FONDO SANITARIO INSUFFICIENTE, ALLARME DALLE REGIONI: solo nel 2022 mancano almeno 4 miliardi e manca personale, serve un finanziamento aggiuntivo

“Preoccupate per le criticità che riguardano il fabbisogno di personale, dipendente e convenzionato”, perchè mancano ancora 4 miliardi alla sanità. Infatti le risorse previste dalla legge di bilancio per il 2022 per finanziare il Servizio sanitario nazionale non sono “adeguate” a garantire “sostenibilità della programmazione sanitaria”. Lo evidenzia Raffaele Donini, assessore dell’Emilia-Romagna che coordina la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Per il proseguimento delle misure di gestione della pandemia – spiega Donini – e per i maggiori costi emergenti, serve “un finanziamento aggiuntivo” di almeno “4 miliardi” per quest’anno: “dell’unanime e condivisa preoccupazione degli assessori regionali alla Salute e agli Affari finanziari per le gravi problematiche che interessano il sistema sanitario”.

Le criticità sono di carattere finanziario e in tema del reclutamento del personale.

“Già nel 2021, puntualizza, sono emerse problematiche riconducibili “a un livello di finanziamenti emergenziali nettamente inferiore” rispetto al volume delle spese sostenute da Regioni e Province autonome per le misure di contrasto alla pandemia e in particolare per la campagna vaccinale (3,8 miliardi). Regioni e Province autonome hanno garantito un “equilibrio”, aggiunge, usando risorse regionali e straordinarie – che “non saranno ripetibili negli esercizi successivi” – sottraendole ad altre attività a garanzia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Di qui per quest’anno la necessità di un “livello di finanziamento aggiuntivo”.

Con riferimento al 2022, chiarisce Donini, nonostante l’incremento di due miliardi previsti dalla Legge di bilancio, “interamente finalizzati per l’attuazione di specifiche misure”, il livello di finanziamento del Ssn 2022 “non è adeguato per consentire la sostenibilità della programmazione sanitaria”.

Il gruppo di lavoro composto dai rappresentanti delle Commissioni Salute e Affari finanziari, nonché dal direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, “ha quantificato in 4,6 miliardi lo scostamento tra gli attuali finanziamenti emergenziali e il previsto volume dei costi correlati alla gestione emergenziale per l’anno 2022“.

Una stima al netto di “maggiori costi energetici, inflattivi e contrattuali”. E senza considerare “gli oneri necessari per riportare l’attività sanitaria in una fase ordinaria”.

Donini apre anche un altro fronte: via il numero chiuso a medicina e più borse di studio per gli studenti in medicina, in modo da coprire le “falle” aperte soprattutto tra i medici di base dai pensionamenti.

“Sapevamo che dopo due anni e mezzo di pandemia, con un dispendio enorme di risorse finanziarie e umane a carico delle Regioni ed almeno 15 anni di programmazione insufficiente e tagli da parte dello Stato, sul piano della dotazione organica del personale, avremmo affrontato criticità importanti”.
“Il recupero dei tempi di attesa per le prestazioni chirurgiche, specialistiche e diagnostiche”, elenca poi, “carenza di personale, soprattutto medici di medicina generale e specialisti” e “criticità nei Pronto soccorso”.

Ma “chi vuol far credere, che dopo il Covid tutto possa tornare a regime in poche settimane inganna i cittadini. Noi stiamo lavorando su ogni dossier cercando di individuare, in tempi brevi le prime soluzioni. E ce la faremo. Chiediamo però che lo Stato non ci lasci soli”.

Fonte: regioni.it

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