“Pillola contraccettiva non ostacola la natalità. L’Istruttoria è stata adeguata”. di Patrizia Popoli

La CTS dell’Aifa ha fatto il proprio lavoro e ha espresso un parere tecnico-scientifico sulla rimborsabilità di farmaci largamente utilizzati, efficaci e sicuri. Se il Cda chiede ulteriori chiarimenti siamo disponibili a fornirli, ma non vorrei che passasse il messaggio che la nostra istruttoria fosse lacunosa o inadeguata, perché così non è”. Patrizia Popoli .

Patrizia Popoli, è la presidente della commissione Tecnico-scientifica (CTS) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Con un’intervista su QS interviene sulla decisione del consiglio di Amministrazione AIFA di richiedere alla stessa commissione E al comitato prezzi e rimborsi, alcuni approfondimenti sul dossier che porta a rendere a carico del SSN la spesa per la contraccezione ormonale.


Dottoressa Popoli, la CTS e il comitato prezzi e rimborsi (CPR) si erano espressi positivamente con pareri motivati e corredati da stime economico-finanziarie che parlavano di un costo per il Ssn di circa 140 milioni di euro per rendere rimborsabili i contraccettivi orali. Il Cda vi passa di nuovo la palla. Come interpretare questa decisione?

“Non è mio compito né mia intenzione interpretarla. Vorrei solo chiarire che in CTS abbiamo discusso su questo argomento per mesi, esaminato le evidenze scientifiche e le raccomandazioni prodotte da organismi internazionali come l’OMS, consultato esperti di salute materno-infantile. E con il supporto degli uffici di Aifa abbiamo predisposto un’istruttoria molto approfondita, in cui abbiamo affermato che tutti gli anticoncezionali già in commercio e utilizzati da tante donne sono estremamente efficaci e che risulta opportuno rimborsarli per tutte le donne per le quali il medico lo ritenga appropriato. Ammettendo alla rimborsabilità molecole appartenenti a tutte le diverse classi attualmente in commercio, inoltre, si consente al medico di scegliere l’opzione migliore per ogni singola donna. In una parola, abbiamo fatto il nostro ‘mestiere’, che è quello di esprimere un parere tecnico-scientifico ai fini della rimborsabilità”.

Il Cda invece ha affermato di aver “preso atto che le Commissioni consultive dell’Agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale. Cosa ne pensa?

“Se serve lo chiariremo ulteriormente, ma non abbiamo indicato fasce di età specifiche per la rimborsabilità perché, di concerto con il CPR, abbiamo ritenuto che non fosse opportuno imporre limiti di questo tipo. Rispetto al regime di fornitura vale una considerazione analoga: i medicinali verrebbero trasferiti in una fascia diversa, ma con gli stessi criteri di prescrivibilità, da classe C/RR a classe A/RR, cioè erogabili su prescrizione medica. Altre specifiche non sono state ritenute necessarie, ma se servirà daremo ulteriori spiegazioni anche su questo punto”.

Quali saranno i tempi necessari per una decisione definitiva? “Questo è da vedere. Le commissioni hanno tempi anche molto rapidi, già nella prossima seduta potremo discuterne, se ci saranno elementi da ribadire li ribadiremo. Però nella decisione del Cda si parla anche di attivare tavoli di confronto con i ministeri vigilanti e con le Regioni, e su questo non sono in grado di prevedere tempistiche.

Era già accaduto che il CdA richiedesse in questi termini degli approfondimenti alle commissioni Aifa?

“Era già capitato, sia pur raramente, che il CdA chiedesse degli approfondimenti”.

Pensa che ci possano essere delle motivazioni legate a pressioni politico-ideologiche?

“Qui passiamo nel campo delle opinioni personali, cosa in cui non mi sembra corretto entrare. Ma effettivamente questo è un argomento molto complesso, che ha implicazioni sicuramente anche politiche, inutile negarlo: non è un tema neutro”.

C’entra forse l’idea che la contraccezione possa ostacolare, secondo alcuni, le politiche volte a favorire la natalità nel nostro Paese, che è ai minimi storici e di cui il Governo ha fatto un cavallo di battaglia?

“Nel nostro parere abbiamo considerato che sia opportuno favorire la contraccezione quando essa è richiesta. Questo non rappresenta un ostacolo alla natalità: si tratta solamente di evitare una natalità indesiderata. Concedendo gratuitamente, a chi lo desidera, di prevenire una gravidanza, si previene anche il ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza, un approccio raccomandato anche dai massimi organismi sanitari internazionali come l’Oms. Secondo noi è la cosa giusta da fare, poi per quanto riguarda la sostenibilità economica dell’operazione sarà compito del CPR fare gli approfondimenti richiesti. Questa scelta non è in contrasto con la promozione della natalità. Quella che dovremmo promuovere è una natalità consapevole, desiderata, il poter scegliere di avere un figlio quando ci si sente pronti ad accoglierlo. Ribadisco infine che si tratta di farmaci ben conosciuti, efficaci e già largamente utilizzati; ovviamente rimane l’obbligo di prescrizione medica perché gli anticoncezionali non devono essere considerati come prodotti da banco, ma il loro uso deve avvenire sempre in accordo con il medico”.

fonte: QS intervista di Barbara Di Chiara

Patrizia Popoli presidente CTS Aifa
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