Sanità sostenibile, le licenze obbligatorie come primo passo per superare la pandemia. di Giulia Grillo

Tra gli elementi che compongono il nostro Ssn, senza dubbio, l’assistenza farmaceutica riveste un ruolo di primo piano grazie anche al progredire delle innovazioni che permettono la continua introduzione di farmaci innovativi. Da qui il mio interesse negli anni – anche in veste di ministro della Salute – per le tematiche che riguardano questo ambito. Era il maggio del 2019 quando veniva approvata in sede Oms la mia risoluzione sulla trasparenza dei prezzi dei farmaci nella quale si esortavano gli Stati membri a migliorare la condivisione pubblica delle informazioni sui prezzi effettivi pagati dai governi e da altri acquirenti per i prodotti sanitari e una maggiore trasparenza sui brevetti farmaceutici, oltre che i risultati delle sperimentazioni cliniche e altre determinanti del prezzo in ogni fase della catena.
L’emergenza Covid-19, i suoi aspetti di eccezionalità nonché le modalità di accordo che l’Unione Europea ha intrapreso con le aziende del settore per lo sviluppo e l’utilizzo dei vaccini, hanno messo in evidenza – a mio avviso – non solo l’importanza dei presupposti della risoluzione, bensì la necessità di utilizzare strumenti straordinari per far fronte alla necessità di farmaci e dispositivi medici essenziali per superare la pandemia. In proposito mi piace ricordare che persone ben più autorevoli di me, il premio Nobel Joseph Stiglitz ad esempio, si erano espresse muovendo non poche critiche al comportamento dei vari Paesi su scala globale.

Così già nell’aprile 2020 ho presentato un provvedimento che impegnava il Governo a utilizzare lo strumento della licenza obbligatoria per migliorare l’approvvigionamento dei farmaci anti Covid-19. Ho però da subito notato che qualora il Governo avesse deciso di utilizzare tale strumento, lo stesso esecutivo avrebbe dovuto modificare il codice della proprietà industriale, prevedendo la licenza obbligatoria per farmaci e dispositivi medici in caso di crisi sanitarie nazionali. L’Italia, infatti, non aveva una disciplina compiuta in materia di licenze obbligatorie per farmaci e bisognava quindi colmare questo vuoto normativo.

Da queste considerazioni è nata l’idea della presentazione, nel marzo scorso, della proposta di legge “Introduzione dell’articolo 70-bis del codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, in materia di concessione di licenza obbligatoria per la produzione di medicinali o dispositivi medici in caso di emergenza sanitaria nazionale” (A.C. 2980), propedeutica al risultato raggiunto in questi giorni nelle commissioni Ambiente e Affari Costituzionali della Camera in seno alla discussione sulla conversione in legge del Decreto Semplificazioni.

Dunque, una volta che il Parlamento avrà votato le modifiche al Decreto, l’implementazione dell’istituto sulle licenze obbligatorie sarà possibile anche nel nostro Paese. La norma prevede in caso di riconoscimento di situazione di emergenza sanitaria da parte dello Stato, la possibilità di emanare un decreto per l’utilizzo dei brevetti da parte dei ministeri competenti – salute e sviluppo economico – con un parere dell’Aifa o dell’Agenas secondo l’oggetto della licenza obbligatoria, ovvero, farmaci o dispositivi medici. A tutto ciò si aggiunge la necessità di trovare un accordo con l’azienda detentrice del brevetto per il riconoscimento di un’adeguata remunerazione dell’attività che ha portato al brevetto tenendo conto del valore economico dell’autorizzazione.

La norma che il Parlamento si appresta a votare credo sia il frutto di un buon lavoro che contempera l’esigenza di salute della popolazione del nostro Paese – e non solo – con il riconoscere un equo compenso per il lavoro svolto dalle aziende del mondo farmaceutico e dei dispositivi medici.

In questi giorni stiamo assistendo a un rapido incremento dei contagi che minacciano non solo noi ma mondo intero. Non c’è più tempo da perdere e vanno messi in campo tutti gli strumenti a disposizione per sconfiggere questa pandemia. Tra questi anche le licenze obbligatorie.

* deputata, già ministro della Salute

fonte: Sanità24 ilsole24ORE

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