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  • © Rawpixel.com/Shutterstock.com Nel 2022 l’aspettativa di vita alla nascita nell’ UE era di 80,6 anni, in aumento di 0,5 anni a partire dal 2021. Nel corso di due decenni, dal 2002, il valore più alto è stato registrato nel 2019, quando l’aspettativa di vita alla nascita ha raggiunto 81,3 anni (in aumento di 3,7 anni rispetto al 2002). Tuttavia, dopo lo scoppio della pandemia di COVID-19, tale indicatore è sceso a 80,4 nel 2020 e a 80,1 anni nel 2021. Nel 2022 l’aspettativa di vita alla nascita nell’UE è aumentata, ma non ha raggiunto il valore del 2019. Queste informazioni provengono dai dati sull’aspettativa di vita pubblicati di recente da Eurostat. L’articolo presenta una selezione di risultati dall’articolo più dettagliato delle statistiche spiegate. La più alta aspettativa di vita a Comunidad de Madrid La regione dell’UE con la più alta aspettativa di vita alla nascita era la regione spagnola della Comunidad de Madrid (85,2 anni), seguita dalla Provincia Autonoma di Trento in Italia (84,4 anni), dall’Ile de France in Francia (84,1 anni), da Stoccolma in Svezia (84,0 anni) e dalla Comunidad Foral de Navarra in Spagna (83,9 anni). …leggi tutto su Eurostat

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  • Il modello dei Determinanti commerciali della salute Con Commercial burden of disease, si fa riferimento ad una stima del carico globale di malattia (Global burden of disease – GBD) attribuibile ai prodotti e alle pratiche del settore commerciale. Sebbene una stima precisa sia impossibile, per il numero esiguo di dati esaurienti e di studi specifici, tuttavia dal GBD del 2019 emerge un dato che desta allarme: quattro industrie (alcol, tabacco, alimenti ultra processati e combustibili fossili) sono responsabili di almeno un terzo dei decessi globali ogni anno e probabilmente i numeri sono sottostimati. E non sono solo i prodotti ma anche le pratiche messe in atto dagli enti commerciali a causare danni alla salute e ad aumentare le disuguaglianze in un paese e tra paesi. Ai legami complessi e spesso negativi tra il settore commerciale e la salute si fa riferimento con l’espressione Determinanti commerciali della salute, in inglese Commercial Determinants of Health (CDOH l’acronimo che verrà utilizzato). Nonostante l’urgenza del problema non esiste ancora una definizione chiara e accettata di CDOH e tale assenza inibisce la ricerca e l’azione politica. L’articolo di Gilmore e colleghi sviluppa una definizione ampia e consensuale di CDOH: sistemi, pratiche e vie tramite cui gli attori commerciali promuovono la salute e l’ equità. La definizione abbraccia tutte le entità commerciali (dalla piccola impresa alle grandi multinazionali2) e ne riconosce la diversità, usa il termine attori in riferimento a tutte quei soggetti che agiscono a supporto delle entità commerciali, è neutra in quanto riconosce che il contributo a salute ed equità può essere sia negativo che positivo. L’articolo inoltre propone un modello concettuale dei Determinanti commerciali della salute che riprende e illustra la definizione e la natura sistemica del problema. Figura 1: Modello dei Determinanti Commerciali della Salute (Commercial Determinants of Health – CDOH) Si compone infatti di due sistemi in interazione reciproca: il cerchio, in alto a sinistra rappresenta il sistema commerciale che si focalizza sugli enti commerciali, le strategie di crescita e i modelli di business che, a loro volta, si concretizzano nelle pratiche (configurate da cerchi intersecati). Il semicerchio rappresenta invece il sottosistema dei determinanti della salute e riprende e rielabora modelli già esistenti, ma mette in evidenza i percorsi attraverso i quali gli attori commerciali influenzano la salute. In particolare, riprendendo il modello di Dahlgren e Whitehead, sottolinea come la salute di un individuo (posta al centro) è influenzata da una serie di fattori multilivello, che si estendono ben. oltre il controllo dell’individuo. Sono innanzitutto fattori strutturali – politici ed economici – e ambientali – che modellano e limitano i comportamenti individuali, i livelli di esposizione e le pratiche salutari – e entrambi hanno un impatto finale sulla salute e sull’equità. Norme, potere e esternalità sono tre fattori chiave al centro dei CDOH, si tratta di controlli all’interno del sistema e riflettono l’equilibrio di potere tra interessi pubblici e commerciali, equilibrio che gioca un ruolo cruciale nel determinare in quale misura il settore commerciale ha effetti positivi o negativi sulla salute. Il modello è corredato di frecce di diverso significato: le frecce nere, diritte o circolari, segnalano la complessa natura interattiva del sistema, le frecce dritte mostrano come gli attori commerciali influenzano i sistemi politici ed economici e ne sono, a loro volta, influenzati, le frecce circolari rappresentano i crescenti danni alla salute che possono verificarsi se le norme, il potere e le esternalità vengono lasciati senza controllo. Il sistema che attualmente prevale ed è ben configurato dal modello è un sistema patologico secondo cui attori commerciali sempre più potenti possono influenzare a proprio vantaggio il sistema politico ed economico che a sua volta concede piena autorità, invece che porre limiti e regole efficaci agli attori commerciali, accrescendo il loro potere di esternalizzare i costi a terze parti. Ne consegue che i costi dei danni causati dalla produzione, dal consumo e dallo smaltimento dei prodotti delle imprese e multinazionali (ad esempio, per curare le malattie non trasmissibili che causano, per affrontare i danni sociali dell’alcol e del gioco d’azzardo e per smaltire perdite di petrolio e rifiuti di plastica) sono a carico degli stati, delle famiglie e degli individui colpiti. Sostenere questi costi riduce i bilanci statali e individuali destinati alla casa, alla salute, al welfare, alle organizzazioni della società civile e così via, recando ulteriori danni alla salute. Le grandi imprese invece godono di utili in eccesso e lo squilibrio di potere continua a crescere, secondo un andamento circolare che alimenta e perpetua il problema (come rappresentato dalle frecce circolari nere nella figura 1 ). Se questo stato di cose a livello di sistema non sarà riconosciuto e affrontato, salute precaria e disuguaglianze di salute continueranno a crescere, causando enormi danni economici e sociali. Le pratiche del settore commerciale e gli effetti negativi sulla salute La salute subisce danni più o meno gravi quando le entità commerciali si impegnano in pratiche e influenzano le norme che servono a rendere le loro esigenze prioritarie rispetto alla protezione della salute, dell’ambiente o della coesione sociale. Il modello CDOH identifica sette pratiche che interagiscono e si rafforzano a vicenda: politica, scienza, marketing, filiera di produzione e scarto, lavoro e occupazione, gestione finanziaria e inerente alla reputazione. Ognuna delle pratiche se non è regolamentata in modo adeguato danneggia la salute in modo talvolta occulto e indiretto mediante traiettorie differenti, più upstream, che influenzano i sistemi politico ed economico o invece downstream, direttamente indirizzate al consumo a all’accesso a servizi e prodotti.  I danni più sostanziali riguardano le grandi imprese multinazionali e transnazionali, abili ad esercitare potere e influenza e meno chiamate a spiegare e giustificare il loro operato nei paesi a basso e medio reddito. Ovviamente, come risulta dal modello, entro ciascuna categoria di pratica le attività possono variare da legali o etiche ad illegali o non etiche, mentre molte attività si collocano in una zona grigia intermedia. La tabella 2 sintetizza le pratiche con esempi dei loro effetti negativi sulla salute Pratiche Esempi di effetti negativi Pratiche Politiche   Il settore commerciale cerca di garantire un trattamento preferenziale o […]

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  • Dopo un intenso percorso di progettazione, parte l’edizione zero della Scuola per la giustizia sociale e ambientale del Forum Disuguaglianze e Diversità nata per rispondere alla crescente domanda di formazione da parte di chi è impegnato o vuole impegnarsi nel cambiamento verso un futuro più giusto. L’appuntamento è per il 20 e il 21 aprile a Genova con due momenti distinti: un seminario su “Arti, senso comune e giustizia sociale” che approfondirà il ruolo delle arti nella trasformazione dei valori e del senso comune, e il modulo formativo “Una trasformazione ecologica giusta: il welfare energetico locale” che si propone di far emergere criteri per un’azione politica capace di costruire campagne sul territorio in grado di unire gli obiettivi di giustizia ambientale e sociale. Le call per partecipare resteranno aperte fino al 31 marzo. La prima giornata di formazione, del 20 aprile, partirà alle 9:30 e si aprirà con il lancio, presentato in diretta streaming sul canale youtube del ForumDD, di un altro strumento fondamentale della Scuola: la piattaforma gratuita online “NuoviEquilibri”, realizzata da LATTE creative, sulla quale verranno caricate le prime dieci parole chiave della giustizia sociale e ambientale delle 100+ in programma pensate per aumentare e migliorare il confronto pubblico su problemi e proposte di cambiamento. I due appuntamenti dell’edizione zero a Genova Il Seminario su “Arti, senso comune e giustizia sociale”, in programma ai Giardini Luzzati dalle 11:00 alle 18:00 del 20 aprile, si interrogherà sul ruolo delle arti nel cambiamento del senso comune affinché le azioni collettive e pubbliche, volte a una maggiore giustizia sociale, abbiano successo. La discussione sarà alimentata dal documento “Senso comune, giustizia sociale e arti” a cura di Fabrizio Barca e Alessia Zabatino, rispettivamente co-coordinatore e membro del coordinamento del ForumDD, che verrà sottoposto alla discussione all’analisi di nove persone di primo piano che studiano e operano in forme assai diverse in questo complesso campo. In particolare: Luca Borzani (Presidente del Centro Studi Medi sull’immigrazione); Mattia Diletti (ricercatore presso Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale dell’Università La Sapienza di Roma); Francesca Ferroni (Unità di Neuroscienze dell’Università di Parma); Gianpiero Francese (Regista teatrale e direttore artistico di OperaEventi); Viviana Gravano (Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano); Giulia Grechi (Accademia di Belle Arti di Napoli); Anna Maria Lorusso (Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna); Geoff Mulgan (University College London); Chiara Volpato (Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca). Il modulo formativo “Una trasformazione ecologica giusta: il welfare energetico locale” si propone di far emergere alcuni criteri per un’azione politica capace di costruire campagne sul territorio che promuovano proposte innovative e di raggiungere obiettivi energetico-climatici e sociali che rispondano ai bisogni delle persone, a partire dalle più vulnerabili. Obiettivo del corso è comprendere la dimensione globale e locale della crisi climatica ed energetica, nonché la crescita delle disuguaglianze in questi anni e dei suoi legami con la riduzione del welfare state e acquisire strumenti per organizzare iniziative e campagne per raggiungere obiettivi concreti. Il corso sarà tenuto da esperti del ForumDD che hanno dato vita nei mesi scorsi alla ricerca-azione sul Welfare energetico locale. Il modulo si terrà in Stradone Sant’Agostino 22 1/2, presso la sede della Cooperativa il Ce.sto, sabato 20 aprile dalle 10:30 alle 19:30 e domenica 21 aprile 2024 dalle 9:00 alle 14:00. Il secondo modulo formativo ad Alessandria  Nelle settimane seguenti all’appuntamento di Genova, ad Alessandria si terrà il modulo formativo “Giustizia sociale e disuguaglianze educative: visioni, approcci, pratiche e strumenti“ che si propone di costruire, attraverso l’analisi di prassi esistenti, un linguaggio condiviso rispetto ai patti educativi territoriali. Il modulo si pone l’obiettivo di ricomporre alcuni dei saperi per il contrasto alle disuguaglianze educative e di arricchire l’approccio metodologico per la costruzione dell’impegno reale nella promozione dei Patti Educativi Territoriali e delle Alleanze Educative. Il modulo si terrà ad Alessandria presso la sede dell’Associazione Cultura e Sviluppo, l’11 e il 12 maggio. Come è strutturata la Scuola per la giustizia sociale e ambientale La Scuola è nata in seguito a una lunga fase preparatoria durante la quale è stata anche realizzata un’analisi preliminare dei bisogni di formazione e accompagnamento di chi opera come agente di cambiamento, ovvero persone impegnate o intenzionate a impegnarsi per il cambiamento verso una maggiore giustizia sociale e ambientale. La Scuola si pone due obiettivi: accrescere la loro forza e competenza e contribuire al cambiamento del senso comune. Il primo degli strumenti messi in campo per raggiungere questi obiettivi è un sistema formativo composto dalla piattaforma online su 100+ parole chiave della giustizia sociale e ambientale; un sistema di moduli formativi tematici in presenza; l’accompagnamento sul campo in alcuni territori promettenti per supportarli nel perseguimento di una strategia di giustizia sociale e ambientale. Il secondo strumento è un laboratorio che produce e condivide conoscenza sui processi di formazione e cambiamento del senso comune, con un focus particolare sul ruolo dell’arte. Le attività dell’edizione zero della Scuola per la giustizia sociale e ambientale sono state realizzate con il sostegno di Compagnia di San Paolo, di Legacoop e di Coopfond. https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/scuola-per-la-giustizia-sociale-e-ambientale/

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  • Raffaele Donini (assessore Sanità Emilia Romagna) è intervento in qualità di coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, in audizione in commissione Bilancio della Camera sull’attuazione del Pnrr, insieme a Marco Alparone (vicepresidente della regione Lombardia) coordinatore della commissione Affari Finanziari della Conferenza delle Regioni. Il video dell’audizione … Se io uso risorse che erano già programmate, per le Regioni significa levare investimenti che le Regioni avevano già programmato”, dichiara Marco Alparone, Coordinatore della Commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni durante l’audizione in Commissione Bilancio, nell’ambito dell’esame del decreto-legge recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Donini dichiara: “Vorrei esprimere il parere di tutte le Regioni per quel che riguarda la sanità. Noi non siamo stati coinvolti nella formulazione dell’ articolo 1 comma 13 del dl 19 e ne chiediamo l’immediata cancellazione, così come chiediamo di discutere insieme di come affrontare il tema. Questo articolo cancella risorse già assegnate alle Regioni da fondi Pnc per circa 1 miliardo e 200 milioni di euro. Queste risorse attengono a investimenti già cantierati o comunque con obbligazioni giuridicamente vincolanti, quindi con gare assegnate e che necessitano di una esigibilità e di una liquidità ed una erogazione della spesa. E la disponibilità delle risorse individuate come sostitutive da ex articolo 20 per noi è sostanzialmente inesistente e inappropriata. Stiamo parlando di risorse che le Regioni, anche se non hanno ancora speso o comunque programmato, risiedono nella loro capacità di programmazione degli investimenti e attengono perlopiù tutte all’edilizia ospedaliera”. Inoltre Alparone ha aggiunto altre questioni:” Avevamo già segnalato la possibilità di assumere personale tecnico a tempo determinato (anche di carattere dirigenziale) per facilitare Regioni, enti locali ed enti attuatori del Pnrr. Sarebbe importante che il tema possa essere ripreso in questo decreto”. Poi in merito alla cabina di regia, ha rilevato la scelta della Prefettura con “il coinvolgimento dei presidenti di Provincia e dei sindaci, ma “riteniamo che la funzione delle Regioni non possa essere esplicata in questa cabina di regia attraverso un rappresentante generico”.  Sarebbe stato preferibile, secondo Alparone, “una unità territoriale dove le Regioni potessero accompagnare meglio i territori nella attuazione della programmazione del Pnrr, nel monitoraggio e nella rendicontazione”. …leggi tutto su regioni.it

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  • Il 12 marzo, a Roma, presso la Casa Internazionale delle Donne, è stato presentato il volume “L’esecuzione penale delle donne: temi, ricerche, prospettive”, curato da Costanza Agnella e Susanna Marietti. Interamente consultabile qui, si inserisce nel quadro della risalente riflessione portata avanti dall’associazione Antigone sulla detenzione delle donne. Alle molte ricerche e analisi prodotte nel tempo dall’associazione, si è aggiunto nel 2023 il Primo Rapporto sulle donne detenute in Italia dal titolo “Dalla parte di Antigone”. L’elaborazione del tema della detenzione femminile, da sempre trascurato a causa dei piccoli numeri che comporta, è fondamentale per affrontare problemi sociali complessi che riguardano l’universo delle donne e vanno oltre lo stretto orizzonte carcerario. L’incontro è stato introdotto da Costanza Agnella, Università di Torino, coordinato da Susanna Marietti, Coordinatrice nazionale Antigone e ne hanno discusso Tamar Pitc, già Professoressa di Filosofia e Sociologia del Diritto all‘Università di Perugia; Cecilia D’Elia, Senatrice, vicepresidente commissione femminicidio; Grazia Zuffa, Presidente Società Della Ragione e componente CNB. fonte: https://www.antigone.it/appuntamenti/3529-donne-in-carcere-presentazione-dell-ultimo-numero-della-rivista-antigone

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  • – Giulia è una tipa tosta – così mi disse suo padre quando lo incontrai il giorno dell’infortunio. I suoi occhi dicevano altro. Scoppiò a piangere stringendomi la mano. Quell’estate, in attesa del suo primo concorso pubblico, aveva deciso di aiutare i suoi genitori, proprietari di una piccola lavanderia industriale. Il lavaggio ad acqua, la stenditura manuale, la stiratura e il confezionamento della biancheria di alberghi e ristoranti. Giulia, mentre usava il macchinario, si è accorta che uno dei capi in lavorazione si era impigliato nella sezione piegatura della macchina. Per risolvere il problema, alza la protezione metallica con la mano sinistra e raggiunge, con la mano destra, un grembiule che, a causa dei suoi lacci, si era impigliato sulla prima copia di rulli riscaldati. La mano viene trascinata e schiacciata dai due elementi mobili. Questa è la centotreesima storia di infortunio aggiunta al repertorio, nel quale sono raccolte le storie scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che partecipano al progetto “Identificare cause e soluzioni degli infortuni lavorativi. Il modello comunità di pratica e narrazione”. Vai al repertorio delle storie di infortunio, leggi direttamente la sintesi della storia o la storia completa “La levatrice”. fonte: DORS – Lidia Fubini immagine cover: pexels-lukas-298695-1-2048×1356

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  • A distanza di tre mesi dalla ventottesima Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si è svolta a Dubai (Emirati Arabi Uniti) dal 30 novembre-12 dicembre 2023, è opportuno proporre qualche riflessione. La COP 28 era stata attesa, nel corso del 2023, come una grande occasione per fare dei significativi passi in avanti nel superamento di vecchi paradigmi e abbracciare completamente un nuovo percorso di sostenibilità globale. Aspettative che divenivano quantomai urgenti alla luce dell’avvicinamento temporale al termine fissato per il soddisfacimento di numerosi obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), come sancito nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Da questo punto di vista, gli impegni stabiliti all’interno della COP 28 possono essere considerati epocali. In tale contesto, la questione lessicale diviene di primaria importanza. Infatti, è stato eliminato il concetto di “transizione graduale” verso l’uscita dai combustibili fossili e si è preferito utilizzare l’espressione “transitioning away”, che pone l’accento sull’urgenza dell’abbandono di petrolio, gas naturale e carbone. Seppure ancora a livello formale, si tratta di una svolta importante che stabilisce l’uscita dalle fonti fossili in modo da raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, con un’accelerazione da qui al 2030, triplicando le rinnovabili e raddoppiando l’efficienza energetica. Con il primo bilancio globale sono stati misurati i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi climatici stabiliti dall’accordo di Parigi, andando a sottolineare l’esigenza di raggiungere il picco delle emissioni globali di gas a effetto serra entro il 2025 e di una loro riduzione del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019, con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 ºC. Un tassello importante è stato fissato anche per quel che riguarda la giustizia climatica. Infatti, è stato approvato il fondo loss and damage, gestito dalla Banca Mondiale, che sarà destinato a compensare parzialmente i danni derivanti dagli effetti del cambiamento climatico nei Paesi economicamente più svantaggiati. Si tratta di un primo passo che, seppure ancora insufficiente, conclude un lungo iter iniziato con la COP 27, in occasione della quale era stato proposto questo strumento. Da segnalare anche la giornata dedicata al tema della salute che evidenzia un passo in avanti nell’allargamento dell’orizzonte della conferenza al di fuori degli specialisti del clima. Tema che è al centro della dichiarazione sul clima e la salute firmata da oltre 120 Paesi che si impegnano a promuovere la sostenibilità dei sistemi sanitari attraverso azioni di riduzione delle emissioni di gas serra. Inoltre, nella dichiarazione viene segnalata l’importanza di riconoscere, tra i danni causati dagli eventi metereologici estremi, anche l’impatto psicologico oltre a quelli fisici. Da questo quadro emerge quindi come la salute sia definitivamente diventata un aspetto centrale nell’azione di contrasto al cambiamento climatico. Tuttavia, gli impegni presi si configurano ancora come semplici linee di indirizzo e la sfida più difficile consisterà nel riuscire a tradurle in azioni concrete all’interno delle agende politiche di ogni singolo Paese. Risorse utili il sito della COP 28 la pagina dedicata ai punti chiave della COP 28 sul sito dell’UNFCCC le pagine del Consiglio europeo dedicate alla COP 28  e alla neutralità climatica la pagina dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) dedicata alla COP 28 l’approfondimento “COP 28: anche i sistemi sanitari possono contribuire agli obiettivi della Conferenza” pubblicato su EpiCentro il 30 novembre 2023 l’approfondimento “La conferenza delle parti sul clima: a Dubai una doppia opportunità per la salute” pubblicato su EpiCentro il 30 novembre 2023. fonte: https://www.epicentro.iss.it/ambiente/cop-28-2023-bilancio Testo scritto da: Walter Cristiano, Aurora Mancini, Ornella Punzo, Laura Mancini – Dipartimento Ambiente e salute, ISS

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  • Salute Diritto Fondamentale, in collaborazione con Rete Salute Welfare Territorio, Salute Internazionale, CIPES, ha organizza un incontro online martedì 12 marzo 2024  RIVEDI L’EVENTO su YouTube MARGHERITA MIOTTO, SLIDES, SCARICA IL PDF Introduce Nerina Dirindin Presidente Associazione Salute Diritto Fondamentale Interventi di : Livia Turco Tiziano Vecchiato Margherita Miotto Stefano Cecconi SPI CGIL Emilio Didonè FNP CISL Francesca Salvatore UILP UIL conclusioni di Nerina Dirindin con il sostegno del Coordinamento nazionale per la Salute Mentale VEDI ANCHE http://www.sossanita.org/archives/22989  

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  • Tania Scacchetti non è la prima donna a guidare i pensionati della Cgil, ma di sicuro è la più giovane segretaria generale che lo Spi abbia avuto nella sua storia. Nata a Modena nel 1973, è stata eletta oggi alla guida di un’organizzazione sindacale che conta 2 milioni e mezzo di iscritti e iscritte e rappresenta, grazie alle sue 1500 leghe diffuse su tutto il territorio nazionale, i diritti e i bisogni di pensionati e persone anziane. “Sono una donna chiamata alla guida di una grande struttura della Cgil – ha dichiarato Scacchetti intervenendo in assemblea – Ne sento la responsabilità perché credo che le donne debbano spendere il proprio impegno per le altre donne, per dare un senso alle lotte, faticose, pazienti e tenaci, come diceva Nilde Iotti, con cui si sono aperte le strade per la loro emancipazione”. Con la scelta di Tania Scacchetti, lo Spi Cgil conferma l’impegno a ringiovanire il gruppo dirigente, una direzione intrapresa soprattutto negli ultimi anni sotto la guida del segretario generale uscente Ivan Pedretti, giunto al termine del suo secondo mandato. Scacchetti è arrivata al sindacato dei pensionati nel 2023 dopo essere stata segretaria nazionale della Cgil occupandosi per la confederazione di mercato del lavoro, contrattazione e immigrazione. “Quando si arriva allo Spi – ha dichiarato oggi – si scopre un mondo fatto di militanza, passione e di tantissime attività e azioni. Dare forze e spinta a queste azioni, alle nuove che ci inventeremo, affinché i diritti, le aspirazioni, i sogni delle pensionate e dei pensionati trovino realizzazione è la ragione del nostro fare sindacato. Quei diritti, quei sogni e quelle aspirazioni si sostanziano nella costruzione di una società migliore per tutti, a partire dai giovani. Le scelte politiche con cui ci stiamo misurando, invece, da quelle fiscali a quelle sociali fino a quelle di riforma istituzionale, non possono essere il nostro orizzonte. La destra è arrivata al governo dopo che abbiamo visto sdoganare la violenza, il razzismo, l’emarginazione. Serpeggia la sfiducia verso le classi dirigenti, un’indifferenza e un’apatia che rischiano di diventare fatalismo. Sono quindi importanti e significative tutte le iniziative che vanno nella direzione opposta, che ricostruiscono legami, che affermano il diritto ad avere dei diritti e a esercitare il dissenso”. Prima ancora di approdare alla Cgil nazionale e allo Spi nazionale, Tania Scacchetti aveva guidato la segreteria della Cgil di Modena (2012-2016) ed era stata nella segreteria provinciale della Filcams Cgil (2005-2007). È proprio nella categoria del commercio, infatti, che ha mosso i primi passi da sindacalista, come delegata nel gruppo Cir, società cooperativa italiana di ristorazione. fonte: https://spi.cgil.it/blog/i-pensionati-cgil-eleggono-tania-scacchetti-segretaria-generale

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  • L’Istituzione Gian Franco Minguzzi della Città metropolitana di Bologna, in occasione del centenario della nascita di Franco Basaglia (11 marzo 1924). organizza una serie di eventi per presentare i temi principali del pensiero di Basagli a, psichiatra, promotore di una riforma radicale dell’assistenza psichiatrica che portò con la legge 180 del 1978 alla chiusura dei manicomi. L’intento è di evidenziarne l’attualità e discutere con il grande pubblico, in particolare con le giovani generazioni, uscendo dall’ambito dei soli addetti ai lavori. Il 20 marzo 2024 alle ore 14.30, è previsto un incontro a Palazzo Malvezzi, sede del Consiglio metropolitano. Saluti del Sindaco Matteo Lepore, del Direttore Generale Ausl Bologna Paolo Bordon, del Dirigente Ufficio V Ufficio scolastico regionale Giuseppe Panzardi.ù Lectio magistralis di Benedetto Saraceno, segretario generale Global Mental Health lnstitute di Lisbona, già direttore generale del Dipartimento di salute mentale dell’OMS. Interventi di studenti/esse di 4 scuole secondarie di secondo grado del territorio metropolitano bolognese (11S Crescenzi-Pacinotti-Sirani, 11S Montessori-Da Vinci, Liceo Righi, ITE Salvemini), docenti, studenti/esse universitari, operatori/trici dei servizi. Conclusioni di Fabrizio Starace, Direttore DSM Modena. modera Bruna Zani, Presidente Istituzione G. F. Minguzzi. E’ prevista la diretta streaming sul canale YouTube della Città metropolitana di Bologna.    

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