La pandemia ha bloccato lo sviluppo sostenibile. di Johanna Alexandra Iamarino, Enrica Stancanelli

La pandemia COVID-19 ha causato una battuta d’arresto all’avanzamento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e in molti casi un arretramento. Ad esempio, è aumentato per la prima volta negli ultimi 20 anni il numero di persone che vivono in condizione di povertà assoluta.

Nel 2015 i Paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – che rappresentano obiettivi comuni riguardanti un insieme di dimensioni essenziali per lo sviluppo sociale, economico ed ambientale, nell’ottica di un presente e di un futuro sostenibile. Per “obiettivi comuni” si intende il coinvolgimento globale di tutti i Paesi e di tutti gli individui, come sottolineato dallo slogan: “Non lasciare nessuno indietro”. Il programma d’azione per il raggiungimento degli SDGs prevede 169 target specifici, associati agli SDGs, da raggiungere entro il 2030. Nel 2020, a cinque anni dalla sottoscrizione degli Obiettivi, sono stati monitorati alcuni specifici target per capire quali fossero gli avanzamenti. In alcuni casi i progressi sono stati evidenti, come nel caso dell’Obiettivo 1 (Sconfiggere la povertà), dell’Obiettivo 5 (Parità di Genere) e dell’Obiettivo 7 (Energia Pulita e Accessibile). In altri casi si è assistito invece a uno stallo della situazione, o addirittura a peggioramenti: ad esempio, le disuguaglianze socio-economiche non si sono ridotte, e lo stesso si può dire per la fame e per le emissioni di CO2.

Dal 2020, l’avvento della pandemia COVID-19 ha causato una battuta d’arresto all’avanzamento di tutti gli SDGs, con effetti devastanti sulla vita delle persone e sugli sforzi per realizzare gli Obiettivi dell’Agenda 2030. Il Report 2021, stilato dal United Nations Department of Economic and Social Affairs in collaborazione con più di 50 agenzie internazionali e utilizzando gli ultimi dati disponibili, ha stimato proprio l’impatto della pandemia sull’andamento degli SDGs, puntando l’attenzione verso quelle aree che richiedono un’azione urgente e coordinata [1].  Anni di progresso sono stati bloccati o invertiti. Nel 2020, il tasso di estrema povertà è aumentato per la prima volta negli ultimi 20 anni: prima della pandemia COVID-19, la percentuale di popolazione mondiale in condizioni di estrema povertà era sceso dal 10,1% nel 2015 al 9,3% nel 2017. Ciò significa che il numero di persone che vivono con meno di 1,90 dollari al giorno era diminuito – nel periodo 2015-2017 – da 741 milioni a 689 milioni. Come mostra la Figura 1, se la tendenza fosse rimasta costante nel tempo avremmo assistito a una progressiva riduzione globale del numero di persone in condizione di povertà assoluta per arrivare a 588 milioni nel 2021. La pandemia ha invertito tale tendenza: nel 2020 si è registrato quasi lo stesso numero di poveri assoluti rilevati nel 2015 (738), con una proiezione al ribasso nel 2021 di 751.

Figura 1. Numero di popolazione mondiale che vive con meno di 1,90 dollari al giorno, 2015-2017, 2018-2020 e previsioni prima e dopo la pandemia COVID-19 (milioni)

Si è inoltre assistito ad un aggravamento della sottonutrizione a causa della pandemia, con l’aggiunta di oltre 100 milioni di persone che hanno sperimentato la fame cronica nel 2020. In merito all’istruzione, c’è il rischio di una catastrofe generale, in quanto 101 milioni in più di bambini sono precipitati sotto il livello minimo di competenza nella lettura. Le donne hanno dovuto affrontare un incremento della violenza domestica e il fenomeno delle spose bambine ha smesso di diminuire dopo il calo registrato negli ultimi anni. L’aumento del lavoro non pagato o sottopagato ha gravato prevalentemente sulle spalle di donne e ragazze, compromettendo la loro possibilità di istruzione, di assicurarsi un reddito più elevato e una salute migliore. Numerosi passi avanti erano stati compiuti su scala globale nella prevenzione della mortalità neonatale ed infantile ma, con lo scoppio della pandemia, il 35% dei Paesi ha subito interruzioni nei servizi rivolti alla salute riproduttiva, materna e dell’infanzia-adolescenza. Questo ha comportato, soltanto in Asia meridionale, nel 2020 228 mila morti infantili e 11 mila decessi materni in eccesso. Anche l’accesso all’elettricità ha subito un cambiamento di rotta: in Africa, il numero di persone prive di elettricità nel 2020 si è impennato dopo una riduzione nei sei anni precedenti.

La pandemia ha inoltre aggravato le diseguaglianze esistenti, colpendo maggiormente le comunità più povere e vulnerabili. Alla fine del 2020 il numero dei rifugiati, fuggiti dal paese d’origine a causa di guerre, conflitti, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, è stato il più alto mai registrato (24,5 milioni) ed è più che raddoppiato rispetto al 2010. La pandemia ha inasprito la vulnerabilità di queste persone, a cui è stato negato il diritto di asilo da molti Paesi che hanno chiuso totalmente le loro frontiere. Le diseguaglianze di reddito sono notevolmente peggiorate: l’indice medio di Gini era in calo prima della pandemia, ma si prevede un aumento del 6% nel post-COVID-19. Inoltre, il 2020 registra la più forte crescita mai registrata della quota di ricchezza dei miliardari globali: il World Inequality Report 2022 rileva che la metà più povera della popolazione mondiale possiede solo il 2% della ricchezza globale totale, mentre il 10% più ricco ora ne possiede il 76% – Figura 2 [2].

Figura 2. L’estrema concentrazione del capitale: le diseguaglianze nella ricchezza nel mondo, 2021. Il 10% più ricco possiede il 60-80% della ricchezza. La metà più povera possiede generalmente meno del 5% della ricchezza.

L’irreversibile cambiamento climatico avrà un impatto negativo sulla salute e in particolare per coloro che vivono ai margini della società. Le concentrazioni di gas serra sono in costante rialzo, nonostante la temporanea riduzione legata ai lockdown e alle altre restrizioni (riduzione dei voli aerei, industrie ferme, minor traffico urbano, etc.). La biodiversità si sta progressivamente riducendo e gli ecosistemi terrestri si stanno degradando ad una velocità allarmante. I governi dovrebbero intensificare gli sforzi per mettere in primo piano la salute a lungo termine rispetto alla crescita a breve termine e non dovrebbero consentire a crisi energetiche temporanee, inclusa quella derivante dall’invasione russa dell’Ucraina, di allontanare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2. Le popolazioni indigene di tutto il mondo sono in questo un esempio a cui ispirarsi. I loro mezzi di sussistenza si basano su principi del vivere in armonia con la natura e della protezione della vivibilità del pianeta. La filosofia latinoamericana del “buen vivir”, generato dalle tradizioni indigene, abbraccia in maniera ampia l’idea di benessere e convivenza con gli altri e l’ambiente, sottolineando l’equilibrio ecologico e la sensibilità culturale [3].

Nonostante le innumerevoli conseguenze negative, non mancano alcuni elementi positivi: per fronteggiare le diverse problematiche, molti Governi hanno messo in atto una pronta risposta, dimostrando creatività e realizzando nuove forme di collaborazione. Tra il 1° febbraio e il 31 dicembre 2020, i Governi di tutto il mondo hanno annunciato più di 1600 misure di protezione sociale in risposta alla crisi. Scienziati di tutto il mondo hanno lavorato insieme per sviluppare vaccini e terapie salvavita in tempi da record. La pandemia ha altresì accelerato la trasformazione digitale, cambiando profondamente le modalità di interazione, apprendimento e lavoro. Ha inoltre insegnato che la debolezza dei dati raccolti e dei sistemi informatici rappresenta un’ulteriore sfida per i decision makers. Ricercatori ed istituzioni in tutto il mondo nel mondo hanno intrapreso approcci innovativi e creato delle partnership per migliorare la disponibilità dei dati per decisioni basate sull’evidenza. Per proseguire su questa linea sarà necessario un aumento degli investimenti per la creazione e il miglioramento dei sistemi di raccolta dei dati nazionali e internazionali che migliorino la comprensione dei fenomeni e l’efficacia delle ricerche.

Ripartire meglio richiede piena partecipazione e partenariati multilaterali: una crisi globale richiede una risposta globale. L’obiettivo 17 punta al rinnovamento dei partenariati mondiali e alla costituzione di alleanze e collaborazioni tra differenti attori della società per il raggiungimento degli SDGs. Di fronte alle molteplici sfide da affrontare, è essenziale adottare una visione coerente, condivisa e coordinata da sistemi multilaterali. D’altronde, la pandemia COVID-19 ha sottolineato persistenti squilibri di potere tra i Paesi ad alto reddito e i Paesi a basso reddito. Un esempio di questo è rappresentato dal fallimento del COVID-19 Technology Access Pool (C-TAP), progetto lanciato a maggio 2020 dall’OMS e dai partner internazionali per facilitare l’accesso tempestivo, equo e conveniente ai prodotti sanitari per il COVID-19 rimuovendo il monopolio che ne riduceva l’offerta. Allo stesso modo, COVAX, una partnership sanitaria globale istituita per fornire un accesso equo ai vaccini contro il COVID-19, dopo una favorevole accoglienza quale esempio di solidarietà globale, è stata subito vanificata dagli impegni bilaterali di mercato tra i Paesi ricchi e produttori di vaccini, che hanno impedito l’adeguata fornitura di vaccini ai Paesi a basso reddito ed escluso di fatto quasi tutta l’Africa sub-Sahariana dai benefici della vaccinazione (Figura 3).

Figura 3. Livello di copertura vaccinale anti-Covid nelle varie parti del mondo , al 17 giugno 2021.

Siamo ad un punto critico della storia dell’uomo. Le decisioni intraprese e le azioni compiute oggi avranno conseguenze epocali per le generazioni future. Le lezioni apprese dalla pandemia dovrebbero aiutare a ridurre la vulnerabilità alle emergenze sanitarie e di altro tipo e ad aumentare la resilienza delle società per le sfide attuali e future. Cogliamo l’attimo per rendere questo un decennio di azione, trasformazione e riscatto per raggiungere gli SDGs e realizzare l’Accordo di Parigi sul clima.

Johanna Alexandra Iamarino e Enrica Stancanelli, Mediche in formazione specialistica in Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi di Firenze.

 

Bibliografia

[1] United Nations. The-Sustainable-Development-Goals-Report-2021

[2] Chancel, L., Piketty, T., Saez, E., Zucman, G. et al.   WORLD INEQUALITY REPORT 2022

[3] Baum F, Paremoer L, Flavel J, Musolino C, Labonte R. Can the world become a place where the planet and all people flourish after the pandemic? BMJ. 2022 May 3;377:e067872. doi: 10.1136/bmj-2021-067872. PMID: 35504651; PMCID: PMC9062701.

 

fonte: saluteinternazionale.info

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