Il Morbillo e il Covid: due storie, alcune similitudini. di Cesare Cislaghi

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Illustration by David S. Goodsell, RCSB Protein Data Bank. doi: 10.2210/rcsb_pdb/goodsell-gallery-018

Ho fatto il Morbillo negli anni ’50, ne ho pochi ricordi tranne il giocattolo che mi era stato regalato e il piacere di esser stato a casa per dieci giorni da scuola … della febbre, dei pruriti o di altri fastidi non mi ricordo più anche se ovviamente ci saranno stati.

Settant’anni fa tutte le mamme consideravano il Morbillo come qualcosa che doveva capitare e che non preoccupava, altre erano le malattie che preoccupavano le mamme e in primo luogo la poliomielite. I medici che diagnosticavano un Morbillo non gli davano molta importanza anche perché nella loro esperienza di complicazioni gravi difficilmente ne avevano viste, mentre il decorso tra i più era quasi sempre banale.

Oggi, giustamente, il Morbillo è considerato una patologia rischiosa da prevenire. Le complicanze si verificano in circa il 30% dei casi, nei bambini inferiori a 5 anni di vita, e possono includere, tra le altre, diarrea (8%), otite (7%), polmonite (6%), encefalite (0,1%). La malattia è responsabile di un numero di decessi che va dai 30 ai 100 ogni 100.000 persone infette e, solitamente, per superinfezioni batteriche. Per fortuna oggi è disponibile il vaccino e a quasi tutti i bimbi viene iniettato, almeno nei paesi con una sanità efficiente.

Si può ritenere che i rischi di contrarre il morbillo potrebbero considerarsi simili ai rischi di contrarre, oggi, il Covid, ma sempre più ci sono dei “clinici” che tendono a banalizzare i rischi da Covid. Il clinico vede una piccola casistica e il rischio di osservare una complicazione seria, vuoi tra gli infetti da Morbillo che tra gli infetti di Covid, è scarsa, e questo è il motivo per cui affermano con sicumera che il Covid ormai è nient’altro che una influenza, e già alcuni archiatri famosi lo avevano fatto due estati fa rendendosi in qualche misura corresponsabili di quanto poi successo nell’autunno.

L’approccio epidemiologico, o come mi piace dire anche epi-economistico, valuta invece i rischi nella collettività e questi sono seri nel Morbillo e sono ancora rilevanti oggi nel Covid. Oggi ci sono 600.000 positivi ufficialmente diagnosticati e non credo ci si sbagli a considerare che i reali infettati oggi presenti siano molti di più, almeno oltre il milione. In questi giorni l’incidenza dei contagi aumenta aggressivamente e non è possibile stabilire a quale livello massimo si potrà arrivare.

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Attualmente ogni settimana i contagi aumentano del 58% e la crescita è anche elevata tra gli accessi nei reparti di terapia intensiva. Anche le prevalenze di posti letto occupati da positivi crescono seppur risentono ancora delle dimissioni delle settimane precedenti. È pur vero che parte dei ricoverati positivi sono nei reparti per altre ragioni diverse dal Covid, ma non è pensabile tener nelle stesse sale pazienti infetti assieme a pazienti che non lo sono e che più di altri sarebbero a rischio di complicazioni se venissero a loro volta contagiati.

Viene enfatizzato che i decessi decrescono! Ma sappiamo che tra contagio e decesso vi è una latenza di circa tre settimane e quindi se oggi ci sono sessantamila contagiati ci aspettiamo ahimè che tra tre settimane (a metà luglio) ci siano più di 100 decessi al giorno di positivi. Comunque se ogni giorno tra i sessanta milioni di italiani muoiono circa 1.850 persone, tra i seicentomila positivi, cioè l’1% degli italiani, ne aspetteremmo non più di venti e invece ne registriamo molti di più.

La convivenza con il Covid sin dai primi mesi è stata resa problematica per colpa sia dei catastrofisti sia dei banalizzatori; per trovare un giusto equilibrio è necessario considerare i rischi reali e mantenere i giusti livelli di precauzione sopratutto nei gesti e nelle attività che non pregiudicano gli aspetti sociali ed economici della società.

Oggi oltre alla circolazione crescente del virus Sars-Cov-2 c’è il rischio che aumenti ancor di più il contagio con un  virus informativo diffuso da parte di chi, vuoi per interessi di varia natura vuoi semplicemente per errata valutazione, diffonde l’idea che ormai il Covid è una banale influenza. Una strana influenza… con un milione di malati, con giornate torride che raggiungono temperature ambientali simili a quelle corporee dei malati da Covid.  Non so quale possa essere il vaccino per evitare il contagio con quest’altro virus, ma forse una analisi epidemiologica seria e convincente può sconfiggerlo o per o meno arrestarne la circolazione.

fonte: E&P “Come sta la sanità” il blog di Cesare Cislaghi 

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