Senza soccorso e senza accoglienza. di Gavino Maciocco

Che toccasse a Giorgia Meloni e Matteo Salvini assistere, esterrefatti e impotenti, a uno straordinario flusso di sbarchi di migranti sul suolo italiano, rappresenta non solo una nemesi – proprio a loro, quelli del Blocco navale e dei Porti chiusi –, ma anche uno sberleffo al cumulo di nefandezze ideologiche, dalla Sostituzione etnica al Sovranismo bianco, di cui da l’estrema destra italiana, ora al governo, si è nutrita da anni.  La lezione di Sergio Mattarella.


La sera di mercoledì 12 luglio, alle ore 22 e 30 il Sindaco di San Godenzo, Emanuele Piani, viene informato dalla Prefettura di Firenze dell’arrivo, la mattina seguente, di un gruppo 50 di immigrati, sbarcati due giorni prima a Lampedusa. Destinazione un ex-albergo chiuso da 40 anni, privo di arredamenti e di allacci ad acqua e luce, situato in una frazione montana del Comune, Castagno d’Andrea, dove d’inverno si contano 170 abitanti, ma dove d’estate la popolazione triplica per la presenza di villeggianti.  Quel piccolo borgo – incastonato nell’appennino casentinese alle pendici del monte Falterona, a 50 km da Firenze (Foto) – non ha perso un attimo di tempo, si legge sul Corriere Fiorentino dello scorso 9 agosto: “Nessuna protesta, nessuna barricata contro lo straniero, ma valanghe di scatole di biscotti, succhi di frutta, vestiti, coperte. Chiunque avesse qualcosa è sceso al vecchio albergo per dare una mano. (…) Gli allacciamenti agli impianti, dopo i primi giorni di difficoltà, sono stati fatti, l’agibilità è arrivata in ritardo, ma c’è, gli arredi e alcuni infissi ancora mancano e gli stranieri dormono in brande provvisorie”. La gestione dell’improvvisato centro di prima accoglienza è stata affidata alla Misericordia, con la collaborazione di tanti volontari, tra cui tre maestre del luogo che si sono prodigate in lezioni di italiano, plenarie e per piccoli gruppi.

“Noi non siamo stati coinvolti – afferma il Sindaco, intervistato dal Corriere -, non partecipiamo alle decisioni, le subiamo e ce ne facciamo carico. Per ora tutto bene. Ma poi? Quando le maestre a settembre torneranno a scuola, quando il paese si svuoterà, quando comincerà l’inverno che qui è lunghissimo, cosa succederà? Il rischio è che i migranti non ce la facciano più, se ne vadano ed entrino in clandestinità”.

L’allarme del sindaco di San Godenzo è il medesimo di altre centinaia di sindaci di tutta Italia. È una protesta bipartisan quella dei Comuni costretti a ricevere quasi senza preavviso e senza strutture adeguate decine, talora centinaia, di migranti in un solo giorno. Dall’inizio dell’anno al 1° settembre il bilancio degli arrivi via mare è a quota 114mila (il doppio dello stesso periodo dell’anno precedente), Figura 1, di cui oltre 12mila sono minori non accompagnati, a cui va garantita un’assistenza speciale, in ottemperanza della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (New York, 1989) ratificata dall’Italia nel 1991.

Figura 1. Numero di migranti arrivati via mare in Italia dal 1° gennaio al 1° settembre. Anni 2021, 2022 e 2023. Fonte: Ministero degli Interni.

Che toccasse a Giorgia Meloni e Matteo Salvini assistere, esterrefatti e impotenti, a questo straordinario flusso di sbarchi di migranti sul suolo italiano, rappresenta non solo una nemesi – proprio a loro, quelli del Blocco navale e dei Porti chiusi ! –, ma anche uno sberleffo al cumulo di nefandezze ideologiche, dalla Sostituzione etnica al Sovranismo bianco, di cui da l’estrema destra italiana si è nutrita da anni.

Accecato dall’ideologia razzista il governo di estrema destra non riesce a vedere quelli che storicamente sono i fenomeni migratori: “Movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere”, come ha ricordato Sergio Mattarella al recente Meeting di Rimini. Da questa cecità deriva la gestione catastrofica, e per certi versi criminale, del processo migratorio da parte del governo Meloni. È infatti criminale l’idea che il soccorso in mare non sia un doveroso, obbligatorio, atto di salvataggio di vite umane ma un pull-factor, un fattore di attrazione dei migranti e quindi da scongiurare in ogni modo. Le tragiche conseguenze di questa idea si sono viste nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, con la strage di Cutro. L’occasione da parte del governo Meloni di lanciare un chiaro messaggio “Non partite perchè nessuno verrà a soccorrervi”, rinforzato dal predicozzo del ministro Piantedosi:”La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”.

“Nello studio dell’appartamento dove vivo, al Quirinale, ho collocato un disegno, che raffigura un ragazzino di quattordici anni, annegato con centinaia di altre persone nel Mediterraneo. Recuperato il suo corpo, si è visto che, nella fodera della giacca, aveva cucita la sua pagella: come fosse il suo passaporto; la dimostrazione, che voleva venire in Europa per studiare. Questo disegno mi rammenta che, dietro numeri e percentuali delle migrazioni, che spesso elenchiamo, vi sono innumerevoli singole persone, con la loro storia, i loro progetti, i loro sogni, il loro futuro. Il loro futuro tante volte cancellato” (Sergio Mattarella, Agosto 2023).

Figlia di quell’idea criminale è la guerra alle navi delle ONG che solcano il Mediterraneo per soccorrere i naufraghi. Un guerra che – iniziata al tempo del Ministro Minniti (2016), proseguita e vieppiù incattivita col Ministro Salvini (2018) (ricordate il caso di Carola Rackete ?) – ha trovato nell’ultima versione concepita dal governo Meloni l’apice dell’assurdo e del disumano. La nuova legge infatti prevede che le navi umanitarie possano compiere una sola operazione di salvataggio in mare (per ogni missione), scoraggia i salvataggi multipli e fissa nuove, pesantissime sanzioni (tra cui il sequestro della nave) per le organizzazioni che infrangono il nuovo codice di condotta.

Nei confronti di questa norma si erano levate le obiezioni del Consiglio d’Europa. Secondo la Commissaria per i diritti umani, Dunja Mijtovic impedire alle ONG salvataggi multipli in mare, le costringe a ignorare altre richieste di soccorso nell’area se avevano già persone a bordo. “Rispettando questa disposizione, i comandanti delle navi delle ONG verrebbero meno ai loro obblighi di salvataggio sanciti dal diritto internazionale”. Nei giorni scorsi tre navi umanitarie sono state messe sotto sequestro suscitando la protesta  di 56 ONG che hanno chiesto all’UE di intervenire contro questa illegittima ostruzione:  “Tutte le navi civili di ricerca e salvataggio devono essere rilasciate immediatamente e qualsiasi multa derivante dalla nuova legge italiana deve essere eliminata; il diritto marittimo internazionale e i diritti umani devono costituire il quadro di riferimento per tutti coloro che operano in mare: altrimenti ci saranno altri morti in mare”.

NB. Dei 114mila sbarchi avvenuti nei primi 8 mesi del 2023 solo il 4% di questi è avvenuto per l’intervento delle navi ONG. 

Se il fenomeno migratorio è trattato, come fa il governo Meloni, come un’invasione o addirittura un’aggressione (migranti=proiettili, secondo il pensiero di un alto dirigente di FdI) le misure messe in atto sono conseguenti. Misure emergenziali, repressive per gli immigrati, punitive per chi vuole prestare accoglienza e falsamente securitarie, inaugurate con i Decreti Sicurezza di Salvini nel 2018 e rese ancora più stringenti con quelle emanate dal Governo Meloni, vedi Decreto Legge  20/2023 (divulgato come “Decreto Cutro”), convertito in legge (n. 50/2023) il 5 maggio 2023. In un post precedente abbiamo ampiamente illustrato i contenuti di tale norma di cui riportiamo brevemente  i due seguenti punti:

  • La legge limita drasticamente la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno per gli immigrati a cui viene riconosciuta la “protezione speciale” e inoltre limita la possibilità di rinnovo dei permessi di soggiorno per protezione speciale in corso di validità ad una sola volta e con durata annuale, e la loro non convertibilità in permessi di soggiorno per lavoro.
  • e riduce drasticamente l’accessibilità dei migranti al sistema di accoglienza eliminando, tra l’altro, i servizi di assistenza psicologica e legale e corsi di lingua italiano dai CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria).

Abbiamo prima parlato di misure “falsamente securitarie”: infatti la mancanza di una solida rete di accoglienza e di inclusione (prontamente allestita invece per i rifugiati dell’Ucraina) spingerà inevitabilmente migliaia di rifugiati del Sud verso i margini della società, verso l’irregolarità e la “clandestinità”(1) , con tanti saluti alla sicurezza.

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«Come si fa a definire “emergenziale” la questione migratoria? Fa parte della storia recente e dell’attualità d’Italia ormai da lungo tempo. E sarà così per anni. Bisogna predisporre prima possibile un sistema strutturato di assistenza e integrazione per affrontare finalmente le criticità con lucidità ed efficacia. Rendendole un’opportunità». Ricordandosi sempre che «l’accoglienza non è un pericolo: è aprirsi al futuro». Parola del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, intervistato da La stampa all’indomani del Meeting di Rimini. Da tale intervista (pubblicata lo scorso 28 agosto) abbiamo selezionato alcuni brani.

Mattarella ha messo in guardia da «anacronistici nazionalismi»… «Il Presidente custodisce e promuove i valori delle nostre radici e ci aiuta a guardare il tempo nuovo. Ci incoraggia a non vivere e usare le radici con slogan o semplificazioni. Le radici servono a dare frutti, al futuro: dunque non basta conservare. Per cui quando Mattarella dice che i muri non servono, esprime una constatazione di grande realismo: ci chiede di sfuggire alla tentazione di alzare muri o di renderli ancora più alti e spessi. I muri non sono una risposta, sono solo un modo ingannevole per cercare di nascondere i problemi. Il contrario dei muri non è il Colosseo ma una porta intelligente, umana, capace di gestire. Il futuro passa dall’integrazione».

Suggerimenti concreti per l’accoglienza? «Dobbiamo uscire dalla logica limitata ai Cas (Centri di accoglienza straordinaria), occorre investire analogamente tanto anche sui Sai (Sistema accoglienza integrazione). E serve anche garantire all’interno dei Cas vari servizi fondamentali – come l’informazione legale e il sostegno psicologico – perché altrimenti diventano solo tremendi parcheggi, peraltro già pieni. In più in questo modo si continua a creare clandestinità, perché non si sa più dove e come collocare queste persone, che invece potrebbero intraprendere percorsi di integrazione con i Sai. Così potremo rendere le emergenze in opportunità. E guidare meglio i flussi, che non sono solo una complicazione numerica, cioè di “quanti ce ne servono”».

Come dovrebbe essere intesa l’accoglienza? «È un valore cristiano e un valore umano. Coincidono pienamente. L’accoglienza non è un pericolo: apre al futuro. Non lo limita, lo permette. E ci consente anche di vivere il presente: se non avessimo accolto migliaia di donne che oggi lavorano come badanti nelle nostre case, per la gran parte delle famiglie italiane la vita sarebbe insostenibile. E questo avviene anche in tante aziende».

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(1) La Corte di Cassazione ha confermato una condanna alla Lega per aver definito «clandestini» le persone migranti in alcuni manifesti affissi nel 2016 per protestare contro l’accoglienza di 32 richiedenti asilo in un centro parrocchiale di Saronno, in Lombardia. Lo ha comunicato l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (ASGI), che aveva denunciato la Lega locale e nazionale al Tribunale di Milano per «molestia discriminatoria»: il partito era stato condannato in primo grado e in appello, e ora la Cassazione ha confermato che dovrà pagare le spese processuali e risarcire ASGI e NAGA, un’associazione di volontariato che sostiene le persone migranti, e che aveva partecipato alla causa.

I manifesti dicevano: «Saronno non vuole i clandestini. Vitto, alloggio e vizi pagati da noi. Nel frattempo, ai saronnesi tagliano le pensioni e aumentano le tasse, Renzi e Alfano complici dell’invasione». Ma secondo la Terza sezione civile della Cassazione, «gli stranieri che fanno ingresso nel territorio dello stato italiano perché corrono il rischio effettivo, in caso di rientro nel paese di origine, di subire un grave danno, non possono a nessun titolo considerarsi irregolari e non sono dunque “clandestini”».

fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2023/09/senza-soccorso-e-senza-accoglienza/

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