Il Sistema Sanitario Danese. di Beatrice Conti, Alessandra Picelli, Teresa Vladina Picchi

Il sistema sanitario danese è strutturato su tre livelli amministrativi principali: nazionale, regionale e comunale. A livello nazionale lo Stato svolge funzioni di indirizzo strategico e regolatorio. Le cinque regioni hanno il compito di gestire direttamente gli ospedali e coordinare le cure primarie e specialistiche, mentre i 98 comuni si occupano prevalentemente della riabilitazione, dell’assistenza a lungo termine e dei servizi di prevenzione e promozione della salute.


Stato di salute della popolazione

Negli ultimi decenni, l’aspettativa di vita in Danimarca è aumentata significativamente, raggiungendo nel 2022 una media di 81,3 anni. Questo valore si attesta al di sopra della media dell’Unione Europea, ma resta inferiore rispetto agli altri paesi nordici. Tuttavia, diversi fattori di rischio continuano a incidere sulla salute della popolazione danese, tra cui il fumo di sigaretta, il consumo di alcol e abitudini legate a uno stile di vita sedentario e a una dieta poco equilibrata.

Organizzazione e governance del sistema sanitario

Il sistema sanitario danese è strutturato su tre livelli amministrativi principali: nazionale, regionale e comunale. A livello nazionale lo Stato svolge funzioni di indirizzo strategico e regolatorio. Le cinque regioni hanno il compito di gestire direttamente gli ospedali e coordinare le cure primarie e specialistiche, mentre i 98 comuni si occupano prevalentemente della riabilitazione, dell’assistenza a lungo termine e dei servizi di prevenzione e promozione della salute (Figura 1).

Figura 1. Quadro generale del sistema sanitario danese

Le autorità sanitarie danesi adottano strumenti di controllo rigorosi sulla spesa, applicando sanzioni automatiche a regioni e comuni che superano i limiti di bilancio. Inoltre, il sistema è supportato da agenzie preposte alla gestione dei reclami dei pazienti e dei dati sanitari.

Accesso e copertura

Il Danish Health Act (la legge danese sulla sanità pubblica, emanata dal Parlamento danese il 31 dicembre 2010, che stabilisce la struttura, lo scopo e gli standard per la fornitura di servizi sanitari) garantisce a tutti i residenti legali l’accesso a un’ampia gamma di servizi sanitari, per la maggior parte gratuiti al punto di erogazione. Tuttavia, vi sono categorie escluse dalla copertura regolare, come i richiedenti asilo, che ricevono assistenza limitata, e i migranti senza documenti, che possono accedere solo a cure d’emergenza. Circa un terzo della popolazione danese sceglie inoltre di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria integrativa, utile per ridurre i tempi di attesa o accedere a trattamenti non disponibili nel settore pubblico.

Finanziamento e spesa sanitaria

Il finanziamento del sistema sanitario danese deriva da un mix di tasse statali e comunali, tra cui imposte progressive sul reddito, IVA e imposte specifiche. Le regioni finanziano principalmente le cure ospedaliere e specialistiche, mentre i comuni gestiscono i servizi di cure a lungo termine e domiciliari.
Nel 2023 la spesa sanitaria totale (pubblica + privata) in Danimarca ha rappresentato il 9,4% del PIL. Sebbene in lieve calo rispetto al 2021 (10,6%), questi dati confermano un impegno economico significativo nel settore sanitario, superiore all’Italia (8,4%) ma inferiore ad altri Paesi come Germania, Svezia e Regno Unito. Lo stesso discorso vale per  la spesa sanitaria pubblica come % del PIL: in Danimarca 7,9%, mentre l’Italia è in coda al gruppo,  con 6,2%. Anche la spesa sanitaria pro-capite conferma questa tendenza: in Danimarca ammonta a 6.673 dollari pro capite di cui 5.573 di spesa pubblica. Questi dati mostrano come la Danimarca punti a un sistema sanitario efficiente e accessibile, con un buon equilibrio tra qualità dei servizi e sostenibilità economica. (Tabella 1)

Tabella 1. Indicatori di spesa sanitaria, anno 2023. Danimarca e paesi selezionati. Fonte OECD Data base
Spesa sanitaria totale come % del PIL Spesa sanitaria pubblica come % del PIL Spesa sanitaria totale pro- capite in Dollari PPP Spesa sanitaria pubblica pro- capite in Dollari PPP
Danimarca 9,4 7,9 6.673 5.573
Germania 11,8 10,1 8.440 7.253
Italia 8,4 6,2 4.832 3.574
Svezia 10,9 9,4 7.521 6.483
Regno Unito 10,9 8,9 6.023 4.931

 

Le risorse umane e fisiche

Nel 2021 la Danimarca contava circa 252 posti letto complessivi ogni 100.000 abitanti, di cui 190 dedicati alla cura di patologie acute; anche se il numero dei posti letto è in costante declino da decenni, nel complesso la Danimarca offre un numero maggiore di posti letto ogni 100 000 abitanti rispetto a Norvegia, Svezia e alla media UE. Quando si parla di ospedali danesi in generale si fa riferimento a unità organizzative ospedaliere in cui ogni unità organizzativa è composta da differenti edifici e strutture che hanno localizzazioni fisiche anche distanti fra loro, all’interno però di una città o un’area un po’ più vasta. Ad oggi la Danimarca conta 29 unità organizzative ospedaliere, 5 cliniche psichiatriche, almeno un ospedale universitario per ogni regione (con capacità di cure di terzo livello e il compito di formazione dei medici) e ospedali Generali distrettuali di cui 21 per cure acute. Le dimensioni degli ospedali sono variabili da 90 fino a 1.319 posti letto. Il 95% di questi sono pubblici e il 5% privati. La distribuzione degli ospedali sul territorio riflette la densità della popolazione.

Il sistema sanitario danese è fortemente digitalizzato. L’utilizzo della tecnologia è favorito e supportato dal sistema sanitario stesso, che offre molte opportunità per gestire la propria salute in maniera digitale. Esiste infatti un portale digitale unico di accesso al sistema “sundhed.dk”, che in danese significa “salute”. Questo portale, insieme alla pandemia da Covid 19, ha dato una forte spinta alla digitalizzazione e ha permesso di ampliare le fasce della popolazione in grado di rispondere ai propri problemi relativi alla salute attraverso l’utilizzo di internet.

Dal punto di vista delle risorse umane la Danimarca presenta una generale carenza di professionisti sanitari.  In particolare, la carenza è in alcune categorie professionali specifiche: infermieri e assistenti infermieri, psichiatri, radiologi, anestesisti e rianimatori, internisti, personale del comparto operatorio e della terapia intensiva. Il numero di medici ogni 100 000 abitanti è in crescita (circa 450 nel 2020) con un trend che è concorde a quello degli altri paesi del nord Europa. I medici di medicina generale (general practitioner, GP) sono abbastanza ben distribuiti all’interno del territorio, ma rimangono comunque aree di carenza soprattutto nelle zone rurali o nelle aree urbane svantaggiate.  Per quanto riguarda gli infermieri, il numero di questi professionisti sanitari nel 2020 risulta essere maggiore in Danimarca (circa 1000 ogni 100 000 abitanti) rispetto alla media UE (circa 800 ogni 100 000 abitanti) ma, a differenza del personale medico, non si evidenzia alcun incremento dei numeri nelle ultime due decadi.

Organizzazione dei servizi: cure primarie, assistenza ospedaliera, long term care

In Danimarca le cure vengono finanziate ed erogate principalmente dal Sistema Sanitario Nazionale che si affida ad erogatori privati soltanto nel caso in cui il servizio necessario non sia disponibile in strutture pubbliche o i tempi di attesa superino i limiti stabiliti. Ciò che i pazienti apprezzano del sistema Sanitario danese è che i percorsi diagnostico-terapeutici sono validi per il 99% della popolazione (coloro che scelgono l’opzione di copertura gruppo 1, ovvero l’opzione di  copertura predefinita con iscrizione automatica al compimento dei 15 anni di età) e simili in tutte e 5 le regioni della Danimarca; di contro molti pazienti ne criticano la mancanza di coerenza, specialmente per i pazienti che soffrono di multi-morbosità poiché l’eccessiva specializzazione dei sistemi di cura prevede  trattamenti che vengono erogati in  diversi luoghi fisici e settori (Municipale regionale e privato), con differenti organizzazioni.

Il 90% dei contatti con il Sistema Sanitario danese avvengono tramite il GP (medico di medicina generale) che esamina e tratta i propri pazienti, egli può anche agire da gatekeeper per servizi specialistici e ospedalieri, inoltre si occupa di coordinare le cure e gli interventi territoriali da mettere in atto dopo le dimissioni ospedaliere. Il GP è un libero professionista che lavora in autonomia o in gruppo, remunerato sulla base di accordi tra regioni e associazioni di categoria. Il numero di pazienti che viene affidato al singolo GP varia da regione a regione e ciò dipende anche dalla disponibilità di medici in determinati territori del paese

Le cure specialistiche sono erogate principalmente negli ospedali in tre modalità differenti in base alle necessità dei pazienti: cure specializzate ambulatoriali, a cui i pazienti hanno accesso libero tramite ricetta del medico di medicina generale. Gli specialisti lavorano come privati e sono rimborsati dalle regioni; day Care o Hospital ambulatory care, servizi medici e paramedici forniti a pazienti ammessi per diagnosi, trattamenti o altri tipi di cure che non necessitano di ricovero per la notte; e cure specialistiche in regime di ricovero, per pazienti che necessitano di interventi di secondo e terzo livello forniti da personale impiegato e stipendiato dall’ospedale. I pazienti hanno la possibilità di scegliere in maniera autonoma l’ospedale a cui rivolgersi e questo incoraggia gli ospedali stessi a migliorare le informazioni che forniscono ai medici di medicina generale riguardo le dimissioni dei loro pazienti e ai pazienti riguardo i propri servizi in generale.

I pazienti non autosufficienti o con multi-morbosità possono avvalersi di cure a lungo termine, le quali possono essere fornite sia in strutture pubbliche/private (case di riposo, piccoli appartamenti, case di gruppo, case famiglia, case di cura a lunga degenza, centri diurni) che a domicilio dei pazienti tramite la fornitura di servizi con lo scopo di prolungare l’autonomia delle persone anziane (assistenza per pulizie, spesa, cura della casa, preparazione dei pasti, igiene personale).

Punti di forza e punti di debolezza

Negli ultimi anni la Danimarca ha riorganizzato profondamente la propria rete ospedaliera, puntando su un processo di centralizzazione che ha portato alla chiusura delle strutture più piccole e alla creazione di centri altamente specializzati.

Il sistema sanitario danese, pur essendo universalistico, presenta alcune criticità: sebbene i servizi siano formalmente garantiti a tutta la popolazione residente, circa il 2% dei cittadini ha riportato nel 2022 esigenze sanitarie non soddisfatte. Le motivazioni principali riguardano barriere economiche, la distanza dai luoghi di cura o i tempi di attesa. Per quanto riguarda i tempi di attesa, la Danimarca ha storicamente mostrato buoni livelli di efficienza. Tuttavia, eventi recenti come la pandemia da COVID-19 e lo sciopero del personale infermieristico nell’estate del 2021, hanno avuto un impatto negativo facendo nuovamente aumentare i tempi di attesa.

Dal punto di vista della qualità dell’assistenza sanitaria, il sistema danese si distingue per l’efficacia degli interventi, la standardizzazione dei percorsi e l’attenzione alla prevenzione. Persistono alcune aree di miglioramento: i tassi di ospedalizzazione per condizioni croniche che potrebbero essere gestite in ambito ambulatoriale, come la BPCO e l’asma, risultano ancora elevati, segnalando possibili limiti nella gestione territoriale della cronicità; al contrario per altre patologie come il diabete, i tassi sono inferiori alla media europea.

Un ambito in cui la Danimarca ha registrato miglioramenti significativi è quello oncologico. I tassi di sopravvivenza sono migliorati in maniera consistente dagli anni 2000 grazie all’introduzione di piani oncologici nazionali, pacchetti diagnostico-terapeutici integrati, programmi di screening e l’accesso a terapie innovative.

La mortalità trattabile, ovvero la mortalità che si potrebbe evitare con cure tempestive ed efficaci, è un indicatore rilevante della qualità del sistema. In Danimarca questo indicatore è migliorato sensibilmente: si è passati da 91,2 decessi ogni 100.000 abitanti nel 2011 a 63,5 nel 2020. Tali risultati pongono il Paese al di sotto della media UE, anche se rimangono inferiori alle performance di altri paesi nordici come Svezia e Norvegia (Figura 2).

Figura 2. Mortalità trattabile e mortalità prevenibile.

Nel complesso, il sistema sanitario danese garantisce cure di buona qualità ma l’invecchiamento della popolazione e la carenza del personale sanitario rappresentano importanti sfide per il futuro. Sarà necessario adottare risposte flessibili per rispondere in modo efficace ai bisogni di salute della popolazione.

FonteDenmark Heatlth System review 2024

Beatrice Conti, Alessandra Picelli e Teresa Vladina Picchi. Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva. Università di Firenze.

fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2025/06/il-sistema-sanitario-danese/

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