Detenuti semiliberi. C’è ancora spazio per intervenire. di Patrizio Gonnella

8196398253 b323a88bf7 oDopo due anni e mezzo in cui circa 700 detenuti semiliberi – a fronte delle normative per l’emergenza Covid-19 – hanno potuto non far rientro in carcere la notte, dal 31 dicembre, sono tornati nuovamente negli istituti. Nell’ultimo decreto legge dell’anno, approvato proprio agli sgoccioli del 2022, il Governo non aveva infatti voluto inserire un articolo che prorogasse questa misura, facendo fare un passo indietro nel percorso di reintegrazione di queste persone. 

Tuttavia c’è ancora spazio per dare un senso pieno alla pena, in linea col dettato Costituzionale. Il Parlamento, infatti, sta esaminando l’AS 452 (d-l 198/2022 – proroga termini legislativi) che dovrà convertire in Legge. Attraverso un emendamento si potrebbe intervenire.

I detenuti semiliberi che hanno usufruito delle licenze  straordinarie non hanno in questi anni fatto parlare di sé, nessuno di loro ha commesso reato durante la permenza in casa nella notte. Il comportamento tenuto è stato sempre  regolare. Qual è oggi il senso di farli tornare in carcere ogni sera, dopo due anni e mezzo di vita in  famiglia e immersi nella società? Sradicarli da una già avvenuta integrazione sociale per ricondurli  in un contesto detentivo e dunque per definizione separato. Se la pena deve tendere alla reintegrazione, ciò è privo di senso. 

In un nostro contributo (n.d.r. Associazione Antigone) inviato alla Commissione Parlamentare di competenza auspichiamo quindi che il Parlamento possa intervenire.

LEGGI IL CONTRIBUTO DI ANTIGONE SUL DECRETO LEGGE 198/2022

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