La grande attualità di Franco Basaglia. di Stefano Cecconi

Cento anni fa, l’11 marzo 1924 a Venezia, nasceva Franco Basaglia, protagonista assoluto della lotta contro ogni forma di istituzionalizzazione delle persone con sofferenza mentale, e non solo. Con la legge 180 del 1978, sbocco e mediazione politica della Sua azione, cancellando l’impostazione repressiva della psichiatria, Basaglia ha dato un contributo fondamentale per lo sviluppo della democrazia e delle libertà nel nostro Paese. La legge 180 ha posto fine a secoli di abusi nei confronti di migliaia di persone obbligate all’internamento nei manicomi, restituendo loro libertà, dignità e accesso ai diritti.

Proprio qui sta il valore centrale del lavoro di Basaglia: nella sua spinta liberatrice e nell’idea di società – e di welfare – che include, che accoglie, che soccorre, in cui ogni essere umano ha piena cittadinanza. In cui ciò che interessa è il malato, la persona, e non la malattia. Si è dichiarato così il diritto di ogni persona a vivere e ad essere curata nel proprio ambiente, circondata da affetti e in luoghi amichevoli, considerando tutti i determinanti di salute e malattia (reddito, istruzione, casa, lavoro, ecc.). Contro ogni logica di esclusione e internamento in strutture chiuse e separate. Si tratta, evidentemente, di una concezione di assoluta attualità.

Sappiamo bene che la riforma Basaglia, pur positiva e ricca di successi, non è ancora stata pienamente applicata: il diritto alla salute mentale, che coinvolge persone di tutte le età, e tra queste molti anziani, non è garantito ancora su tutto il territorio nazionale. Si sono riaperte strutture molto simili ai vecchi ospedali psichiatrici, e spesso sono i farmaci o la contenzione meccanica (legare le persone) la risposta prevalente al bisogno di cura.

È questa una situazione che riguarda anche molte persone anziane non autosufficienti, ricoverate, o meglio dire rinchiuse, in grandi strutture, che riproducono la logica dell’istituzione totale. Con il crescere di patologie connesse all’invecchiamento, in specie delle varie forme di deficit cognitivo, il proliferare di forme di neo-istituzionalizzazione nei servizi di cura per le persone anziane è diventato un rischio concreto. Per questo, anche per l’attuazione della recente legge sulla non autosufficienza (legge 33/2023), ci stiamo battendo per una radicale riforma delle strutture residenziali (Rsa, Case di Riposo) e per privilegiare servizi sociosanitari di comunità, che garantiscano cura e assistenza nei luoghi della vita quotidiana, e sostenendo le “città age friendly” come raccomandato dall’OMS.

Certo, i tagli al finanziamento del Servizio sanitario nazionale e al welfare aggravano la situazione, indeboliscono per primi i servizi territoriali: dai Dipartimenti di Salute Mentale ai servizi sociali, e producono nuove esclusioni e disagi. Per questo è fondamentale continuare la mobilitazione per rilanciare un sistema di welfare pubblico e a copertura universale.

Occorre ricordare che il lavoro di Basaglia non è stato solitario, ma di gruppo, e che prosegue: ancora oggi moltissimi operatori, associazioni di cittadini utenti e familiari sono impegnati per affermare il diritto alla salute e a trattamenti sanitari sempre rispettosi della dignità della persona, come afferma la nostra Costituzione. È un impegno che deve continuare, ed essere sostenuto da un lavoro anche culturale, di ricostruzione della memoria di ciò che è stato il manicomio, e di ciò che può ancora accadere con nuove forme di istituzionalizzazione.

In questo senso un contributo fondamentale lo offre “TU INTERNI … IO LIBERO”, questo volume sulla grande mostra – a cura di Gigliola Foschi- che propone le storiche fotografie di Gian Butturini scattate a Trieste nel triennio 1975/77 e nell’estate 2006.

La mostra – che ospiteremo a Roma nella primavera del 2024 – ci offre l’occasione di organizzare, intorno e grazie ad essa, eventi di approfondimento e discussione sull’eredità e sull’attualità del pensiero e dell’azione di Basaglia.

Siamo convinti che il modo più giusto per ricordare Franco Basaglia sia continuare il suo l’impegno per dimostrare ancora che “l’impossibile può diventare possibile”.


dalla Prefazione di Stefano CecconiSegretario nazionale SPI CGIL – al libro “TU INTERNI… IO LIBERO”. –  Ripubblicato in occasione del centenario della nascita di Franco Basaglia 1924/2024

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