RETE SALUTE WELFARE TERRITORIO CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: firma la proposta di legge. Sanità, istruzione, infrastrutture allo Stato

Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, insieme alle Organizzazioni sindacali della scuola FLC Cgil, Cisl Scuola, UIL Scuola RUA, Snals Confsal e Gilda Unams, ha presentato la PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE DI INIZIATIVA POPOLARE “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”,

Siamo contrari al disegno di “autonomia differenziata”, inizialmente avanzato dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e rilanciato dalla attuale maggioranza di governo. Tale progetto, invece di consolidare il carattere unitario e nazionale, ad esempio del sistema pubblico di istruzione, rafforzando la capacità di risposta dello Stato di cui si è avvertita l’estrema necessità durante la recente pandemia, ripropone un’ulteriore frammentazione degli interventi indebolendo l’unità del Paese, col rischio di aumentare le disuguaglianze senza garantire la tutela dei diritti per tutti i cittadini e ampliando i divari territoriali.

La nostra proposta di legge prevede in primo luogo la modifica dell’art. 116 della Costituzione ponendo un vincolo alla richiesta di autonomia, che può essere concessa solo se “giustificata dalla specificità del territorio”. Inoltre, viene esclusa la possibilità di approvare una generica Legge quadro in ambito nazionale che lasci sostanzialmente campo libero a intese tra Stato e singole Regioni. Al fine di elevare il livello della partecipazione democratica, si prevede inoltre che possa essere richiesto un referendum popolare approvativo della legge attributiva dell’autonomia prima della sua entrata in vigore, ed eventualmente un referendum abrogativo in tempi successivi. Sulla potestà legislativa viene modificato l’articolo 117 della Costituzione specificando che sanità, istruzione ed infrastrutture devono restare di competenza esclusiva dello Stato.

Infine viene introdotta la clausola di supremazia dello Stato per garantire “l’unità giuridica ed economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.

Il testo della proposta di legge

 


Con il sostegno della Rete Salute Welfare Territorio


Con il sostegno di “Salute diritto fondamentale

Un’iniziativa popolare: firma contro l’autonomia differenziata

Un’Italia disunita, con l’autonomia differenziata delle Regioni, è la prospettiva che si apre con il governo Meloni. Per fermarla, puoi firmare per una legge d’iniziativa popolare che cambi gli articoli 116 e 117 della Costituzione. 

Il 10 novembre si è ufficialmente avviata la raccolta delle firme per una legge di iniziativa popolare di riforma degli articoli 116 e 117 della Costituzione. L’iniziativa è di un gruppo di cittadini che fanno riferimento al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, con primo firmatario Massimo Villone. Hanno già firmato Rosy Bindi, Nerina Dirindin, Marco Geddes.

È necessario raccogliere 50.000 firme entro sei mesi affinché la proposta abbia validità e possa essere trasmessa al Parlamento per la discussione.

ll disegno di legge: tre semplici punti

Il disegno di legge non prevede una riscrittura radicale del Titolo V. Interviene realisticamente solo sui punti di maggiore pericolo per l’unità della Repubblica evidenziati già nel dibattito 2017-2019 sul regionalismo differenziato, e poi successivamente nell’esperienza della lotta alla pandemia. Si tratta di una riforma chirurgica, orientata a correggere errori manifesti, e a prevenire danni ulteriori.

La proposta si concentra su tre punti:

  • La riscrittura del terzo comma dell’articolo 116, che consente alle regioni a statuto ordinario di fare richiesta di nuove competenze, relativamente ad alcune materie.
  • La parziale riscrittura dell’elenco delle materie per le quali è possibile richiedere maggiore autonomia, con lo spostamento di alcune di esse dalla potestà concorrente a quella esclusiva dello Stato.
  • L’introduzione, nell’articolo 117, di una clausola di supremazia a tutela dell’unità giuridica ed economica della Repubblica.

Non solo protesta: la proposta avrà un grande effetto

Non si tratta di una iniziativa velleitaria, di mera protesta. La presentazione di un disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare non è destinata a restare senza effetto per almeno due motivi:

  • Il nuovo Regolamento del Senato (art. 74) ha definito con maggiore precisione l’iter di un simile disegno di legge, di cui è assicurato l’approdo nel calendario di aula.
  • È necessario promuovere un dibattito affinché le forze politiche e le rappresentanze parlamentari discutano e assumano responsabilità sul tema. I sostenitori dell’autonomia differenziata hanno sempre tentato di agire in silenzio, di derubricarla a questione tecnico-amministrativa, di sostenere che interessi solo i cittadini delle regioni coinvolte e non tutti gli Italiani. Questa iniziativa può cambiare le cose.

Leggi anche l’articolo di Marco Geddes sull’autonomia differenziata in sanità.

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