L’ EQUITÀ NEI PIANI DI PREVENZIONE IN ITALIA: il progetto CCM

Si è tenuto il primo modulo formativo * , per stimolare e accompagnare tutte le Regioni a prendere iniziative concrete per ridurre le disuguaglianze di salute, inserendo nel loro Piano Regionale di Prevenzione azioni in questo senso. *Roma 6 e 7 maggio 2019

Le due giornate formative sono state organizzate nell’ambito del progetto CCM- L’Equità nei piani di prevenzione Regionali in Italia, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità.

Alcune Regioni avevano già intrapreso questo percorso e l’incontro è stato il luogo di scambio per imparare reciprocamente quali sono i metodi e gli strumenti più appropriati ed efficaci.  La prima giornata ha fornito i dati, gli strumenti e le esperienze di governance mostrando come la Sanità Pubblica si è organizzata per inserire l’HEA all’interno della programmazione regionale.

I dati

Sono stati presentati i dati che mostrano come sono distribuiti i diversi fattori di rischio e la mortalità nei diversi strati sociali della popolazione.

Slide: “Quanto sono disuguali gli italiani nell’esposizione ai fattori di rischio inclusi nel PNP?”

Il processo di HEA

Per quanto riguarda il processo di Health Equity Audit (HEA), la Regione Emilia-Romagna che da tempo lo usa nella programmazione e nell’implementazione degli interventi ne ha approfondito le peculiarità e caratteristiche.

Slide: “Lo strumento dell’Health Equity Audit”

La governance

Piemonte, Emilia Romagna e Toscana hanno parlato di governance, mostrando come la Sanità Pubblica si è organizzata per inserire l’HEA all’interno della programmazione regionale.

In particolare Luigi Palestini della Regione Emilia-Romagna ha mostrato un decalogo di azioni fondamentali per rendere effettivo e fattibile un HEA:

  • Renderlo obbligatorio e verificarne regolarmente lo stadio di avanzamento.
  • Non imporre un argomento “dall’alto” à lasciarlo scegliere a livello locale.
  • Mettere in campo un processo di autovalutazione per il gruppo e la partnership che seguono il processo
  • Fornire (dove possibile) un supporto in termini di consulenza, formazione, dati ed esempi
  • Darsi un orizzonte temporale ampio (almeno 3 anni).
  • Spingere per la scelta di argomenti “facili” ed enfatizzare la “chiusura del cerchio
  • Sostenere la scelta di argomenti che siano misurabili in modo semplice.
  • Sostenere la scelta di argomenti in cui è possibile/immaginabile ottenere un cambiamento a livello locale.
  • Cercare il sostegno dei partner coinvolti.
  • Valutare la possibilità di un sistema premiante per diffondere i risultati e promuovere l’apprendimento condiviso

Slide:  Introdurre l’Health Equity Audit nella programmazione regionale. L’esperienza del Piemonte

Slide: L’approccio di equità nel sistema dei servizi. L’esperienza dell’ Emilia-Romagna

Slide: La Sanità di iniziativa. L’esperienza della Toscana

Le esperienze delle Regioni

Nel corso delle due giornate sono stati presentati esempi di interventi in cui è stato applicato il processo dell’Health Equity Audit (HEA). I referenti della Regione Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana e Puglia hanno mostrato gli esiti di interventi in cui è stato applicato il processo di HEA rispettivamente sugli stili di vita (Emilia-Romagna), sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro e sullo screening per la prevenzione del tumore al seno (Lombardia); sulla sanità di iniziativa (Toscana); sulla scuola e sul super-setting del comune di Torino (Piemonte)  sull’ambiente di vita con i dati di monitoraggio ambientale dei residenti nelle zone limitrofe all’area industriale di Taranto (Puglia). Tutti i materiali sono presenti all’interno del toolbox “Health Equity Audit nei piani di Prevenzione” nelle sezioni dedicate alle singole regioni.

FONTE: Disguaglianze di salute

 

 

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