La cooperazione come argine delle disuguaglianze e abilitatore di giustizia sociale. di Andrea Morniroli, Marisa Parmigiani

Come valorizzare il ruolo della cooperazione nella lotta contro le disuguaglianze? Dal Forum Disuguaglianze e Diversità e Fondazione Unipolis proposte concrete frutto di un percorso partecipativo, ora da sperimentare per migliorare la capacità del mondo cooperativo di essere protagonista nella promozione di coesione sociale.

Nel maggio 2021 al Social summit dell’Unione europea i capi di Stato e di Governo hanno adottato la Dichiarazione di Porto che riconosce come fondamentale il tema della coesione sociale: pari opportunità a tutti senza lasciare indietro nessuno, posti di lavoro anche migliorando la qualità del lavoro esistente, difesa di salari equi per combattere l’esclusione sociale e la povertà. La cooperazione rappresenta un attore importante nel contribuire a favorire un nuovo concetto di sviluppo in linea con la visione della Dichiarazione. Ed è per questo che il Forum Disuguaglianze e Diversità e la Fondazione Unipolis hanno lavorato a un percorso di confronto e riflessione all’interno della cooperazione e presso i suoi principali stakeholder, per definire un posizionamento che possa riconoscere al modello cooperativo, per la sua natura intrinsecamente inclusiva, ma anche alle imprese cooperative, un ruolo di argine delle disuguaglianze e abilitatore di giustizia sociale.

I risultati emersi sono confluiti nel documento “Per un’economia più giusta. La cooperazione come argine delle disuguaglianze e abilitatore di giustizia sociale” che presenta proposte concrete per accrescere questo carattere. Crediamo si debba intervenire su vari fronti, uno dei quali è certamente la governance. Partendo dalla natura multistakeholder della forma cooperativa, le proposte che avanziamo vanno nella direzione di rafforzare l’accessibilità in ingresso dei soci, la loro partecipazione attiva – curando i processi di democrazia deliberativa basati su un confronto informato – e la presenza equilibrata, non solo simbolica, delle donne nei consigli di amministrazione, nella gestione del personale, nelle assemblee sostenendone il protagonismo. Nel documento trova spazio anche la promozione dei giovani, coerente con la natura intergenerazionale delle cooperative, da realizzare attraverso azioni e processi per il loro empowerment e lo sviluppo delle e dei giovani in organico, e avviando una sperimentazione di rappresentanza istituzionale degli interessi delle generazioni future, con una figura appositamente identificata attraverso il rapporto con mondo ambientalista e associazioni giovanili.

Un altro punto nodale è il ruolo sociale del sistema cooperativo, a partire dal suo radicamento territoriale. La cooperazione supporta e aiuta lo sviluppo territoriale in termini di crescita occupazionale, sviluppo di filiera, infrastrutturazione economico-imprenditoriale e sociale, e promuove la creazione di un capitale sociale di conoscenza e lo sviluppo di valori culturali e di fiducia condivisi, presupposti indispensabili per la crescita di “sistemi territoriali” orientati al cambiamento e all’inclusione. Questa funzione importantissima potrebbe essere valorizzata ad esempio introducendo incentivi e riconoscimenti alla valenza sociale della cooperazione per il territorio anche dal punto di vista economico.

La cooperazione infine svolge un ruolo educativo importante di cambiamento di comportamenti e processi culturali. Un impatto da potenziare promuovendo, da parte della pubblica amministrazione con il supporto di risorse pubbliche abilitanti, la nascita di startup cooperative, e dall’altra l’adozione di una nuova prospettiva di genere, che sia in grado di inquadrare la sfera dei comportamenti individuali alla luce delle rappresentazioni collettive che li ispirano per pervenire al superamento di un ordine basato sul dominio maschile, non dimenticando le interconnessioni tra questo e altri regimi di disuguaglianza, favorendo l’empowerment femminile valorizzando l’idea di “cura” in ottica di genere, ovvero non riferendola alla “natura” come propensione femminile ma collocandola nella responsabilità collettiva sia nelle famiglie che nel pubblico.

Il documento è stato il frutto di un percorso partecipativo che ha coinvolto oltre 80 persone: diversi cooperatori si sono confrontati con il mondo accademico e i loro principali stakeholder e ora avranno l’onere di sperimentare le proposte ivi contenute per migliorare la capacità di essere protagonisti della lotta alle disuguaglianze.

Autori:

Andrea Morniroli – Forum Disuguaglianze e Diversità

Marisa Parmigiani – Fondazione Unipolis

fonte: Vita su Ristretti Orizzonti

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