggiatura. fonte: https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/ce-davvero-posto-in-paradiso-un-cortometraggio-sulle-disuguaglianze/ Foto di GR Stocks su Unsplash

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