Schistosomiasi. Pandemia silenziosa. di Virginia Casigliani, Niccolò Ronzoni, Ada Merolle

A Beira, seconda città del Mozambico, la campagna porta a porta di trattamento contro la schistosomiasi ha interessato tutti i quartieri della città, con l’intervento di oltre 100 attivisti comunitari

Dopo due anni di pandemia da COVID-19, in Mozambico si torna a parlare di malattie tropicali neglette e in particolare di schistosomiasi. Si sta svolgendo in questi giorni, infatti, su tutto il territorio nazionale, una campagna di trattamento di massa rivolta alla popolazione a partire dai 5 anni di età, con esclusione delle donne in gravidanza e in allattamento. Questa campagna, organizzata dal Ministero della Salute del Mozambico (MISAU Moçambique), prevede la somministrazione di compresse di praziquantel, farmaco antiparassitario di prima scelta per il trattamento di questa parassitosi [1].
La schistosomiasi rientra tra le cosiddette malattie tropicali neglette: è una patologia molto diffusa a livello mondiale, soprattutto nei paesi a basse e medie risorse come il Mozambico. È una malattia che si può definire della povertà, per le condizioni che facilitano la sua diffusione (come la mancanza di accesso ad acqua pulita e sicura) e per il disinteresse a livello globale verso questa patologia, proprio perché colpisce i paesi e le comunità più povere.

La schistosomiasi, o bilharziosi, fu scoperta e identificata nel 1851 da Theodor Bilharz, giovane medico tedesco durante un esame autoptico durante il suo lavoro al Cairo.
Lo schistosoma è un platelminta appartenente alla classe dei trematodi. L’Africa subsahariana è il continente al mondo con più alta prevalenza di casi. Le specie patogene nell’uomo sono cinque: S. haematobium, S. mansoni, S. japonicum, S. intercalatum, S. mekongi, le prime tre sono quelle più diffuse a livello mondiale e quelle responsabili del maggior carico di malattia in termini di mortalità e morbilità.
L’infezione umana avviene quando la forma larvale del parassita (cercaria) penetra la pelle durante il bagno in specchi di acqua dolce contaminati (laghi, fiumi, corsi d’acqua), mentre la trasmissione avviene quando un individuo affetto da schistosomiasi contamina le acque con feci o urine contenenti le uova del parassita. Grazie a lumache di acqua dolce, che fungono da ospite intermedio, lo schistosoma può completare il suo ciclo e trasformarsi in cercaria, divenendo in grado di penetrare la cute integra per entrare nell’organismo umano [2].

La schistosomiasi può dare nell’uomo segni e sintomi urogenitali (ematuria, fibrosi vescicale, danno renale e in alcuni casi favorire lo sviluppo del tumore della vescica) e intestinali (con quadri spesso paucisintomatici caratterizzati da dolore addominale talvolta associato a diarrea e sangue nelle feci). Altre patologie comunemente correlate ad infezione da S.mansoni sono fibrosi epatica periportale (fibrosi di Symmers), epatosplenomegalia e ascite [3].

Nel 2019 circa 236 milioni di persone erano affette da schistosomiasi, ma si stima che il numero reale sia molto più alto, causando fino a 200 mila morti ogni anno. Inoltre, gli effetti a lungo termine, come neoplasia vescicale e fibrosi epatica, hanno un impatto importante sulla durata e sulla qualità di vita degli individui colpiti. Secondo il “Global Burden of disease study 2016”, l’impatto globale di questa parassitosi è stimato in 1.9 milioni DALY (Disability-adjusted life years) rendendola seconda solo alla malaria [4]. È importante sottolineare come questa malattia non abbia solo un grande impatto sulla salute, ma anche sull’economia: un rapporto pubblicato dall’Economist Intelligence Unit The End Fund ha scoperto che i guadagni economici ottenuti eliminando la morbilità e la mortalità dovute agli schistosomi umani e all’elmintiasi trasmessa dal suolo in Etiopia, Kenya, Ruanda e Zimbabwe entro il 2030 potrebbero aumentare il PIL di questi paesi di 5,1 miliardi di dollari entro il 2040 [5].

La schistosomiasi è un esempio emblematico di malattia tropicale negletta: colpisce soprattutto le popolazioni di paesi a risorse limitate, in particolare le comunità più povere impiegate nell’agricoltura e nella pesca. In queste comunità, mancano infatti l’accesso a fonti di acqua sicura e adeguati sistemi fognari. Le donne e i bambini rappresentano i gruppi più a rischio: le donne perché spesso svolgono le faccende domestiche in acque infestate, come lavare i vestiti, e i bambini per le scarse condizioni igieniche e per i giochi in acque contaminate. Nelle fasce più giovani della popolazione l’impatto della malattia, che è difficile da diagnosticare perché può causare pochi o nessun sintomo, è ancora più importante: si associa infatti ad anemia, malnutrizione, basso rendimento scolastico e infertilità [6].

Nonostante questo, la schistosomiasi, come le altre malattie neglette, spesso rimane esclusa dalle agende di salute globale e viene ignorata dalle agenzie internazionali che si occupano di finanziare programmi di salute. A questo si aggiunge il disinteresse delle aziende farmaceutiche, che non investono nella ricerca su queste malattie né per la diagnosi né per il trattamento, perché non porta abbastanza guadagni [7].

La prevalenza della schistosomiasi in Mozambico a livello nazionale è maggiore del 50%, arrivando anche al 90% in alcune aree particolarmente endemiche. Considerata questa prevalenza l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di effettuare una campagna di trattamento di massa, che dovrebbe essere eseguita ogni sei mesi. Questa è la misura maggiormente costo-efficace, sia per il numero elevato di persone contaminate sia per la difficoltà nel fare diagnosi. Il praziquantel, farmaco somministrato, ha peraltro un elevato profilo di sicurezza e un’alta efficacia. In più, il trattamento massivo permette di ridurre, almeno in parte, la contaminazione ambientale. Questo tipo di campagna viene solitamente effettuata insieme al trattamento contro le geoelmintiasi, ossia infezioni parassitarie causate da elminti (Ascaris lumbricoides, Trichuris trichiura, Necator americanus e Ancylostoma duodenale), trasmissibili mediante contatto con terra contaminata. Il trattamento di massa, in questo caso, consiste in una somministrazione unica di albendazolo. Target primari delle campagne di trattamento di massa sono i bambini e le donne in età riproduttiva [6].

A Beira, seconda città del Mozambico, la campagna di trattamento massivo porta a porta ha interessato tutti i quartieri della città grazie a più di 100 attivisti comunitari che, opportunamente scelti e formati, hanno garantito una somministrazione capillare e uniforme del trattamento. All’atto pratico a ogni coppia di attivisti viene affidato un quartiere della città e consegnate confezioni di praziquantel (per il trattamento della schistosomiasi) e albendazolo (per le geoelmintiasi). Il loro compito è quindi passare di casa in casa e offrire la terapia gratuitamente a tutti gli aventi diritto.

Obiettivo di ogni squadra di attivisti è quello di trattare almeno 600 persone in una giornata. Oltre alla campagna porta a porta, l’attività degli attivisti si è concentrata nelle scuole, per raggiungere in modo capillare la fascia più giovane della popolazione.
Questa iniziativa, organizzata e coordinata dal MISAU, prevede anche il supporto di partner locali. La delegazione di Beira di Medici con l’Africa CUAMM, ONG italiana che lavora in Mozambico dal 1975, ha fornito appoggio logistico alla campagna.

La pandemia da COVID-19 ha causato, anche in Mozambico, l’interruzione delle campagne di trattamento per la schistosomiasi e le geoelmintiasi. Questo ha causato un aumento del numero di infezioni e, in generale, della contaminazione ambientale. L’OMS ha stimato che, nel 2020, 76.9 milioni di persone hanno ricevuto il trattamento per la schistosomiasi (raggiungendo una copertura del 31.9% delle persone che ne avrebbero avuto bisogno), mentre nel 2019 erano state 105 milioni (copertura pari al 44.8%). Il trattamento dei bambini in età scolare è diminuito dal 66.8% nel 2019 al 44.9% nel 2020.

Questa importante riduzione del numero di persone trattate è stata causata sia dalla riduzione dei servizi e dallo spostamento dei fondi, concentratisi solo sulla risposta alla pandemia, sia dalle misure restrittive messe in atto anche nei paesi a basse e medie risorse, come la chiusura delle scuole.

La pandemia, oltre ad aver causato un’interruzione delle attività comunitarie, ha determinato un ritardo nella diagnosi e trattamento, e ha bloccato le misure di monitoraggio e valutazione, inclusa la sorveglianza [8].

Negli ultimi vent’anni, le campagne periodiche di trattamento di massa dei bambini in età scolare hanno portato a una riduzione di almeno il 60% della prevalenza di schistosomiasi in Africa Sub-Sahariana. Per questo motivo, è fondamentale che i programmi riprendano e siano sostenuti a livello internazionale per raggiungere l’obiettivo di interrompere la trasmissione umana della schistosomiasi entro il 2030, come descritto nei Sustainable Development Goals dell’OMS [9].

La schistosomiasi e le altre malattie neglette non possono essere ancora ulteriormente oscurate dalla pandemia e devono essere affrontate in modo integrato all’interno dei sistemi sanitari dei paesi a basse e medie risorse, congiuntamente all’impegno per migliorare le condizioni igienico-sanitarie delle comunità più povere.  

Autori:

Virginia Casigliani: Università degli Studi di Pisa e Medici con l’Africa CUAMM, Mozambico

Niccolò Ronzoni: Medici con l’Africa CUAMM, Mozambico

Ada Merolle: Medici con l’Africa CUAMM, Mozambico

 

Bibliografia

  1. Thétiot-Laurent SA, Boissier J, Robert A, Meunier B (July 2013). “Schistosomiasis chemotherapy”. Angewandte Chemie. 52 (31): 7936–56. doi:1002/anie.201208390PMID 23813602.
  2. https://www.nature.com/articles/s41572-018-0013-8
  3. Colley DG, Bustinduy AL, Secor WE, King CH (June 2014). “Human schistosomiasis”. Lancet. 383 (9936): 2253–64. doi:1016/s0140-6736(13)61949-2PMC 4672382PMID 24698483.
  4. Vos T, Allen C, Arora M, Barber RM, Bhutta ZA, Brown A, et al. (GBD 2015 Mortality and Causes of Death Collaborators) (October 2016). “Global, regional, and national life expectancy, all-cause mortality, and cause-specific mortality for 249 causes of death, 1980-2015: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2015”388 (10053): 1459–1544. doi:10.1016/s0140-6736(16)31012-1PMC 5388903PMID 27733281.
  5. https://blogs.biomedcentral.com/bugbitten/2022/05/06/what-is-the-economic-impact-of-schistosomiasis-a-one-health-question/
  6. “Schistosomiasis”. www.who.int. 2021-05-18. Retrieved 2021-06-05
  7. https://www.nature.com/articles/d44151-022-00014-8
  8. https://www.who.int/news/item/08-12-2021-schistosomiasis-and-soil-transmitted-helminthiases-treating-millions-of-people-despite-the-pandemic
  9. https://www.who.int/news/item/03-12-2021-schistosomiasis-large-scale-treatment-decreases-prevalence-by-60-among-school-aged-children

fonte: saluteinternazionale.info

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