Per alfabetizzazione alla salute (HL) si intendono le conoscenze, la motivazione e le competenze (ad esempio le capacità di lettura e scrittura) di cui le persone hanno bisogno per trovare, comprendere, valutare e utilizzare le informazioni sanitarie. I migranti sono a rischio per la difficoltà nell’HL (ad esempio quando non conoscono bene il sistema sanitario del paese). HL “generico” significa che le persone possono trovare, comprendere e utilizzare informazioni sanitarie generali per prendere decisioni sulla salute. L’HL “specifico per la malattia” significa che le persone possono trovare, comprendere e utilizzare informazioni su una determinata malattia o che conoscono i sintomi di una malattia o comprendono le opzioni di trattamento. Obiettivi Gli obiettivi di questa revisione sono stati quelli di valutare l’efficacia degli interventi per migliorare l’HL nei migranti, e valutare se le donne rispondessero in modo diverso dagli uomini agli interventi identificati. Metodi di ricerca Sono state eseguite ricerche bibliografiche fino al 2 febbraio 2022, nei seguenti database elettronici: CENTRAL, MEDLINE, Embase, PsycInfo e CINAHL. Sono stati anche consultati i registri delle sperimentazioni. Sono stati selezionati gli studi randomizzati controllati (RCT). Sono stati inclusi RCT e cluster-RCT che affrontano l’HL sia come concetto che con le sue componenti (accesso, comprensione, valutazione, applicazione delle informazioni sanitarie). Gli esiti considerati sono stati: HL, qualità della vita (QoL), conoscenza, risultati di salute, comportamento sanitario, autoefficacia, uso dei servizi sanitari, eventi avversi. Principali risultati Sono stati inclusi 28 RCT e sei RCT a cluster (8249 partecipanti), tutti condotti in paesi ad alto reddito. I partecipanti erano migranti con condizioni diverse fra loro. Tutti gli interventi sono stati adattati alla cultura, alla lingua e all’alfabetizzazione. Non ci sono prove che gli interventi di HL causino danni, ma solo due studi hanno valutato gli eventi avversi (ad esempio l’ansia). Molti studi hanno riportato i risultati di valutazioni a breve termine (meno di sei settimane dopo il completamento totale del programma). Efficacia dei programmi rispetto a nessun intervento: Programmi di autogestione (SMP) (programmi a lungo termine che includono l’educazione di gruppo e il supporto personale) probabilmente migliorano leggermente l’autoefficacia nella gestione della malattia (il che significa che i partecipanti avevano maggiori fiducia nelle loro capacità di agire sulle informazioni sanitarie). L’SMP può anche migliorare l’HL specifico della malattia e può migliorare leggermente il comportamento sanitario, ma può avere scarso effetto sulla conoscenza o sulla salute auto-valutata. Non è chiaro se l’SMP migliori la qualità della vita (QoL) o l’uso dei servizi sanitari. Corsi di sviluppo delle competenze HL (educazione di gruppo in cui i partecipanti, ad esempio, imparano cosa fare per prevenire una malattia) possono migliorare le conoscenze e l’HL generico, ma possono avere scarso effetto sull’alfabetizzazione o sul comportamento sanitario. Non ci sono prove che migliorino la qualità della vita, i risultati di salute, l’uso dei servizi sanitari o l’autoefficacia. Educazione audiovisiva (AVE) (compresi video, programmi interattivi o storie fotografiche educative stampate) probabilmente migliora l’alfabetizzazione e l’uso dei servizi sanitari. L’AVE può migliorare l’autoefficacia e l’intenzione di cercare trattamenti, ma può avere scarso effetto sul comportamento di salute o sulla depressione. Nessuno studio ha riportato sulla QoL. Istruzione medica appropriata (istruzioni mediche che utilizzano un linguaggio semplice, illustrazioni o immagini) può migliorare la comprensione delle informazioni sanitarie, ma può avere scarso effetto sull’aderenza ai farmaci. Nessuno studio ha riportato sulla qualità della vita, sugli esiti sanitari, sulle conoscenze, sull’uso dei servizi sanitari o sull’autoefficacia. Le donne o gli uomini migranti beneficiano in modo diverso degli interventi di HL? L’HL del diabete delle donne migranti può migliorare maggiormente rispetto a quello degli uomini migranti dopo aver ricevuto l’AVE. Per altri confronti non ci sono risultati certi. Implicazioni per la pratica Il grado di eterogeneità tra gli studi inclusi è considerevole e in alcuni confronti è stato incluso solo un numero limitato di studi, in parte con campioni di piccole dimensioni. Vi sono prove di certezza moderata che alcuni interventi di alfabetizzazione alla salute possano avere effetti positivi, così come è descritto un effetto positivo, a breve termine, dei programmi di autogestione sull’autoefficacia e dei programmi di autogestione e dell’educazione audiovisiva sulle conoscenze. Vi sono anche prove di moderata certezza di un piccolo effetto a lungo termine dell’educazione telefonica sulla conoscenza. I risultati relativi agli effetti degli interventi di alfabetizzazione alla salute sul comportamento sanitario sono contrastanti, poiché le misure e le dimensioni degli effetti sembrano variare considerevolmente. L’educazione audiovisiva ha probabilmente un effetto positivo sull’uso dei servizi sanitari, le prove tuttavia derivano da un solo studio. Non è chiaro se un intervento di alfabetizzazione alla salute migliori la qualità della vita correlata alla salute nei migranti, poiché le prove sono scarse. Non ci sono prove che gli interventi di alfabetizzazione alla salute causino danni, ma è importante notare che solo due studi hanno riportato eventi avversi come l’ansia. Entrambi gli studi hanno indicato che probabilmente ci sono pochi o nessun effetto negativo a lungo termine dell’educazione audiovisiva o telefonica sull’ansia. Solo tre studi riportano differenze di genere. Evidenze a bassa certezza hanno indicato che l’alfabetizzazione alla salute per il diabete delle donne migranti può migliorare leggermente rispetto a quella dei migranti maschi quando ricevono un’educazione audiovisiva (AVE), ma potrebbe esserci poca o nessuna differenza tra i sessi nel comportamento sanitario con AVE. Per altri tipi di intervento i risultati erano di scarsa evidenza, pertanto, non si rileva se gli interventi di alfabetizzazione alla salute differiscano sostanzialmente tra le donne e gli uomini. Implicazioni per la ricerca Al fine di valutare quali componenti dell’alfabetizzazione alla salute dovrebbero essere affrontate negli interventi futuri si dovrebbe considerare lo sviluppo, l’attuazione e la valutazione delle esigenze delle donne e dei lavoratori migranti, con l’uso di metodi di ricerca partecipativa basati sulla comunità. La ricerca futura dovrebbe anche fornire basi teoriche approfondite per esaminare e migliorare l’alfabetizzazione alla salute nelle donne e nei migranti di sesso maschile. Ciò è necessario per esplorare l’influenza della migrazione, del genere e delle sue interazioni con altri fattori come l’istruzione, lo status sociale e l’età in relazione all’alfabetizzazione alla salute, in modo che gli interventi futuri possano prendere in considerazione aspetti dell’equità correlata […]
...Nella Giornata Internazionale dei Diritti Umani, in occasione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (10 dicembre 1948-2023) organizziamo assieme una nuova marcia della pace e della fraternità per fermare le stragi. LE INFORMAZIONI PER PARTECIPARE
...In programma 40 manifestazioni. Ai cortei di Torino e Brescia i segretari generali Landini e Bombardieri Vedi la cronaca e le foto Prosegue la mobilitazione promossa da Cgil e Uil ‘Adesso basta!’. Dopo gli scioperi riusciti e le manifestazioni partecipate del 17 e del 20 novembre, il 24 novembre incrociano le braccia, per otto ore o per l’intero turno le lavoratrici e i lavoratori delle regioni del Nord (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Veneto). LEGGI IL VOLANTINO CON LE RAGIONI DELLO SCIOPERO
...In occasione della Giornata internazionale del 25 novembre (vedi dove si svolgono le manifestazioni) , con un Paese ancora scosso dall’ennesimo terribile femminicidio, il gruppo di lavoro di BelleCiao lancia una petizione all’interno della campagna “Siamo qui per restare. Vite non numeri”. VIOLENZA SULLE DONNE – “Siamo qui per restare”: la petizione Il gruppo di BelleCiao lancia su change.org l’appello per promuovere un cambiamento culturale autentico e radicale Impegnarsi di più, impegnarsi tutti. Per eliminare la violenza maschile contro le donne occorre sradicare il paradigma culturale e sociale e interrompere la spirale di violenza sessista. In occasione della Giornata internazionale del 25 novembre, con un Paese ancora scosso dall’ennesimo terribile femminicidio, il gruppo di lavoro di BelleCiao lancia una petizione all’interno della campagna “Siamo qui per restare. Vite non numeri”. L’obiettivo è provocare una riflessione sulle radici della violenza maschile contro le donne, raccogliendo il più ampio numero di consensi a sostegno di questa iniziativa, che interpreta l’urgenza e la gravità di una situazione che deve essere affrontata e non negata, o celata tra le mura domestiche. Per firmare la petizione vai su change.org. vedi anche
...La conferenza delle parti sul clima di Dubai, COP 28 (30 novembre-12 dicembre 2023), offre una doppia opportunità per la salute: da un lato invita alla prevenzione con le azioni di riduzione delle emissioni di gas serra e il mantenimento del riscaldamento globale entro i limiti fissati dall’Accordo di Parigi nel 2015, dall’altro sottolinea la necessità di attuare la strategia del sistema sanitario di contenimento di tali emissioni. La 28sima “Conferenza delle Parti” delle Nazioni Unite (COP 28) si inserisce nell’ambito della convenzione quadro sui cambiamenti climatici (UNFCCC, United Nations Framework Convention on Climate Change). Nata nel 1992 a Rio de Janeiro come prodotto della Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED, United Nations Conference on Environment and Development), la convenzione rappresenta il principale trattato internazionale in materia ambientale. L’obiettivo di quest’intesa è quello di ridurre le emissioni di gas serra, principali responsabili del riscaldamento globale, a tutela della biodiversità, dell’integrità degli ecosistemi e della salute umana. A trentuno anni dal primo incontro, la COP 28 mira a coinvolgere i Paesi firmatari nell’incremento delle strategie di mitigazione delle emissioni di gas serra climalteranti. Inoltre, la conferenza è l’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento delle azioni volte a dimezzare le emissioni globali di gas serra entro il 2030, obiettivo fissato dallo storico Accordo di Parigi, raggiunto nel 2015 nell’ambito della COP 21. In occasione della COP 28 viene anche presentato l’inventario sul conteggio dei gas serra prodotti dagli Stati, il cosiddetto Global stocktake, uno strumento che prevede la pubblicazione di un’attività reportistica, ogni cinque anni, sullo stato delle emissioni di tali gas e che, al suo interno, racchiude l’ambizione di incentivare la lotta alla crisi climatica valutando i progressi collettivi compiuti sull’Accordo di Parigi. A questo proposito, l’UNFCC, a ottobre 2023, ha pubblicato il rapporto intitolato “Views on the elements for the consideration of outputs component of the first global stocktake”. Tra le pagine del documento si legge che gli impegni di riduzione delle emissioni dei gas serra presi finora di propria iniziativa dagli Stati, conosciuti con l’acronimo NDCs (Nationally Determined Contributions), se rispettati, contribuiranno ad avere un clima più caldo di 1,7 °C. Tuttavia, secondo le reali politiche introdotte finora, l’aumento di temperatura sarà ben più alto e probabilmente, prima della fine del secolo, si raggiungerà la soglia di 3 °C. Per contrastare questo allarmante scenario, che avrebbe ripercussioni negative per l’ambiente e anche per la salute globale, sarebbe necessario centrare l’obiettivo di 1,5 °C stabilito dall’Accordo di Parigi. Eppure, secondo le raccomandazioni contenute nell’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l’ente scientifico che si occupa di mettere insieme migliaia di studi prodotti sulla crisi climatica, per raggiungere tale traguardo bisognerebbe tagliare il 43% delle emissioni dei gas serra entro il 2030 e l’84% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2019. La COP 28 è anche la sede in cui dar seguito e consolidare l’impegno assunto da 47 Paesi durante la COP 26, tenutasi nel 2021 a Glasgow (Scozia), per ridurre l’impatto del settore sanitario sulle emissioni di gas serra. Per l’occasione, oltre ai governi, 54 istituzioni afferenti a 21 Paesi, rappresentanti di circa 14.000 ospedali e centri sanitari, si sono accordate per cercare di raggiungere in meno di 30 anni la neutralità carbonica, ovvero l’azzeramento delle emissioni. Ciò si lega al tentativo di contrastare l’evidente paradosso che interessa oggi il settore della salute umana, ovvero quello di essere da un lato chiamato direttamente in causa nella cura e nell’assistenza di patologie strettamente connesse al cambiamento climatico e da esso amplificate, dall’altro quello di contribuire in modo significativo alle emissioni stesse che impattano negativamente sulla salute. Si stima che, perlomeno nei Paesi economicamente più avanzati, i sistemi sanitari siano responsabili per oltre il 4% delle emissioni di gas serra nazionali. In definitiva, si tratta del più grande sforzo globale, in tal senso, dichiarato fino ad oggi per cercare di abbassare le emissioni climalteranti a cui contribuiscono gli ospedali. «Il futuro della salute deve essere costruito su sistemi sanitari resilienti agli impatti di epidemie, pandemie e altre emergenze, ma anche agli impatti dei cambiamenti climatici, compresi gli eventi meteorologici estremi e il crescente onere di varie malattie legate all’inquinamento atmosferico» sostiene Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Durante la COP 26, oltre 75 Paesi hanno aderito all’Alleanza per l’azione trasformativa sul clima e la salute (Alliance for action on climate change and health, ATACH). In questo contesto, l’OMS ha pubblicato, il 10 novembre 2023, una roadmap per costruire sistemi sanitari resilienti ai cambiamenti climatici e a basse emissioni di carbonio. Si tratta di un utile strumento per dare concretezza ai tanti impegni presi e garantire al settore sanitario l’opportunità di dare l’esempio riducendo le proprie emissioni di gas serra, continuando al contempo a vincere la sfida del miglioramento costante della qualità dell’assistenza. Risorse utili il sito della COP 28 il documento pubblicato a ottobre 2023 dall’UNFCCC “Views on the elements for the consideration of outputs component of the first global stocktake” le pagine del National Archive inglese dedicate alla COP26 webarchive.nationalarchives.gov.uk/… framework for building climate resilient and low carbon health systems www.who.int/… fonte: https://www.epicentro.iss.it/ambiente/cop-28-2023 Testo scritto da: Walter Cristiano, Ornella Punzo, Aurora Mancini, Angela Nardin, Laura Mancini – Dipartimento Ambiente e salute, ISS
...Tecnologia e conoscenze scientifiche hanno permesso a un terzo della popolazione mondiale di compiere notevoli progressi negli ultimi decenni. Per gli altri due terzi del mondo, invece, le condizioni di vita sono peggiorate perché non dispongono delle tecnologie o di esse hanno conosciuto solo i costi ambientali e umani. Le nuove tecnologie hanno, quindi, un impatto importante nelle nostre società, che però oscilla tra luci ed ombre. La XIV edizione dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) presenta una fotografia delle luci e delle ombre che i nostri ragazzi stanno affrontando nel percorso lungo le autostrade digitali, tra chi è stato messo nelle condizioni di percorrerle velocemente e senza ostacoli, chi su quegli ostacoli si è scontrato e chi quelle autostrade le vede solo da lontano. La tecnologia può essere una grande opportunità di sviluppo e democrazia, a patto che sia governata e resa universale, altrimenti rischia di acuire le disuguaglianze e generare un esercito sempre più folto di “esclusi”. Atlante dell’Infanzia 2023
...Pubblichiamo nuovamente l’articolo di DORS che ha curato la traduzione del Glossario OMS L’Organizzazione Mondiale della Salute nel 2021 ha aggiornato il Glossario della Promozione della Salute. Offre una panoramica contemporanea dei numerosi concetti e termini diventati fondamentali per lo sviluppo della promozione della salute nel rispondere ai nuovi bisogni e alle nuove emergenze che investono il ben-essere e la qualità della vita delle persone, delle comunità locali e della società. Le definizioni sono state scritte con una ampia consultazione tra professionisti appartenenti a discipline diverse, in modo da renderle comprensibili e utilizzabili dalla comunità dei professionisti, ricercatori e decisori e dal pubblico più ampio possibile. Il lavoro di aggiornamento del Glossario ha ispirato la Carta di Ginevra per il Ben-essere (OMS, 2021) elaborata nello stesso periodo. La Carta infatti esprime l’urgenza di creare, a partire dalle comunità locali, “società promotrici di ben-essere” sostenibili, impegnate a raggiungere una salute equa nel presente e per le future generazioni senza oltrepassare i limiti ecologici. La Carta si basa sui risultati della X Conferenza Mondiale sulla Promozione della Salute (svoltasi on-line per via della pandemia di Covid-19), a partire dall’eredità (legacy) della Carta di Ottawa (OMS, 1986) e delle successive Conferenze Mondiali sulla Promozione della Salute. La traduzione italiana è stata curata da DoRS Regione Piemonte in collaborazione con la Regione Lombardia tramite la ATS Città Metropolitana di Milano – SC Servizio Regionale Supporto Piani e Programmi di Promozione della Salute e Attività di Documentazione alla Salute – UO a valenza regionale “Promozione della Salute”. La traduzione stessa diventa quindi anche un segno tangibile di collaborazione tra istituzioni a favore della costruzione di una rete di conoscenze e competenze per il diritto alla salute e la promozione della salute. Il Glossario è un utile strumento di consultazione ed ispirazione in particolare (ma non solo) per gli operatori sanitari impegnati nella progettazione, conduzione e valutazione delle azioni progettuali previste dal Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 e nei relativi piani regionali e locali. La peculiarità di questo Piano è che prevede quattro fattori-cardine, trasversali ai programmi, che promuovono il cambiamento necessario: un approccio intersettoriale attento all’equità e all’inclusione, sostenuto da processi formativi e comunicativi. Il Glossario, allo stesso tempo, può facilitare e orientare la sperimentazione e lo sviluppo di nuove progettualità in alleanza con altri soggetti delle comunità locali non necessariamente previste dal Piano, ma rispondenti alle istanze e risorse delle “comunità promotrici di ben-essere”. Il Glossario può diventare quindi oggetto di studio, confronto e sostegno. Un possibile fil-rouge La traduzione del Glossario inoltre rappresenta uno dei prodotti comunicativi che vogliamo condividere con voi per celebrare i 25 anni di vita del nostro Centro. Prossimamente pubblicheremo una sorta di guida alla lettura con un fil-rouge che tesserà una nostra interpretazione dei termini e delle loro interconnessioni. Non sarà ovviamente un’interpretazione esaustiva, quindi sarà aperta al confronto e contributi. La promozione della salute è prima di tutto tessere relazioni umane significative, connessioni per sostenere una crescita competente ed autonoma nelle scelte di ben-essere e salute. Relazioni e connessioni che necessariamente devono essere fondate sulla fiducia reciproca, sulla cooperazione più che sulla competizione, sul rispetto delle diversità e sulla creazione di opportunità e servizi attenti all’equità. In sintesi la promozione della salute è una strategia politica del bene comune salute e un metodo di lavoro che si fonda su una relazione aperta, di ascolto, empatica, talvolta assertiva, che deve generare tutela dei diritti, qualità della vita, ben-essere, salute. Una relazione guidata da processi di inclusione e responsabilità, che crea interconnessioni, alleanze, collaborazioni intersettoriali per affrontare glocalmente i determinanti della salute globale. Un po’ di storia La prima edizione del Glossario della Promozione della Salute era stata realizzata e pubblicata nel 1986, per chiarire il significato e il rapporto tra i diversi termini che non erano di uso comune in quel periodo. Questo documento aveva sostenuto il lavoro preparatorio della Prima Conferenza Internazionale dell’OMS sulla Promozione della Salute, tenutasi a Ottawa nel 1986, e la successiva redazione della Carta di Ottawa per la Promozione della Salute. L’OMS decise di convocare la conferenza perché ormai stava diventano sempre più evidente che i servizi sanitari non avrebbero retto nel futuro (il nostro oggi!) l’impatto delle crescenti patologie cronico-degenerative, soprattutto se fosse stata mantenuta la loro organizzazione con un’impostazione ospedalo-centrica. Inoltre le evidenze scientifiche stavamo dimostrando che l’educazione alla salute sostenuta da politiche e ambienti di vita salutogenici potevano prevenire e modulare la comparsa delle malattie e sostenere le competenze per promuovere ben-essere, salute e qualità della vita. Il Glossario era stato poi completamente revisionato nel 1998, in seguito alla 4a Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute, che si è svolta a Giacarta nel 1997 (Nutbeam, 1998). Nel 2006 è stato, invece, pubblicato un aggiornamento con 10 nuovi termini di promozione della salute (Smith, Tang, Nutbeam, 2006). Sulla scorta di questo patrimonio condiviso, l’OMS ha costituito un gruppo di lavoro misto e ha aggiornato i termini durante il periodo della pandemia di Covid-19. Alcune note Citiamo dall’introduzione i passaggi più significativi, che danno il senso di questa opera di sintesi: “Grazie agli oltre 35 anni di esperienza e dopo una continua evoluzione e un costante sviluppo di idee dalla realizzazione del primo glossario, questa versione attuale fornisce una panoramica aggiornata dei numerosi concetti e termini diventati fondamentali per l’attuale promozione della salute. Come nelle versioni precedenti, l’obiettivo fondamentale è facilitare la comunicazione sia tra i diversi paesi, e al loro interno, sia tra le professioni e i settori che contribuiscono direttamente e/o indirettamente alla promozione della salute”. “Molti termini verranno aggiornati ulteriormente e sarà necessario inserirne di nuovi. In particolare, i termini che si riferiscono agli impatti sulla salute determinati dalla trasformazione digitale e da altre innovazioni 3 tecnologiche avranno bisogno di un’ulteriore revisione. Confidiamo in un coinvolgimento ampio e attivo nella futura definizione del glossario, in modo che possa continuare a fornire la versione più completa e aggiornata dei concetti, delle strategie di promozione della salute e della loro applicazione pratica nei diversi paesi.” Inoltre esplicita una richiesta di attenzione: “Le definizioni, per la loro stessa natura, sono limitative e spesso rappresentano la sintesi di idee ed azioni complesse. L’utilizzo dei termini è spesso specifico di un contesto e […]
...Dopo l’incontro tra SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL con la vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, (ndr 21 novembre 2023) per fare il punto sull’attuazione della nuova legge per anziani e non autosufficienza (Legge 33/2023 “Delega al governo in materia di politiche a favore delle persone anziane”), sono stati pubblicate le reazionu dei Sindacati dei Pensionati della CGIL e della UIL. MANOVRA: SPI-CGIL, SU NON AUTOSUFFICIENZA MIN. LAVORO IN ALTO MARE, CONFERMA CHE NO RISORSE = Roma, 21 nov. (Adnkronos) – “Mancano poche settimane alla scadenza per i decreti attuativi della legge sulla non autosufficienza, ma questo pomeriggio in un incontro con la vice-ministra al Lavoro , Maria Teresa Bellucci, abbiamo avuto conferma del fatto che non ci sono bozze visionabili e neppure indicazioni certe sulle risorse necessarie a rendere operativa quella legge”. A fare il punto post-incontro è lo Spi Cgil in una nota. “Apprezziamo la disponibilità della vice-ministra a rispondere alle nostre richieste di incontro ma serve ben altro che vaghe promesse e altrettanto vaghe buone intenzioni per rispondere ai bisogni di 4 milioni di cittadini non autosufficienti e a quelli delle loro famiglie. Siamo ancora in alto mare”, spiega ancora la nota che ribadisce “l’impostazione sbagliata della legge di bilancio” e ricorda la manifestazione in piazza a Roma il prossimo 15 dicembre. Fonte: (Tes/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 – 21-NOV-23 17:52 – NNNN ******** Incontro al Ministero del Lavoro, Barbagallo UILP: “Nella Manovra dimenticata la Non Autosufficienza” Incontro al Ministero del Lavoro: “Auspichiamo che il confronto con il Governo per la scrittura dei Decreti attuativi sulla Legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane, non si esaurisca con l’incontro di oggi con la Vice Ministra Maria Grazia Bellucci.” Ad affermarlo Carmelo Barbagallo, Segretario Generale della Uil Pensionati, a margine dell’incontro con i Sindacati dei Pensionati che si è svolto oggi al Ministero de Lavoro e delle Politiche Sociali sulla Legge per la non autosufficienza. “Questa Legge di civiltà, che interessa oltre 3,1 milioni di persone non autosufficienti di cui il 75% sono over 75 anni, contiene elementi positivi perché finalmente si affronta in modo organico il tema del diritto alla salute, al benessere, alla cura, all’assistenza delle persone anziane. Ma accanto agli elementi positivi registriamo alcune criticità. Innanzitutto, le risorse a disposizione per finanziare i numerosi interventi previsti sono insufficienti, in quanto la Legge è a invarianza di risorse e nella manovra di bilancio ci si dimentica della non autosufficienza. Le riforme a costo zero in questo Paese non hanno mai funzionato e i 914 milioni di euro già previsti in Bilancio dai passati Governi sono insufficienti per assicurare servizi adeguati in ogni parte del Paese. Per questo è fondamentale che il Parlamento in sede di approvazione della manovra di bilancio aumenti significativamente le risorse per il contrasto alla non autosufficienza con sostegni e servizi adeguati e uniformi, riducendo le attuali disuguaglianze. Tra l’altro si corre il rischio concreto di acuire ancor di più i divari territoriali con il disegno di legge del Governo sull’autonomia differenziata, che prevede il passaggio dalla spesa storica ai costi standard ed il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali per la non autosufficienza a legislazione finanziaria invariata. Oggi, nel corso dell’incontro al Ministero del Lavoro, abbiamo fatto presente alla Vice Ministra che la stella polare che dovrà “guidare” i decreti attuativi dovrà essere quella di un quadro nazionale che superi gli attuali spezzettamenti, nella logica di una programmazione che unisca e uniformi i servizi e i sussidi a livello locale e per fornire risposte adeguate alla perdita della autosufficienza, principale causa di impoverimento delle persone anziane e non solo. Altrettanta attenzione andrà posta al tema dell’esclusione digitale della popolazione, soprattutto per chi ha una età più avanzata, a chi vive solo e all’introduzione del Servizio civile anziani attivi.” Fonte: UILP Per approfondire: https://spi.cgil.it/blog/speciale-legge-delega-33-2023
...Alfabetizzazione digitale, alla salute e alfabetizzazione digitale alla salute: quale relazione? Negli ultimi anni, il concetto di digital health literacy – Alfabetizzazione digitale alla salute, è al centro dell’attenzione della sanità pubblica e nella definizione delle politiche sanitarie. La digitalizzazione della società e dell’assistenza sanitaria, l’aumento delle tecnologie di comunicazione digitale, l’impatto della salute digitale sulla salute pubblica e l’avvento dell’intelligenza artificiale hanno contribuito in modo significativo al crescente interesse per l’alfabetizzazione digitale alla salute. L’obiettivo di questo articolo è di fare chiarezza sul concetto di alfabetizzazione digitale alla salute e di evidenziarne l’importanza in relazione alla promozione della salute e al contrasto delle disuguaglianze. L’alfabetizzazione digitale (DL) è la capacità di bambini e adulti di utilizzare le tecnologie digitali e di comprenderne i rischi. Si riferisce non solo alle competenze tecniche necessarie per utilizzare e accedere agli strumenti digitali, ma anche alla capacità di navigare in modo critico e consapevole negli ambienti online. E’ definita infatti “la capacità di utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per accedere, valutare, elaborare e utilizzare le informazioni che richiede competenze sia cognitive che tecniche” (American Library Association, 2017). Questa definizione è in costante evoluzione, man mano che le trasformazioni e le applicazioni digitali diventano sempre più elaborate e complesse. Oggi l’alfabetizzazione digitale sta diventando una competenza sempre più importante al punto da poter essere considerata un prerequisito fondamentale per partecipare in modo significativo alla società moderna. (Sieck et al, 2021). Allo stesso modo l’alfabetizzazione alla salute (HL)- la capacità di ottenere, leggere, comprendere e utilizzare le informazioni di salute per prendere decisioni appropriate e informate (Sørensen et al., 2012) è una competenza fondamentale per accedere, elaborare e utilizzare in modo appropriato le informazioni sulla salute. L’alfabetizzazione digitale alla salute (DHL), quindi, può essere considerata come la convergenza delle competenze di alfabetizzazione digitale e alfabetizzazione alla salute (Honeyman et al., 2020). Sia l’alfabetizzazione alla salute che quella digitale sono comunemente concettualizzate attraverso quadri di riferimento basati sulle competenze individuali. L’alfabetizzazione alla salute è descritta attraverso una matrice a quattro dimensioni (accedere/ottenere informazioni rilevanti per la salute, comprendere informazioni rilevanti per la salute, elaborare/valutare le informazioni rilevanti per la salute, e utilizzare le informazioni rilevanti per la salute) che si applicano a tre ambiti (assistenza sanitaria, prevenzione delle malattie e promozione della salute) (Sørensen et al., 2012). Durante la pandemia di Covid 19 l’alfabetizzazione alla salute è stata descritta come un “vaccino sociale” in quanto ha consentito agli individui e alle comunità di poter agire positivamente sulla diffusione della malattia trovando e applicando in modo critico e consapevole le informazioni relative al virus (Okan et al., 2022). Un quadro della Commissione Europea sulle competenze digitali adotta un approccio simile per l’alfabetizzazione digitale alla salute individuando quattro dimensioni (alfabetizzazione all’informazione e ai dati, comunicazione e collaborazione, creazione di contenuti digitali, sicurezza e risoluzione dei problemi), ognuna con quattro o sei sottodimensioni che illustrano una competenza di base dell’alfabetizzazione digitale (Joint Research Center, 2017). Questi quadri di riferimento evidenziano la complessità e la multidimensionalità sia dell’alfabetizzazione alla salute che digitale e evidenziano la necessità di concettualizzare anche l’alfabetizzazione alla salute digitale nel contesto di un quadro di competenze. I livelli di competenza dell’alfabetizzazione digitale alla salute Un modello teorico interessante è quello proposto da Peige in cui l’alfabetizzazione digitale alla salute è descritta come un insieme di competenze intrapersonali che si ipotizza essere dinamico, reciproco e plasmato dai contesti sociali, relazionali e culturali. Il modello transazionale di alfabetizzazione digitale alla salute delinea quattro livelli di competenza (Paige et al, 2018): (1) funzionale: la capacità di leggere e scrivere informazioni relative alla salute utilizzando i dispositivi tecnologici; (2) comunicativa: la capacità di monitorare, comprendere e collaborare alla comunicazione sulla salute negli ambienti sociali online; (3) critica: la capacità di valutare la pertinenza, l’affidabilità e i rischi della condivisione e della ricezione di informazioni sulla salute all’interno dell’ecosistema digitale; (4) traslazionale: la capacità di applicare le informazioni sulla salute provenienti dall’ecosistema digitale in contesti offline. Il modello mette in evidenza come, nonostante la relazione tra alfabetizzazione digitale, alfabetizzazione alla salute e alfabetizzazione alla salute digitale sia multi-dimensionale e ogni dominio di competenza dell’alfabetizzazione digitale e alla salute possa influire su uno o più domini di competenza dell alfabetizzazione alla salute digitale (Paige et al, 2018; Risling, 2019), alcune competenze dell’alfabetizzazione digitale alla salute possono non essere comprese né dalla digital literacy né dalla health literacy (Kickbusch et al., 2021). Alfabetizzazione digitale alla salute: un determinante di salute (e di disuguaglianze) L’alfabetizzazione digitale alla salute è oggi riconosciuta come un determinante chiave di salute, al pari dello status socioeconomico, del reddito, dell’istruzione, dell’età e del genere. Sebbene quasi tutta la popolazione mondiale oggi viva con la possibilità di accesso a una qualche forma di banda larga mobile o di servizio Internet e i telefoni cellulari stiano diventando onnipresenti, solo la metà delle persone in tutto il mondo utilizza Internet e possiede competenze di base in materia di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Questo divario tra la possibilità di accesso e utilizzo consapevole delle tecnologie digitali dimostra che il digital divide oggi non sia tanto una questione di possedere o meno strumenti digitali quanto di avere la necessaria alfabetizzazione scientifica, tecnologica e digitale per saperli utilizzare con consapevolezza e con il necessario sguardo critico. Se da un lato le trasformazioni digitali hanno dimostrato di avere un impatto positivo e di sviluppo per la salute del singolo e pubblica, dall’altro sono altrettanto in grado di esacerbare le disuguaglianze esistenti (van Kessel et al. 2022). Un’inadeguata alfabetizzazione digitale alla salute, infatti, può avere importanti implicazioni sullo stato di salute dei singoli e della collettività. Le persone con scarse competenze in materia di salute digitale possono incontrare difficoltà nel valutare l’affidabilità delle informazioni sulla salute veicolate dai media digitali e, di conseguenza, potrebbero non essere in grado di utilizzarle efficacemente per promuovere la salute e prevenire i rischi. Chi ha una scarsa alfabetizzazione digitale alla salute incontra ostacoli nello sfruttare le piattaforme e gli strumenti digitali per accedere a informazioni tempestive e pertinenti su questioni relative alla salute, come i dati e le notizie disponibili sui social media. Ciò è particolarmente vero quando si tratta di gruppi di popolazione svantaggiati e/o […]
...Con l’Intesa Stato Regioni 262 del 9.11.2023 si è provveduto ad approvare la proposta del Ministro della salute di deliberazione del CIPESS concernente il riparto tra le Regioni delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale per l’anno 2023. — Il Finanziamento complessivo corrente 2023 è di: 128.869.200.000,00 euro — La quota destinata al Fondo farmaci innovativi 2023 è di: 854.000.000,00 — Pertanto il Finanziamento 2023 oggetto del riparto è di: 128.005.200.000,00 Tuttavia, essendovi diverse componenti del FSN vincolate, il finanziamento INDISTINTO è pari a 123.810.15 milioni di euro (cfr. nell’Intesa leTabelle A e B), determinato come segue: 128.005.200.000,00 Finanziamento 2023 2.227.714.256,00 Vincolato in favore delle regioni e delle province autonome 224.541.000,00 Vincolato in favore delle regioni e delle province autonome già ripartito 1.098.449.770,00 Vincolato in favore degli altri enti 644.346.000,00 fondo premiale – accantonamento 123.810.148.974,00 Finanziamento indistinto 2023 da ripartire In realtà, consistenti altre parti del FSN sono già vincolate, quindi la cifra effettiva per i LEA si riduce ulteriormente. CRITERI DI RIPARTO a) 98,5 per cento delle risorse disponibili (118.925,00 milioni) sulla base dei criteri della popolazione residente e della frequenza dei consumi sanitari per età, applicando quindi il procedimento … dettato dai commi dal 5 all’11 dell’articolo 27 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68; b) dello 0,75 per cento delle risorse disponibili (905,52 milioni) in base al tasso di mortalità della popolazione (< 75 anni); c) dello 0,75 per cento delle risorse disponibili (905,52 milioni) in base al dato complessivo risultante dagli indicatori utilizzati per definire particolari situazioni territoriali che impattano sui bisogni sanitari. In particolare, gli indicatori di cui al punto a) relativi a particolari situazioni territoriali ritenuti utili al fine di definire i bisogni sanitari delle regioni, sono stati individuati nei seguenti (fonte dati ISTAT), attribuendo a tutti il medesimo peso: – incidenza della povertà relativa individuale (percentuale di persone che vivono in famiglie in povertà relativa sui residenti) – livello di bassa scolarizzazione (popolazione di età superiore a I 5 anni che non possiede alcun titolo di studio o al massimo la licenza di scuola elementare) – tasso di disoccupazione della popolazione. … Ai fini del riparto della somma pari al 98,5 per cento del finanziamento indistinto (con l’eccezione delle quote finalizzate di cui si è detto in precedenza), dopo aver calcolato il costo medio procapite, per i singoli livelli di assistenza fra le regioni benchmark sopra indicate, rapportato alla popolazione pesata* al 1.1.2022 … provveduto a moltiplicare lo stesso per la popolazione pesata di ciascuna regione e provincia autonomi. Si è provveduto, quindi, a determinare in proporzione i singoli sublivelli (prevenzione, medicina di base, farmaceutica, specialistica, altra territoriale e ospedaliera) – vedi tabella 2 *I pesi suddivisi per fasce di età sono illustrati nei riquadri sotto riportati: Livello di assistenza meno di 1 anno da 1 a4 anni da 5 a 14 anni da 15 a24 anni da25 a44 anni da45 a64 anni da65 a 74 anni oltre 75 anni Specialistica 0,389 0,221 0,279 0,390 0,650 !,I 56 2,177 2,074 Ospedaliera 3,122 0,366 0,226 0,363 0,528 0,930 2,079 2,906 Tabella 2
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