Il Sudafrica e le balle di The Donald. di Maurizio Murru

Il “Washington Post” ha definito l’incontro tra il Presidente Trump e il Presidente Sudafricano Cyril Ramaphosa un’ “imboscata offensiva” da parte del presidente americano nei confronti di un capo di stato straniero, seconda solo a quella tesa al Presidente Ucraino Zelensky il 28 febbraio scorso. Nel corso dell’incontro The Donald si è esibito in una serie di menzogne a dimostrazione dei problemi che ha il presidente USA con la verità.


Lo scorso mercoledì 21 maggio il Presidente Trump ha ricevuto, nello Studio Ovale, il Presidente Sudafricano Cyril Ramaphosa. Per meglio dire, come hanno titolato numerosi quotidiani e agenzie di informazione internazionali, gli ha “teso una imboscata”. Visti i precedenti, c’era da aspettarselo. E, sicuramente, il Presidente Ramaphosa se lo aspettava. Si è sottoposto a questa specie di ordalia con l’obiettivo di ripristinare relazioni diplomatiche e commerciali normali con gli Stati Uniti; relazioni importanti che si sono considerevolmente deteriorate da quando Trump è tornato alla Casa Bianca.  L’incontro ha avuto due fasi: la prima, di fronte alle telecamere, è stata una sceneggiata grottesca nel corso della quale Ramaphosa si è comportato da quell’esperto uomo politico e fine negoziatore che è, mentre  Trump si è comportato … da Trump, inanellando una serie di menzogne spudorate e, fondamentalmente, sciocche tanto erano facili da smascherare.  La seconda fase dell’incontro, lontano dalle telecamere, si è svolta, pare, in modo pacato e potenzialmente costruttivo[1]. Facciamo qualche passo indietro per meglio inquadrare il contesto dell’incontro.

Il 7 febbraio Trump ha firmato l’”Ordine Esecutivo numero 14204” eloquentemente intitolato “Affrontare le vergognose azioni della Repubblica del Sudafrica” [2]. In esso si stigmatizza la “Legge sulla Espropriazione” firmata dal Presidente sudafricano il 20 gennaio; si rimprovera al Sudafrica di avere accusato Israele (e non Hamas) di genocidio di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite; si lamenta il rafforzamento delle relazioni fra Sudafrica e Iran e altro ancora. Come conseguenza, lo stesso Ordine Esecutivo ha sospeso ogni tipo di aiuto statunitense al Sudafrica e ha dato ordine al Segretario di Stato e a quello degli Affari Interni di adottare misure adeguate a favorire il reinsediamento negli Stati Uniti degli Afrikaner, vittime, si legge nell’Ordine, di una “ingiusta discriminazione razziale”.

Il 15 marzo gli Stati Uniti hanno espulso l’Ambasciatore Sudafricano Ebrahim Rasool, che il Segretario di Stato Rubio ha accusato di odiare gli Stati Uniti e Trump e di essere razzista[3].

E veniamo all’incontro del 21 maggio della delegazione sudafricana, guidata dal Presidente Ramaphosa, con quella americana guidata dal Presidente Trump. Della delegazione sudafricana facevano parte anche due campioni di Golf, bianchi, l’uomo più ricco del paese, bianco, e il Ministro dell’Agricoltura, bianco e capo della “Democratic Alliance”, partito sostenuto in gran parte dalla minoranza bianca e partner dell’African National Congress, il partito del Presidente, nel Governo di coalizione uscito dalle elezioni del maggio dell’anno scorso.

Il “Washington Post” ha definito l’incontro una “imboscata offensiva” da parte del presidente americano nei confronti di un capo di stato straniero, seconda solo a quella tesa al Presidente Ucraino Zelensky il 28 febbraio scorso [4].

L’incontro è iniziato in modo quasi cordiale con pacati saluti e innocenti cortesie come le lodi da parte di Ramaphosa all’arredamento dell’Ufficio Ovale. L’atmosfera è cambiata quando Trump ha chiesto che le luci si abbassassero e venisse proiettato un filmato che mostrava immagini relative a quelle che il Presidente Statunitense ha definito “uccisioni di bianchi in Sudafrica”. E’ poi apparso sullo schermo anche il capo del partito sudafricano degli “Economic Freedom Fighters”, Julius Malema, che intonava il canto “Kill the Farmer Kill the Boer” (Uccidi il cointadino, uccidi il boero). Si tratta di un canto dei tempi della lotta contro l’apartheid. L’African National Congress, il partito che fu di Nelson Mandela e guidò la lotta contro il regime segregazionista, ha smesso di intonare quel canto da decenni.  Trump ha poi passato in rassegna una mazzetta di articoli di giornali che riportavano uccisioni di bianchi sudafricani passandoli a Ramaphosa e scandendo, ad ogni passaggio, il macabro mantra: “morte, morte, morte, orribile morte”. Infine, Trump ha menzionato l’espropriazione delle terre dei bianchi da parte del governo grazie alla legge firmata dal Presidente Ramaphosa nel gennaio scorso.

Come spesso gli succede, The Donald, il Bugiardo in Capo, ha ancora una volta evidenziato i problemi che ha con la verità e, di contro, la grande dimestichezza che ha con le menzogne più spudorate. Iniziamo dal “genocidio dei bianchi” che, secondo lui, ha luogo in Sudafrica. Il Sudafrica ha un tasso annuale di omicidi fra i più alti al mondo: 42 per 100.000 persone, circa 75 omicidi al giorno[5]. Trecento anni di dura oppressione coloniale e feroce segregazione razziale non sono estranei a questa drammatica situazione ma non è questa la sede per una analisi di questo tipo. Per avere un termine di paragone: il tasso di omicidi in Italia è pari a 0,57 per 100.000 persone[6]; negli Stati Uniti è di 5,7/100.000 persone[7]. Uno dei membri della delegazione sudafricana, Johann Rupert, l’uomo più ricco del Sudafrica, ha  tentato di spiegare a Trump che, in Sudafrica, la violenza criminale riguarda la totalità della popolazione, indipendentemente dal colore della pelle. Nel 2024 la polizia sudafricana ha registrato 26.232 omicidi a livello nazionale; di questi, otto erano possidenti terrieri bianchi. Anche i dati raccolti dagli stessi agricoltori bianchi non supportano la nozione di genocidio. Il sindacato degli agricoltori Afrikaners, (TLU-SA) ha contato 1.363 contadini bianchi assassinati dal 1990 ad oggi: una media di 40 all’anno, meno dell’1% del totale degli omicidi[8]. Ogni omicidio, ovviamente, è una tragedia ma queste cifre, pur nella loro drammaticità, non suggeriscono, di certo, che in Sudafrica si sia di fronte ad un genocidio dei bianchi.

Anche l’affermazione secondo la quale il governo sudafricano sta espropriando le terre dei bianchi senza compensazione è falsa. La legge emanata nel gennaio scorso, consente al governo sudafricano di espropriare terre, in alcuni casi anche senza compensazione, solo in casi “di interesse pubblico” e solo dopo che una corte abbia approvato tale espropriazione. La legge mira, soprattutto, a terre non sfruttate e a numerosi edifici abbandonati. Il Presidente Ramaphosa, con calma, ha fatto osservare che tutti i governi, incluso quello degli Stati Uniti, hanno leggi che permettono loro di espropriare proprietà private per ragioni di interesse pubblico. Quello che, cortesemente, Ramaphosa non ha detto, è che lo stesso Trump, nel corso del suo primo mandato, espropriò terreni privati per la costruzione del famoso muro ai confini col Messico esaltando il potere governativo di espropriazione senza il quale, disse, “non ci sarebbero strade, autostrade, scuole”[9]. La sua prima Amministrazione intentò almeno 117 cause contro altrettanti proprietari di terre attraverso le quali far passare il muro[10].  Ad ogni modo, fino ad ora, nessuna espropriazione è stata effettuata, in Sudafrica, sulla base della legge approvata in gennaio. Vale la pena ricordare che, 31 anni dopo la fine dell’apartheid, la popolazione bianca, che costituisce meno dell’8% di quella totale, possiede ancora il 70% delle terre coltivabili mentre quella nera, che costituisce circa l’80% di quella totale, ne possiede circa il 4%10. Non pare un dettaglio trascurabile.

Passiamo ad un’altra bufala. Trump ha mostrato un videoclip con una lunga fila di croci bianche ai lati di una strada affermando che si tratta di “luoghi di sepoltura” di contadini bianchi assassinati. Il Presidente Ramaphosa ha affermato di non sapere dove quella lunga fila di croci si trovi. Per forza di cose: quella lunga fila di croci non esiste. O, meglio, non esiste più. Il video risale al settembre 2020. Fu girato nella cittadina sudafricana di Normandien, dopo che due contadini bianchi, i coniugi Rafferty, erano stati uccisi nella loro fattoria nel corso di una rapina.  I loro parenti ed altri contadini piantarono quelle croci in segno di protesta lungo un tratto di strada fra le città di Newcastle e, appunto,  Normandien, a circa cinque ore di auto da Johannesburgh. Per chi le aveva piantate, quelle croci avevano un valore simbolico e miravano a colpire l’opinione pubblica. Non ci sono più da tempo: come ha constatato un inviato della BBC che si è recato sul luogo il 22 maggio. Per la cronaca, i due colpevoli dell’uccisione dei coniugi Rafferty sono stati catturati e condannati: uno all’ergastolo e l’altro a 21 anni di carcere[11].

La bufala seguente è anche più clamorosa. Dopo il video di cui sopra, Trump ha mostrato una fotografia con persone che sollevavano sacchi per cadaveri affermando che contenevano cadaveri di bianchi sudafricani assassinati. In realtà l’immagine è uno screenshot tratto da un filmato della Reuters che mostra operatori sanitari che seppelliscono cadaveri a Goma, il capoluogo della Provincia del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, dove alla fine di gennaio si sono svolti aspri combattimenti fra l’esercito congolese e i ribelli del “Movimento 23 Marzo” che ha poi conquistato la città11.

Nonostante l’imboscata, nonostante le clamorose e spudorate menzogne messe in scena da Trump davanti alle telecamere, pare che, a telecamere spente, durante e dopo il pranzo di prammatica, le due delegazioni si siano parlate in modo pacato e civile. Tanto che il Presidente Ramaphosa ha definito l’incontro sostanzialmente positivo. Ricordiamo che Cyril Ramaphosa ha guidato per anni il COSATU, il più importante sindacato sudafricano, e che, per le sue doti, Nelson Mandela lo mise a capo del team che negoziò la fine dell’apartheid. Durante l’incontro alla Casa Bianca, nonostante qualche momento di imbarazzo, Ramaphosa ha mantenuto una calma olimpica, non ha mai alzato la voce, ha mostrato fermezza e dignità. Ha ribattuto in modo pacato alle provocatorie menzogne del Bugiardo in Capo. Interrogato dai giornalisti dopo l’incontro, ha affermato che nelle prossime settimane si discuteranno accordi commerciali fra Stati Uniti e Sudafrica e che, probabilmente, il Presidente Trump, contrariamente a quanto precedentemente affermato, parteciperà all’incontro del G20 che si terrà a Johannesburgh il 22 e il 23 novembre prossimi[12]. Si vedrà.

Riferimenti

[1] Daily Maverick, May 22nd 2025, Oval Office Drama Notwithstanding, the door to the White House has been opened to SA, Oval Office drama notwithstanding, White House door has been opened for SA

[2] The American Presidency Project, February 7th 2025, Executive Order 14204-Addressing Egregious Actions of the Republic of South Africa, Executive Order 14204—Addressing Egregious Actions of the Republic of South Africa | The American Presidency Project

[3] BBC, March 15th 2025, South African Ambassador “no longer welcome” in Us, Rubio says, South African ambassador ‘no longer welcome’ in US, Rubio says

[4] Washington Post, May 22nd 2025, “Unpacking Trump’s obsession with ‘dead White farmers”, Opinion | Why Trump is obsessed with ‘dead White farmers’ – The Washington Post

[5] Business Tech, February 21st 2025, South Africa’s Murder Nightmare, South Africa’s murder nightmare – BusinessTech

[6] ISTAT, 2024, VITTIME DI OMICIDIO | ANNO 2023, Report_Vittime-di-omicidio_Anno-2023.pdf

[7] Washington Post, September 23rd 2024, With crime on the election agenda, FBI gives final 2023 crime stats, FBI data confirms drop in crime in U.S. in 2023 – The Washington Post

[8] Reuters, May23rd 2025, A check of Trump’s false claims about white genocide in South Africa, https://www.reuters.com/world/us/trump-makes-false-claims-white-genocide-south-africa-during-ramaphosa-meeting-2025-05-21/

[9] New York Times, May 21st 2025, When Trump was the one taking land from farmers, When Trump Was the One Taking Land From Farmers – The New York Times

[10] New York Times, November 28th 2020, A rush to expand the border wall that many fear is here to stay, A Rush to Expand the Border Wall That Many Fear Is Here to Stay – The New York Times

[11] BBC May 22nd, On the South African road incorrectly identified as a ‘burial site’ by Trump, Trump-Ramaphosa meeting: The South African road incorrectly identified as a ‘burial site’ by US president

[12] Associated Press, May 22nd 2025, “Into the mouth of Trump hell”? Saouth African President says White House meeting wasn’t so dramatic, https://apnews.com/article/ramaphosa-trump-white-house-south-africa-61f31db77b3650cbb2abfa8945d365b5

fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2025/05/il-sudafrica-e-le-balle-di-the-donald/

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