Più risorse al Ssn o la spesa privata eroderà il reddito di cittadinanza. Via il superticket. di Tonino Aceti

«La manovra per il 2019 sia centrata sulla tutela dei cittadini e sul servizio sanitario pubblico, altrimenti c’è il rischio che un’ampia fetta del reddito di cittadinanza vada in spesa spesa sanitaria privata. Con un Ssn indebolito, senza risorse aggiuntive, i cittadini sarebbero costretti a spendere ancor più di tasca propria. E già oggi la spesa sanitaria privata in Italia è pari al 23% del totale a fronte del 15% raccomandato dall’Oms Europa».

Promuovo nel complesso le cinque linee strategiche – personale, governance della spesa, digitalizzazione, adeguamento dei fabbisogni di personale e tecnologie in vista dei nuovi Lea, edilizia sanitaria e tecnologie – elencate nel Def per la sanità. Ma avviso la ministra della Salute Giulia Grillo e il Governo: il Servizio sanitario nazionale «va irrobustito». Le cifre scritte nel Def tracciano invece un percorso diverso: «Il rapporto spesa sanitaria/Pil – … – non modificano il trend depressivo tracciato dai Governi precedenti. Non si tocca più il minimo del 6,3%, ma non si registrano inversioni di tendenza. E in ogni caso il Fsn resta fermo ai 114,4 miliardi stanziati dal Governo precedente. Servono più risorse se si vuole dare un segnale di discontinuità».

Il rebus superticket. Da sempre in campo contro il superticket- anche con la ministra della Salute, quando sedeva in Parlamento da deputata M5S – Cittadinanzattiva non arretra sul suo cavallo di battaglia. «La revisione di questa tassa iniqua è scomparsa dalle azioni di governo elencate nel Def – … – mentre resta, ma ad invarianza di equilibrio economico finanziario, la revisione della disciplina sulla compartecipazione alla spesa con particolare riguardo al popolo delle esenzioni, inclusi quindi malati cronici e rari. Ci aspettiamo – … – che la ministra rassicuri i cittadini: se il superticket non è stato inserito nel Def, auspichiamo che trovi spazio immediato nella manovra. L’abolizione sosterrebbe i redditi delle famiglie e la salute delle persone, ma anche la sostenibilità del Ssn. Perché riportando in equilibrio il sistema della compartecipazione, rientrerebbe in alveo Ssn una fetta di utenti, e relativi ticket, che oggi alimentano il privato a fronte di un’invarianza di costi per la sanità pubblica, tra strutture, personale e tecnologie. Certo è che il tutto va realizzato in combinato disposto con un Piano nazionale delle liste d’attesa, annunciato entro l’anno, che non potrà non contare su risorse concrete ed effettive alle Regioni, per metterle nelle condizioni di aumentare l’offerta».

Fonte: Articolo di Barbara Gobbi su Sanità24

Tonino Aceti è il Coordinatore del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva,

Print Friendly, PDF & Email