L’ASSISTENZA FARMACEUTICA DELLE REGIONI IN PIANO DI RIENTRO: il report Aifa su appropriatezza e governo della spesa

A luglio 2020 l’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) ha pubblicato un Rapporto il cui obiettivo principale è stato quello di valutare le azioni messe in atto dalle Regioni in Piano di Rientro in materia di spesa farmaceutica e di appropriato impiego dei medicinali. Il Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e il Tavolo tecnico di verifica degli adempimenti, utilizzano criteri di valutazione standard al fine di garantire uniformità di accesso ai servizi su tutto il territorio nazionale, nel rispetto delle risorse dedicate. I Piani di Rientro (PdR), tramite i Programmi Operativi (PO), consentono alle Regioni che presentano un disavanzo di bilancio, di mettere in campo opportuni interventi che favoriscano un riequilibrio sanitario ed economico. Attualmente sono sette le Regioni soggette alla disciplina dei PdR, di cui quattro commissariate (Calabria, Campania, Lazio, Puglia).

Analizzando i Programmi Operativi e gli Stati di Attuazione 2016/2018 il Rapporto (basato su materiale informativo vasto, complesso e non strutturato) individua due macroaree, ossia appropriatezza prescrittiva e razionalizzazione della spesa. All’appropriatezza sono legati cinque sottogruppi (Biosimilari e Generici, Piani Terapeutici/Note AIFA/Registri, Prontuari Terapeutici Regionali/Linee guida, Formazione/Informazione, Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali), mentre alla razionalizzazione sei (Controllo su consumi e spesa, Soglie prescrittive e budget, Canale distributivo, Organizzazione e logistica, Gare d’appalto, Gestione dei payback e delle rimborsabilità condizionate). In questo modo è stato possibile confrontare tra loro le regioni e individuare quali tra questi possibili driver, non solo siano stati maggiormente utilizzati, ma abbiano anche restituito i risultati migliori.

Inoltre, sono state comparate le Regioni in PdR e quelle non in PdR in merito a spesa pro capite, prezzo medio per confezione e consumo espresso in DDD (Dose Definita Giornaliera), sia per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie che per quelli relativi alla farmaceutica convenzionata. Dal confronto emerge come le Regioni in PdR presentino, per i farmaci acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche, una spesa pro capite e un prezzo medio maggiore, a fronte di un consumo più basso, individuando nell’inefficienza delle gare di acquisto la probabile causa. Relativamente alla farmaceutica convenzionata invece, le sette Regioni in PdR registrano valori di spesa, consumo e prezzo medio maggiori, presumibilmente attribuibili a un diverso atteggiamento prescrittivo dei medici e ad una maggiore necessità sanitaria, evidenziata da un’anticipazione dell’insorgenza delle patologie croniche nelle fasce di età più giovani.

Nella stesura del Rapporto si è dovuto tenere conto che non vi è un unico modello utilizzato da tutte le Regioni sia in fase di programmazione che di attuazione. Ciò non solo crea disomogeneità, ma rende estremamente difficoltoso il monitoraggio. Nel complesso quanto emerso indica la necessità di affinare gli indicatori ad oggi utilizzati e di svilupparne altri standardizzati e maggiormente incentrati su appropriatezza e reale qualità dell’assistenza farmaceutica. La sostenibilità economico-finanziaria e clinica del Servizio Sanitario Nazionale, infatti, potrà essere possibile soltanto grazie a un’attenta e puntuale valutazione della performance.

fonte:  Autori: Roberto Da Cas – Centro nazionale per la ricerca e la valutazione preclinica e clinica dei farmaci, ISS

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