Leone XIV sarà l’anti-Trump. “Qualunque papa eletto in questi giorni sarebbe stato l’anti-Trump. Nessuno sarebbe arretrato di un millimetro di fronte alla sua offensiva. E sa perché? Perché la Chiesa cattolica ha tanti guasti e tanti mali, dalla corruzione alla pedofilia, ma non cederà mai sulla sua stessa ragione d’essere, l’unità della famiglia umana”.
“Cento giorni: tanto è bastato a Donald Trump per cambiare l’America e il mondo, si legge nell’analisi dell’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale). La guerra di dazi contro alleati e avversari, i tentativi (finora vani) di porre fine alle guerre in Ucraina e a Gaza, le deportazioni degli immigrati, la battaglia contro le università, le decine di migliaia di licenziamenti e lo smantellamento di agenzie federali e programmi sull’inclusività e i diritti delle minoranze hanno trasformato – in poco più di tre mesi – il volto degli Stati Uniti e precipitato il resto del mondo in una nuova età dell’incertezza. (…) Il secondo mandato di Trump è segnato da un’espansione senza precedenti dei poteri dell’esecutivo, esercitati per rispondere a emergenze spesso fittizie o semplicemente assunti per prassi. È una presidenza imperiale che governa a colpi di decreto: ben 139 finora. La Casa Bianca ha prima svuotato il ruolo del Congresso, assumendosi il controllo della spesa pubblica – prerogativa parlamentare – per poi ingaggiare uno scontro diretto senza precedenti con la magistratura sul terreno dell’immigrazione.”L’ “età dell’incertezza” in cui è precipitato il mondo è legata al metodo di governo caotico, precipitoso e anche volubile del personaggio Trump (che da quel caos – non certo a caso – è riuscito a gonfiare considerevolmente il proprio portafoglio – vedi Gabanelli).
Il titolo “la politica della crudeltà” (tratto da un articolo di George Packer, su “The Atlantic”, tradotto da “Internazionale”) è quello che forse meglio si adatta a tutto ciò che si è svolto dal giorno dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca in poi. Uno degli atti più crudeli di questo periodo è quello contenuto sull’Ordine Esecutivo N° 14169 del 20 gennaio, quello che, di punto in bianco, ha bloccato l’attività di UsAid – l’agenzia USA di cooperazione internazionale. Fra i programmi gestiti dal UsAid spicca il PEPFAR (President’s Emergency Plan for Aids Relief), istituito nel 2003 dal Presidente George W. Bush. Questo programma ha investito, fino ad oggi, più di 110 miliardi di dollari finanziando la formazione di personale sanitario, il rafforzamento delle capacità di laboratorio, la fornitura di farmaci antiretrovirali ai portatori di HIV, la prevenzione di nuove infezioni, il rafforzamento dei sistemi sanitari nel loro complesso. In un documento pubblicato nel ventesimo anniversario del lancio del Programma, il CSIS (Center for Strategic and International Studies), basato a Washington, stima che il PEPFAR abbia salvato almeno 25 milioni di vite, evitato il contagio da HIV da madri sieropositive ad almeno 5,5 milioni di bambini e permesso ad almeno 20 milioni di persone l’accesso a terapie antiretrovirali [i]. Detto fatto: decine di progetti sono stati bloccati, congelati i fondi, funzionari e operatori licenziati. Centinaia di migliaia di persone si sono trovate prive di assistenza. Lo stesso è avvenuto con i programmi di prevenzione della mortalità materna. Secondo il quotidiano inglese Independent “Si ritiene che più di 8.000 donne e ragazze siano morte per complicazioni durante la gravidanza o il parto a seguito del blocco dei finanziamenti degli aiuti statunitensi deciso da Donald Trump dopo il suo ritorno alla Casa Bianca; un bilancio che potrebbe arrivare a 34.000 entro la fine dell’anno, hanno avvertito i ricercatori. I servizi contraccettivi sono tra i programmi colpiti dai tagli agli aiuti statunitensi per miliardi di dollari, in particolare nell’Africa subsahariana. Secondo i calcoli del Guttmacher Institute, un gruppo di ricerca sui diritti riproduttivi, circa 4,2 milioni di donne e ragazze sono rimaste incinte involontariamente da quando, il 20 gennaio, sono stati tagliati gli aiuti. Si stima che circa 8.000 siano morte a causa dei tagli all’assistenza”[ii]. E’ abbastanza impressionante come una decisione così devastante per la salute di milioni di persone, come quella dello smantellamento di UsAid, non abbia suscitato un’adeguata reazione da parte della comunità internazionale che viceversa ha deciso – vedi il Regno Unito – di seguire la linea regressiva USA nel campo degli aiuti.
Così com’è risultata sorprendente la presa di posizione di Bill Gates nei confronti di Elon Musk, messo a capo del dipartimento incaricato di decidere i tagli e i licenziamenti delle varie agenzie federali (tra cui UsAid): “Non è una bella immagine quella dell’uomo più ricco del mondo che uccide i bambini più poveri del mondo“, ha dichiarato al Financial Times[iii].
Nei primi cento giorni della seconda presidenza Trump si sono consumati innumerevoli soprusi e intimidazioni nei confronti di tutto ciò che poteva rappresentare un ostacolo o una semplice resistenza al progetto trumpiano. Di qui gli attacchi (e i tagli dei fondi) alle università, alle riviste scientifiche, alla stampa critica. E poi ci sono i casi di compiaciuta ed esibita crudeltà.
Il primo riguarda Gaza. Fece una terrificante impressione il video postato nel sito della Casa Bianca che descriveva la trasformazione la Striscia di Gaza in una sorta di riviera di lusso, piena di alberghi e di piscine, affollata di turisti e priva dei suoi originari abitanti. Era una oscena parodia che tuttavia conteneva un progetto reale, condiviso tra amministrazione Trump e governo Netanyahu, quello di deportare la popolazione di Gaza per poi realizzare nella Striscia una mirabolante operazione immobiliare. Che non fossero semplici, innocue fantasie lo si visto due mesi fa’ quando Israele, d’accordo con gli USA, ha deciso di rompere la tregua e di riprendere a bombardare e occupare militarmente la striscia, uccidere migliaia di civili, e affamare i sopravvissuti impedendo da allora l’accesso ad ogni genere di aiuto. Uno sterminio in piena regola, un crimine di guerra, una catastrofe umanitaria, un genocidio, che non ha generato alcuna significativa reazione.
Il secondo caso riguarda il programma di deportazioni di massa degli immigrati irregolari, con un livello di disumanità volutamente esibita con la pubblicazione sul sito della Casa Bianca, di fotografie di persone incatenate al momento dell’imbarco su aerei militari per essere rimpatriate, con l’annuncio che la caccia agli irregolari non si sarebbe fermato neppure alle porte delle scuole o delle chiese, considerate finora luoghi di asilo inviolabili, anche per non impedire ai minori di fruire del diritto all’educazione e ai credenti il diritto a partecipare ai culti. Che la caccia al migrante sia il marchio di fabbrica di tutti i partiti di estrema destra, su cui fare propaganda politica a buon mercato e lucrare voti alle elezioni, lo dimostra la vicinanza della Casa Bianca per Alternative für Deutschland. Alla vigilia delle elezioni tedesche dello scorso febbraio, dopo l’endorsement aperto e ripetuto di Elon Musk, è arrivato quello del vicepresidente Usa, JD Vance. In questi giorni, dopo tre anni di indagine approfondita su programmi, dichiarazioni e iniziative di Alternative für Deutschland, l’Ufficio della protezione della Costituzione (BfV) lo certifica definitivamente come «partito di estrema destra che viola la dignità umana», dettagliando l’inequivocabile natura anti-islamica, contro gli ebrei e i migranti, del partito guidato da Alice Weidel, specificando che Afd mira a escludere precisi gruppi di popolazione dalla partecipazione paritaria nella società, sottoponendoli a una disparità di trattamento incostituzionale».
Questi primi cento giorni da incubo di governo Trump sono coincisi con l’aggravamento delle condizioni di salute di Papa Francesco, il quale – fin che ha potuto – si è collegato giornalmente con la parrocchia di Gaza, per testimoniare la sua vicinanza a quella martoriata popolazione. Inoltre di fronte agli inaccettabili abusi inflitti ai migranti latino-americani dall’amministrazione Trump il Papa trovò le forze per scrivere una lettera ai vescovi americani in cui – tra l’altro – si legge:
“Sto seguendo da vicino la grande crisi che si sta verificando negli Stati Uniti con l’avvio di un programma di deportazioni di massa. La coscienza rettamente formata non può non compiere un giudizio critico ed esprimere il suo dissenso verso qualsiasi misura che tacitamente o esplicitamente identifica lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità”. (…) “I cristiani sanno molto bene che è solo affermando la dignità infinita di tutti che la nostra identità di persone e di comunità giunge a maturazione. L’amore cristiano non è un’espansione concentrica di interessi che poco a poco si estendono ad altre persone e gruppi. In altre parole: la persona umana non è un mero individuo, relativamente espansivo, con qualche sentimento filantropico! La persona umana è un soggetto dotato di dignità che, attraverso la relazione costitutiva con tutti, specialmente con i più poveri, un po’ alla volta può maturare nella sua identità e vocazione. Il vero ordo amoris che occorre promuovere è quello che scopriamo meditando costantemente la parabola del “Buon Samaritano”, ovvero meditando sull’amore che costruisce una fratellanza aperta a tutti, senza eccezioni».
La lettera del Papa era anche una presa di posizione contro l’interpretazione distorta del pensiero di Sant’Agostino, sostenuta dal vice presidente J.D. Vance, secondo cui ci sarebbe una gerarchia nell’amore verso prossimo: prima la famiglia, poi a scemare tutti gli altri (ultimi i migranti…).
In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera Alberto Melloni, professore di Storia del Cristianesimo ed esperto “vaticanista”, rivela che la lettera ai vescovi americani di Papa Francesco era stata fortemente sollecitata dal cardinale Prevost (divenuto poi Papa col nome di Leone XIV), che proprio sul tema dell’ordo amoris si era scontrato frontalmente con J.D. Vance.
Professor Melloni, Leone XIV sarà l’anti-Trump? “Sì, lo sarà oggettivamente. E le dirò di più. Qualunque papa eletto in questi giorni sarebbe stato l’anti-Trump. Nessuno sarebbe arretrato di un millimetro di fronte alla sua offensiva. E sa perché? Perché la Chiesa cattolica ha tanti guasti e tanti mali, dalla corruzione alla pedofilia, ma non cederà mai sulla sua stessa ragione d’essere, l’unità della famiglia umana”.
Immagine di copertina: Buon Samaritano (Luca 10, 30-37), incisione xilografica, pubblicata nel 1837
Riferimenti
[i] CSIS, October 2025, Centering PEPFAR in U.S. Global Health Security Strategies, https://csis-website-prod.s3.amazonaws.com/s3fs-public/2023-10/231019_Bliss_Centering_PEPFAR.pdf?VersionId=ZDbskfDw34hSEvwvOSqVKqf.4RAiCGyS
[ii] https://www.independent.co.uk/news/health/trump-aid-cuts-maternal-mortality-contraception-b2743279.html
[iii] https://www.ft.com/content/bdd9bb89-ac3c-4043-9ca4-bc7efbd41fed
fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2025/05/leone-xiv-e-lanti-trump/