in PRIMO PIANO

  • Vogliamo “dare continuità alla giornata di mobilitazione nazionale del 26 ottobre scorso” che ha visto l’adesione di oltre 400 realtà associative sparse nel territorio nazionale e la partecipazione di 80mila persone nelle sette manifestazioni di Bari, Cagliari, Palermo, Roma, Firenze, Milano, Torino. E’ questo l’obiettivo di base delle Reti che hanno promosso la mobilitazione “Fermiamo le guerre, il tempo della Pace è ora” per il nuovo appuntamento di mobilitazione previsto per il 10 dicembre 2024, Giornata internazionale per i Diritti Umani. Cessate il fuoco. Aiuti. Diritto internazionale. Fine dei “doppi standard”. E Nazioni Unite di nuovo in grado di arbitrare e ricostruire la giustizia, indispensabile per la sicurezza. Sono questi i temi forti di un rinnovato «appello per mobilitare il Paese a difesa dell’Articolo 11 della nostra Costituzione contro la politica, la cultura, l’economia di guerra. Scelte che invece sia il governo italiano che l’Unione Europea (ed altri Stati Membri) hanno intrapreso e stanno imponendo, facendoci scivolare progressivamente verso il baratro di una guerra globale» dichiarano gli organizzatori. Con la giornata di mobilitazione del prossimo 10 dicembre «vogliamo rendere evidente l’alternativa di Pace che tante persone invece chiedono: contro la loro complicità, inazione e ignavia nei confronti dei conflitti, dei massacri, degli stermini, dei genocidi, delle violazioni del diritto internazionale e umanitario». È chiaro che i conflitti hanno una saldatura tra di loro, che la guerra è ormai un’opzione possibile per la politica che pensa in questo modo di risolvere i conflitti e imporre nuove egemonie. «Il tempo della pace è ora. Non possiamo più rinviare, non siamo più disponibili ad accettare violazioni eclatanti del diritto internazionale che fanno aumentare ogni giorni il pericolo di un confronto armato generalizzato, anche nucleare», è il richiamo alla società civile e alle istituzioni. Uno dei punti centrali di questo impegno è la richiesta della riduzione delle spese militari, in particolare quelle previste per l’acquisizione di nuovi sistemi d’arma, ormai arrivate a livelli record inaccettabili, in quanto sottraggono risorse ad investimenti più utili per la vita e la sicurezza di tutti. Tutte le nostre organizzazioni si impegnano dunque a sostenere la campagna “Ferma il riarmo”, che proprio il 10 dicembre si attiverà per un’iniziativa diretta nei confronti del Parlamento che sta per votare una Legge di Bilancio con una spesa militare complessiva per il 2025 di 32 miliardi di euro (ben 13 miliardi per nuove armi). La richiesta a cittadini, reti territoriali, organizzazioni è il sostegno per la Seconda Giornata di Mobilitazione Nazionale per la Pace del 10 dicembre 2024 e quella di promuovere Consigli Comunali Aperti, presidi flash mob, sit-in, volantinaggi, raccolta firme o altre iniziative per chiedere il cessate il fuoco, la protezione delle vite umane, il rispetto del diritto internazionale, il taglio della spesa militare e l’adesione all’Appello di “Fermiamo le guerre”. Un programma che si può realizzare organizzando assemblee cittadine nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei circoli, nelle parrocchie e chiedendo ai Consigli Comunali di votare Mozioni specifiche – già predisposte – per il cessate il fuoco in Ucraina in Palestina e in tutte le guerre attive nel mondo, per il taglio alle spese militari, per la messa al bando delle armi nucleari; per il riconoscimento dello stato di Palestina; per il rispetto e l’applicazione del diritto internazionale e umanitario.

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  • DEVONO ESSERE PRIORITARIAMENTE RIDOTTE LE ALTRE SPESE INDISTINTE, PRIMA DI SACRIFICARE QUELLA PER LA SANITÀ In un contesto di risorse scarse, «per fare fronte a esigenze di contenimento della spesa pubblica dettate anche da vincoli euro unitari, devono essere prioritariamente ridotte le altre spese indistinte, rispetto a quella che si connota come funzionale a garantire il “fondamentale” diritto alla salute di cui all’art. 32 Cost., che chiama in causa imprescindibili esigenze di tutela anche delle fasce più deboli della popolazione, non in grado di accedere alla spesa sostenuta direttamente dal cittadino, cosiddetta out of pocket». È quanto si legge nella sentenza n. 195 del 2024, depositata oggi, con cui la Corte costituzionale ha deciso il ricorso della Regione Campania avverso l’art. 1, commi 527 e 557, della legge 30 dicembre 2023, n. 213 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026). La Corte ha dichiarato non fondate diverse questioni, che riguardavano la legittimità della misura, le modalità e la durata del concorso delle regioni agli obiettivi di finanza pubblica, stabilite dalla legge di bilancio 2024 nelle more della nuova governance economica europea, che, peraltro, mostrano la volontà del legislatore statale di non far gravare il suddetto contributo sulle spese relative alla missione 12, Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, e alla missione 13, Tutela della salute. La sentenza ha però sollecitato il legislatore, al fine di «scongiurare l’adozione di “tagli al buio”», ad «acquisire adeguati elementi istruttori sulla sostenibilità dell’importo del contributo da parte degli enti ai quali viene richiesto» e a non trascurare, per garantire maggiore effettività al principio di leale collaborazione, il coinvolgimento della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, di cui l’art. 5 della legge 5 maggio 2009, n. 42. La sentenza ha poi dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 527, quinto periodo, della legge di bilancio per il 2024, ma solo nella parte in cui non esclude dalle risorse che è possibile ridurre, a seguito del mancato versamento del contributo dovuto da parte delle regioni, quelle spettanti per il finanziamento dei diritti sociali, delle politiche sociali e della famiglia e, in particolare, della tutela della salute. Ciò in quanto, «nemmeno nel caso in cui la regione non abbia versato la propria quota del contributo alla finanza pubblica, lo Stato può “rispondere” tagliando risorse destinate alla spesa costituzionalmente necessaria, tra cui quella sanitaria – già, peraltro, in grave sofferenza per l’effetto, come si è visto, delle precedenti stagioni di arditi tagli lineari – dovendo quindi agire su altri versanti che non rivestono il medesimo carattere»: il diritto alla salute, infatti, «coinvolgendo primarie esigenze della persona umana», non può essere sacrificato «fintanto che esistono risorse che il decisore politico ha la disponibilità di utilizzare per altri impieghi che non rivestono la medesima priorità». Da ultimo, la sentenza ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del comma 557 dell’art. 1 della legge n. 213 del 2023, nella parte in cui non prevede che il decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, diretto a individuare i criteri e le modalità di riparto, nonché il sistema di monitoraggio dell’impiego delle somme, del «Fondo per i test di Next-Generation Sequencing per la diagnosi delle malattie rare», sia adottato d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Roma, 6 dicembre 2024 Fonte: Comunicato Ufficio Comunicazione e Stampa della Corte costituzionale

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  • Riprendiamoci i Diritti: la Conferenza nazionale autogestita Salute Mentale decide una nuova stagione di mobilitazione e lancia 10 proposte La due giorni di Roma (6 e 7 dicembre 2024) della Conferenza nazionale autogestita per Salute Mentale ha visto una grande  e appassionata partecipazione (oltre seicento persone in presenza e online) e  si è conclusa con una DICHIARAZIONE che apre una nuova stagione di mobilitazione e lancia 10 proposte: La mobilitazione è necessaria per reagire alla crisi delle politiche e dei servizi per la salute mentale, del Servizio Sanitario Nazionale e dei servizi sociali. Per reagire al permanere di stigma e pratiche non rispettose dei diritti (come la contenzione), alla gravissima situazione nelle carceri e nel sistema di accoglienza per i migranti, in specie con i CPR, all’inadeguatezza del modello di assistenza rivolta alle persone anziane non autosufficienti e alle persone con disabilità, ai minori in difficoltà, al crescente disagio giovanile, ecc.). Per reagire alle logiche repressive e neo-manicomiali sostenute dal Governo e da alcune forze politiche. Mentre le terribili guerre in corso procurano sofferenze e morte, alimentando paura e disagio mentale, e il riarmo, finanziato anche dal nostro Paese, sottrae risorse ai diritti sociali Le 10 proposte (in sintesi), rivolte a Governo, Regioni e Comuni: inserire la Salute Mentale fra le priorità dell’agenda politica consapevoli che il diffuso disagio sociale ed economico non si risolve con risposte meramente sanitarie ma richiama l’esigenza di azioni di prevenzione e promozione della salute relativi alla vita delle persone; definire precise misure per assicurare la partecipazione nei servizi delle persone con disagio mentale, dei familiari, delle associazioni e del sindacato aumentare il finanziamento per il SSN fino al 7,5% del PIL, e una dotazione per la Salute Mentale finalmente pari al 5% del Fondo Sanitario Nazionale, dedicata ai servizi di prossimità. riorientare i DSM e i Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) verso una cultura e una pratica rispettosa delle norme internazionali sui diritti umani. Garantendo con la comunità la presa in cura nell’ambiente di vita. Assicurare nei Servizi di Salute Mentale e di NPIA personale adeguato; garantire ai Centri di Salute Mentale il ruolo di regia del sistema di cure, con servizi funzionanti 24 ore, aperti almeno 12 ore al giorno e 7 giorni su 7, capaci di promuovere integrazione sociale, sanitaria, lavorativa, abitativa; definire uno specifico monitoraggio dell’attività svolta nelle Regioni, in particolare sui Livelli Essenziali per l’assistenza territoriale e per le persone più a rischio di abbandono (adolescenti e giovani adulti, persone senza lavoro, migranti, private della libertà personale, anziani non autosufficienti, persone con disabilità, ecc.), da presentare con una Relazione del Governo al Parlamento; incentivare la riallocazione delle risorse dalla residenzialità alla domiciliarità incrementando il finanziamento dedicato ai progetti di cura personalizzati; abolire qualsiasi trattamento inumano e degradante, a partire dalla contenzione meccanica, in tutti i luoghi della cura oltre che nei servizi psichiatrici promuovere un preciso impegno delle Università alla formazione di professionisti orientati alla salute mentale di comunità e secondo il modello bio-psico-sociale; garantire la tutela della salute mentale per le persone ristrette in carcere come adempimento obbligatorio delle Regioni, favorendo programmi alternativi alla detenzione. Analoga attenzione va rivolta a coloro che senza aver commesso alcun reato vengono ristretti nei Centri di Permanenza e Rimpatrio per i Migranti, e alle persone con disturbo mentale autori di reato, attuando finalmente la legge sul superamento degli OPG. Questa la sintesi delle proposte contenute nella Dichiarazione conclusiva – che sarà pubblicata a breve – della Conferenza La Conferenza non termina oggi: decidiamo di avviare da subito un nuovo percorso di iniziative, nazionali e in diverse città italiane.  Il Coordinamento nazionale Salute Mentale                                                            Roma 7 dicembre 2024 I componenti del Coordinamento nazionale Salute Mentale, organizzatore della Conferenza  

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  • Sono disponibili on line le Linee guida Trattamento del Disturbo da uso di alcol pubblicate nel Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) il 20 novembre 2024. Scopo delle Linee guida (LG) è stato di produrre raccomandazioni operative per il trattamento del Disturbo da uso di alcol (DUA) sulla base delle evidenze disponibili, coadiuvati dall’esperienza clinica del gruppo promotore e del panel di esperti. L’elaborazione delle raccomandazioni è stata promossa dal CRARL (Centro di riferimento alcologico Regione Lazio) del Dipartimento salute mentale ASL ROMA 1, in collaborazione con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale (SSN) – Regione Lazio ASL ROMA 1 e presieduta dall’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) del Centro nazionale dipendenze e doping dell’ISS. Allo sviluppo delle LG hanno partecipato diversi enti, quali le ASL della Regione Lazio, l’U.O.C Medicina Interna e Patologie Alcol Correlate della Fondazione IRCCS Policlinico Gemelli-Università Cattolica del Sacro Cuore Roma, i Centri alcologici regionali Toscana e Liguria, e società scientifiche tra cui la FeDerSerD – Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi per le dipendenze, la SIA – Società italiana di alcologia, la SIPaD – Società italiana patologie da dipendenza, la SITAC – Società italiana per il trattamento dell’alcolismo e le sue complicanze, la SITD – Società italiana tossicodipendenze e la SITOX – Società italiana di tossicologia. «Il documento mira a uniformare il trattamento del DUA sul territorio nazionale e di segnalare eventuali sfide future per rendere il trattamento DUA sempre più vicino alla realtà clinica complessa che lo contraddistingue, più volte segnalato e richiesto dal Libro Bianco sull’alcol del Ministero della Salute che ha visto la partecipazione attiva, anche al progetto editoriale, dell’ONA» commenta Emanuele Scafato, chair del panel delle LG che conclude: «Le LG si rivolgono ai professionisti sanitari, manager, decisori, utenti e caregiver di strutture pubbliche del SSN e convenzionate, vigilate dal Ministero della Salute, per supportarli sul comportamento clinico migliore da adottare, offrendo un bilancio di benefici ed effetti sfavorevoli fra le opzioni alternative». Le raccomandazioni riguardano la popolazione di età superiore a 18 anni di entrambi i generi affetti da DUA, i pazienti con comorbilità (pazienti con DUA e Disturbo da uso di sostanze -THC, cocaina, eroina/disturbo da giocod’azzardo – DGA), con disturbi psichiatrici (Disturbi dell’umore, Disturbi d’ansia e Disturbi di personalità del cluster B) e popolazioni con consumo a rischio (donne, giovani adulti, anziani over 65), ma non i minori di anni 18 e le donne in gravidanza. Sono stati inclusi sia pazienti con intake alcolico attivo sia soggetti che abbiano smesso di bere da un periodo non superiore a 28 giorni (prima dell’inizio dell’intervento terapeutico esaminato nel quesito). Sono state escluse dalle linee guida le seguenti tematiche: diagnosi e interventi di prevenzione mediante campagne di informazione e di screening della popolazione adulta generale interventi di prevenzione mediante campagne di informazione e di screening della popolazione minorile diagnosi e trattamento dei minori trattamento delle donne in gravidanza, la sindrome feto-alcolica (FAS – Fetal Alcohol Syndrome) e lo Spettro dei disordini feto-alcolici (FASD – Fetal Alcohol Spectrum Disorders). La metodologia seguita nel processo di sviluppo delle LG Trattamento DUA è conforme allo standard metodologico definito dal SNLG e descritto nel Manuale metodologico per la produzione di linee guida di pratica clinica dell’ISS (versione 1.3.3 marzo 2023). Il Comitato Tecnico Scientifico ha scelto di procedere nella fase iniziale all’individuazione di tre quesiti clinici, selezionati sulla base della rilevanza, impegno di risorse e di tempo sostenibile per le istituzioni coinvolte: Quesito 1: Il trattamento farmacologico vs nessun trattamento dovrebbe essere utilizzato nel DUA per la riduzione dell’uso/mantenimento dell’astensione? Quesito 2: La psicoterapia vs altri trattamenti psicosociali dovrebbe essere utilizzata nel DUA per la riduzione dell’uso/mantenimento dell’astensione? Quesito 3: Il trattamento farmacologico combinato con gli interventi psicosociali dovrebbe essere utilizzato rispetto al trattamento farmacologico e interventi psicosociali non in associazione nel DUA per la riduzione dell’uso/mantenimento dell’astensione? Per ciascun quesito è stata individuata la popolazione target delle raccomandazioni, sono stati definiti gli interventi oggetto delle raccomandazioni e i confronti e, infine, sono stati selezionati gli esiti (outcome) di interesse per la formulazione delle raccomandazioni. Risorse utili sul sito SNLG-ISS il link al documento completo e al materiale supplementare delle LG (pdf 3,5 Mb) il Libro Bianco “Informare, educare, curare: verso un modello partecipativo ed integrato dell’alcologia italiana” (pdf 4,3 Mb). Scafato E, Gandin C, Giannini M.A, Migliore M, Zavan V, Greco G, Bravi A per il Tavolo Tecnico di lavoro sull’alcol (a cura di). Roma: Ministero della Salute; 2022 il documento “L’alcol e l’assistenza sanitaria primaria. Linee guida cliniche per l’identificazione e l’intervento breve” (pdf 2,2 Mb). Scafato E, Gandin C, Patussi V, Gruppo di lavoro IPIB (ed.). Traduzione e adattamento di: Anderson P, Gual A, Colom J. Alcohol and Primary Health Care: Clinical Guidelines on Identification and Brief Interventions. Roma: Centro Stampa De Vittoria; 2009 l’articolo “Prevention of alcohol exposed pregnancies in Europe: The FAR SEAS Guidelines”. Bruguera C, Segura L, Okulicz-Kozaryn K, Gandin C, Matrai S, Braddick F, Zin-Sędek M, Slodownik L, Scafato E, Colom J. BMC Pregnancy and Childbirth 2024;24(246):1-5 il documento “Recommendations for youth sport clubs related to underage drinking and heavy episodic drinking. Work Package 9. Deliverable D9.2 – Guidelines for youth sport clubs related to underage drinking and heavy episodic drinking” (pdf 765 kb). Katarzyna Okulicz-Kozaryn on behalf of the FYFA Work Package WP9 working team*. PARPA – Polish State Agency for Prevention of Alcohol-related Problems, 2020. *UršaŠetina, Lukas Galkus, Nina Kapelj Lukman, Leena Sipinen, Mariann Skar, Aleksandra Kaczmarek, Sandra Tricas-Sauras, Emanuele Scafato, Claudia Gandin, Krzysztof Brzózka, Katarzyna Okulicz, Jolanta Terlikowska, Mariusz Morawski, Theodor Haratau, Ioana Precup, Eric Carlin, Briege Nugent, Johan Jongbloet, Astrid De Schutter il documento “Good practice principles for low risk drinking guidelines” (pdf 1,6 Mb). Broholm K, Galluzzo L, Gandin C, Ghirini S, Ghiselli A, Jones L, Martire S, Mongan D, Montonen M, Makela P, Rossi L, Sarrazin D, Scafato E, Shumacher J, Steffens L. Joint Action RARHA; 2016 il documento “Guidelines to support earlyidentification and brief intervention for alcohol use disorders in Europe” (pdf 1,6 Mb). Scafato E, Gandin C, Ghirini S, Galluzzo L, […]

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  • Ristretti Orizzonti, un importante punto di riferimento nazionale per le tematiche penitenziarie, lancia il calendario “Dado Galeotto”, un progetto che va molto oltre un semplice strumento da tavolo. Si tratta di un racconto urgente, necessario, che attraverso le vignette di Graziano Scialpi porta la voce del carcere nelle case degli italiani. Graziano Scialpi, redattore e vignettista di Ristretti, si definiva un “disegnatore per caso”. Scomparso nel 2010, lascia un’eredità artistica potente: il suo “Dado”, personaggio simbolo, continua a raccontare la vita detentiva con ironia amara e profonda umanità. Il calendario nasce dal prezioso lavoro dell’associazione di volontariato “Granello di Senape Padova ODV”, editrice di Ristretti, e punta i riflettori su un tema cruciale: la realtà della detenzione in Italia, anche attraverso il progetto “A scuola di libertà”, che coinvolge ogni anno oltre 5.000 studenti porta i detenuti nelle scuole e gli studenti in carcere, creando un dialogo unico che racconta le storie dietro i reati, promuovendo la prevenzione e la comprensione. Come spiega Ornella Favero, direttrice di Ristretti Orizzonti: “Il Dado Galeotto ci ricorda che le condizioni del carcere non migliorano. I numeri del sovraffollamento e dei suicidi crescono drammaticamente. Questo calendario è uno strumento di denuncia e speranza”. Come sostenere il progetto Acquistare il calendario “Dado Galeotto” significa molto più che avere un oggetto: significa sostenere concretamente un progetto di inclusione, rieducazione e giustizia sociale. Ogni calendario acquistato sostiene il lavoro di Ristretti Orizzonti, un presidio fondamentale di informazione, dialogo e speranza nel panorama penitenziario italiano. Costo 10 € a copia – sconto del 10% per chi acquista almeno 5 copie – sconto del 20% per chi acquista almeno 10 co pie Spese di spedizione – 2 € per spedizioni “piego di libro” da 1 a 10 copie – 9 € euro per spedizioni tracciabili “pacco ordinario standard” Modalità di acquisto: – Con PayPal: Inviare il pagamento all’indirizzo mail redazione@ristretti.it , o tramite il link: https://www.paypal.com/donate/?cmd=_s-xclick&hosted_button_id=J3Q73FMX3NV32&ssrt=1733328501104 – Con bollettino postale: ccp 1042074151 – Granello di Senape Padova – Con bonifico: IBAN: IT44X0760112100001042074151 – Granello di Senape Padova (all’inizio della causale mettete l’indirizzo di spedizione). Se volete altri informazioni scrivete a: redazione@ristretti.it Grazie a tutti! La Redazione di Ristretti Orizzonti

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  • Proponiamo di seguito un’analisi sullo stato dell’arte dei programmi di screening oncologici nell’Unione europea e un approfondimento sulla Join Action europea EUCanScreen a cura di Paola Mantellini, responsabile della S.C. Screening e prevenzione secondaria dell’Ispro della Regione Toscana e direttrice dell’Ons: Limitare il cancro e le sue conseguenze è una priorità centrale per l’Unione europea (UE) della salute, che vede uno dei suoi pilastri nel Piano europeo di lotta contro il cancro nato nel 2021. Questo Piano individua azioni concrete per attenuare gli effetti della pandemia sulla cura del cancro e mira a favorire miglioramenti strutturali per un decorso della malattia più sostenibile. L’obiettivo è quello di affrontare l’intero decorso della malattia, dalla prevenzione alla individuazione precoce, alla diagnosi e al trattamento. In particolare, la diagnosi precoce è fortemente sostenuta perché in grado di fornire migliori opportunità di sopravvivenza alla patologia oncologica e per questo motivo viene data particolare importanza alla realizzazione di programmi di screening organizzato di popolazione grazie a una delle 10 iniziative faro del piano che stabilisce che il 90 % della popolazione dell’UE che soddisfa i requisiti per lo screening del carcinoma della mammella, della cervice uterina e del colonretto debba avere la possibilità di sottoporvisi entro il 2025. In coerenza con le indicazioni europee, nel 2021 la Commissione europea ha dato mandato a un gruppo di consulenti scientifici di alto livello di preparare un parere a carattere scientifico sul miglioramento dello screening dei tumori in tutta l’Unione, concentrandosi in particolare sugli aspetti seguenti: 1.  il modo in cui garantire che i programmi di screening esistenti del carcinoma della cervice uterina, del colon retto e della mammella integrino le conoscenze scientifiche più avanzate, siano coordinati nell’intero percorso oncologico e siano centrati sui cittadini 2.  la base scientifica che permetta di estendere i programmi di screening dei tumori ad altri tumori, ad esempio il carcinoma polmonare, prostatico e gastrico, e la loro fattibilità in tutta l’Unione 3.  i principali elementi scientifici da considerare per ottimizzare lo screening dei tumori basato sul rischio e la diagnosi precoce in tutta l’Unione. A seguito di questo lavoro, a fine 2022 sono state dunque licenziate le nuove Raccomandazioni del Consiglio della UE sugli screening oncologici, che recepiscono le nuove evidenze scientifiche dando indicazioni per il futuro dello screening oncologico organizzato. Il nuovo testo amplia da tre a sei il numero di siti tumorali per cui è appropriato implementare o introdurre con progetti pilota i programmi organizzati (si aggiungono, infatti, polmone, prostata e stomaco nelle aree ad alta incidenza) e aggiorna le indicazioni per mammella, colon retto e cervice uterina. Gli screening oncologici di popolazione nell’Unione europea A partire dal 2020, 25 Stati membri dell’UE hanno introdotto nei rispettivi piani nazionali di lotta contro il cancro programmi di screening della popolazione per il carcinoma della mammella, 22 per il carcinoma della cervice uterina e 20 per il carcinoma del colon retto. Tuttavia, numerosi programmi non sono stati pienamente attuati e persistono disuguaglianze inaccettabili all’interno degli Stati membri e tra di loro. La copertura della popolazione bersaglio varia, ad esempio, dal 6% al 90% per lo screening del carcinoma della mammella e da circa il 25% all’80% per lo screening del carcinoma della cervice uterina. Le differenze e le diseguaglianze osservate sono attribuibili a più fattori: •  differenti fasi di attuazione dei programmi di screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto •  esiste una notevole eterogeneità nei modelli di governo degli screeninge, in alcuni casi, i modelli esistenti non si basano sui principi raccomandati •  il monitoraggio dello screening all’interno dei programmi varia e le piattaforme informative per l’acquisizione di dati per il monitoraggio si trovano a diversi livelli di sviluppo non permettendo sempre l’acquisizione dei dati necessari per il calcolo degli indicatori di qualità •  la garanzia della qualità non sempre è pienamente conforme alle linee guida UE •  la formazione non è uniforme tra gli Stati membri •  i tassi di partecipazione allo screening differiscono significativamente tra Paesi e programmi e gli standard di qualità sono inferiori a quelli attesi con molti parametri privi di misurazione. Inoltre, relativamente ai percorsi più recenti è opportuno ricordare che: •  i programmi di screening recentemente raccomandati quali quello del polmone e della prostata, ancora per lo più realizzati in forma di progetti pilota, non hanno ancora linee guida sviluppate •  l’approccio personalizzato nei programmi di screening registra stati di avanzamento differenziati in funzione della sede di malattia •  l’acquisizione di dati personali e la personalizzazione a fini di screening richiedono un controllo legale ed etico, in particolare in termini di garanzia della privacy e della sicurezza dei dati personali, che è ancora da approfondire. La Joint Action EUCanScreen Stante questa analisi di contesto, nel 2023 nell’ambito del Programma EU4Health è stato quindi ratificato il finanziamento di oltre 31 milioni di euro del Direct Grant CR-g-23-38 “Implementation of cancer screening programmes”. Tale call ha visto l’approvazione, nel corso del 2023, della proposta di Azione congiunta EUCanScreen (Joint Action on the new EU cancer screening scheme implementation), coordinata dall’Università di Riga in Lettonia e con la partecipazione di tutti gli Stati membri e l’aggiunta di Ucraina, Moldavia, Norvegia e Islanda. Partecipano 28 autorità competenti (designate da ciascuno stato partecipante), a cui si aggiungono 60 enti affiliati (ad esempio istituti di ricerca, università, Regioni) e una decina di ulteriori partner associati. Anche l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) e la European cancer league (Ecl) partecipano in qualità di subcontractor, per lo svolgimento di specifiche attività. L’obiettivo generale di EUCanScreen, che è iniziata il 1° giugno 2024 e avrà una durata di 4 anni, è quello di garantire un’implementazione sostenibile di screening di alta qualità per il cancro al seno, al collo dell’utero e al colonretto, nonché l’attuazione dei programmi di screening recentemente raccomandati per i tumori del polmone, della prostata e del tratto gastrico. EUCanScreen faciliterà la riduzione del carico di cancro e si pone l’ambizioso obiettivo del raggiungimento dell’equità in tutta l’UE. Obiettivi specifici di tale azione prevedono di: •  garantire la piena attuazione dello screening del cancro della mammella, del colonretto […]

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  • Giustizia nella comunità Un modello originale di Lavori di Pubblica Utilità e di Messa alla Prova. Il libro dall’esperienza de la Società della Ragione Questo volume presenta l’originale esperienza di una associazione, la Società della Ragione, riguardo l’accoglienza di  persone cui sono prescritti i “lavori di pubblica utilità”, o come pena sostitutiva, o più spesso come parte fondamentale di un programma di “messa alla prova”. La società civile offre un’occasione di impegno alle persone che hanno compiuto reati minori – spesso legati alle droghe o all’abuso di alcol – facendosi in tal modo parte attiva della giustizia di comunità: una giustizia alternativa al carcere, non solo perché la riparazione del reato non contempla la segregazione “dentro le mura”, ma perché lo stesso concetto di “pena” è declinato diversamente. La Società della Ragione ha lavorato per diversi anni per qualificare il modello di accoglienza delle persone in “lavori di pubblica utilità”. Il libro mira in primo luogo a socializzare le “buone pratiche” e a rafforzare il lavoro in rete dei soggetti, istituzionali e del privato sociale, che operano nel settore della giustizia alternativa; al fine di allargare il campo delle associazioni ed enti che accettano le persone per i lavori socialmente utili. Ma ha anche un’ambizione in più, di rappresentare un esempio di presa di parola “dal basso” sul dibattito pubblico in tema di giustizia e carcere, a partire dal “fare” sul campo. Per verificare se dalla visuale delle pratiche alternative di giustizia sul territorio, si possa incidere sul senso comune: spostando l’attenzione dalla centralità del carcere nel suo continuo rigonfiamento, alle pratiche di giustizia di comunità, che si stanno sviluppando pur con molti limiti. Può la giustizia di comunità rappresentare un volano di cambiamento? A questa domanda cruciale, questo volume cerca di offrire qualche spunto di riflessione per articolare una risposta. fonte: https://www.societadellaragione.it/campagne/carcere-campagne/reinserimento-sociale/map-giustizia-nella-comunita/

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  • “La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia” Baruch Spinoza (Trattato teologico-politico, 1670) Parlare e scrivere di guerra, ma soprattutto di pace, in questo periodo storico è impresa ardua, pur se necessaria. Da più parti si levano infatti voci autorevoli, provenienti da istituzioni nazionali e internazionali e dal mondo dell’associazionismo e dei professionisti sanitari (un esempio: Gaza Healthcare Letters), che evidenziano le conseguenze – dirette e indirette, a breve-medio-lungo termine – dei violenti conflitti attualmente in atto in varie regioni del mondo. Alcuni con maggiore visibilità sui media, altri con minore eco forse anche a causa della distanza geografica-culturale (vedi le guerre e guerriglie che da anni si svolgono in diversi Paesi africani). Come Centro di Documentazione per la Promozione della Salute ci siamo chiesti come poter contribuire al dibattito in atto, come poter essere utili alla comunità professionale, come schierarci dicendo no alla violenza della guerra. Perché la violenza, il sopruso, la prevaricazione, l’odio sono presenti anche nel nostro quotidiano: bullismo, cyber-bullismo, sexting, violenza di genere e contro le persone LGBT+, violenza contro gli operatori sanitari sono solo alcuni esempi.. Cosa sta succedendo nelle nostre vite? Nella nostra società? Cosa possiamo fare? Oggi, 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nella stessa data DoRS, con la newsletter e il sito, vuole evidenziare questa urgenza con due articoli che ci interrogano: che posizione prendiamo, come promotori della salute, contro ogni tipo di violenza? La Carta di Ottawa, approvata nel corso della prima Conferenza Internazionale per la Promozione della Salute nel 1986 già affermava che ”Le condizioni e le risorse fondamentali per la salute sono la pace, l’abitazione, l’istruzione, il cibo, un reddito, un ecosistema stabile, le risorse sostenibili, la giustizia sociale e l’equità.“ La salute fisica, psicologica, sociale è strettamente legata a pre-requisiti vitali, di cui la pace e la non violenza sono un pilastro fondamentale. La Promozione della Salute si fa accompagnando e sostenendo le persone, le reti sociali e le comunità locali in un percorso di sviluppo di competenze psico-sociali empowering (dette anche socio-affettive/emotive, life skill nel Glossario OMS, 2021 Link https://www.dors.it/2024/09/edizione-2021-del-glossario-oms-della-promozione-della-salute-aggiornamento-con-nuovi-termini/) per raggiungere una condizione di ben-essere in relazione col contesto comunità/ambiente. Questa diventa una missione impossibile da perseguire in una situazione di guerra che sovverte qualsiasi regola civile, nega i bisogni e cancella i diritti umani e sociali, aumenta il livello di malessere-sofferenza-dolore fisico e mentale, svuota di senso l’esistenza, costringe a una quotidianità di incertezza e ingiustizie, blocca aspirazioni e desideri. Per continuare con il nostro parallelismo, la violenza “vicina”, nel nostro quotidiano, quali aspirazioni, desideri, diritti umani blocca? Anche giustizia sociale ed equità vengono meno all’interno di una situazione di guerra. Tra le conseguenze indirette delle guerre vi è infatti l’aumento delle disuguaglianze, correlato a vari eventi quali il peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie e concomitanti epidemie, la mancanza di cibo/acqua e risorse energetiche, l’impossibilità di accedere a servizi e cure ospedaliere, la perdita dell’alloggio e del posto di lavoro, l’isolamento fisico dovuto alla distruzione delle vie di comunicazione, la solitudine conseguente alla perdita luttuosa della cerchia familiare e amicale… soprattutto nei Paesi già maggiormente fragili economicamente e socialmente, ancora provati dalla pandemia di Covid-19. Senza dimenticare l’impatto secondario su chi legge e ascolta le notizie che, pur vivendo in zone non coinvolte dalla guerra, è sottoposto a uno stato di continua tensione, ansia e paura, col rischio di una tacita “normalizzazione” della violenza e del conflitto come modalità lecite o uniche di risoluzione dei problemi. Non corriamo lo stesso rischio di “normalizzazione” con la violenza nelle nostre comunità e nella nostra società? Altro documento di riferimento per la nostra riflessione è l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU, che mira a garantire un futuro migliore alla Terra e ai suoi abitanti. Tra i suoi valori chiave nomina la Pace, collegata all’Obiettivo 16 “Promuovere società pacifiche, giuste e inclusive”, con due specifiche: “Persone: Eliminare fame e povertà in tutte le forme, garantire dignità e uguaglianza e “Prosperità: Garantire vite prospere e piene, in armonia con la natura”. Vivere e sopravvivere in una situazione di enorme stress, quale la guerra, mette a dura prova la propria resilienza (parola ahimè ormai di moda e abusata, tanto da essere diventata un concetto inafferrabile, quasi astratto), un fattore di cambiamento prezioso per la Promozione della Salute: ma come fronteggiare l’orrore quotidiano di morte e distruzione, ri-organizzare la propria vita e ri-adattarsi in mezzo a una guerra? Come ritrovare il proprio equilibrio psico-fisico e addirittura riuscire a “prosperare”? “Le guerre sono qualcosa di simile ai buchi neri del cosmo, attirano, assorbono e inghiottono chi gli sta intorno. Che siano tradizionali o tecnologiche, asimmetriche o a bassa intensità, fanno sbiadire nell’egemonia della violenza ogni pratica ostinata di umanità, di solidarietà, di pace. La guerra, lo abbiamo potuto testimoniare anche durante la pandemia, offre un immaginario che sembra quasi un destino, una koiné già consolidata di parole, strategie, schieramenti, è oggettivamente difficile soppiantarla con parole nuove e altrettanto efficaci.” Queste parole di riflessione e sollecitazione sono di Nicoletta Dentico nella prefazione del saggio Guerra o Salute, dalle evidenze scientifiche alla Promozione della Salute di Pirous Fateh-Moghadam, appena edito da Il Pensiero Scientifico. E siamo in sintonia con lei nel passaggio successivo “La società della cura, che le sventure del tempo presente rendono sempre più necessaria, ha il suo snodo essenziale intorno ai temi della salute: salute dei corpi, delle comunità, degli ecosistemi. I valori fondamentali della salute, della solidarietà e della cooperazione al servizio del futuro“per contribuire a vaccinare le società europee contro il bacillo bellico” – scriveva Alex Langer di fronte allo scoppio della guerra nel Golfo – permettono di riattivare le sinapsi del bene comune e i neuroni della prevenzione della guerra e delle malattie, in una nuova comunanza dei destini di umanità e ambiente.” La società della cura la costruiamo ogni giorno, insieme, come cittadini che si impegnano per una pace possibile contro la violenza e gli interessi della guerra (leggendo, sottoscrivendo, partecipando a manifestazioni, sostenendo economicamente…). Come promotori […]

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  • Valutazione della performance delle aziende sanitarie pubbliche, ospedaliere e territoriali Il 28 novembre dalle 9.00 alle 13.00, presso la sala Auditorium del Forum Risk Management di Arezzo, AGENAS ha presentato i dati aggiornati al 2023 del modello di valutazione multidimensionale della performance manageriale riguardo alle aziende sanitarie pubbliche, ospedaliere e territoriali. Si tratta di un lavoro che scatta una fotografia rispetto all’attività di 110 aziende territoriali e 51 aziende ospedaliere. Riguardo le prime, il monitoraggio si basa sulla valutazione di 34 indicatori classificati in 6 aree (prevenzione, distrettuale, ospedaliera, sostenibilità economica-patrimoniale, investimenti e mortalità evitabile) e 12 sub-aree; in merito alle aziende ospedaliere, gli indicatori presi in considerazione sono 27 classificati in 4 aree (accessibilità, gestione dei processi organizzativi, sostenibilità economico-patrimoniale, investimenti) e 10 sub-aree. Tutti i dati sono disponibili sul Portale statistico: Performance delle Aziende ospedaliere pubbliche https://stat.agenas.it/web/index.php?r=public%2Findex&report=19  Performance delle Aziende sanitarie territoriali https://stat.agenas.it/web/index.php?r=public%2Findex&report=32 Report di sintesi per la stampa Valutazione della performance delle aziende sanitarie pubbliche, ospedaliere e territoriali   (PDF) Programma dell’evento  (PDF) Slide di Dott.ssa Antonella Guerrieri  (PDF) Slide di Dott.ssa Valentina Farelli  (PDF) Slide di Dott.ssa Lorena Martini e dott. Daniele Della Peruta  (PDF) Slide di Dott.ssa Maria Pia Randazzo  (PDF) Slide di Ing. Federico Gioia  (PDF) Focus su ASL Napoli 1 Centro  (PDF) fonte: https://www.agenas.gov.it/comunicazione/primo-piano/2542-valutazione-della-performance-delle-aziende-sanitarie-pubbliche,-ospedaliere-e-territoriali

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  • L’accesso rapido e accurato ad evidenze ed informazioni scientifiche aggiornate non è solo parte fondamentale del mondo della ricerca sanitaria, e in particolare in prevenzione e della promozione della salute, ma è da sempre la mission del nostro Centro di documentazione. Con la crescente quantità di dati, informazioni e pubblicazioni disponibili, di piattaforme che li confezionano e li presentano agli utenti, è possibile smarrirsi o per lo meno trovare più difficilmente studi pertinenti e affidabili. All’interno di questa complessità possono entrare in gioco le tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA), strumenti che stanno rivoluzionando il mondo e che possono aiutare i professionisti della salute nel reperire evidenze da fonti affidabili. Secondo il report dell’Unione Europea “Trends in the Use of AI in Science”, negli ultimi anni, l’uso dell’IA è aumentato rapidamente in numerosi ambiti scientifici, con Cina, Unione Europea e Stati Uniti in testa. In generale l’IA sta accelerando le scoperte scientifiche, migliorando le capacità di analisi di dati complessi e promuovendo l’innovazione. La scienza dei dati e il machine learning sono le aree principali in cui l’IA sta avendo un impatto significativo, specialmente nella ricerca biomedica, nelle scienze ambientali e nei sistemi complessi. Cosa sono le IA (in breve) Quando parliamo di Intelligenza Artificiale, ci riferiamo a una serie di tecnologie informatiche in grado di “imitare” alcune abilità umane, come apprendere da dati, riconoscere modelli e prendere decisioni. Le IA non hanno emozioni o intuizioni come le persone, ma sono capaci di analizzare grandi quantità di informazioni in tempi molto rapidi e con un’alta precisione. Nella pratica, possono svolgere molti compiti, ad esempio: Analizzare e categorizzare dati complessi (molto utili nelle ricerche dove si hanno un gran quantitativo di dati). Riconoscere immagini (ad esempio per identificare anomalie nei raggi X). Interpretare linguaggi (grazie a strumenti che comprendono testi scritti e parlati). AI e ricerche bibliografiche Come ci possono aiutare le IA per le nostre ricerche? Velocizzare la ricerca di articoli Le AI possono analizzare enormi database di articoli scientifici in pochi secondi, identificando quelli più rilevanti per una determinata ricerca. Questo consente di risparmiare ore o giorni rispetto alla ricerca manuale, ottimizzando il tempo dei ricercatori per attività più strategiche. Classificare e filtrare le informazioni Gli algoritmi di machine learning permettono di selezionare e organizzare gli articoli in base a criteri come: Anno di pubblicazione: per focalizzarsi sulle ricerche più recenti o storicamente rilevanti. Argomento specifico: grazie all’analisi semantica dei contenuti, le AI possono classificare gli articoli per temi o sottotemi. Rilevanza per il tema di ricerca: sfruttando parole chiave o frasi complesse, l’AI identifica i lavori più pertinenti. Riconoscere trend e connessioni Le AI possono analizzare le relazioni tra migliaia di studi, scoprendo trend emergenti o connessioni inaspettate. Ad esempio: Identificare correlazioni tra trattamenti medici e risultati clinici. Evidenziare lacune nella letteratura scientifica, suggerendo nuove aree di ricerca. Sintetizzare grandi quantità di dati per supportare decisioni basate sull’evidenza. Aggiornare automaticamente le ricerche Strumenti di AI possono essere configurati per monitorare costantemente pubblicazioni in tempo reale. Funzionalità come: Avvisi automatici per nuovi articoli su argomenti di interesse. Creazione di report periodici con aggiornamenti della letteratura più recente. Integrazione con piattaforme come PubMed, Scopus o altre banche dati per mantenere ricerche sempre aggiornate. Generare riepiloghi e analisi personalizzate Le AI possono sintetizzare articoli, creando abstract o punti chiave per facilitare la lettura. Possono anche produrre analisi personalizzate su temi specifici, aiutando i ricercatori a comprendere rapidamente il contenuto di uno studio. Traduzione e analisi multilingua Gli strumenti di AI sono in grado di tradurre articoli scientifici da lingue diverse, ampliando l’accesso alla letteratura internazionale e riducendo le barriere linguistiche. Prevedere impatti e sviluppi futuri Le AI possono utilizzare modelli predittivi per ipotizzare l’impatto di una scoperta o di un trend scientifico, guidando i ricercatori verso le aree di maggiore interesse per il futuro. Risorse utili per la ricerca bibliografica con AI Ecco alcuni strumenti basati su AI, spesso utilizzati per la ricerca bibliografica in ambito sanitario: Consensus: Consensus è un motore di ricerca accademico che aiuta i ricercatori sanitari a trovare e valutare rapidamente le informazioni rilevanti soprattutto quando i risultati su un quesito specifico sono contraddittori. Utilizzando tecniche di consenso, come il Delphi e il nominal group, Consensus facilita la sintesi delle opinioni degli esperti e delle evidenze disponibili, migliorando la qualità delle revisioni sistematiche e delle linee guida cliniche Perplexity: Perplexity è un innovativo motore di ricerca conversazionale che utilizza intelligenza artificiale per fornire risposte dettagliate e pertinenti a domande degli utenti. È particolarmente utile per i ricercatori, poiché aggrega informazioni da fonti affidabili, facilitando la ricerca bibliografica e l’accesso a contenuti accademici aggiornati e contestualizzati. Semantic Scholar: un motore di ricerca di articoli scientifici che utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare l’accuratezza dei risultati e suggerire articoli correlati. Connected Papers: un’applicazione che crea mappe di articoli collegati, aiutando a visualizzare la rete di studi simili o rilevanti per un determinato argomento. ResearchRabbit: uno strumento che sfrutta l’intelligenza artificiale per trovare articoli simili e monitorare continuamente i nuovi studi pubblicati in settori specifici. Iris.ai: un assistente di ricerca che sfrutta l’AI per trovare articoli rilevanti, riassumere contenuti e suggerire nuove aree di indagine. Litmaps: uno strumento di mappatura che consente di visualizzare in modo interattivo le connessioni tra studi scientifici, aggiornandosi automaticamente con nuove pubblicazioni. Scite.ai: una piattaforma che permette di vedere come uno studio è stato citato da altri articoli, distinguendo se è stato supportato, contrastato o semplicemente menzionato. fonte: https://www.dors.it/2024/11/ricerche-bibliografiche-e-intelligenza-artificiale-alcuni-strumenti-interessanti/

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