La pensione contributiva di garanzia. di Roberto Ghiselli (intervista di Erica Venditti)

Le ultime novità sulla riforma delle pensionie nello specifico sulla proposta della Cgil circa la pensione contributiva di garanzia ci arrivano direttamente da Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, con cui ci siamo confrontati e che ci ha spiegato, con la solita disponibilità che lo contraddistingue, quali saranno i potenziali beneficiari. Il segretario confederale ha voluto precisare che la pensione contributiva di garanzia è una proposta aggiuntiva al panorama delle misure che la Cgil indica come importanti in campo previdenziale, e che la richiesta dei 41 anni di contributi per tutti a prescindere dall’età o una flessibilità dai 62 anni non sono messe in discussione da questa proposta, che è volta, invece, a tutelare quanti hanno buchi contributivi, che potrebbero così essere sanati.

PENSIONI PER TUTTI: Abbiamo letto della proposta in tema previdenziale della Cgil, la c.d pensione contributiva di garanzia. Se abbiamo compreso bene questa consentirebbe l’uscita con un assegno di circa 1000 euro mensili, portando però l’età a 66 anni e i contributi a 42.Dunque una proposta di uscita uguale per tutti, indipendentemente dal mestiere svolto? O si intende altro?

GHISELLI: La proposta generale della Cgil sulla previdenza resta l’uscita flessibile a 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, tenendo conto nella determinazione dell’importo e delle uscite delle diverse situazioni che meritano una particolare attenzione come i lavori più pesanti o gravosi, il lavoro di cura, la particolare situazione delle donne sul mercato del lavoro.

Per quanto riguarda invece la pensione contributiva di garanzia, questa per noi deve essere rivolta a chi, avendo contribuzioni deboli per diverse ragioni, non riesce al termine della propria vita lavorativa a maturare una pensione dignitosa. Anche in questo caso pensiamo che l’età di uscita dovrebbe essere flessibile a scelta del lavoratore a partire dai 62 anni e, a solo titolo esemplificativo, l’importo della pensione potrebbe essere pari a circa 1080 euro con 66 anni di età e 42 anni di contributi (contributi non effettivamente versati ma considerando e rivalutando anche i periodi di disoccupazione, di lavoro di cura in ambito familiare, di studio o formazione, di part time, di collaborazioni o tirocini).

PENSIONI PER TUTTI:  …ma questi 1080 euro determinerebbero, dunque, un importo fisso, uguale per tutti?

GHISELLI: Assolutamente no. L’importo varia in rapporto all’età in cui si decide di andare in pensione e agli anni di contributi accreditati. La pensione contributiva di garanzia in sostanza costituisce un paracadute ben più solido dell’attuale integrazione al minimo, o della pensione di cittadinanza , interviene solo quando non si è in grado di maturare una normale pensione di valore superiore, ma è proporzionata alla reale attività svolta, anche in lavori poveri e a tempo parziale, a cercare lavoro, a formarsi o a dedicarsi a lavori di cura.

Fonte: PENSIONI PER TUTTI

Roberto Ghiselli, segretario nazionale CGIL

 

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