A chi conviene la privatizzazione del sistema sanitario? di Cesare Cislaghi

Oggi mediamente lo Stato spende poco meno di 2.000 €uro a cittadino per sostenere il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e quasi tutte le risorse sono ottenute attraverso la fiscalità generale, tranne una piccola quota richiesta agli utenti come compartecipazione alla spesa. Potremmo allora chiederci a chi potrebbe convenire, dal solo punto di vista economico, la conversione del SSN in un sistema assicurativo privato, anche se magari obbligatorio come è oggi l’assicurazione per le auto.

Si deve dire innanzitutto che una parte delle risorse destinate al SSN non riguardano le prestazioni per i singoli utenti, bensì delle attività di prevenzione e di controllo che dovrebbero rimanere in ogni caso sempre a carico dello Stato. Si deve anche considerare che, per rispetto del dettato dell’articolo 32 della Costituzione, agli indigenti devono essere comunque in ogni caso garantite le prestazioni sanitarie gratuite.

Potremmo ipotizzare ad esempio che a conseguenza della privatizzazione la spesa pubblica sanitaria a carico dello Stato possa scendere da 115 a 35 miliardi con una riduzione quindi di 80 miliardi che sarebbero così detratti dal gettito fiscale complessivo che oggi è costituito da circa 250 miliardi di imposte dirette e da altrettanti miliardi di imposte indirette.

Approssimando i conti, senza voler far delle vere stime,  potremmo dire che se il SSN non fosse più a carico della fiscalità generale questa potrebbe diminuire di circa un sesto e se invece considerassimo la spesa sanitaria a carico delle sole imposte dirette queste potrebbero diminuire di un terzo. Ma parallelamente aumenterebbero le spese per le famiglie per le assicurazioni sanitarie che, se avessero un prezzo simile ai costi del pubblico odierno, ammonterebbero a circa 1.250 €uro procapite.

Se la diminuzione delle imposte dirette fosse proporzionale per tutti i contribuenti allora le “tasse” delle famiglie diminuirebbero di un terzo ed aumenterebbero le spese assicurative e ad una famiglia di un componente vi sarebbe della convenienza solo se oggi pagasse più di 4.000 €uro di tasse, mentre ad una famiglia di due componenti se oggi pagasse più di 8.000, d se di tre 12.000 eccetera. In altre parole la privatizzazione del SSN converrebbe a chi oggi paga molte tasse mentre sarebbero svantaggiati tutti coloro ne pagano di meno, cioè i meno benestanti, ma probabilmente la grande maggioranza della popolazione.

Questi conti sono molto approssimativi e si sono fatti solo per dire che molti non si rendono conto che un assicuratore privato non farebbe mai pagare un premio proporzionale alla capacità contributive, come invece fa oggi lo Stato, come infatti capita per l’assicurazione di una stessa auto  che costa uguale sia che il proprietario sia ricco o meno benestante.

Cosa accadrebbe inoltre? Che nascerebbero delle assicurazioni per benestanti con coperture su tutti i servizi e delle assicurazioni per poveracci con coperture solo su prestazioni indispensabili. L’ammontare dei premi assicurativi, poi, dipenderebbe sicuramente anche dall’età e dal genere dell’utente e probabilmente diventerebbe proibitiva da un’età in poi, come succede nei paesi che hanno solo coperture assicurative private.

Ed ancora i premi sarebbero più elevati per chi ha patologie pregresse ed è proprio tra costoro che si trovano le persone con meno disponibilità economica. E’ poi anche da attendersi l’introduzione di sistemi di franchigia ben più gravosi degli attuali ticket del SSN.

In definitiva un sistema sanitario privatizzato converrebbe solo ai più benestanti e le diseguaglianze sociali aumenterebbe notevolmente, e tra queste soprattutto quelle tra nord e sud del paese. Forse è meglio che ci teniamo stretto il nostro SSN cercando però di farlo funzionare meglio che si può!

Sin qui si è cercato di ragionare solo in termini di convenienza economica per i singoli utenti, ma il discorso è ben più complesso! Bisogna chiedersi se la sanità sia qualcosa che è opportuno affidare solo al mercato. E se salute sia meglio protetta da un sistema assicurativo privato che da un sistema pubblico, e se la protezione della salute possa< essere garantita separatamente dalla gestione dell’organizzazione sanitaria. E molti altri sono interrogativi che ci si deve porre su cosa avverrebbe se si privatizzasse il Servizio Sanitario Nazionale: speriamo proprio che ciò non avvenga mai! E che il privato continui ad essere solo un partner che, pur difendendo i propri interessi imprenditoriali, contribuisca a far meglio funzionare il SSN pubblico.

fonte: EPICENTRO

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