Nord e Sud sempre più lontani, c’era una volta la zona rossa. di Ilvo Diamanti

Il voto disegna due Italie differenti. Sotto assedio il Centro, un tempo monopolio della sinistra.

Ma i popoli di Di Maio e Salvini, diversi per età, lavoro e paure, sono incompatibili.

Il risultato delle elezioni politiche del 4 marzo ha sorpreso gli osservatori e gli stessi protagonisti politici. Ma, in effetti, non può essere ritenuto così sorprendente. Anzitutto perché la “sorpresa”, cioè, i “cambiamenti” sono divenuti una “costante”, negli ultimi 5 anni. In particolare, dalle elezioni del 2013. Quando alcune “novità” osservate in questa occasione si erano già manifestate. In particolare, l’affermazione del M5S e il risultato del Pd. Al di sotto delle attese. Diverso il discorso per il centrodestra. Perché la differenza (peraltro significativa) – rispetto alle previsioni – riguarda il peso dei partiti che ne fanno parte. La Lega, infatti, è andata molto oltre le stime attribuite. E, diversamente dalle stime dei sondaggi e, ancor più, dalle precedenti elezioni, ha scavalcato nettamente Forza Italia. Comunque, allora avevamo parlato di tre “minoranze in-comunicanti”. Tuttavia, la mappa politica dell’Italia disegnata dal voto del 4 marzo appare molto diversa dal passato. E da quanto si era immaginato

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