SALUTE E CARCERE: promozione salute, equità nell’accesso alle cure

Il 29 settembre si è tenuto presso l’Università di Pisa il seminario “Dalla teoria alla pratica: Promuovere la Salute e l’equità nell’accesso alle cure per la popolazione in carcere” a cura del dott. Nicola Cocco. Nel corso della giornata è stato messo in risalto come sia necessario che il contesto penitenziario veda una effettiva attuazione del diritto alla salute con riferimento alle persone detenute e la necessità di garantire loro continuità assistenziale anche dopo la fine della pena.

Il contesto penitenziario è un contesto caratterizzato da numerose criticità. Come evidenziato dall’Associazione Antigone nel Report annuale, il numero di persone detenute continua ad aumentare: a fronte di una capienza ufficiale di 51.249 posti, le persone private della libertà personale al 30 aprile erano 56.674. Di queste, le donne rappresentavano il 4,4% delle presenze e gli stranieri il 31,3%. È importante evidenziare come il contesto detentivo italiano sia caratterizzato da un elevato tasso di sovraffollamento e da un innalzamento dell’età media delle persone detenute. Tali criticità hanno un impatto non solo sulla vita quotidiana delle persone detenute ma anche sulla loro condizione di salute. Dal punto di vista della sanità penitenziaria, è necessario sottolineare la scarsità di personale a fronte di una particolare categoria di utenti con problematiche complesse, non ultime tossicodipendenza e malattie psichiatriche.

Per questo motivo, favorire azioni di prevenzione con riferimento al diritto alla salute in contesti detentivi vuol dire agire non solo nel nome del dettato costituzionale ma anche nel nome del contrasto alle disuguaglianze di salute, contribuendo così all’obiettivo globale fissato dall’OMS “Leave no one behind“».

In tal senso, è di grande importanza l’esperienza del Progetto Europeo “RISE-Vac: Reaching the hard-to-reach: increasing access and vaccine uptake among the prison population in Europe” (coordinato dalla Prof. Lara Tavoschi dell’Università di Pisa) che ha l’obiettivo di implementare i tassi di vaccinazione nella popolazione detenuta. Questa, infatti, è costituita in gran parte da individui appartenenti a comunità socialmente svantaggiate, con un livello di istruzione basso, una prevalenza di comportamenti a rischio e, spesso, uno scarso accesso alle cure sanitarie. In questo caso, gli istituti penitenziari possono rappresentare una porta d’accesso per offrire alle persone che vivono in condizioni di detenzione servizi di assistenza sanitaria e di vaccinazione appropriati per tutta la durata della pena. RISE-Vac, quindi, prende in considerazione la salute in contesti detentivi come componente della salute pubblica: agire sull’aumento dei vaccini fra le persone detenute fa sì che ci sia un aumento della copertura vaccinale complessiva e un’immunizzazione rivolta proprio a una categoria di persone che è maggiormente esposta al rischio di contrarre malattie infettive. A questo scopo, RISE-Vac mira a fornire, nell’ambito del contesto europeo, strumenti e opzioni basate su dati ed evidenze per migliorare lo stato di salute delle persone detenute e della popolazione europea nel suo complesso. Tale azione di promozione della salute passa attraverso la conoscenza delle vaccinazioni, potenziando l’offerta di vaccini e aumentando la copertura vaccinale. In questa esperienza di ricerca, utilizzando metodologie all’avanguardia, si perviene ad acquisizioni conoscitive e pratiche di particolare valore, tra queste: raccolta di evidenze esistenti sulle strategie e i servizi di vaccinazione rivolti alle persone detenute; utilizzo di un approccio di co-creazione volto allo sviluppo di materiale informativo e formativo specifico per le persone detenute, nonché per il personale penitenziario, allo scopo di aumentare il livello di consapevolezza delle pratiche vaccinali e dei loro effetti; elaborazione e sperimentazione di modelli di vaccinazione per rispondere alle esigenze della popolazione carceraria, alle caratteristiche del contesto penitenziario e alle priorità nazionali.


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Fonte: DORS a cura di Renata Leardi, PhD Università di Pisa

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