MEDICINA FONDATA SU PROVE DI EFFICACIA, COME COMUNICARLA: informare non persuadere, evitare certezze ingiustificate, chiarezza e semplicità

Un articolo di Nature (1) fornisce una serie di suggerimenti per comunicare in modo che il messaggio sia accessibile, comprensibile, utilizzabile e valutabile, utilizzando strategie per renderlo coinvolgente possibilmente raccontando la scienza come fosse una storia.

Sii persuasivo, coinvolgente, adotta uno stile narrativo

Quante volte e a ragione molti ricercatori hanno ricevuto queste esortazioni. Perché sono espedienti retorici che aiutano a far pervenire il messaggio, di qualsiasi tipo, dalla vendita di un prodotto alla vincita di un premio. Sono tradizionali tecniche di comunicazione applicate alla scienza.

E’ un approccio che a volte funziona ma che nasconde anche pericoli.

Esistono infiniti esempi nella pandemia attuale, in cui ci si potrebbe chiedere se gli esperti sono sempre stati espliciti nel riconoscere il non conosciuto, la complessità, il conflitto di interessi, i dati scomodi. E al di sopra di tutto i loro propri valori.

Il mondo si trova nel mezzo di un’infodemia, con informazioni false diffuse in modo virale sui social media. Perciò molti scienziati si sentono come in una corsa alle armi rispetto alle tecniche di comunicazione.

Dalla riflessione di un ristretto gruppo interdisciplinare presso l’Università di Cambridge, nasce l’approccio alla comunicazione delle prove.

Le 5 regole per la comunicazione delle prove

Informare, non persuadere

Davvero la comunicazione scientifica o comunicazione delle prove deve cambiare credenze e comportamenti delle persone, come richiedono le più classiche tecniche di comunicazione?  In realtà ciò che si chiede alla letteratura scientifica è affidabilità, onestà, competenza.  Le evidenze scientifiche devono essere presentate in forma accessibile, comprensibile, utile e valutabile.

Presentare le evidenze più rilevanti in modo oggettivo ed equilibrato

Presentarle nella loro completezza e non in modo parziale e distorto. Spesso la complessità delle evidenze scientifiche richiede che debbano essere comunicate in modo semplice, per esempio tramite tabelle sintetiche dei pro e contro, dei danni e benefici. Conoscere il positivo e il negativo delle prove scientifiche è cruciale.

Trascurare gli interessi della popolazione, ignorare o sottovalutare ciò che considera importante è pericoloso, metterà in dubbio l’affidabilità e alimenterà la sfiducia nell’ informazione ufficiale.

Rivelare l’incertezza

Parlare di che cosa non si sa, dichiarare che ciò che oggi è conosciuto, domani potrebbe cambiare. L’incertezza è il motore della scienza ed è un segno riconoscibile di umiltà. John Krebs, presidente della Food Standard Agency negli anni 2000, ha affrontato numerose situazione di crisi. Consiglia di adottare una strategia che prevede di: dichiarare che cosa si conosce e che cosa ancora non si conosce, riconoscere quindi l’incertezza, che cosa sta facendo la scienza e che cosa la gente può fare, nell’immediato. E, essenziale, sottolineare che il suggerimento potrebbe cambiare quando se ne saprà maggiormente.
In sintesi dichiarare l’incertezza non sembra minare l’affidabilità.

Dichiarare la qualità dell’evidenza scientifica

La popolazione a cui si comunica, giudica la credibilità dell’informazione sulla base delle prove scientifiche su cui si fonda, più che della chiarezza. In pratica, dichiarare apertamente che un’evidenza scientifica è di qualità bassa o alta è palese ed immediatamente recepito da una significativa proporzione di pubblico non specialistico.

Vaccinarsi contro la disinformazione

Se le persone vengono preventivamente messe in guardia contro i tentativi di instillare il dubbio, possono evitare di essere influenzate dalla disinformazione o cattiva informazione. Si parla di prebunking e richiede di anticipare i potenziali attacchi disinformativi cercando di comprendere le preoccupazioni della popolazione, i quesiti irrisolti, gli eventuali costi e benefici.

E dopo?

Le scoperte scientifiche cambiano costantemente e possono avere margini più o meno ampi di incertezza; eppure vengono utilizzate da responsabili politici, medici o pazienti per prendere decisioni.

Spesso hanno implicazioni complesse, economiche, ambientali, sanitarie e sociali e includono valori personali o soggettivi e compromessi difficili (come soppesare i costi economici con i benefici per la salute, la qualità della vita rispetto al rischio di morte, i costi ambientali contro i benefici per la società).

La presentazione dei risultati scientifici è quindi di cruciale importanza, in particolare per quella che chiamano la “comunicazione delle prove”. Il campo della comunicazione delle prove è cresciuto nel corso di diversi decenni, principalmente per merito degli esperti in divulgazione medica, ma c’è ancora molto da studiare, perché non sono chiari i suoi effetti sul trasferimento dei risultati dalla ricerca alla pratica. Come tutti gli sforzi di coinvolgimento, molti degli effetti di un messaggio possono essere moderati ed è difficile persino sapere come misurare il suo successo. Queste sono le sfide da affrontare nel campo della condivisione delle prove.

Infine alcuni suggerimenti pratici per condividere le prove

  • Anticipare i malintesi; preventivamente smascherarli o spiegarli.
  • Non selezionare i risultati.
  • Presentare allo stesso modo i potenziali benefici e i possibili danni in modo da poterli confrontare in modo equo.
  • Evitare i pregiudizi sugli studi utilizzando sia i risultati “positivi” che “negativi”.
  • Usare sia parole che numeri mediante tecniche narrative.
  • Comunicare l’incertezza quando necessario. Dire che cosa si intende studiare per chiarirla ed entro quando.
  • Evidenziare la qualità e la pertinenza delle prove sottostanti (ad esempio, descrivere il set di dati).
  • Utilizzare un layout progettato con cura in un ordine chiaro e includere le fonti.

Bibliografia

  • Michael Blastland, Alexandra L. J. Freeman, Sander van der Linden, Theresa M. Marteau & David Spiegelhalter. Five rules for evidence communication. A Comment published in Nature587, 362–364 (2020) https://doi.org/10.1038/d41586-020-03189-1.

FONTE: Lidia Fubini, Paola Capra, DoRS

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