in PRIMO PIANO

  • Il programma di venerdì 6.12 (sessione plenaria e cinque sessioni tematiche) e di sabato 7.12 (sessione plenaria) Leggi l’Appello che convoca la Conferenza e le organizzazioni promotrici venerdì 6 dicembre 2024 mattino ore 09,30 Accoglienza ore 10,30 Apertura dei lavori: Giovanna Del Giudice e Cristiano Zagatti (Coordinamento Nazionale Salute Mentale) ore 10,50: Saluti dell’organizzazione ospite: Tania Scacchetti (segretaria generale SPI-CGIL) ore 11: intervento di: Flavio Lotti (presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace) ore 11,15: Relazione introduttiva: per il Coordinamento Nazionale Salute Mentale Gisella Trincas “Prendersi cura dei Diritti Umani e delle Persone con sofferenza mentale. Il tempo è ora” ore 11,30: saluti di Dévora Kestel (Organizzazione Mondiale della Sanità) Marianna Ferruzzi (CISL nazionale), Mirella Novelli (UIL nazionale), (saluto CGIL 7 dicembre) sono stati invitati Ministro della Salute, Conferenza delle Regioni e PA, ANCI messaggio di don Luigi Ciotti ore 12,00: Tavola rotonda – conduce Massimo Cirri “Quale salute mentale oggi in Italia. La parola ai protagonisti”: Elio Pitzalis, utente Alessandro Saullo, operatore Milva Cappellini, familiare Peppe Pagano, cooperatore sociale ore 13,00 intervento conclusivo: Maria Grazia Giannichedda (Coordinamento Nazionale Salute Mentale)  Pausa pranzo (con cestini) (venerdì 6 dicembre) pomeriggio ore 14,30 – 18,30 Sessioni tematiche 1.Misure e strumenti (inter)nazionali per la tutela della salute mentale – (Come) I livelli essenziali concernenti i diritti civili e sociali devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Coordina: Daniele Piccione, Relatore: Fabrizio Starace 2.I servizi e il lavoro per la salute mentale –La psichiatria non basta, i servizi socio sanitari forti e buone pratiche di inclusione. Coordina: Anna Maria Accetta, Relazione: Vito D’Anza  3. Libertà e diritti: contro le pratiche delle istituzioni totali –  Istituzionalizzare, legare, obbligare, punire. Coordina: Giovanni Rossi,  Relazione: Giovanna Del Giudice 4.Oltre il dramma Carcere. La legge 81: una riforma da completare –Psichiatria e Giustizia una relazione pericolosa. Una tragica nostalgia di manicomio. Coordina: Susanna Marietti, Relatore: Pietro Pellegrini 5.Ascolta i miei silenzi – La sofferenza mentale di minori, adolescenti e giovani adulti, tra risposte deboli e rischi di medicalizzazione. Coordina: Nerina Dirindin,  Relazioni: Cesare Moreno, Teresa Centro e Antonella Anichini  a fine pagina chi interviene, tra le/gli altre/i, nelle 5 sessioni  sabato 7 dicembre 2024 ore 09,00 Apertura, coordinamento dei lavori: Stefano Cecconi e Maria Antonella Barbagallo (Coordinamento Nazionale Salute Mentale) ore 9,15 saluto di Maurizio Landini (segretario generale CGIL) ore 9,30 Interventi dei cinque Rapporteur delle cinque sessioni tematiche: Misure e strumenti (inter)nazionali per la tutela della salute mentale: Antonello D’Elia I servizi e il lavoro per la salute mentale: Andrea Morniroli Libertà e diritti: contro le pratiche delle istituzioni totali: Pietro Barbieri Oltre il dramma Carcere. La legge 81: una riforma da completare: Daniele Pulino Ascolta i miei silenzi. La salute di minori e giovani: Leopoldo Grosso ore 10,30 intervento di Rosy Bindi (già Ministra della Salute) ore 11 – Dibattito ore 12,45 Conclusioni: Nerina Dirindin (Coordinamento Nazionale Salute Mentale) ore 13,30 Dichiarazione conclusiva – Chiusura dei lavori INFO: https://www.conferenzasalutementale.it/  venerdì 6 dicembre 2024 ore 14,30 – le cinque sessioni tematiche  1 Misure e strumenti (inter)nazionali per la tutela della salute mentale – (Come) i livelli essenziali concernenti i diritti civili e sociali devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale – SALA CAUDINI Coordina: Daniele Piccione, Relazione: Fabrizio Starace, Rapporteur: Antonello D’Elia Intervengono tra le/gli altre/i Susanna Camusso (senatrice), Sandra Zampa (senatrice), Carla Fermariello (Presidente commissione scuola e infanzia Roma capitale), Elena Canali (Associazione Volontari in Onda Lazio), Raffaele Pilloni (avvocato Sindaco Curcuris Sardegna), Gianfranco Rizzetto (Festival dei Matti Venezia), Renato Frisanco (sociologo, ricercatore nel campo delle politiche sociali), Cristiana Inglese (Assessora Politiche Sociali Comune di Pescia), Anna Puddu (Assessora alle Salute e Benessere delle/dei cittadine/i Comune di Cagliari online), Marianna Monterosso (componente Intergruppo parlamentare sui diritti fondamentali della persona), Eros Cosatto (Associazione AMA Linea di Sconfine Gorizia), Francesca Ghirra (Parlamentare), Antonio Mazzeo (presidente Consiglio regionale Toscana video), Jacopo Rosatelli* (assessore politiche sociali Torino), Gianna Pentenero (capogruppo PD Consiglio regionale Piemonte), Marta Bonafoni* (consigliera regionale Lazio), Marco Furfaro* (capogruppo PD Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati), Daniela Barbaresi (segretaria nazionale CGIL), Luigi Benevelli (psichiatra), Antonella Cammarota (Solaris Odv) 2 I servizi e il lavoro per la salute mentale – La psichiatria non basta, i servizi socio sanitari forti e buone pratiche di inclusione – SALA TAURINI Coordina: Anna Maria Accetta, Relazione: Vito D’Anza, Rapporteur: Andrea Morniroli Intervengono tra le/gli altre/i Alessandro Sirolli (Associazione 180 amici Abruzzo), Renzo De Stefani (le parole ritrovate), Anna Poma (Festival dei Matti Venezia), Piero Cipriano (psichiatra), Paolo Pini (Associazione Utenti Mediterraneo), Loredana Betti (psicoanalisi e luoghi pubblici), Salvatore Inglese (salute mentale e etnoclinica), Stefano Naim (psichiatra Modena), Marco Riccomini (Associazione Utenti Rosa Spina), Tommaso Neri (psicologo Brigata Basaglia Firenze), Marinella Cornacchia (Associazione ARESAM), Claudia Giraudo (CSM Giaveno Avigliana), Diana Gallo (Associazione Alba di Pisa), Alice Sodi (Movimento per la biodiversità neurologica Neuropeculiar), Organa Pucci (studentessa psicologia), Carlo Minervini (ass. 180Amici Puglia), Loredana Betti (psicoanalisi e luoghi pubblici), Antonello Lanteri (già direttore DSM TO4), Luca Negrogno (Istituto Minguzzi Bologna), Tiziana Arista (Famiglie in rete per la salute mentale), Eva Campioni (ESP), Massimo Magnano San Lio (Comunità di Sant’Egidio), Tati Sgarlata (associazione “si può fare per il lavoro di comunità” Sicilia), Donatella Barazzetti (Solaris Odv), 3 Libertà e diritti: contro le pratiche delle istituzioni totali – Istituzionalizzare, legare, obbligare, punire – SALA AUDITORIUM Coordina: Giovanni Rossi, Relazione: Giovanna Del Giudice, Rapporteur: Pietro Barbieri Intervengono tra le/gli altre/i Grazia Zuffa (psicologa, componente CNB Comitato Nazionale per la Bioetica), Mauro Palma* (già Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà), don Virginio Colmegna (campagna salute mentale Lombardia), Peppe Dell’Acqua (ass. Forum Salute Mentale), Tiziana Biolghini (consigliera e vicepresidente commissione politiche sociali Comune di Roma), Antonella Barbagallo (Associazione Vivamente Piemonte), Gianni Carusi (psichiatra Abruzzo), Natalia Barillari (Associazione Familiari Calabria), Roberto Loddo (Associazione ASARP Sardegna), Antonio Esposito (ricercatore indipendente), Ciro Tarantino (sociologo Università Suor Orsola Benincasa),  Cecilia Marchisio (Centro Studi per i diritti e la vita indipendente), Sara Gioia (RSA Legnano), Michela Vogrig (responsabile salute mentale Legacoopsociali), Raffaella Pocobello (ricercatrice CNR), Ludovica Jona (giornalista),  Paola Ferri (gruppo nazionale di ricerca clinica in psicoanalisi sociale), Silvia Ferraris (Direttrice struttura complessa Verbano Cusio Ossola), Emanuela Miceli (architetta e psicologa), Antonella Calcaterra (avvocata Foro Milano), Carlo Caprioglio (Clinica Legale Roma 3), Carolina Di Luciano (Osservatorio TSO Torino), Roberto Mastropasqua (Movimento per la biodiversità neurologica Neuropeculiar), Nicola Cocco, (presidente Società Italiana Medicina delle Migrazioni), Marina Pretto (Famiglie in rete per la salute mentale), Andrea Peucher (esp SPDC Trento), Stefano Cecconi (segretario nazionale SPI CGIL) 4 Oltre il dramma Carcere. La legge 81: una riforma da completare- Psichiatria e Giustizia una relazione pericolosa. Una tragica nostalgia di manicomio – SALA ETRUSCHI Coordina: Susanna Marietti, Relazione: Pietro Pellegrini, Rapporteur: Daniele Pulino Intervengono tra le/gli altre/i Franco Corleone (Garante detenuti Udine già commissario per il superamento OPG), Riccardo Magi* (deputato), Francesco Maisto (garante dei diritti delle persone private della libertà personale Comune di Milano), Patrizio Gonnella (Presidente Antigone), Stefano Anastasia (garante dei diritti delle persone private della libertà personale Regione Lazio), Michele Miravalle (coordinatore Rapporto carceri Antigone, Università Torino), Cristina Pireddu (internata Rems Capoterra con proprio contributo scritto), Gisella Trincas (presidente nazionale UNASAM), Valentina Calderone (garante dei diritti delle persone private della libertà personale Roma Capitale), Irene Testa (Garante delle persone private della libertà Regione Sardegna), Massimo Fada (educatore, stopopg), don Pippo Insana (Casa Accoglienza Barcellona Pozzo di Gotto), Francesco Schiaffo (docente Università Salerno), Angelo Righetti (Rete Economia Sociale Internazionale), Denise Amerini (resp. Carcere CGIL), Maria Teresa Menotto (Il granello di senape), Rosella Biagini (familiare), Giulia Melani (Università di Firenze), Maria Gorlani e Antonella Boschi (Famiglie in Rete per la salute mentale), Michele Passione (avvocato Foro Firenze) 5 Ascolta i miei silenzi – La sofferenza mentale di minori, adolescenti e giovani adulti, […]

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  • Adesione altissima già nei primi turni di lavoro: oltre il 70% delle lavoratrici e dei lavoratori ha incrociato le braccia in tutta Italia in occasione dello sciopero generale proclamato per la giornata di oggi da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del Governo. Una mobilitazione per aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici, investire nelle politiche industriali. Dai primi dati raccolti dalle Confederazioni, si toccano punte del 100% con numerose aziende ferme, come la Heineken di Taranto, la Sammontana di Firenze, la Citterio di Parma, la Lagostina di Novara e la Dana di Reggio Emilia. Si sono astenuti dal lavoro tutti gli addetti somministrati della Beko di Varese. Altissima la partecipazione in tutti i settori produttivi e in tutto il Paese: 85% alla Ferrarelle in Valle Camonica, alla Lavazza di Vercelli, alle Acciaierie Beltrame di Vicenza, nei punti vendita Coop e IperCoop della Liguria e alla Carrefour di Carugate (MI); 80% alla Siemens di Trento e alla Leonardo di Pomigliano d’Arco; 98% tra i somministrati della Lamborghini di Bologna; 90% all’Ikea di Genova, alla Pirelli di Settimo Torinese e alla Fincantieri di Castellammare di Stabia; 75% alla Poltrona Frau di Macerata, alla Italcementi di Brescia e alla Fincantieri di Palermo; 95% alla Isab di Siracusa. Elevata l’adesione anche nel settore della conoscenza, con tante scuole completamente chiuse nelle maggiori città italiane. Grandissima partecipazione alle 43 manifestazioni che si sono svolte in tutta la penisola. Più di 50 mila al corteo di Bologna, con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. E oltre 30 mila a Napoli, con il segretario generale della Uil PierPaolo Bombardieri. fonte: CGIL     –    UIL SCIOPERO GENERALE CONTRO LA MANOVRA IL 29 NOVEMBRE: aumentare salari e pensioni, finanziare sanità istruzione, investire in politiche industriali …  

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  • È possibile rendere i nostri paesi, le nostre città posti migliori in cui vivere, dove tutte le persone hanno possibilità di raggiungere una qualità di vita salutare e che le soddisfa? Questo articolo riflette su questa speranza con tre contributi – un position statement, una nuova rete e una guida – rivolti principalmente alla sanità pubblica e alle amministrazioni locali. Con Better places. A position statement on behalf of the Scottish Public Health System – pubblicato ad agosto 2024 – la Sanità Pubblica scozzese risponde che questo potrebbe accadere quando si entra in contatto prima di tutto con i luoghi, intesi sia come aree geografiche sia come contesti sociali, per proteggere e promuovere la salute di chi vi abita, lavora, studia, invecchia – agendo dapprima nelle zone dove si concentrano situazioni di svantaggio socioeconomico, che si ripercuotono sulla salute e sulla qualità della vita di chi le vive sulla propria pelle. Questo approccio parte dal principio che vi è interazione tra ambiente fisico e contesto socio-economico e riconosce l’impatto che questa dinamica ha sulle persone che si relazionano quotidianamente in questo ambiente e con questo contesto. Per apportare miglioramenti nella salute, nell’inclusione e nel benessere degli abitanti di una località, chi opera nel settore pubblico, nel privato, nel terzo settore e sui territori locali può adottare l’ascolto attivo e la progettazione partecipata che parte dal conoscere i luoghi e individua interventi mirati e coerenti con i bisogni espressi dalla comunità stessa. La Scozia ha investito da tempo su politiche e normative a supporto e sviluppo di luoghi e comunità a favore della salute e dell’inclusione: il sito web Our Place racconta questo percorso e raccoglie casi studio e strumenti per trasferire queste esperienze in altri territori. Alla luce di quanto appreso, il position statement Better Places conclude con la necessità di lavorare in partnership su tre ambiti di azione: • rafforzare la leadership e la governance per garantire politiche e norme che abbiano il massimo impatto sulla salute e sul contrasto delle disuguaglianze • implementare un robusto sistema di sorveglianza sui centri abitati e sulle comunità locali per conoscere e monitorare la qualità di vita degli abitanti che vivono quei luoghi • agire per migliorare tutte le componenti di un luogo che possano promuovere salute e benessere e condividere i piani e i progetti in corso, i loro risultati a livello nazionale, attivando reti di scambio, sostegno e comunità di pratica. Per favorire buone pratiche e iniziative per ridurre le disuguaglianze di salute nelle città, a settembre 2024, nel nostro Paese è nata la rete italiana delle ‘Marmot cities’, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità. A questa rete per attuare strategie contro le disuguaglianze che tengano conto dei determinanti sociali di salute, possono aderire amministrazioni locali, servizi sanitari e di cura, organizzazioni che promuovono l’attivismo dei cittadini, associazioni di volontariato, religiose e della comunità ad aderire. Per approfondire cosa sono le Marmot Cities, invitiamo a leggere l’articolo a cura di Giuseppe Costa, pubblicato nel 2023 su Disuguaglianzedisalute.it. Infine, una risposta alla nostra domanda iniziale arriva dall’attività fisica. La pubblicazione realizzata da Promozione Salute Svizzera a marzo 2023 – Integrare strutture insediative che promuovono l’attività fisica e gli incontri negli strumenti di pianificazione territoriale. Una guida per i responsabili dei dipartimenti della sanità – accompagna la sanità pubblica e gli amministratori locali a ripristinare e progettare strutture pubbliche che diano opportunità a tutte le persone di incontrarsi e di fare attività fisica. Il documento, disponibile in lingua italiana, connette la promozione dell’attività fisica alla promozione della biodiversità, che contribuisce a regolare il clima. L’invito è inserire questa sinergia negli strumenti previsti per la pianificazione territoriale, specialmente dei centri urbani, per favorire, aumentare, far nascere spazi accessibili a tutte le persone; luoghi che promuovono stili di vita attivi, la coesione sociale, il contatto con la natura, la resilienza ai cambiamenti climatici. Per strutture insediative si intende: parchi e aree verdi, cortili scolastici per la ricreazione e attività sportive, parchi giochi, passeggiate e sentieri naturali, luoghi di ritiro, spazi verdi di collegamento nelle aree urbane, vivai e orti comunitari. Sul tema natura, ambienti e salute, invitiamo a leggere il Dossier natura, ambienti e salute (Dors, 2024). Il titolo di questo articolo è tratto dal brano La sera dei miracoli di Lucio Dalla. SONY BMG MUSIC ENTERTAINMENT (Italy) S.p.A. 1980. fonte: https://www.dors.it/2024/11/si-muove-la-citta-con-le-piazze-e-i-giardini/ articolo di Paola Capra

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  • Nel 2023 le nuove diagnosi di infezione da HIV sono state 2349, pari a 4,0 nuovi casi per 100.000 residenti. Un’incidenza che pone il nostro Paese al di sotto della media osservata tra i Paesi dell’Europa occidentale. Inoltre, nel 2023 sono stati notificati 532 nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 0,9 nuovi casi per 100.000 residenti. È quanto emerge dagli ultimi dati pubblicati, in occasione del World AIDS Day (WAD) 2024 (1 dicembre), dalla sorveglianza nazionale delle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di AIDS, coordinata dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’ISS. Per approfondire consulta le pagine con i dati epidemiologici aggiornati per l’Italia. Domenica 1 dicembre, in occasione del WAD24, il Telefono Verde AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST) dell’ISS, 800 861061, effettua un’apertura straordinaria dalle ore 13.00 alle 18.00. fonte: https://www.epicentro.iss.it/ vedi la pagina OMS “Take the rights path: My health, my right!” (“Prendi la strada giusta, la mia salute un mio diritto”)

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  • La Rete della protezione e dell’inclusione sociale ha discusso e approvato il nuovo Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali per il triennio 2024-2026, che contiene al suo interno il Piano sociale nazionale e il Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà. Il Piano fornisce le indicazioni programmatiche per gli interventi e i servizi sociali finanziati dai Fondi nazionali, che verranno articolati attraverso la programmazione regionale nel rispetto e nella valorizzazione del confronto con le autonomie locali. La prima parte del documento riassume le principali norme che orientano le scelte di programmazione e una serie di principi ispiratori che aiutano a caratterizzare il modo in cui le azioni sono declinate e integrate all’interno dei due Piani. Nello specifico, il Piano sociale nazionale individua le priorità collegate al Fondo nazionale politiche sociali e alla sua programmazione, distinguendo tra le varie aree di intervento al fine di garantire la piena attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS). Analogamente, il Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà individua le principali azioni volte a prevenire e contrastare le condizioni di povertà e assicurare percorsi di accompagnamento all’autonomia. Il Piano verrà adottato con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, previa intesa in sede di Conferenza Unificata. Il decreto provvederà anche al riparto delle risorse afferenti al Fondo nazionale politiche sociali e al Fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. fonte: Ministero LPS La bozza del Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali per il triennio 2024-2026

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  • Il Repertorio qui presentato è una raccolta di informazioni sull’utilizzo che l’industria e le varie attività connesse hanno fatto dell’amianto e dei materiali contenenti amianto, con particolare riferimento alla Toscana. Il lavoro è stato sviluppato presso l’ Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologia (ISPRO) di Firenze, dove dal 1988 è presente un’attività di ricerca e di sorveglianza epidemiologica in tema di amianto; dal 2016, l’Istituto svolge anche attività di coordinamento e valutazione tecnico-scientifica del programma regionale di sorveglianza sanitaria ex-esposti ad amianto. Il Repertorio è uno strumento di lavoro per tutti gli operatori che si trovano a esaminare e classificare le storie di persone affette da patologie correlabili all’esposizione professionale ad amianto, come pure di soggetti potenzialmente ex-esposti ad amianto che si presentano agli ambulatori del programma di sorveglianza sanitaria. È, infatti, necessario che gli operatori conoscano o abbiano a disposizione una documentazione corretta e dettagliata sulle esposizioni occupazionali ad amianto per settore produttivo: questo Repertorio ne offre una facile consultazione per coadiuvare l’attività corrente di prevenzione e tutela dei danni da esposizione ad amianto. Il volume consta di 29 schede specifiche per settore e/o comparto produttivo, alcune delle quali includono settori diversi, ma accomunabili per quanto concerne il rischio amianto. Sono stati considerati i settori e i comparti per i quali esistono evidenze sull’utilizzo di amianto come materia prima o di materiali contenenti amianto facenti parte dei semilavorati e dei prodotti finiti oppure anche come componenti ausiliari negli impianti di produzione. In ogni scheda è riportata una descrizione degli utilizzi e della presenza di questi materiali e delle possibili occasioni di esposizione subite dai lavoratori addetti. Si tratta di una sintesi di informazioni tratte dalla letteratura scientifica e grigia, nonché dalle 8.097 storie rilevate nelle diverse interviste fatte ai lavoratori toscani affetti da mesotelioma maligno o ai loro congiunti e registrate a partire dal 1988 dal Centro Operativo Regionale (COR) mesoteliomi toscano. Alcune schede sono state riesaminate e arricchite da operatori che, durante la loro attività professionale, per alcuni già conclusa, hanno approfondito l’argomento. Ogni scheda include un elenco di domande specifiche per settore o comparto che l’operatore dovrebbe formulare nel caso abbia necessità di approfondire e meglio indagare l’eventuale pregressa esposizione professionale ad amianto del soggetto che ha di fronte. Riferimenti bibliografici per eventuali approfondimenti sono riportati sia alla fine di ogni scheda (in tal caso, sono specifici per i settori o comparti considerati) sia nella parte finale del volume (quindi di carattere generale). In tutti i Paesi industrializzati, anche in quelli che non prevedono leggi di bando dell’amianto, si è iniziato a osservare una riduzione degli utilizzi di amianto e delle relative esposizioni professionali intorno alla fine degli anni Settanta, ovvero alcuni anni dopo il diffondersi del consenso sulla cancerogenicità di questo minerale nella comunità scientifica. Questo fenomeno è risultato ancora più evidente dalla fine degli anni Ottanta, quando hanno iniziato a essere applicate norme più restrittive per la tutela della salute, specialmente in ambienti di lavoro. Tuttavia, ancora oggi si osservano malattie associate alla passata esposizione professionale ad amianto, sebbene nei prossimi anni si assisterà a una loro riduzione; in particolare, dovrebbe diminuire l’incidenza del mesotelioma maligno, il tumore più specificamente associato a tale esposizione, nonché quello a peggiore prognosi e con la più lunga latenza tra quelli correlati ad amianto. Particolare attenzione dovrà ancora essere posta al settore edile e a tutte quelle attività che prevedono ristrutturazioni di immobili edificati con materiali contenenti amianto e la loro bonifica. Questo Repertorio potrà essere, quindi, uno strumento di lavoro – anche se non esaustivo e sicuramente aggiornabile con l’acquisizione di nuove conoscenze – per tutti gli addetti ai lavori, dagli operatori sanitari a quelli degli enti assicurativi, ai datori di lavoro, ai responsabili della sicurezza sul lavoro e ai responsabili dei servizi di prevenzione e protezione che si occupano di tutela dei rischi da amianto. …leggi tutto su E&P fonte immagine copertina

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  • 4e-parent: i dati principali nel convegno finale del progetto Si è svolto il 28 novembre, all’ISS, il convegno finale del progetto europeo 4e-parent (Early, Equal, Engaged, Empathetic). L’evento è stato occasione per presentare i principali risultati del progetto, coordinato dall’ISS e volto al coinvolgimento da subito, pratico ed empatico, del padre nella cura di figli e figlie. Dai dati emerge che il 73% dei padri italiani usufruisce del congedo di paternità, mentre l’utilizzo del congedo parentale da parte dei padri è basso (solo il 20,4%). Per il 69% delle madri e per il 72% dei padri, il congedo di paternità dovrebbe essere più lungo, e le madri avrebbero bisogno di un periodo più prolungato per l’allattamento. Il 91% delle mamme e l’89% dei papà ritiene inadeguata la durata dell’attuale congedo di paternità e non è d’accordo con la divisione tradizionale dei ruoli familiari, sia di cura che domestici. Emergono inoltre differenze regionali e di istruzione: i padri del Sud Italia, quelli con livelli di scolarizzazione più bassi e quelli con una maggiore aderenza della divisione tradizionale dei ruoli familiari è meno probabile usufruiscano del congedo di paternità. Per approfondire consulta il Primo Piano con i principali risultati del progetto presentati al convegno del 28 novembre 2024 e leggi la pagina di EpiCentro dedicata a 4e-parent. fonte: EpiCentro

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  • È possibile iscriversi fino al 10 aprile 2025 al corso di formazione a distanza (FAD) “La Medicina di Genere e l’impatto delle differenze di sesso e genere sulla salute” organizzato dal Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS e disponibile dal 21 ottobre 2024 al 18 aprile 2025 sulla piattaforma eduiss.it. Il corso è gratuito, accreditato per tutte le discipline della professione Medico-Chirurgo e darà diritto a 16 crediti ECM. Si tratta di un corso introduttivo alla Medicina di Genere che offre una panoramica sulle principali differenze di sesso e genere in patologie quali le cardiologiche, le malattie muscoloscheletriche, le oncologiche, nelle malattie autoimmuni e nella salute mentale; così come le differenze di efficacia e gli effetti collaterali dei farmaci. Le ricerche recenti hanno dimostrato che le differenze di sesso e genere influenzano il rischio, lo sviluppo e la progressione delle patologie più diffuse, nonché la risposta ai trattamenti. Come riconosciuto anche a livello istituzionale e legislativo (legge 3/2018, Decreto 13/06/2019) è inderogabile considerare le differenze di sesso e genere nelle prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, la conoscenza specifica sulla medicina di genere e sull’importanza della sua applicazione in tutte le discipline mediche è ancora scarsa ed è quindi importante aumentare quanto più possibile la condivisione e la conoscenza di questi aspetti per promuovere un approccio capace di riconoscere l’impatto delle differenze di sesso e genere nella pratica clinica del Medico di Medicina Generale che si occupa della salute delle persone ad ampio spettro. Per iscriversi, compilare il modulo presente sulla piattaforma eduiss.it. Consulta il programma.

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  •   Non possiamo restare in silenzio La società civile per la sanità pubblica Da troppo tempo il Servizio sanitario nazionale, un patrimonio fondamentale per un paese civile, non riceve la giusta attenzione. Da troppo tempo osserviamo, spesso impotenti, una grande indifferenza nei confronti del progressivo indebolimento della sanità pubblica.  Eppure, negli anni, il Ssn ha contribuito a raggiungere risultati importati per la salute di tutti noi, riconosciuti a livello internazionale. Ad esempio, i dati Ocse dimostrano che in Italia la mortalità evitabile grazie a interventi sanitari tempestivi ed appropriati è circa il 30% in meno della media UE, la sopravvivenza a 5 anni per molte patologie oncologiche è superiore alla media europea, le differenze nell’accesso ai servizi in base alla condizione socioeconomica sono inferiori alla media dei paesi europei. Ma tali risultati non possiamo darli per scontati. Al contrario, i dati attuali dimostrano – e le persone sperimentano – la profonda crisi del sistema. Dopo la pandemia, nonostante gli insegnamenti (troppo presto dimenticati) e le promesse (mai mantenute), la situazione è sempre più preoccupante. L’Istat riporta che nel 2023, il 4,5% degli italiani rinuncia alle cure a causa delle lunghe liste di attesa (in forte aumento rispetto al 2,8% del 2019), il 4,2% rinuncia per motivi economici e l’1% per la scomodità del servizio. Lo sviluppo dell’assistenza territoriale, specie per le persone anziane, continua a segnare il passo. Gli italiani stanno riscoprendo la paura – propria del secolo scorso – di ammalarsi non solo per le sofferenze che ne discendono ma anche per i costi che potrebbe comportare. Oggi il pericolo incombente è la perdita del Ssn (per come l’abbiamo conosciuto dopo la sua istituzione) attraverso la privatizzazione dell’assistenza sanitaria. La sanità pubblica garantisce ancora a tutti una quota di attività (urgenza, ricoveri per acuzie, interventi salvavita), mentre per il resto (visite specialistiche, accertamenti diagnostici, piccola chirurgia, riabilitazione, assistenza residenziale) il Ssn arretra, e i cittadini sono costretti a rinviare gli interventi o a ricorrere ai servizi a pagamento. Le lunghe liste di attesa e, più in generale, la difficoltà ad accedere a prestazioni sanitarie e sociosanitari stanno così abituando la popolazione a non considerare più la sanità pubblica il primo riferimento in caso di malattia, e stanno facendo riemergere un timore che da decenni era scomparso: la paura di non avere abbastanza soldi per potersi curare. Nelle cure dei malati cronici (ormai la parte preponderante degli assistiti), con le famiglie lasciate sole e lo sviluppo dei servizi territoriali e di prossimità – che abbiamo visto essere determinati nella pandemia – è al palo dopo dichiarazioni roboanti I professionisti della salute – risorse fondamentali, perno di ogni organizzazione di servizi alla persona – sono sempre meno numerosi e sempre più demotivati, mentre dopo la pandemia avremmo dovuto proteggerli e riconoscerne il valore. Nell’attuale scenario, è inevitabile che gli operatori siano sottoposti a una pressione insostenibile che si traduce in una fuga dal pubblico, soprattutto dai luoghi di maggior tensione, come l’area dell’urgenza. Le retribuzioni debbono essere adeguate ai livelli europei (pena la continua “esportazione” di professionisti) e devono essere garantite condizioni di lavoro sostenibili e occorre riprendere a investire nella formazione, compresa la formazione nella comunicazione. Le risorse messe complessivamente a disposizione sono sempre meno adeguate rispetto ai bisogni di assistenza della popolazione; i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono messi a rischio in molte regioni e l’autonomia differenziata potrebbe ampliare ulteriormente il divario tra Nord e Sud d’Italia. E la Legge di Bilancio per il 2025-2027 non prevede il rafforzamento del personale, non interviene per contrastare la crescente demotivazione dei professionisti, propone ulteriori aumenti delle risorse per i privati, dispone aumenti del FSN sempre inferiori a quelli del Pil (fino a scendere nel 2030 al 5,6% del Pil, livello MAI COSì BASSO prima d’ora!) e tali da produrre disavanzi consistenti nei prossimi anni. Il Servizio Sanitario Nazionale è l’emergenza ma dobbiamo constatare che tutto il sistema di Welfare, dalla scuola, all’Università, alla cultura, all’assistenza sociale, alle politiche per la casa sono sostanzialmente abbandonate e rischiano il tracollo. Di fronte a tale situazione non possiamo restare in silenzio. Le associazioni promotrici del presente appello, tutte appartenenti alla società civile, denunciano lo stato di crisi del Ssn, richiedono interventi per interromperne il declino, ribadiscono la necessità che la salute diventi una vera priorità anche nell’allocazione delle risorse disponibili e sono a fianco dei professionisti impegnati in iniziative di mobilitazione e di difesa della sanità pubblica. Associazione Salute Diritto Fondamentale Associazione Giovanni Bissoni Laboratorio salute e sanità – LABOSS Forum Disuguaglianze e Diversità Salute Internazionale Associazione Prima la Comunità – ETS Associazione Alessandro Liberati-Cochrane Fondazione Gruppo Abele Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie Fondazione Maratona Alzheimer Associazione Italiana di Epidemiologia Cittadinanzattiva APS CIPES – Centro d’Iniziativa per la Promozione della salute e l’Educazione Sanitaria Associazione Centro per la Riforma dello Stato – ETS Associazione Volere la Luna ODV Associazione La Bottega del Possibile APS – Torre Pellice Diritti a Sinistra APS Ve.R.So – Veneto Ricerca Sociale Associazione Perugia per la Sanità Pubblica – Perugia Associazione Camminare Insieme OdV Ve.La – Veneto Laboratorio Fondazione Casa dell’Ospitalità – ETS – Ivrea Lisbon Institute of Global Mental Health Covesap – Coordinamento veneto per la sanità pubblica Associazione TiAscolto APS Associazione Treviso civica Fondazione Nilde Iotti Associazione Insieme APS-ETS Associazione MenteInPace – Forum per il ben-essere psichico – Cuneo Gruppo di Ricerca per la Salute Mentale “Conoscere per Migliorare” Associazione La tazza blu – OdV – Torino SOS Sanità RSWT – Rete Salute Welfare Territorio Ass. Franca e Franco Basaglia SIEP Socità Italiana di Epidemiologia Psichiatrica Conf.Basaglia Unasam Lisbon Institute of Global Mental Health Il 20 novembre si è svolto lo sciopero del personale del SSN promosso da ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED – NURSING UP Il prossimo 29 novembre si terrà lo sciopero generale indetto da CGIL e UIL per cambiare la manovra di bilancio che ha tra le principali rivendicazioni il rilancio della sanità pubblica. l’autore dell’immagine è l’artista veneziano Franco Rivolli

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  • Il medico ha un’unica finalità: quella di curare le persone senza alcuna discriminazione. Tale finalità dovrà essere perseguita in tutti i percorsi del protocollo Italia-Albania che coinvolgono i medici. La selezione dei migranti ai fini amministrativi non costituisce un processo di cura. A precisarlo, il Comitato Centrale, l’organo di Governo della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, riunito oggi a Roma, in una mozione che risponde alle segnalazioni di alcune organizzazioni umanitarie – tra le quali Emergency e Medici senza Frontiere – circa i rischi di salute per i migranti soccorsi in mare e le modalità e i tempi per la selezione delle persone non vulnerabili che possono essere trasferite presso i centri dedicati in Albania. Il Comitato Centrale, dopo aver richiamato alcuni articoli del Codice di Deontologia medica – il 3, sui doveri del medico, il 4, sui principi di libertà indipendenza autonomia e responsabilità, il 6 su efficacia sicurezza e umanizzazione dei servizi sanitari e l’uso ottimale delle risorse pubbliche e private e il 32 sulla tutela dei soggetti fragili e vulnerabili – afferma appunto che “il medico nel rispetto dei sopracitati articoli ha un’unica finalità che è quella di curare le persone senza alcuna discriminazione nel rispetto della dignità della persona e dei diritti riconosciuti dalla Carta Costituzionale e dalle Convenzioni Internazionali sottoscritte dal nostro Paese”. “Tale finalità di cura – continua il Comitato Centrale – dovrà essere assicurata in tutti i percorsi previsti dal protocollo che coinvolgono i medici. Per le peculiari caratteristiche del servizio, appare necessario prevedere la presenza di figure professionali adeguatamente formate o con specifica competenza specialistica, dotate di adeguati strumenti sanitari, senza i quali non è possibile una corretta valutazione complessiva dello stato di salute della persona. In generale possiamo affermare che la selezione dei migranti ai fini amministrativi non costituisce un processo di cura”. Il testo della mozione FNOMCeO: Italia Albania Migranti

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