Sanità sempre meno pubblica e meno universale: bisogna reagire. di Rossana Dettori

“Nel dibattito pubblico delle ultime settimane non si è mai parlato di sanità, l’impressione è pessima. Già in campagna elettorale il tema non è stato affrontato seriamente, nemmeno dai singoli candidati nelle regioni. E in generale, nessuno nei programmi ha detto che bisogna aumentare gli investimenti in sanità e portare al 7 per cento il Pil pro capite di finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Nessuno ha detto come riorganizzarlo. La mia sensazione è che in questo paese si sia perso l’orizzonte che definisce l’universalità di un diritto”. …

… “Siamo alla vera emergenza sanitaria nel nostro paese … non mi viene un’altra parola per dirlo. I tempi d’attesa nel servizio pubblico sono lunghissimi, e sono lunghi anche nelle strutture private convenzionate. Le uniche soluzioni rimaste per avere una prestazione in tempi normali sono ricorrere all’intramoenia nelle strutture pubbliche oppure pagare nelle quelle private”.

“Questo ovviamente – aggiunge Dettori – significa aumentare il numero di coloro che rinunciano alle cure. Per questo motivo parlo di una grave emergenza. Non riuscire ad accedere alle cure significa aumentare le patologie, lasciare agli anziani una povertà di accesso ai servizi. Insomma, o si cambia radicalmente il tipo di finanziamento e la modalità organizzativa del servizio pubblico e quello convenzionato, oppure davvero siamo destinati a diventare l’ultimo paese dell’Europa a 15 rispetto all’accesso”.

Quanto all’intramoenia, … “noi abbiamo proposto che venga bloccato quando c’è lo sforamento dei tempi della lista d’attesa definiti dal Servizio sanitario nazionale. Non può esserci un meccanismo competitivo rispetto a una prestazione che deve essere garantita e universale, e invece innesca il dumping rispetto all’erogazione della prestazione. Quindi non c’è un’alternativa se non si blocca l’intramoenia, si smaltiscono le liste d’attesa e poi si riprende l’intramoenia una volta che però è stata garantita la normalità della prestazione a tutti i cittadini. Da parte di alcune regioni c’è stata una risposta positiva a questa nostra proposta, ma la ministra Lorenzin, che aveva tutt’altro interesse, non ci ha mai risposto”.

Il testo è una sintesi dell’intervista di Rossana Dettori (Cgil) a RadioArticolo1: “Prima e dopo la campagna elettorale nessuno ha detto che bisogna aumentare gli investimenti. In questo Paese ormai si è perso l’orizzonte che definisce l’universalità di un diritto” … ASCOLTA

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