Abitare inclusivo: servizi di welfare tra emergenza e innovazione. di Carla Moretti

La ristrutturazione delle politiche abitative sociali in Europa, negli anni della stagione neoliberale, ha dato origine a una riduzione dell’edilizia sociale. Nel tempo si è verificata da un lato una progressiva copertura dei livelli medio-bassi della domanda, dall’altro è aumentato un settore di offerta «molto sociale». Le forme convenzionali sono state sostituite da nuove forme di offerta abitativa sociale rivolte a situazioni di estrema povertà, tra queste: i centri di pronta accoglienza, le sistemazioni temporanee per il singolo nucleo o in coabitazione, gli alloggi di emergenza sociale.

Tali soluzioni pongono alcune questioni, che influiscono in modo significativo sui progetti di abitazione temporanea. Nella costruzione delle politiche, il carattere temporaneo viene giustificato come offerta di emergenza o come offerta di transizione, in attesa di una sistemazione autonoma; sono frequenti, invece, le situazioni che non sfociano nell’autonomia abitativa e permangono in uno stato di precarietà.

Diventa prioritario, pertanto, facilitare tale passaggio, offrendo aiuti finanziari e normativi e, per le situazioni più difficili, varie forme di accompagnamento. I meccanismi selettivi nelle modalità di accesso, inoltre, sono presenti anche nelle misure ad hoc e spesso incontrano dei limiti di funzionamento che le rendono inapplicabili per una parte dei potenziali destinatari.

Nel contributo verranno presentati gli elementi emersi in un’indagine realizzata nel comune di Ancona, volta ad analizzare le esperienze di abitare inclusivo, attuate nel territorio, nell’ambito del forte disagio abitativo.

La ricerca ha utilizzato una metodologia qualitativa e ha previsto la realizzazione di interviste rivolte a testimoni privilegiati che operano nell’ambito dell’abitare. Le dimensioni di analisi riguardano: le caratteristiche delle diverse tipologie di abitazioni temporanee, le modalità di accesso, i beneficiari, le relazioni tra le persone/famiglie e con gli altri abitanti del condominio/quartiere, gli interventi degli operatori e il raccordo con i servizi del territorio.

Le esperienze attuate nel comune di Ancona si pongono l’obiettivo di offrire soluzioni abitative differenziate e di promuovere, mediante i servizi, azioni di accompagnamento verso un’autonomia abitativa, al fine di accogliere un numero elevato di persone.

Le diverse forme abitative proposte consentono di dare una risposta immediata alle situazioni di emergenza, oltre a dare dignità alla persona offrendo uno spazio proprio da cui cominciare a ricostruire il proprio futuro. È un percorso in continua rimodulazione che prevede situazioni differenti in base alle esigenze delle persone.

Dall’indagine si evidenzia che l’assegnazione di un alloggio è parte di un progetto complessivo con la persona e/o con famiglia, che si attua con la collaborazione di differenti professionalità e con il raccordo dei servizi del territorio. Le soluzioni abitative temporanee sono rivolte principalmente a persone e a famiglie con gravi problemi socioeconomici e abitativi, seguite dai servizi sociali del Comune e/o dai servizi sanitari.

Emergono anche le difficoltà, alcune relative alle relazioni nelle coabitazioni, in particolare negli appartamenti più piccoli, dove maggiori sono gli spazi comuni; altre si rilevano in seguito al protrarsi del periodo di permanenza, che può esasperare le relazioni. In tali situazioni è necessario un monitoraggio costante per individuare, in modo tempestivo, le tensioni e i segnali di disagio. Complessi, inoltre, sono i processi inclusivi nel territorio; un aspetto che influisce nella relazione con gli altri abitanti è la temporaneità del periodo abitativo, che rende più difficile l’integrazione e la continuità dei rapporti, in particolare nelle situazioni di forte disagio personale e famigliare.

Nel contributo si è ritenuto importante dedicare un paragrafo alle esperienze di coabitazione realizzate nell’ambito della disabilità. In tale ambito l’autonomia abitativa assume delle caratteristiche che si differenziano dalle situazioni di emergenza abitativa in cui possono trovarsi le persone che vivono un grave disagio socio-economico.

In particolare l’esperienza di coabitazione si differenzia sia per le modalità di accesso, sia per la durata del periodo di permanenza; i progetti di coabitazione che coinvolgono le persone con disabilità sono parte di un progetto di vita pensato in una prospettiva di continuità nel tempo, pur permanendo una flessibilità che deve, necessariamente, tener conto dei cambiamenti che possono intervenire negli anni, correlati alla situazione di disabilità.

La sperimentazione delle diverse soluzioni abitative nel comune di Ancona ha evidenziato la necessità di una maggiore integrazione tra i diversi settori delle politiche, oltre che di risorse adeguate per le situazioni di forte disagio o urgenza.
I comuni, nella gestione dell’attuale crisi economica, svolgono un ruolo centrale, promuovendo servizi innovativi volti a rispondere, insieme agli altri soggetti del territorio, alle crescenti problematiche abitative.

Per un welfare abitativo accettabile è importante introdurre elementi di welfare generale, misure di contrasto della povertà, che potrebbero svolgere un ruolo essenziale nell’housing. Una misura universale di sostegno al reddito che dovrebbe interagire con quelle destinate al miglioramento della protezione abitativa per le situazioni più fragili.

fonte: RPS 4/2018 LA RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI FREE TEXT

Il testo è la sintesi dell’articolo pubblicato nella sezione Tema del n. 4 2018 di Rps e scaricabile
dagli abbonati nella versione integrale al link: RPS 4/2018 “Le nuove forme dell’abitare” LA RIVISTA DELLE POLITICHE SOCIALI

Print Friendly, PDF & Email