in PRIMO PIANO

  • In tante e in tanti abbiamo deciso di promuovere a Roma la II Conferenza nazionale autogestita per la Salute Mentale per concomitanti eventi e manifestazioni abbiamo dovuto spostare la data (prevista il 22 e 23 novembre) al 6 e 7 DICEMBRE 2024 SOTTOSCRIVI L’APPELLO che convoca la Conferenza e CONFERMA LA TUA PARTECIPAZIONE   QUI in preparazione della Conferenza si è svolta un ASSEMBLEA sabato 21 settembre: VIDEO e si svolge un ASSEMBLEA il 24 ottobre a Carpi (e online: a breve le INFO) —> Al termine di un lungo percorso di assemblee partecipate abbiamo deciso di convocare la II Conferenza Nazionale nel centenario della nascita di Franco Basaglia, protagonista della “rivoluzione” nell’assistenza alle persone con disturbo mentale che ha portato alla legge di riforma del 1978. Con quell’atto di abolizione dei manicomi e di impostazione territoriale delle cure e dell’assistenza sono stati restituiti diritti e cittadinanza alle persone con sofferenza mentale, contrastando ogni forma di esclusione collegata a disabilità psico-sociale e si è spezzato l’infondato binomio malattia mentale/pericolosità sociale. —> Sappiamo bene che la riforma ha sofferto di una mancata applicazione uniforme nel paese, ma riconosciamo la forza e l’attualità del pensiero e dell’opera di Franco Basaglia e di quanti, tra operatori, familiari e cittadini, si sono spesi in tutti questi anni per creare processi liberatori ed emancipativi realizzando possibilità di cura nei luoghi di vita delle persone. —> Oggi viviamo però una drammatica situazione di arretramento. La debolezza culturale, organizzativa e di risorse dei Dipartimenti di Salute Mentale espone sempre più le persone con sofferenza, i loro familiari e la comunità tutta ad una condizione di abbandono, a prestazioni frammentate, per lo più farmacologiche, all’internamento in strutture residenziali istituzionalizzanti e cronicizzanti. Permangono, quando non crescono, stigma e pratiche non rispettose dei diritti fondamentali, la più estrema delle quali è la contenzione meccanica. Gravissima è la situazione nelle carceri e nel sistema di accoglienza per i migranti, in particolare nei Centri di Permanenza e Rimpatrio, dove la salute mentale delle persone ristrette e del personale sono costantemente messe a rischio. Mentre aumentano la povertà e l’insicurezza sociale, le operatrici e gli operatori del servizio pubblico, delle cooperative sociali, dell’organizzazioni del terzo settore operano in condizioni difficili, perfino di precarietà, che si riflettono sulla qualità della presa in carico e sulla qualità delle cure. Così anche le esperienze più qualificate e avanzate rischiano di arretrare. —> Questa situazione è ulteriormente compromessa dalla grave crisi del nostro Servizio Sanitario Nazionale, indebolito da tagli e da spinte privatistiche, mentre si sfalda la rete dei Servizi Sociali nei territori. Neppure la tragedia della pandemia ha portato ad incrementare gli investimenti per la sanità pubblica e per il sociale, decisi nel 2020 e 2021 per fronteggiare l’emergenza, e rilanciati con il PNRR. Pensavamo che fosse ovvio e scontato rendere strutturali quegli interventi, invece così non è stato, anzi. —> Di fronte a questa situazione, invece di potenziare e finanziare le tante opportunità offerte dalla legge 180, sperimentate con successo in molte realtà del nostro paese, vengono presentati in Parlamento disegni di legge che offrono ricette vecchie e fallimentari. È quello che abbiamo denunciato nel recente appello Fermare una tragica nostalgia di manicomio. E reagire. Di fronte a questa situazione il Governo, ma anche molte Regioni, sono inerti o intervengono con manovre che ci riportano indietro nel tempo e non vengono realmente incontro ai bisogni vecchi e nuovi dei cittadini di tutte le età. —> Di fronte a questa situazione vogliamo reagire: ecco perché convochiamo la II Conferenza nazionale autogestita per la Salute Mentale. La Conferenza vuole riproporrre uno stato di mobilitazione sociale PER sostenere rivendicazioni chiare, PER affermare il diritto alla tutela della salute mentale e alle cure, PER costruire alleanze e strategie di promozione dei diritti, PER riportare speranza e ricondurre all’ottimismo delle pratiche reali di emancipazione. La II Conferenza Nazionale autogestita si prefigge di: ➔    Valutare lo stato delle politiche e dei servizi, rilanciare il diritto alla tutela della salute mentale e alle cure che veda protagoniste le persone con esperienza e i familiari, proporre l’aggiornamento dei LEA e la formulazione di un Nuovo Piano Nazionale. ➔    Riorientare i Dipartimenti di Salute Mentale verso una cultura, un’organizzazione, una pratica di prossimità, radicata nel territorio, rispettosa delle norme internazionali sui diritti umani delle persone con disabilità, capace di garantire nella e con la comunità percorsi di presa in cura nell’ambiente di vita, anche durante le fasi critiche e di acuzie, attraverso progetti personalizzati finalizzati alla ripresa e all’emancipazione delle persone, prevenendo qualsiasi forma di istituzionalizzazione, con una specifica attenzione alle persone più a rischio di esclusione, ai bambini e ai giovani. ➔    Garantire ai Centri di Salute Mentale il ruolo di registi del sistema di cure in un territorio definito, con personale adeguato per numero, formazione, ruolo professionale. Servizi a bassa soglia, organizzati sulle 24 ore e con un’elevata capacità di promuovere integrazione sociale, sanitaria, lavorativa, abitativa. ➔    Abolire qualsiasi trattamento inumano e degradante, a partire dalla contenzione meccanica, e ogni forma di segregazione; ridurre i trattamenti senza consenso; garantire alle persone in cura l’esercizio dei diritti compreso le relazioni con le persone significative. ➔    Promuovere la partecipazione delle persone utenti dei servizi, dei familiari, delle associazioni che operano per la piena tutela della salute mentale e dei diritti umani, negli organi decisionali, favorendo la partecipazione attiva volontaria dei cittadini/e alle attività dei servizi, come insegnano tante esperienze nazionali e internazionali sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. ➔    Sviluppare nei servizi la qualità dei luoghi, delle relazioni, delle risposte insieme all’apertura costante alle comunità locali, come garanzia per la sicurezza degli operatori/trici e delle persone utenti. ➔    Stanziare un finanziamento adeguato per i Dipartimenti che assicuri il personale necessario e crei condizioni di lavoro rispettose dei bisogni e dei diritti di chi vi lavora e di chi usufruisce dei servizi offerti. ➔    Portare a termine la riforma che ha chiuso gli OPG con la L 81/2014, attraverso una legge che intervenga sulla non imputabilità per infermità mentale. ➔    Garantire il diritto alla tutela della salute mentale per le persone ristrette negli istituti penitenziari, favorendo programmi rieducativi, formativi e di inserimento al lavoro finalizzati alla costruzione di percorsi di inclusione sociale alternativi alla detenzione. ➔    Garantire la tutela della salute mentale per le persone ristrette senza aver commesso alcun reato nei Centri di Permanenza e Rimpatrio per i Migranti. ➔    Utilizzare gli strumenti esistenti della coprogrammazione e della cogestione per ridisegnare […]

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  • Ripubblichiamo il documento OECD “Italia: Profilo della sanità 2023”, in attesa dell’aggiornamento 2024, considerandolo di assoluta attualità (SOS Sanità)  Questo profilo, sviluppato nel contesto più ampio dell’iniziativa “Lo stato della salute nell’UE”, fornisce una panoramica concisa delle politiche sanitarie e dello stato del sistema sanitario in Italia. Il profilo presenta un’analisi sintetica che abbraccia i seguenti aspetti chiave: lo stato attuale della salute in Italia; i determinanti della salute, con particolare attenzione ai fattori di rischio comportamentali; l’organizzazione del sistema sanitario italiano, e una valutazione della sua efficacia, accessibilità e resilienza. Inoltre, l’edizione del 2023 presenta una sezione tematica sullo stato della salute mentale e dei servizi correlati in Italia. Questo profilo è il frutto del lavoro collaborativo dell’OCSE e dell’Osservatorio Europeo sui Sistemi e le Politiche Sanitarie, realizzato in cooperazione con la Commissione Europea.   Risultati principali ===> Nel 2022 la speranza di vita alla nascita in Italia, pari a 83,0 anni, è risultata la terza più elevata dell’UE… ===> Circa un terzo di tutti i decessi in Italia può essere attribuito a fattori di rischio comportamentali… ===> La spesa sanitaria italiana, sia in percentuale del PIL che in termini pro capite, è inferiore alla media UE, principalmente per effetto di una spesa pubblica relativamente contenuta… ===> Nonostante il grave impatto sulla mortalità della pandemia, nel 2020 l’Italia ha registrato uno dei tassi di mortalità per cause prevenibili più bassi dell’UE… ===> Nel 2021, l’Italia era in linea con la media UE per densità di medici e al di sotto di essa per densità di infermieri… ===> Nel 2021, la percentuale di Italiani che ha riportato bisogni di assistenza sanitaria insoddisfatti era bassa e in linea con il periodo pre-pandemia; il costo era il loro determinante principale… ===> Il peso dei disturbi di salute mentale in Italia è paragonabile alla media UE… leggi “State of the Heath in EU Italia” – Profilo della sanità 2023 (traduzione in italiano) fonte: https://www.oecd.org/it/publications/italia-profilo-della-sanita-2023_1e266bea-it.html

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  • Sono online i nuovi dati 2022-23 su alcuni importanti aspetti della vita quotidiana degli over 65enni. Dalle interviste emerge che circa 17 persone su 100 sono fragili e 14 su 100 disabili. Inoltre, una persona su 4 ha almeno un problema di tipo sensoriale (vista, udito o masticazione) che non risolve neppure con il ricorso ad ausili, come occhiali, apparecchio acustico o dentiera. Infine, l’87% degli intervistati riferisce di aver fatto uso di farmaci nella settimana precedente l’intervista e quasi la metà di loro di averne assunti di almeno 4 diverse tipologie. Per approfondire consulta le pagine di PASSI d’Argento dedicate a:  fragilità e disabilità; problemi di vista, udito e masticazione; uso dei farmaci. Leggi anche il Primo Piano pubblicato in occasione della Giornata internazionale delle persone anziane. fonte:https://www.epicentro.iss.it/

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  • Le stragi ci insegnano che la guerra totale non esclude nessuno e che i civili diventano obiettivi primari degli eserciti regolari nel conflitto. È, quindi, dentro questo tempo presente che la memoria di Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto diventano indispensabili: per discernere due campi inconciliabili e scegliere da quale parte stare. Il disconoscimento delle radici fondative della Repubblica non è finalizzato “soltanto” ad una revisione strumentale della storia. È una battaglia un’azione volta al controllo del tempo presente. La memoria delle stragi ci insegna quindi che nessuna conquista di libertà e di democrazia è per sempre. Per queste ragioni, lo Spi Cgil nazionale insieme allo Spi della Toscana e a quello dell’Emilia Romagna ricorderà l’anniversario delle Stragi di Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto nelle giornate del 17 e 18 ottobre prossimi. “È questo il fiore” è il titolo dell’iniziativa che partirà dall’Ossario di Sant’Anna di Stazzema per concludersi nel Parco Storico di Monte Sole. Scarica la locandina FONTE: https://spi.cgil.it/blog/800-anniversario-sant-anna-e-marzabotto

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  • La relazione tra Salute e Cultura è un tema di grande interesse e innovazione a livello internazionale, europeo e italiano e si sono avviati, nel tempo, un confronto culturale vivace e una pluralità di esperienze e ricerche. Affinché chiunque possa comprendere il valore, prendere spunto e creare alleanze nel proprio contesto di vita o di lavoro per co-costruire percorsi progettuali per la promozione della salute realizzati con le arti e la cultura, DoRS mette a disposizione documenti e risorse. Questi sono una selezione delle principali e più recenti evidenze scientifiche, raccomandazioni, strumenti di lavoro e approfondimenti che riguardano la relazione virtuosa e salutogenica tra interventi artistici e culturali e la salute nelle sue diverse dimensioni – dal ben-essere alla qualità e dignità della vita. Le risorse documentali sono organizzate in due blocchi: le evidenze scientifiche – comprende report che indicano le prove di efficacia derivanti da studi di letteratura rigorosi e gli approfondimenti con metodi, strumenti, analisi e raccomandazioni per la pratica. LE EVIDENZE SCIENTIFICHE REPORT UCL E SCHEDE DI SINTESI TEMATICHE, 2023 Fancourt D, Bone JK, Bu F, Mak HW, Bradbury A. The Impact of Arts and Cultural Engagement on Population Health: Findings from Major Cohort Studies in the UK and USA 2017 – 2022. London: UCL; 2023 March. Il report dell’UCL – University College of London presenta i risultati di un’ampia scoping review longitudinale: dal 2017 al 2022 sono stati raccolti e analizzati i dati derivanti da circa una dozzina di studi di coorte realizzati negli Stati Uniti e nel Regno Unito che hanno seguito per decenni le attività e lo stato di salute e benessere di circa 23.000 persone e rilevato gli effetti a lungo termine della partecipazione ad iniziative artistiche e culturali. Il report descrive i diversi impatti sulla salute che la partecipazione ad attività artistiche e culturali ha nelle varie fasi di vita: salute sociale per i bambini e gli adolescenti, salute mentale in età adulta e nella terza età, generale riduzione della fragilità e allungamento della vita, diminuzione delle disuguaglianze. La finalità del report è aiutare i decisori politici, i professionisti del mondo sanitario e scolastico, e del mondo dell’arte e della cultura a comprendere appieno gli effetti a lungo termine della cultura e dell’arte sulla salute e il benessere e nella cura e a sostenerli nel fare scelte più consapevoli ed efficaci nelle politiche, nei programmi e nei progetti. Articolo di presentazione a cura di DoRS e traduzione delle schede di sintesi tematiche (in italiano). Allegati –Report completo (in inglese); –Scheda Disuguaglianze nell’accesso (in inglese); –Scheda Arti e invecchiamento (in inglese); –Scheda Arti e salute mentale (in inglese); –Scheda Arti e giovani (in inglese) REPORT CULTURE FOR HEALTH E SINTESI, 2022 Zbranca, R., Dâmaso, M., Blaga, O., Kiss, K., Dascl, M. D., Yakobson, D., & Pop, O. (2022). CultureForHealth Report. Culture’s contribution to health and well-being. A report on evidence and policy recommendations for Europe. CultureForHealth. Culture Action Europe. A dicembre 2022 il gruppo di ricercatori di CultureForHealth (progetto finanziato dalla Commissione Europea per promuovere politiche intersettoriali tra cultura, sociale e salute) ha pubblicato una Scoping Review che aggiorna e amplia il Report OMS n. 67 (2019). La scoping review ha analizzato un totale di 310 studi con metodologie molto diverse, tra cui meta-analisi, revisioni sistematiche, scoping reviews, studi controllati randomizzati (RCT), studi osservazionali non randomizzati/quasi-sperimentali, studi a metodologia mista, testi, documenti di opinione di esperti e studi qualitativi. Oltre a riportare le evidenze scientifiche, sono state individuate e argomentate otto sfide importanti del prossimo futuro e sono state fornite quattro raccomandazioni politiche per valorizzare il potere delle arti e della cultura nel promuovere salute, sostenere le cure in caso di malattia e nel contrastare le disuguaglianze di salute. Allegati – Sintesi (in italiano); a cura di CCW – Report completo (in inglese); – Sintesi (in inglese) REPORT OMS N.67, 2019 Fancourt D, Finn S. What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review. Copenhagen: WHO Regional Office for Europe; 2019 (Health Evidence Network – HEN synthesis report 67) Può essere considerato la pietra miliare nel settore di studi. È infatti la prima raccolta di oltre 3000 studi che hanno messo in evidenza il ruolo determinante delle arti per quanto riguarda la prevenzione delle malattie, la promozione della salute e il trattamento e la gestione delle patologie che si manifestano nel corso della vita. Il focus specifico riguarda la Regione Europea dell’OMS. Le evidenze esaminate derivano da differenti disegni di studi, come: studi pilota non controllati, case study, indagini trasversali di piccola scala, studi di coorte longitudinali rappresentativi a livello nazionale, etnografie su scala comunitaria e trial randomizzati e controllati afferenti a diverse discipline. Allegati – Report (in italiano); a cura di Dors, CCW, SCT Centre, MaMD – Report (in inglese) GLI APPROFONDIMENTI TEATRO, COMUNITÀ E INNOVAZIONE. VENTI ANNI DI SCT CENTRE, 2024 Pontremoli A, Rossi Ghiglione A, Alonzo G (a cura di), Teatro, Comunità e Innovazione. Venti anni di SCT Centre, Pubblico, professioni e luoghi della cultura, FrancoAngeli, 2024 Il Social Community Theatre Centre, nato nel 2003 dall’incontro tra l’Università di Torino, Corep e il Teatro Popolare Europeo, è da sempre all’avanguardia nello sviluppo di progetti di arti performative con un impatto trasformativo sulle persone e sui luoghi che abitano con un’attenzione sensibile al rapporto tra ben-essere, salute e qualità della vita e ai determinanti che favoriscono l’inclusione e l’equità. Attraverso la metodologia del Teatro Sociale di Comunità, di cui è ideatore, il Centro sviluppa progetti intersettoriali di innovazione culturale e sociale, formazione, valutazione. Per i suoi venti anni di attività, SCT Centre ha invitato alcuni studiosi e ricercatori a identificare e analizzare i punti di forza di questa molteplice attività. I contributi sono stati raccolti nel volume Teatro, Comunità e Innovazione. Venti anni di SCT Centre che è disponibile in formato open access. MANIFESTO CULTURA E SALUTE – REGIONE PUGLIA, 2024 La Regione Puglia, dopo un processo di consultazione partecipata, in data 25/06/2024 ha approvato con delibera il Manifesto pugliese per il Welfare Culturale. L’obiettivo è rendere l’offerta culturale orientata al ben-essere delle persone e delle comunità. Arti performative, arti visive e patrimonio artistico-culturale come […]

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  • INVECCHIAMENTO ATTIVO, HAPPYAGEING FESTEGGIA 10 ANNI DI ATTIVITÀ. MACCHIA: “ORGOGLIOSI DI AVER ACCESO ANTETEMPO I RIFLETTORI SU UN TEMA OGGI CENTRALE. NOSTRO IMPEGNO PROSEGUE, PRONTI A DARE UN CONTRIBUTO PER POLITICHE IN DIFESA DEL BENESSERE A 360° DEI LONGENNIALS” Conversano: “Puntiamo a rendere più forte ed efficace il dialogo tra istituzioni centrali e Regioni per migliorare le coperture vaccinali degli anziani” Nel corso della terza edizione degli Stati Generali presentato il “Libro Bianco sull’Attività fisica per l’invecchiamento in salute”  HappyAgeing – Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo ha tagliato il traguardo dei dieci anni di attività e ha celebrato il primo decennale in occasione degli Stati Generali dell’Invecchiamento Attivo, giunti alla terza edizione e dedicati quest’anno a “Longevità: conquista, rischi e opportunità”. L’evento, che si è tenuto a Roma in occasione della Festa dei nonni e ha ottenuto il patrocinio dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità, ha visto esperti, rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati confrontarsi su temi quali l’evoluzione della longevità nel tempo, le vaccinazioni nell’anziano, le politiche sull’invecchiamento attivo e l’attività fisica. Proprio quest’ultima è stata oggetto di un vasto approfondimento nel Libro Bianco sull’Attività fisica per l’invecchiamento in salute, presentato e discusso nel corso del dibattito. “Siamo molto felici di festeggiare i primi dieci anni di attività di HappyAgeing, una sfida in cui abbiamo molto creduto sin dal primo momento e il cui presupposto fondante, l’invecchiamento attivo, si è rivelato non solo una speranza, ma una vera e propria visione del futuro – ha affermato Francesco Macchia, Direttore di HappyAgeing – Oggi l’invecchiamento attivo è il fulcro intorno a cui ruotano le politiche attuali e future dedicate alla terza età, dal momento che tutti gli studi statistici e le proiezioni ci parlano di una popolazione che vivrà sempre più a lungo e con una fetta di longennials sempre più ampia. Siamo orgogliosi di constatare che HappyAgeing sia stata tra le prime realtà ad accendere i riflettori sul tema dell’invecchiamento attivo, sfidando il nostro Paese ad aggiungere vita agli anni e non solo anni alla vita”. Nel corso di questi dieci anni, ha ricordato il Direttore dell’Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo, “HappyAgeing ha lavorato molto sull’importanza delle vaccinazioni per proteggere la popolazione anziana, ha avviato una proficua collaborazione con il mondo sindacale, è entrata a far parte dell’IFA – International Federation on Ageing e della coalizione Age-It, ha dato il proprio contributo per la stesura del DDL Anziani varato nel 2023 ed è attualmente impegnata nell’avviare e sostenere una interlocuzione costante tra il Ministero della Salute e le Regioni per la promozione della salute degli over 65. Forti del lavoro svolto fino ad ora, vogliamo continuare a portare il nostro contributo, come fatto in occasione del dibattito sul DDL Anziani, nell’elaborazione di politiche e strategie che guardino sempre più al benessere complessivo della popolazione anziana. Dobbiamo infatti tenere in conto, con crescente consapevolezza, che i longennials saranno sempre più protagonisti della vita del nostro Paese, per numerosità e per aspettativa di vita. Non si può più pensare di relegarli ai margini, pensando solo alla loro salute fisica. La sfida che ci attende è quella di politiche di più ampio respiro, che considerino gli anziani un grande patrimonio del nostro Paese, da tutelare e valorizzare”. L’immunizzazione dell’anziano ha rappresentato sin dal principio uno dei pilastri dell’attività di HappyAgeing, con diverse campagne di sensibilizzazione incentrate sull’invito agli over 65 a vaccinarsi. “Oggi l’impegno dell’Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo in questo campo si sta spostando su un piano più istituzionale, facendosi promotore di una maggiore collaborazione tra Ministero della Salute, Regioni ed Enti locali che traduca in azioni concrete e capillari quanto contenuto e previsto dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) – ha spiegato Michele Conversano, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di HappyAgeing – Occorre che si stringa un’alleanza proficua e duratura nel tempo tra istituzioni centrali e locali per ridurre, fino ad azzerare, le profonde differenze territoriali che si registrano sia in termini di vaccinazioni offerte che di coperture vaccinali – per malattie come l’influenza, il Covid, il virus respiratorio sinciziale, l’herpes zoster e la polmonite pneumococcica – implementando strumenti come la Chiamata attiva. Quest’ultima – ha tenuto a sottolineare Conversano – ha ampiamente dimostrato il proprio valore in termini di aumento delle coperture vaccinali, come si evince dal documento di approfondimento che HappyAgeing le ha dedicato, il Position Paper ‘Strategia di Chiamata attiva per le vaccinazioni dell’anziano’ presentato lo scorso gennaio. Un altro punto su cui è necessario lavorare è il progetto di un ‘Calendario della vita’ che allarghi la prospettiva del calendario vaccinale suddiviso per fasce di età e lo trasformi in una mappa degli appuntamenti di salute della vita di ciascuno. Così che ogni cittadino possa sapere sempre quali strategie di prevenzione applicare per contribuire, in modo attivo, a migliorare la vita propria e dell’intera comunità. In questo modo, il calendario vaccinale rientrerebbe in una strategia di prevenzione più ampia”. L’attività fisica è un elemento imprescindibile per mantenersi in buona salute, sia a livello fisico che mentale: una consapevolezza che ha improntato l’attività di HappyAgeing sin dalla sua fondazione. I Dati di Passi d’Argento (Epicentro, 2024) mettono in evidenza che in Italia quasi il 40% degli ultra 65enni raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS, il 22% è definibile come “parzialmente attivo”, mentre il 38% risulta completamente sedentario. La quota di sedentari non sembra solo legata all’età e al genere (maggiore tra le donne), ma anche alle difficoltà economiche, a un basso livello di istruzione o al vivere da soli. Solo il 27% degli ultra 65enni, infine, ha ricevuto da parte di un medico o di altro operatore il consiglio di fare attività fisica. Sono alcuni dei dati riportati nel Libro Bianco sull’Attività fisica per l’invecchiamento attivo, presentato nel corso degli Stati Generali. “La sedentarietà e l’inattività fisica hanno effetti negativi sulla salute con ripercussioni sui sistemi sanitari, sull’ambiente, sullo sviluppo economico, sul benessere della comunità e degli individui e sulla qualità della vita – ha sostenuto Maurizio Massucci della SIMFER – Società Italiana di Medicina […]

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  • “Un anno fa il governo approvò il decreto Caivano e, a 365 giorni di distanza, si possono vedere tutti i risultati negativi di un provvedimento che – e lo avevamo già detto a suo tempo – sta trasformando drasticamente il sistema della giustizia minorile, allontanandolo da quel modello che aveva attirato le attenzioni dell’Europa, spostandolo verso un modello criminalizzante, carcerocentrico e purtroppo privo di prospettive, come è troppo spesso già la detenzione per gli adulti in Italia”. A dirlo è Susanna Marietti, coordinatrice nazionale e responsabile dell’osservatorio sulle carceri minorili di Antigone. Innanzitutto i numeri. Al 15 settembre erano 569 i ragazzi reclusi negli IPM, il numero più alto mai fatto registrare. Dall’insediamento dell’attuale governo nell’ottobre 2022, le presenze nelle carceri minorili sono aumentate di quasi il 50%. Così come il numero più alto mai registrato è quello degli ingressi nelle carceri minorili, ben 889 fino a questo punto dell’anno. I posti in IPM sono 516 e il tasso di affollamento medio è dunque pari al 110%: dei 17 IPM presenti sul territorio, ben 12 ospitano più persone di quelle che dovrebbero. Nei 5 Istituti attualmente non sovraffollati, si registra comunque una situazione assai precaria, essendo tutti al limite della capienza. Per far fronte al sovraffollamento sono state aggiunte brandine da campeggio e in alcuni casi anche materassi per terra. La presenza negli IPM oggi è fatta soprattutto di ragazzi e ragazze minorenni che rappresentano il 61% del totale dei reclusi. Un trend invertito rispetto a poco tempo fa, quando ad essere in maggioranza erano i giovani adulti (ragazzi fino a 25 anni che erano entrati nel sistema della giustizia minorile da minorenni). ll DL Caivano ha infatti reso più facile il trasferimento dei ragazzi che hanno compiuto la maggiore età a un carcere per adulti, misura troppo spesso applicata per problemi di sovraffollamento o per gestire situazioni problematiche, ma che va a interrompere un percorso educativo magari risalente e rende ben più difficile la reintegrazione sociale del giovane. “I numeri – sottolinea ancora Susanna Marietti – crescono proprio per effetto del Decreto Caivano, approvato per rispondere ad una presunta emergenza criminalità minorile che i dati ci dicono non esistere. Nel 2023, infatti, i ragazzi denunciati e/o arrestati sono diminuiti del 4,15% rispetto al medesimo dato raccolto nel 2022, permanendo ad un livello che già in passato era stato registrato, senza che questo avesse portato a stravolgere il sistema della giustizia minorile creando una situazione di malessere generalizzato. Proprio questo malessere è sfociato in numerosi atti di protesta che hanno coinvolto la quasi totalità degli istituti minorili presenti in Italia. Proteste che dovrebbero portare ad ascoltare questi ragazzi, capire cosa hanno da dire, mentre il messaggio implicito che arriva sembra essere quello del teneteli voi, neutralizzateli, senza preoccuparsi del loro futuro e del loro recupero sociale”. A questo link il dossier completo. A questo link il video completo della conferenza stampa. fonte: https://www.antigone.it/news/3561-carceri-antigone-dal-decreto-caivano-il-sistema-della-giustizia-minorile-e-in-crisi

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  • Il quadro che emerge dal Piano Strutturale di Bilancio ripropone le politiche di austerità che hanno già, in passato, indebolito il nostro sistema sociosanitario: tagli alla spesa pubblica, nessuna attenzione destinata al welfare, in particolare alla sanità pubblica, come inesistente è l’idea di investire sul personale che quotidianamente garantisce i beni e i servizi pubblici nel nostro Paese. Per queste ragioni, le categorie del pubblico impiego di Cgil e Uil, hanno ritenuto non rinviabile un segnale di forte contrarietà alle politiche che su questi settori sono state realizzate con lo scopo di rivendicare un cambio di passo proprio nella discussione della legge di bilancio. Saranno in piazza sabato 19 ottobre per rimettere in moto un sistema bloccato che fa fatica a garantire tutti i giorni diritti fondamentali, per qualificarne le prestazioni attraverso un adeguato riconoscimento salariale che non può rassegnarsi a certificare la perdita di dieci punti percentuali a causa dell’inflazione. Il rinnovo dei CCNL del settore pubblico è una delle vertenze cruciali nella più generale vertenza sui salari, che vedono il Governo non dare risposte adeguate. Risposte che non arrivano nemmeno dalle parti datoriali private. Il rilancio del Servizio sanitario nazionale non è più rinviabile: le condizioni in cui versano i pronto soccorso e gli operatori sanitari, la carenza dell’assistenza territoriale, il prolungamento delle liste d’attesa, le mancate risposte a non autosufficienza e disabilità, giorno dopo giorno, rappresentano una minaccia per milioni di cittadini che in molti casi hanno smesso di curarsi; rappresentano una delle basi del progressivo impoverimento di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati costretti a fare sempre maggiori sacrifici economici per affrontare la propria cura o quella dei propri cari. La crisi che stiamo attraversando e le rinnovate politiche di austerità toccano non solo la sanità, ma tutti i settori pubblici: quelli dello Stato come quelli del sistema delle autonomie locali, così come i settori della sicurezza e la sicurezza sul lavoro. La carenza di personale è ormai una regola e le condizioni di lavoro continuano a peggiorare esponendo parte del personale dei servizi pubblici a rischi e aggressioni. La precarietà è sempre più presente e condanna intere generazioni all’incertezza permanente. E sempre più cresce e si diffonde il progetto di privatizzazione di servizi essenziali. Per invertire questa condizione e rafforzare il sistema dei servizi pubblici CGIL e UIL rivendicano: un piano straordinario di assunzioni e l’incremento delle risorse destinate ai rinnovi dei CCNL 2022/2024 aumentare il finanziamento del SSN, sia in termini assoluti che in rapporto al PIL per abbattere le liste d’attesa rilanciare il ruolo e la funzione dell’assistenza territoriale, adeguando contestualmente la rete ospedaliera costruire e rafforzare le reti di sostegno alle persone anziane, a partire dalla garanzia di risorse per la non autosufficienza e dal miglioramento della normativa contrastare i processi di privatizzazione stabilizzare i precari A questi obiettivi non possiamo non collegare la nostra battaglia per il contrasto all’attuazione dell’autonomia differenziata che ci ha visti protagonisti nella raccolta firme per il referendum che ne chiederà l’abrogazione. Il diritto alla salute, a servizi pubblici efficaci, il diritto a salari dignitosi sono pilastri fondamentali della nostra società, diritti universali sanciti dalla nostra Costituzione che acquisiscono un valore ancor più crescente in un contesto socioeconomico complesso come quello attuale.  

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  • Padova Fiere – Padiglione 11 – Sala B Per info e prenotazioni clicca QUI «Noi psichiatri abbiamo il vantaggio che in qualunque istituzione psichiatrica andiamo, troviamo sempre la stessa faccia, lo stesso malato, cioè il malato dell’ospedale psichiatrico. Hanno tutti la stessa faccia, sembrano che abbiano tutti la stessa malattia: in effetti questa malattia è il prodotto dell’istituzione». A cento anni dalla nascita di Franco Basaglia, quale traiettoria è possibile tracciare di una delle personalità più influenti della psichiatria italiana del XX secolo? Questo libro prova a rispondere con l’aiuto di tre nuovi documenti emersi dagli archivi e mai pubblicati fino a ora. Tre inediti che consentono di entrare nel vivo dell’esperimento che nei primi anni settanta preparava il terreno all’abolizione dei manicomi e alla nascita dei servizi di salute mentale. «Abbiamo iniziato a fare quello che ritenevamo impossibile – scrive Basaglia – cioè trasformare una istituzione da violenta e bruta e mortificante in un’istituzione dove ci fosse la possibilità di chiamare un uomo “uomo”». La persona che è diventata il simbolo di questa battaglia viene qui presentata come un corpo e un pensiero collettivi. Nel libro vengono raccolti infatti interventi dal tono discorsivo in cui Basaglia compare in relazione e rapporto con altre voci, quelle di Franca Ongaro, Michele Risso e altri protagonisti del movimento antimanicomiale. Il saggio introduttivo di Marica Setaro e le note ai testi guidano il lettore nell’esplorazione di momenti, contesti e figure che raramente sono stati messi a fuoco. I dialoghi colpiscono perché mostrano una discussione aperta che coinvolgeva le assemblee di gruppo e che, a distanza di cinquant’anni, ci fa cogliere le contraddizioni che il nome Basaglia riassumeva in sé. La posta in gioco è alta: il senso di es¬sere psichiatri mentre si scardina l’impianto della psichiatria stessa; la fatica di rendere l’esperienza di Trieste un modello costruttivo dove imparare a praticare una Emerge da questi tre scritti un uomo e uno psichiatra a cui non sfugge il rischio che il suo nome possa diventare soltanto un simulacro di libertà. Così come risalta la consapevolezza della lunga marcia che ancora attende quanti vorranno lasciare il segno effettivo di una trasformazione politica, ma non solo. Più volte Basaglia sottolinea il peso scientifico e culturale di questo processo: quali logiche e quali metodi prenderanno il suo posto? Ieri come oggi sono domande cruciali per rispondere al «problema psichiatrico». psichiatria senza manicomio; la necessità storica che la parola «cura» significhi restituzione di dignità, diritti e soggettività ai «dannati della terra». Con: Alberta Basaglia Alberta Basaglia, psicologa, è responsabile del Servizio partecipazione giovanile e Cultura di pace del Comune di Venezia, dove, dal 1980, ha guidato il Centro donna e il Centro antiviolenza. Ha una lunga esperienza di lavoro sulle tematiche legate al contrasto… Leggi di più Franca Bimbi Franca Bimbi, Studiosa Senior dello Studium Patavinum, già professoressa ordinaria di Sociologia, è specialista di Sociologia della famiglia e Studi di genere. Ha coordinato il Dottorato in Scienze sociali dell’Università di Padova. Assessora al Comune di Venezia, tra il 1994… Leggi di più Massimo Cirri Massimo Cirri, toscano trapiantato a Milano, è psicologo e giornalista. Da venticinque anni lavora nei servizi pubblici di salute mentale. Dal 1997 autore e voce di Caterpillar, su Radio2, e prima a Radio Popolare di Milano. Autore teatrale con Lella… Leggi di più e con Marica Setaro Marica Setaro, borsista di ricerca presso l’Università di Pisa, si occupa di storia della psichiatria, dopo aver conseguito un dottorato in filosofia. Di recente ha lavorato all’analisi degli archivi personali di Franco Basaglia, Franca Ongaro, Agostino Pirella, Anna Maria Bruzzone, e… Leggi di più fonte: https://www.fieradelleparole.it/evento/le-parole-di-basaglia/

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  • Venerdì 11 ottobre dalle 9,00 al Carcere di Opera a Milano, si terrà una nuova edizione del Festival della comunicazione sul carcere e sulle pene, organizzato da CNVG (Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia) e dall’Ordine Giornalisti Lombardia. Possono partecipare solo persone maggiorenni. La quota di iscrizione è di 10 euro. Le iscrizioni si chiudono il 30 settembre 2024 Info: (039)3473539230 – festival2024@volontariatogiustizia.it PROGRAMMA Ore 9,00 – 9,30 ingressi in carcere Ore 9,30: INIZIO DEI LAVORI Saluti istituzionali Introduzione al Festival: Ornella Favero giornalista e presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia ha fondato la rivista Ristretti Orizzonti di cui è tuttora direttrice. Ore 10,00 Prima relazione “La Carta di Milano: un modo deontologicamente corretto di raccontare la pena” Mario Consani giornalista, componente dell’Osservatorio Carceri dell’OdG – Lombardia Ore 10,30: Seconda relazione “La legge Cartabia e la giustizia riparativa nell’esecuzione penale: complessità e attuazioni” Marcello Bortolato Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze e Adolfo Ceretti Professore Ordinario di Criminologia e docente di Mediazione reo-vittima nell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ore 11,30: Terza relazione “La pena e la Corte Costituzionale” Donatella Stasio giornalista, ha scritto per trentatré anni di giustizia, istituzioni e politica su “Il Sole 24 Ore” e attualmente collabora con “La Stampa” come editorialista. Dal 2017 al 2022 è stata responsabile della comunicazione e portavoce della Corte costituzionale. Ore 12,00: Quarta relazione “I podcast: opportunità e difficoltà per narrare l’inenarrabile. L’ergastolo ostativo oggi” Laura Pasotti giornalista freelance ha lavorato per quasi dieci anni nella redazione bolognese di Redattore Sociale e Gabriele Morelli giornalista, fa parte della redazione bolognese di Trc dalla sua apertura PAUSA (BUFFET) 14,00: Introduzione: Carla Chiappini giornalista, già componente del Consiglio di Disciplina – OdG Emilia Romagna dal 2001 impegnata all’interno di vari istituti di pena e all’esterno con un progetto con le persone “messe alla prova” Interventi programmati dalle redazioni e dalle realtà dell’informazione e della comunicazione sulle pene e sul carcere Conduce e dialoga con i responsabili delle testate, blog, radio  Luigi Ferrarella, giornalista di cronaca giudiziaria ed editorialista de “Il Corriere della Sera” Contribuisce al dialogo e alla riflessione, offrendo il punto di vista delle Istituzioni Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano 16.30 Conclusioni: Ornella Favero SCARICA IL PROGRAMMA IN FORMATO PDF fonte: http://www.ristretti.it/commenti/2024/agosto/pdf2/festival_milano.htm

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