Brevetti&Vaccini. La resa dei conti. di Gavino Maciocco

I danni provocati dai ritardi e dai tagli dei vaccini sono stati enormi. Ed è difficile immaginare quali ulteriori danni ci riserverà il futuro vista l’imprevedibilità del mercato farmaceutico e la sostanziale inerzia delle istituzioni preposte a controllarlo.

Cronologia

2 ottobre 2020

I governi di India e Sudafrica presentano all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) una proposta congiunta con cui chiedono una deroga ai brevetti e agli altri diritti di proprietà intellettuale in relazione a farmaci, vaccini, diagnostici, dispositivi di protezione personale, e le altre tecnologie medicali per tutta la durata della pandemia, fintantoché non sia stata raggiunta l’immunità. La deroga è prevista in base all’accordo (TRIPs) che regola i diritti di proprietà intellettuale; la condizione è che esista una giustificazione fondata su circostanze eccezionali (la pandemia lo è), e che siano esplicitati i termini anche temporali di suddetta sospensione.

L’OMC inizia a discutere la proposta a metà ottobre. A favore di essa molti stati membri dell’Omc, di organizzazioni internazionali (Oms, Unaids, Unitaid), di economisti come Joseph Stiglitz, di oltre 400 organizzazioni della società civile impegnate nel mondo per l’accesso ai farmaci essenziali. La Santa Sede si è espressa con una posizione forte a sostegno della soluzione indicata da India e Sudafrica.  Un lungo testo di appoggio alla deroga sui brevetti è stato sottoscritto da diversi Rapporteurs dell’ONU. Si oppone invece il blocco dei paesi industrializzati, gli stessi paesi che hanno finanziato il colossale sforzo della ricerca con imponenti contributi pubblici (11 miliardi di dollari gli USA, 16 miliardi di euro la Commissione Europea), senza negoziare con l’industria del farmaco la benché minima condizione sui prezzi, sulla trasparenza degli studi clinici, sul trasferimento di tecnologie  (vedi Vaccini veramente per tutti). La discussione venne rimandata a metà novembre e la data della decisione fissata per i giorni 1 e 2 marzo 2021.

18 dicembre 2020

Il Ministero della salute rende noto il Piano nazionale strategico della vaccinazione anti-Covid. L’obiettivo è quello di vaccinare 42 milioni di persone entro la fine dell’estate 2021, in modo da conseguire l’immunità di gregge. Viene previsto l’acquisto e la somministrazione crescente di dosi: 20.3 milioni di dosi nel primo trimestre 2021; 56,7 mln nel secondo; 74,9 milioni nel terzo trimestre.

27 dicembre 2020

Vaccine Day. Presso l’Ospedale Spallanzani di Roma vengono vaccinate le prime persone. La campagna vaccinale inizierà a pieno regime nei primi giorni del 2021.

Metà gennaio 2021

Le tre aziende farmaceutiche impegnate nella fornitura di vaccini all’Unione Europea – Pfizer, Moderna e AstraZeneca – annunciano ritardi e drastiche riduzioni nella consegna dei prodotti. Con immediate conseguenze nella somministrazione dei vaccini alla popolazione, che da allora procede a rilento e a singhiozzo. In Italia, alla fine di febbraio le dosi somministrate sono 4.283.925: l’obiettivo di somministrare 20 milioni di dosi alla fine di marzo è un miraggio.

10 febbraio 2021

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo, ammette errori e ritardi nei processi di approvvigionamento dei vaccini. Resi pubblici i contratti, si scopre che le aziende produttrici possono ridurre e ritardare le consegne senza particolari conseguenze.

17 febbraio 2021

Il Presidente Mario Draghi presenta il suo programma di governo al Parlamento.  La lotta alla pandemia è la prima priorità. “Il principale dovere cui siamo chiamati tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini”.  Pochi giorni dopo Mario Draghi, nell’affrontare la questione della pandemia e dei vaccini con i colleghi del Consiglio Europeo, chiede una maggiore severità da parte dell’UE nel far rispettare i patti con le industrie produttrici e anche cautela prima di lanciare progetti troppo ambiziosi di donazioni e distribuzione dei vaccini a Paesi terzi. Nel corso della riunione né Draghi, né altri membri del Consiglio europeo accennano alla sospensione dei brevetti. Il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni si limita ad affermare: “Abbiamo sottovalutato l’inaffidabilità di Big Pharma”.

25 febbraio 2021

117 membri del Parlamento Europeo firmano una Dichiarazione che – in vista della riunione dell’OMC dell’1 e 2 marzo – invita con urgenza la Commissione e gli Stati membri a non bloccare la proposta di derogare ai diritti di proprietà intellettuale avanzata da India e Sudafrica e a supportare l’accesso globale ai vaccini (Vedi risorse). Nel documento, tra l’altro, si legge: “Finora, la strategia dell’UE si è concentrata principalmente sulla produzione interna. Alla luce delle difficoltà dei produttori a fornire le dosi promesse all’UE è fondamentale consentire la produzione al di fuori dell’UE. Come affermato dalla Commissione europea, le sfide del 21 ° secolo richiedono una governance più multilaterale e una cooperazione internazionale basata su nuove regole. L’UE deve rafforzare la sua leadership e promuovere un autentico sistema multilaterale di solidarietà, sostenendo tutti i paesi nella risposta efficace alla pandemia.  Per questo, Noi, membri del Parlamento europeo, chiediamo alla Commissione e agli Stati membri di non bloccare la proposta di derogare ai diritti di proprietà intellettuale e di impegnarsi in un dialogo costruttivo con i paesi partner, al fine di abilitare le loro capacità di produzione locale e aumentare il loro accesso ai vaccini”.

Tra i parlamentari europei più attivi nel sostegno a tale dichiarazione c’è l’italiana Patrizia Toia (PD) che ha dichiarato:  “Oggi, di fronte ad una pandemia che non solo continua ma muta in varianti  sempre più contagiose, dobbiamo puntare a moltiplicare la produzione perché il vaccino sia accessibile in tutto il mondo. Per fare ciò dobbiamo usare le possibilità che ci sono per superare chiusure ed impedimenti giuridici alla condivisione del know-how scientifico e  tecnologico necessario. Chiediamo perciò alla Commissione europea di non bloccare le iniziative in sede OMC che possono aprire nuove strade”.

27 febbraio 2021

Il quotidiano “Avvenire” pubblica una lettera aperta al Presidente Mario Draghi, sottoscritta da Rosy Bindi, Nicoletta Dentico e Silvio Garattini. Il tema è: Liberalizzare le licenze per il vaccino Covid. Fare tutto quello che è necessario per la salute delle persone (Vedi Risorse). Nella lettera, tra l’altro, si legge: “Al netto dei numerosi errori commessi nella conduzione delle trattative con le case farmaceutiche da parte della Commissione Europea, e riconosciuti dalla presidente Ursula von der Leyen, sfornare vaccini in quantità dell’ordine di centinaia di milioni di dosi in poche settimane o mesi, possibilmente a un ritmo tale da precedere eventuali ulteriori mutazioni del virus, è tutt’altro che scontato. Sia da un punto di vista tecnico, inerente al ciclo di realizzazione dei vaccini. Sia perché la produzione è concentrata nelle mani di pochissime case farmaceutiche.(…).

In una lettera aperta pubblicata di recente sulla rivista medica The Lancet un gruppo di esperti in salute pubblica afferma che «la pandemia di Covid-19 non avrà fine finché non ci sarà un programma rapido di vaccinazione su scala globale per proteggere dalle forme gravi della malattia e preferibilmente puntare alla immunità di gregge».

L’Europa a questo punto deve spiegare a quale sottile forma di darwinismo politico e sanitario si ispira l’insistente opposizione alla richiesta di India e Sudafrica – in discussione da ottobre all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) – di derogare ai diritti di proprietà intellettuale (IP Waiver) durante la gestione della pandemia. La proposta, perfettamente legale ai sensi della Convenzione di Marrakesh con cui è stata creata l’Omc, gode di un crescente consenso, man mano che si avvicina il termine per la decisione finale al Consiglio generale, il 1 e 2 marzo.

Oltre cento Stati membri si sono pronunciati a favore – ultimi, in ordine di tempo, i paesi del gruppo africano – e così hanno fatto alcune agenzie dell’Onu (Oms e Unaids), i rapporteur speciali delle Nazioni Unite, economisti del calibro di Joseph Stiglitz e Mariana Mazzuccato. (…)

Oggi, l’Europa ha la possibilità di bloccare il «virus dell’individualismo radicale» di cui parla papa Francesco e impedire che la legge del mercato e dei brevetti abbia la precedenza sulla salute dell’umanità. Quanto a lei, presidente Draghi, nel suo primo discorso al Senato ha ricordato che l’espressione più alta della politica è quella di saper tradurre i tempi difficili «in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili». Faccia valere oggi questa responsabilità, con l’autorevolezza che ha saputo dimostrare in altre difficili congiunture internazionali. Whatever it takes. Tutto ciò che è necessario. Per la vita delle persone, e non solo della moneta”.

Tre brevi note finali:

  1. Si tende a scaricare sull’ euro-burocrazia – poco attenta nel congegnare i contratti con le compagnie farmaceutiche – la responsabilità del fallimento (finora) della campagna vaccinale anti-Covid nella zona EU, così vitale per la salute delle popolazioni e per la tenuta dell’economia. Ma la sudditanza delle istituzioni e della politica nei confronti di Big Pharma non è una novità. Lo stesso film lo abbiamo visto 5 anni orsono al tempo dell’uscita del nuovo, efficace farmaco contro l’epatite C (protetto dal brevetto). Governo italiano e AIFA contrattarono con l’azienda produttrice un prezzo così elevato che comportò un drammatico razionamento della terapia (solo i pazienti più gravi potevano accedervi e di conseguenza i pazienti meno gravi dovevano aggravarsi per poter accedere alle cure) – (leggi Epatite C e il diritto alla cura e Epatite C. Il profitto sopra tutto). Ciò avveniva in Italia e anche in molti altri paesi, senza che nessuno – di fronte alle sofferenze dei malati – alzasse il cartellino rosso e dicesse “ora basta, sospendiamo il brevetto, come consente il trattato TRIPs, e produciamo il farmaco generico a favore di tutti quelli che ne hanno bisogno”.
  2. I danni provocati dai ritardi e dai tagli dei vaccini sono stati enormi. Ed è difficile immaginare quali ulteriori danni ci riserverà il futuro vista l’imprevedibilità del mercato farmaceutico e la sostanziale inerzia delle istituzioni preposte a controllarlo. Una cosa è invece certa: se nell’ottobre 2020 fosse stata accettata la proposta di India e Sudafrica oggi avremmo nel mondo centinaia di stabilimenti in azione per produrre quantità di vaccino sufficienti per tutti.
  3. In questi giorni la partita della sospensione del brevetto è ancora aperta presso l’OMC. Non è mai troppo tardi.

Risorse

Declaration from Members of the European Parliament to urge the Commission and Member States not to block the TRIPS waiver at the WTO and to support global access to COVID-19 vaccines [PDF: 176Kb]

Lettera a aperta a Mario Draghi. Liberalizzare le licenze per il vaccino Covid. Fare tutto quello che è necessario per la salute delle persone di Rosy Bindi, Nicoletta Dentico e Silvio Garattini [PDF: 46Kb]

fonte: saluteinternazionale.info

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