Oggi (7 giugno 2023 NdR), nel rispetto dell’impegno assunto dalla presidente von der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione del 2022, la Commissione aggiunge un pilastro all’Unione europea della salute: un nuovo approccio globale alla salute mentale. Questa impostazione rappresenta un primo passo importante per porre la salute mentale sullo stesso piano della salute fisica e per garantire un nuovo approccio intersettoriale ai problemi di salute mentale. Con 20 iniziative faro e 1,23 miliardi di € di finanziamenti UE da diversi strumenti di sostegno, la Commissione aiuterà gli Stati membri a mettere al primo posto le persone e la loro salute mentale. La comunicazione odierna giunge al momento opportuno: prima della pandemia di COVID-19 i problemi di salute mentale interessavano già una persona su 6 nell’UE. Da allora la situazione è peggiorata a causa delle crisi senza precedenti verificatesi negli ultimi anni. Il costo della mancata azione è significativo ed è pari a 600 miliardi di € all’anno. La salute mentale è importante: elementi chiave per affrontare i problemi di salute mentale A fronte di importanti cambiamenti tecnologici, ambientali e sociali che incidono sulla capacità delle persone di andare avanti, l’azione dell’UE nel settore della salute mentale si concentrerà su tre principi guida: i) una prevenzione adeguata ed efficace, ii) l’accesso all’assistenza e a cure sanitarie per la salute mentale di alta qualità e a prezzi sostenibili e iii) il reinserimento nella società in seguito alla ripresa. Questo approccio globale osserva la salute mentale attraverso tutte le politiche per riconoscere i molteplici fattori di rischio delle patologie mentali. In base a tale approccio le azioni concrete verteranno su un ampio spettro di ambiti di intervento e comprenderanno sforzi volti a: promuovere una buona salute mentale attraverso la prevenzione e l’individuazione precoce, anche mediante un’iniziativa europea per la prevenzione della depressione e dei suicidi, un codice europeo per la salute mentale e un rafforzamento della ricerca sulla salute del cervello; investire nella formazione e nello sviluppo di capacità che rafforzino la salute mentale in tutte le politiche e migliorino l’accesso alle cure e all’assistenza. Sono previsti tra l’altro programmi di formazione e di scambio per gli operatori e sostegno tecnico alle riforme in materia di salute mentale a livello nazionale; garantire una buona salute mentale sul luogo di lavoro sensibilizzando sul tema e migliorando la prevenzione. Ciò avverrà ad esempio attraverso campagne di sensibilizzazione in tutta l’UE organizzate dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) e una possibile futura iniziativa dell’UE sui rischi psicosociali nel luogo di lavoro; proteggere i bambini e i giovani durante gli anni più vulnerabili e formativi, in un contesto di pressioni e sfide crescenti. Esempi di misure sono una rete per la salute mentale dei bambini e dei giovani, un kit di strumenti di prevenzione per i bambini, volto ad affrontare i principali determinanti della salute mentale e fisica, e una migliore protezione online e sui social media; rivolgere l’attenzione ai gruppi vulnerabili fornendo un sostegno mirato a chi ne ha più bisogno, come gli anziani, le persone in situazioni economiche o sociali difficili e le popolazioni di migranti/rifugiati. Riceveranno speciale attenzione anche le popolazioni colpite da conflitti, compresi gli sfollati (in particolare i minori) provenienti dall’Ucraina e i bambini in Ucraina che hanno subito il trauma della guerra; dare l’esempio a livello internazionale sensibilizzando e fornendo un sostegno di qualità per la salute mentale nelle emergenze umanitarie. Contesto Anche prima della pandemia di COVID-19 i problemi di salute mentale interessavano circa 84 milioni di persone nell’UE, e da allora queste cifre sono peggiorate. La pandemia ha esercitato ulteriori pressioni sulla salute mentale, in particolare tra i giovani e tra chi soffriva di patologie mentali preesistenti. Nel suo discorso sullo stato dell’UnioneIT••• del settembre 2022 la presidente Ursula von der Leyen ha chiesto una nuova iniziativa sulla salute mentale. L’iniziativa risponde anche alle richieste del Parlamento europeo e a una proposta presentata dai cittadini nel contesto della Conferenza sul futuro dell’Europa. Il costo della mancata azione per la salute mentale è significativo ed è destinato ad aumentare alla luce delle sfide globali associate ai cambiamenti sociali, politici e ambientali, all’aumento della digitalizzazione, alle pressioni economiche e ai cambiamenti radicali nel mercato del lavoro. Si stima che i costi totali dei problemi di salute mentale, che comprendono i costi legati ai sistemi sanitari e ai programmi di sicurezza sociale ma anche la minore occupazione e produttività dei lavoratori, ammontino a oltre il 4 % del PIL in tutti i paesi dell’UE, pari a oltre 600 miliardi di € all’anno [1]. Per ulteriori informazioni ComunicazioneEN••• Salute mentale (europa.eu)EN••• Video sulla salute mentale [1] Uno sguardo alla sanità in Europa 2018 (in inglese): https://health.ec.europa.eu/system/files/2020-02/2018_healthatglance_rep_en_0.pdf Citazioni Per il nostro benessere la salute mentale è importante quanto la salute fisica, com’è stato ribadito dai cittadini in occasione della Conferenza sul futuro dell’Europa. Oggi stiamo compiendo un importante passo avanti per sostenere la salute mentale in Europa, per i più vulnerabili, tra cui gli adulti e i bambini in fuga dall’Ucraina. Bambini che devono superare esperienze terribili. Il nostro approccio europeo, il primo nel suo genere, pone la salute mentale sullo stesso piano della salute fisica e comprende tutte le nostre azioni volte a garantire l’accessibilità del sostegno, anche sul piano economico, per tutti coloro che ne hanno bisogno. Ursula von der Leyen, President of the European Commission – 07/06/2023 Oggi presentiamo un approccio globale e antropocentrico alla salute mentale. La nostra comunicazione è un passo importante verso un’Europa più sana, in cui i bisogni psicosociali dei più vulnerabili delle nostre società sono al centro dei nostri sforzi. La solidarietà e la protezione nei confronti dei più vulnerabili sono valori europei fondamentali e componenti essenziali del nostro stile di vita europeo. Margaritis Schinas, vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo – 07/06/2023 Non vi è salute senza salute mentale e non può esistere un’Unione europea della salute senza un accesso equo e tempestivo alla prevenzione, al trattamento e all’assistenza per la nostra salute mentale. La giornata odierna segna un nuovo inizio per un approccio globale alla salute mentale a livello dell’UE, orientato alla prevenzione e multipartecipativo. Dobbiamo eliminare la stigmatizzazione e la discriminazione, in modo che coloro che ne […]
...Un’ampia rete di associazioni laiche e cattoliche riunite nell’Assemblea ‘Insieme per la Costituzione’ organizza e promuove una Manifestazione nazionale il 24 giugno a Roma con concentramento in Piazza della Repubblica ore 10:00 e comizio conclusivo in Piazza del Popolo; in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale. SALUTE, DIRITTO FONDAMENTALE DELLE PERSONE E DELLE COMUNITÀ Per la tutela del diritto alla Salute, per un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario – pubblico, solidale e universale – a cui garantire le necessarie risorse economiche e organizzative ma soprattutto il personale: operatori e professionisti che possano realmente garantire il diritto alla cura di tutte e tutti, con salari adeguati, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale e dalle liste d’attesa, e valorizzare il lavoro di cura; serve, per questo, un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà della cura e di chi cura; per garantire la salute e la dignità delle persone non autosufficienti; per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo dei servizi della prevenzione, ispettivi e di vigilanza. Avere una sanità pubblica vuol dire garantire le cure per tutte e tutti, in tutto il Paese, e fermare la privatizzazione della sanità e della salute. Materiali grafici: Volantino jpg – pdf – pdf stampa La Rete Salute Welfare Territorio fa parte della rete delle associazioni “Insieme per la Costituzione”
...Sono 13 i procedimenti e i processi per violenze e torture – tra quelli attualmente in corso – in cui Antigone è impegnata direttamente con i propri avvocati. Il dato è stato illustrato questa mattina a Roma, durante la presentazione di “È vietata la tortura”, XIX rapporto di Antigone sulle condizioni detenzione. Nonostante l’evidenza che la tortura in carcere esista e solo dal 2017 possa essere perseguita grazie all’approvazione di una legge specifica, dalla maggioranza di centro-destra sono arrivate proposte di abolizione del reato o di modifica dell’articolo 613-bis. Due ipotesi pericolose – ha spiegato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – perché rischierebbero di far saltare i processi attualmente in corso e di lasciare impunito chi si macchia di questo crimine. Il rapporto di Antigone, che ogni anno fa il punto sullo stato delle carceri italiane, lancia un allarme sul sovraffollamento, un problema ormai endemico del sistema penitenziario, certificato anche dai tribunali di sorveglianza che, solo nel 2022, hanno accolto 4.514 ricorsi di altrettante persone detenute (o ex detenute), che durante la loro detenzione hanno subito trattamenti inumani e degradanti, legate soprattutto alla mancanza di spazi. Nel 2022, dai dati raccolti dall’osservatorio sulle condizioni di detenzione di Antigone nelle 97 carceri visitate in tutto il paese, nel 35% degli istituti c’erano celle in cui non erano garantiti 3 mq. calpestabili per ogni persona detenuta. Mentre il tasso di affollamento, al 30 aprile 2023, era pari al 119%, con circa 9.000 persone di troppo rispetto ai posti realmente disponibili. In alcune regioni la situazione è ancor più preoccupante. Il sovraffollamento, oltre a limitare gli spazi vitali, toglie anche possibilità lavorative, di studio o di svolgere altre attività alle persone detenute. Facendo riferimento solo al tema del lavoro, al 31 dicembre 2022 i detenuti lavoratori erano 19.817, pari al 35,2% dei presenti. Tra questi vengono conteggiati anche coloro che, con turni a rotazione, lavorano poche ore al mese. Circa due detenuti su tre non avevano accesso ad alcuna forma di lavoro. La stragrande maggioranza dei detenuti lavoratori, ovvero l’86,8%, lavora alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria, impegnata in piccole attività interne poco spendibili nel mondo lavorativo. Solo il 4,6% della popolazione detenuta lavora alle dipendenze di datori di lavoro esterni. Il sovraffollamento impatta poi anche sul lavoro degli operatori, già oggi al di sotto delle dotazioni previste nelle piante organiche. Un problema enorme è quello dei funzionari giuridico pedagogici. Sono 803 quelli che lavorano nelle carceri italiane, a fronte dei 923 previsti in pianta organica. In media, ciascun educatore deve occuparsi di 71 persone detenute. Singole situazioni presentano dati ben più preoccupanti: nel carcere romano di Regina Coeli, dove sarebbero previsti 11 educatori, ce ne sono invece solo 3, per un numero di detenuti che si attesta attorno alle 1.000 unità. Ogni educatore deve dunque occuparsi di oltre 330 persone detenute. Fortemente sotto organico sono anche psicologi e psichiatri. Dalla rilevazione diretta di Antigone nel 2022 emerge come le diagnosi psichiatriche gravi ogni 100 detenuti siano state 9,2 (quasi il 10%). I detenuti che assumevano terapie psicofarmacologiche importanti quali stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi erano il 20%, una percentuale doppia rispetto a quella dei detenuti con una diagnosi medicalmente definita. Addirittura il 40,3% assumeva sedativi o ipnotici. A fronte di tutto ciò, le ore di servizio degli psichiatri erano in media 8,75 ogni 100 detenuti, quelle degli psicologi 18,5 ogni 100 detenuti. Benché ogni suicidio sia un caso personale, che dipende da tante dinamiche, le situazioni appena descritte non possono che avere un ruolo nel numero altissimo di questi gesti estremi che si registrano nelle carceri italiane. 85 lo scorso anno, già 23 nei primi 5 mesi del 2023. Il rapporto si può leggere a questo link. Qui la cartella stampa. Gli audio delle dichiarazioni di Patrizio Gonnella (Presidente Antigone), Susanna Marietti (Coordinatrice nazionale Antigone), Alessio Scandurra (Coordinatore dell’osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione). Fonte: https://www.antigone.it/news/antigone-news/3481-carceri-rapporto-antigone-sovraffollamento-suicidi-violenze-un-2022-da-dimenticare
...La Direttiva europea sulla qualità dell’aria va sostenuta, non avversata Lettera aperta Presidente del Consiglio dei Ministri Ministro della Salute Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Ministra dell’Università e della ricerca Presidenti delle Regioni Italiane Segretari dei Partiti politici Commissioni Ambiente e Sanità della Camera e del Senato Lettera aperta: perché ci opponiamo all’attacco alla proposta di Direttiva sulla qualità dell’aria presentata dalla Commissione Europea da parte delle Regioni della Pianura Padana e chiediamo l’immediato ritiro di tale iniziativa. La posizione delle Regioni del bacino Padano Il 17 maggio l’ANSA riportava che le “le Regioni italiane sono all’attacco della Direttiva UE sulla qualità dell’aria: – Quattro regioni italiane sono pronte alla controffensiva sulla revisione della direttiva UE sulla qualità dell’aria. Con una posizione comune, Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, insieme alle altre Regioni europee della Air Quality Initiative come Catalogna, Comunità di Madrid, Stiria e alcune province olandesi, chiedono obiettivi ambiziosi ma realistici con scadenze e misure fattibili, flessibilità che tenga conto delle caratteristiche specifiche delle Regioni e una migliore integrazione tra tutte le politiche dell’Ue che influiscono sulla qualità dell’aria. Il documento congiunto sarà presentato al Parlamento europeo il 24 maggio alla presenza dei tre presidenti Attilio Fontana, Alberto Cirio e Luca Zaia”. La nostra posizione In sintesi, i governatori delle regioni padane chiedono dei valori limite degli inquinanti meno stringenti rispetto a quanto proposto dalla UE, una deroga temporale e una condivisione delle responsabilità che non vogliono sostenere. I governatori ritengono in pratica che i provvedimenti di tutela della salute possano costituire una minaccia per l’economia e l’industria. In qualità di medici ed esperti di discipline che si occupano del tema ambiente e salute crediamo si tratti di un’iniziativa irrispettosa del contesto europeo e della discussione tecnica in corso sulla proposta di Direttiva, che presume di basarsi su dati migliori e più aggiornati di quelli della Commissione, che è ingannevole laddove riporta come tutela del bene comune ciò che è, invece, il tentativo di mantenere il livello di inadeguatezza delle azioni messe in atto sino ad oggi boicottando il processo legislativo a livello nazionale ed europeo. Ogni ulteriore flessibilità e deroga nell’attuazione di misure, anche radicali ove necessario, per la riduzione delle emissioni di inquinanti non fa altro che aggravare i danni per la salute dei cittadini in termini di malattia e morte, acuire la crisi ambientale, quella del clima e degli eventi estremi che ne derivano e aumentare in modo insostenibile i costi sanitari (pandemie comprese) e i danni conseguenti agli eventi estremi (alluvioni, siccità, frane etc.). Infatti, è bene sottolineare che lo studio di impatto sui cui la proposta della Commissione Europea si basa, chiaramente dimostra che per tutte le opzioni considerate, inclusa quella selezionata, “i benefici netti complessivi dell’iniziativa sono notevolmente superiori ai costi (tra 29 e 38 miliardi di EUR)” 1. Chiediamo il ritiro di tale iniziativa. I fatti e i dati scientifici nel contesto Gli effetti del cambiamento climatico sono drammaticamente evidenti e affliggono l’Italia in questo momento, colpita al contempo da siccità e alluvioni come l’IPCC aveva previsto da tempo. Le istituzioni Italiane nazionali e regionali sono chiamate a fornire risposte adeguate per proteggere la salute e la vita dei cittadini, consapevoli della complessità della risposta e della urgenza delle azioni da intraprendere. La FNOMCeO e numerose Associazioni e Società medico-scientifiche avevano già chiesto nell’aprile 2023 che le autorità politiche ascoltassero la voce del mondo scientifico e adottassero al più presto azioni utili a ridurre l’inquinamento atmosferico e a mitigare il cambiamento climatico2. La riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti, e quindi delle concentrazioni ambientali degli inquinanti atmosferici, è parte integrante della politica per il clima e ha profonde implicazioni sanitarie immediate. In Italia, l’inquinamento atmosferico porta a morte prematura più di 50,000 persone l’anno (fonte: European Environmental Agency, 20223). All’inquinamento atmosferico sono associati esiti avversi per la gravidanza (basso peso e abortività spontanea), malattie nell’infanzia (asma bronchiale e infezioni respiratorie), e nell’età adulta (malattie cardiorespiratorie, diabete, demenza, cancro al polmone). La frequenza di tali malattie attribuibili all’esposizione ambientale è elevata secondo numerosi studi scientifici. La risposta dell’Italia ai problemi legati all‘inquinamento atmosferico è del tutto insoddisfacente, tanto che l’Italia (in particolare a causa dei fallimenti delle regioni del bacino padano oltre a Lazio, Toscana, Liguria e Sicilia) è stata ripetutamente condannata dalla Corte Europea di Giustizia per aver violato la direttiva sulla qualità dell’aria (i cui standards minimi dovevano essere raggiunti entro il 2010), e ha ancora una procedura di infrazione aperta. L’area più inquinata del Paese, e fra le più inquinate d’Europa, è la Pianura Padana. Sicuramente sono anche responsabili condizioni meteorologiche e geografiche, ma studi recenti condotti nell’ambito del progetto Life-Prepair confermano che sono tre i fattori responsabili dell’inquinamento da polveri sottili nella Pianura Padana: la combustione di combustibili fossili per riscaldamento (soprattutto legna e pellet), il trasporto stradale (con emissioni di NOx, precursori di particolato), l’agricoltura e gli allevamenti intensivi (emissioni di ammoniaca, precursori di particolato)4. Ovviamente, è da aggiungere il contributo degli impianti industriali alimentati con combustibili fossili. La riduzione delle emissioni di tali inquinanti è possibile subito attraverso i seguenti interventi radicali: Potenziamento radicale del trasporto attraverso l’intensificazione delle corse, la realizzazione di orari cadenzati e riqualificando il materiale rotabile, ovvero privilegiando lo shift modale verso le linee del ferro già esistenti (da migliorare ed efficientare, anche investendo in parcheggi di interscambio). L’incremento del trasporto pubblico deve però accompagnarsi a rigorose politiche di riduzione del traffico su gomma e di blocco di qualsiasi finanziamento per nuove strade e superstrade. Cambiamenti radicali della mobilità entro le aree urbane con istituzione di ZTL, percorsi a 30Km e ciclo-pedonali sicuri (percorsi casa-scuola, piste ciclabili etc.) e contestuale riduzione delle strade per i veicoli e la sosta urbana. Sostituzione dei sistemi di riscaldamento a legna con fonti e tecnologie sostenibili. Soluzioni tecnologiche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in agricoltura e negli allevamenti, riduzione della componente proteica della dieta animale, riduzione del consumo di carne. I dati scientifici del progetto Life-Prepair sottolineano che gli interventi di riduzione drastica delle emissioni […]
...Estate 2023: Piano caldo e bollettini sulle ondate di calore Come ogni estate, il Ministero della Salute ha attivato il Sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute (Circolare 8 maggio 2023 “Sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti del caldo sulla salute – Attività 2023”), per favorire l’attivazione del Sistema nazionale di previsione/allerta per ondate di calore e modulare gli interventi di prevenzione in base ai livelli di rischio climatico. Sul portale Ondate di calore del Ministero della Salute sono consultabilii bollettini giornalieri sulle ondate di calore, elaborati dal Dipartimento di Epidemiologia Ssr Regione Lazio, con previsioni a 24, 48 e 72 ore. I bollettini vengono pubblicati, come ogni anno, dal 15 maggio al 15 settembre, dal lunedì al venerdì. Il sistema operativo è dislocato in 27 città italiane e consente di individuare, giornalmente, per ogni specifica area urbana, le condizioni meteo-climatiche a rischio per la salute, soprattutto delle persone vulnerabili: anziani, malati cronici, bambini, donne in gravidanza. Le città monitorate sono: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo. I bollettini sono inviati ai centri locali individuati dalle Amministrazioni competenti, per l’attivazione in caso di necessità di piani di intervento a favore della popolazione vulnerabile. Per approfondire la notizia sul sito del ministero della Salute, consulta i bollettini il portale Ondate di calore, la circolare (pdf 208 kb) gli opuscoli informativi visita la sezione Ondate di calore e salute sul sito del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM). FONTE: EpiCentro ISS
...Introduzione Il suicidio in adolescenza rappresenta un problema importante di sanità pubblica essendo la seconda causa di morte in Europa delle persone fra i 15 e i 19 anni, e la quinta nel mondo. Quasi 46mila adolescenti muoiono a causa di suicidio ogni anno, più di uno ogni 11 minuti. La salute mentale e il benessere psicosociale dei bambini e degli adolescenti è una delle priorità individuate dall’UNICEF Italia, sulle quali si chiede al Governo e al Parlamento di concentrare i propri sforzi. L’UNICEF in Italia chiede di: aumentare significativamente gli investimenti a lungo termine nei servizi di salute mentale e benessere psicosociale dal momento che, in base ai più recenti dati Ocse, in Italia la spesa pubblica per questo settore è tra le più basse d’Europa; garantire un sistema uniforme e integrato di servizi di assistenza neuropsichiatrica infantile e adolescenziale; promuovere su tutto il territorio nazionale interventi a sostegno della genitorialità consapevole rispetto al tema del benessere mentale; permettere a tutte le bambine, i bambini e gli adolescenti di beneficiare di un supporto per la salute mentale nelle scuole e nelle comunità; garantire, consolidandone la diffusione, i servizi di prevenzione e sostegno psicologico nei contesti educativi e comunitari. Conseguenze della pandemia La pandemia da Covid 19 ha avuto un forte impatto sulla salute mentale dei ragazzi e delle ragazze che hanno frequentato l’ambiente scolastico solo virtualmente attraverso la Dad e non hanno avuto contatti vis à vis con il gruppo dei pari. Molte importanti istituzioni scientifiche hanno segnalato l’esacerbazione, dopo tale periodo, dei disturbi psichici in adolescenza, comprese ideazioni e tentativi suicidari (anche se il trend era già in aumento prima della pandemia). Ad esempio, durante il Congresso Scientifico Nazionale dei pediatri di famiglia (ottobre 2022) sono emersi questi dati molto allarmanti, relativi all’Italia: le richieste di consulenze neuropsichiatriche per stati ansiosi o depressivi, anche in urgenza, sono lievitate di 40 volte in due anni; un adolescente al giorno tenta il suicidio; circa 100 mila ragazzi hikikomori in Italia vivono l’isolamento sociale (DoRS si è occupato del fenomeno già a luglio 2021). Strategie di prevenzione nel setting scuola L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS identifica tra le strategie per la prevenzione del suicidio l’individuazione dei soggetti a rischio, la restrizione all’accesso ai metodi letali, il lavoro con i media perché riportino in maniera responsabile le notizie riguardanti il suicidio e l’incremento delle risorse dei giovani e delle giovani nell’affrontare le difficoltà. Gli interventi nelle scuole basati sulla gestione delle situazioni di crisi, sul rafforzamento dell’autostima e sullo sviluppo delle capacità di affrontare i problemi e di prendere decisioni per la propria salute si sono rivelati efficaci nel ridurre il tasso di suicidio fra gli/le adolescenti. Una recente metanalisi (Walsh EH, McMahon J, Herring MP. 2022) ha analizzato gli interventi di prevenzione del suicidio realizzati nel setting della scuola primaria e secondaria: programmi universali e selettivi mirati alla riduzione di pensieri e atti suicidari, coerenti con le indicazioni della letteratura che raccomandano contenuti correlati al tema dei sucidi, prevenzione inserita all’interno di strategie più ampie di promozione della salute mentale, interventi indiretti con oggetto fattori di rischio/fattori protettivi. E’ stato dimostrato che questi interventi school-based riducono i pensieri/atti suicidari del 13-15% e i tentativi di suicidio del 28-34%, e hanno altri effetti positivi sugli adolescenti in termini di benessere, in particolare se hanno una durata pari ad almeno una settimana, coinvolgono più stakeholders, prevedono un follow up a 12 mesi: sono perciò raccomandati in quanto rappresentano una strategia clinicamente rilevante di prevenzione del suicidio, per i quali però è necessario approfondire l’influenza di vari fattori (ad esempio il contesto) che influiscono sulla variabilità dell’efficacia. L’apprendimento delle competenze socio-emotive (SEL – social-emotional learning) è un obiettivo spesso inglobato all’interno dei programmi di prevenzione del suicidio realizzati nel setting scuola: è stato dimostrato (Posamentier J, Seibel K, DyTang N. 2022) che tali competenze mitigano in maniera diretta i principali fattori di rischio del suicidio in adolescenza (mancanza di speranza, ansia, uso di sostanze, abuso sessuale in età infantile), il loro apprendimento perciò è raccomandato, trasversalmente per ogni programma di prevenzione school-based. Una pratica promettente L’Università di Torino ha lanciato, a febbraio 2023, un progetto di contrasto al disagio psichico in età adolescenziale, e uno studio per verificarne l’efficacia, al fine di prevenire il suicidio. Il progetto SPES – Sostenere e prevenire esperienze di suicidalità nasce con lo scopo di dare una risposta alla crescente difficoltà in termini di fragilità di salute mentale della popolazione adolescente, attraverso la sperimentazione di un modello innovativo di intervento diretto a insegnanti e operatori della salute mentale, indiretto su ragazzi e ragazze, volto a implementare le competenze degli adulti nel riconoscere e gestire il disagio psichico in età evolutiva. Viene impiegata la metodologia della pedagogia teatrale (teatro educativo e sociale), riconosciuta internazionalmente come formazione alle “life and soft skills” per sostenere insegnanti e operatori nella relazione educativa e didattica. La correlazione tra cyberbullismo e suicidio Leggi: https://jaapl.org/content/51/1/112.long L’onnipresenza di smartphones, messaggistica on line, social network, favorisce la socializzazione on line a scapito di quella in presenza, ed aumenta il rischio della progressione dal bullismo al cyberbullismo. Questo tema rientra all’interno della questione più ampia che riguarda l’impatto dei social media sulla salute mentale dei giovani (Gupta C, Jogdand DS, Kumar M. 2022) sulla cui valenza negativa – così come sugli aspetti positivi quali ad esempio le opportunità di connessione, l’aumento dell’autostima, il reperimento di informazioni sanitarie cruciali – c’è evidenza, ma pochi studi. Il CDC – Center for Disease Prevention e Control ha recentemente dichiarato che il 14.9% degli adolescenti statunitensi sono stati vittime di cyber-bullismo e il 13.6% ha tentato seriamente il suicidio, riprendendo il concetto di “cyber-bullicidio”, coniato da due ricercatori a inizi anni 2000 (Sameer Hinduja e Justin Patchin): suicidi influenzati direttamente o indirettamente da azioni aggressive on line o da cyberbullismo. C’è un’ampia letteratura sul cyberbullismo e sulle varie forme in cui esso può manifestarsi, ma pochi studi epidemiologici ne affrontano specificamente la correlazione con il suicidio, pertanto i dati derivano principalmente da testimonianze e racconti. Si è osservato, ad esempio, un aumento della consapevolezza di casi di suicidio in cui […]
...La rete delle associazioni “Insieme per la Costituzione”, riunita in assemblea, lancia due appuntamenti nazionali per il 24 giugno e il 30 settembre RIVEDI LA DIRETTA (con l’intervento, tra gli altri, di Nerina Dirindin per la Rete SWT Salute Welfare Territorio) Due grandi manifestazioni nazionali a Roma: il 24 giugno in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e il rilancio del Servizio sanitario nazionale, pubblico e universale; il 30 settembre per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare. È quanto deciso dall’Assemblea “Insieme per la Costituzione”, che ha visto riunirsi questa mattina (sabato 27 maggio) a Roma la Cgil e un’ampia rete di associazioni laiche e cattoliche. “I diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione – si legge nell’appello – tornino a essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili a ogni latitudine del Paese”. SCARICA l’Appello PDF Diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto all’istruzione, a un ambiente sano e sicuro, contrasto alla povertà, una politica di pace: sono questi i cardini del modello sociale e di sviluppo che per le associazioni deve essere promosso. “Un modello sociale fondato su uguaglianza, solidarietà e partecipazione – si spiega nell’appello – che è l’antitesi di quello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di governo con l’autonomia differenziata e il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo”. Per questo, concludono le associazioni, “ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione”. La Rete Salute Welfare Territorio fa parte della rete delle associazioni “Insieme per la Costituzione”
...L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha presentato il “Manifesto dei bambini sui diritti in ambiente digitale”. Dieci punti fermi, scritti da circa 10 mila alunni di oltre 400 classi di tutta Italia, scaturiti dal progetto di educazione digitale per la scuola primaria realizzato in collaborazione con l’Istituto degli innocenti (Idi). Un’iniziativa costruita utilizzando come supporto didattico il libro di Geronimo Stilton “Alla scoperta del mondo digitale”, realizzato dall’Agia in collaborazione con Piemme – Mondadori Libri. “I diritti sono il frutto di un processo di ascolto dei bambini a partire dal quale abbiamo elaborato una serie di principi che dovrebbero essere tenuti sempre presenti quando i minorenni entrano in contatto con il digitale”, dice Carla Garlatti … leggi Manifesto dei bambini sui diritti in ambiente digitale
...“DOPO LA CHIUSURA DEGLI OPG, UNA RIFORMA RADICALE: Eliminare la incapacità di intendere e volere. La responsabilità è terapeutica.” Si è svolta a Roma presso la Camera dei Deputati, il 31 maggio 2023, la Conferenza stampa di Presentazione del Disegno di Legge AC 1119, con gli interventi dei primi firmatari on. Riccardo Magi, on. Benedetto Della Vedova, di Franco Corleone (La Società della Ragione) e di Pietro Pellegrini (psichiatra, coordinamento nazionale Rems). il VIDEO Con il sostegno di
...Valutazione di processo dei Patti per l’inclusione sociale del Reddito di Cittadinanza A quattro anni dall’introduzione del Reddito di Cittadinanza, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con La Banca Mondiale, ha completato una valutazione di processo della presa in carico dei beneficiari RdC indirizzati ai servizi sociali dei Comuni, che fornisce elementi utili anche per l’implementazione del futuro Assegno di Inclusione, la nuova misura di contrasto alla povertà che prevede un analogo processo di presa in carico. La valutazione di processo nasce con l’obiettivo di comprendere come è stata implementata nei territori la presa in carico dei beneficiari RdC orientati ai servizi sociali, cercando di cogliere punti di forza, di debolezza e possibili spazi di miglioramento della metodologia e degli strumenti messi in campo. L’analisi analizza l’esperienza diretta e quotidiana degli operatori sociali impegnati sul campo nell’attuazione del Patto per l’Inclusione Sociale del Reddito di Cittadinanza, utilizzando tre fonti di dati: i dati amministrativi del GePI, la piattaforma informatica per la gestione dei Patti per l’Inclusione Sociale; i risultati di un questionario somministrato agli assistenti sociali attivi su GePI con il profilo Case Manager; una serie di focus group con gli assistenti sociali e i loro coordinatori in 7 città italiane (Napoli, Firenze, Perugia, Venezia, Udine, Bologna, Roma). Le conclusioni della valutazione e le proposte avanzate nel rapporto rappresentano un contributo fondato su evidenze concrete, mirato a fornire informazioni utili ad avviare un dialogo con tutti gli attori coinvolti. Alcune modifiche possibili sono state già implementate nella piattaforma GePI. Il rapporto “Il Patto per l’Inclusione Sociale del Reddito di Cittadinanza: Una valutazione di processo della presa in carico” è parte integrante di una più ampia strategia di monitoraggio e valutazione delle misure di contrasto alla povertà, che prevede anche una valutazione controfattuale con l’obiettivo di identificare l’effetto addizionale dei percorsi di inclusione sociale e lavorativa, il monitoraggio regolare dell’attuazione della misura, nonché analisi approfondite su aspetti salienti della presa in carico. Per saperne di più: Leggi il rapporto Leggi le slide di sintesi fonte: PON Inclusione Ministero LPS
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