Storie di infortunio sul lavoro: quando la buona volontà non basta

Giovanni non è più tanto giovane, arriva da una storia di vita travagliata, da qualche tempo è seguito dai servizi socio assistenziali della sua ASL. Per tornare a far parte della società ha bisogno di un lavoro, per questo viene inserito in un’azienda agricola: deve occuparsi di tenere puliti i vialetti delle pertinenze aziendali.

Ma Giovanni vuole sentirsi utile, non gli basta il lavoro che gli è stato affidato, così quando i colleghi, ignari della sua situazione, richiedono il suo aiuto per sistemare le rotoballe di fieno sopra le pedane di legno, lui non si tira indietro, anzi. Ma verrà investito da una delle rotoballe di fieno che insieme ai colleghi stava impilando e riporterà una frattura alla gamba sinistra e alcune contusioni al torace.

La storia di Giovanni è emblematica per alcune ragioni: del suo inserimento lavorativo era a conoscenza solo il datore di lavoro, non i colleghi che coinvolgendolo in mansioni pericolose lo hanno esposto a rischi, Giovanni stesso sentendosi trattato da pari non si è tirato indietro sottostimando il pericolo perché non aveva alcuna esperienza in quel campo ed era stato addestrato ad un lavoro molto più semplice, nessun tutor sorvegliava le sue reali mansioni.

Dopo l’infortunio Giovanni è tornato a lavorare nella stessa azienda, svolge lavori semplici, è seguito da un tutor e i suoi colleghi conoscono la sua situazione e anche quanto sia importante per lui continuare a sentirsi utile.

Questa storia è la cinquantatottessima aggiunta al repertorio delle storie di infortunio, nel quale sono raccolte le storie scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che hanno partecipato al progetto “Dall’inchiesta alla storia: costruzione di un repertorio di storie di infortunio sul lavoro”.

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la  storia completa “La buona volontà non basta

FONTE: DORS

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