e-HEALTH, PREVENIRE LA FRAGILITÀ TRA GLI ANZIANI: l’APP sperimentata in Calabria e Umbria

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha sviluppato un’APP che permette agli operatori socio-sanitari di identificare gli anziani a maggior rischio di fragilità a causa del loro scarso livello di attività fisica, così da indirizzarli verso percorsi idonei alle loro condizioni. L’APP è stata presentata durante il convegno “Prevenzione e contrasto della fragilità nell’anziano” che si è svolto il 4 febbraio 2020 presso l’ISS (scarica le diapositive dei relatori nella pagina dedicata al convegno).

In un Paese come il nostro, tra i più longevi d’Europa e del mondo, è necessario porre attenzione alla promozione di un invecchiamento sano e attivo e all’ottimizzazione delle opportunità di salute, di accesso equo alla prevenzione e alle cure. Per questo motivo, identificare la popolazione anziana più vulnerabile o a rischio di fragilità diventa cruciale per programmare, sia a livello centrale che locale, politiche mirate ed efficaci che rendano reversibile questa condizione di rischio o ne rallentino la progressione verso la disabilità.

L’APP, realizzata all’interno del progetto CCM “Supporto e valorizzazione della Joint Action “Frailty Prevention” attraverso la promozione dell’attività fisica degli ultra 64enni” finanziato dal Ministero della Salute, si basa sul questionario “Physical Activity Scale for the Elderly” (PASE), validato e utilizzato a livello internazionale per “misurare” l’attività fisica praticata dagli over 64enni e utilizzato in Italia nel sistema di sorveglianza PASSI d’Argento (PdA). L’applicazione è stato sperimentata in alcune realtà regionali (Calabria e Umbria) come uno strumento di “screening” di comunità per individuare gli anziani a rischio di fragilità da indirizzare a percorsi di promozione dell’attività fisica.

In Calabria, lo studio è stato realizzato in due distretti sociosanitari dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro: distretto di Catanzaro – “Poliambulatorio Umberto I” e distretto di Soverato – Casa della salute di Chiaravalle; in Umbria hanno partecipato 2 distretti sanitari confinanti, Distretto di Orvieto AUSL Umbria 2 e Distretto Media Valle del Tevere AUSL Umbria 1.

In entrambe le Regioni è stata costituita una struttura multidisciplinare per la gestione delle attività del progetto che hanno previsto:

  1. arruolamento di una coorte di ultra 64enni con bassi livelli di attività fisica, misurata attraverso il PASE
  2. offerta (previa valutazione clinica) di interventi mirati di attività fisica alle persone arruolate: in Calabria gli anziani avevano la possibilità di partecipare a gruppi di cammino o al protocollo di attività fisica domiciliare denominato OTAGO, in Umbria invece veniva offerta l’Attività Fisica Adattata (AFA)
  3. monitoraggio nel tempo dei livelli di attività fisica delle persone arruolate, attraverso il PASE
  4. somministrato con la APP
  5. valutazione a fine percorso dei progressi raggiunti in termini di attività fisica, salute percepita e
  6. qualità della vita delle persone arruolate
  7. vvalutazione dell’uso dell’APP.

La sedentarietà è uno dei maggiori fattori predittivi, riconosciuto in letteratura tra i più rilevanti, della condizione di fragilità. Per questo motivo la prevenzione e il contrasto della fragilità nell’anziano passa anche attraverso la promozione dell’attività fisica e del movimento.

I riscontri da parte degli operatori sanitari coinvolti nel progetto

La valutazione da parte degli operatori che l’hanno utilizzata è stata molto positiva e ne è prevista la diffusione a livello nazionale. Inoltre, i dati sugli ultra 64enni arruolati nel progetto e inseriti nei programmi di promozione all’attività fisica indicano che la compliance allo studio è stata alta. Allo stesso modo la percezione dello stato di salute e benessere e i sintomi di depressione misurati all’inizio e al termine dello studio sono migliorati significativamente.

Fragilità: cosa ci dicono i dati di PASSI d’Argento

PdA fornisce una misura della fragilità fra gli ultra 64enni basata sulla perdita di autonomia nello svolgimento di alcune attività strumentali della vita quotidiana (IADL- Instrumental Activity of Daily Living), secondo il modello bio-psico-sociale e in linea con la definizione di fragilità, condivisa in letteratura, che la descrive come uno stato dinamico che comporta la perdita di uno o più domini funzionali della sfera fisica, psichica o sociale e rende l’individuo più vulnerabile ad eventi avversi per la salute.

È proprio questa la definizione utilizzata nel Nuovo Sistema di Garanzia, in vigore dal 2020, per l’indicatore di fragilità inserito per la prima volta come indicatore di contesto fra i Livelli Essenziali di Assistenza per la stima del bisogno sanitario, costruito a partire dai dati prodotti dal sistema di sorveglianza PASSI d’Argento.

I dati PdA 2016-18 indicano che in Italia, il 19% degli anziani è a rischio di fragilità, condizione che si aggrava con l’età (riguarda il 12% dei 65-74enni e il 30% degli ultra 85enni), è fortemente associata allo svantaggio socio-economico (sale al 28% fra le persone con molte difficoltà economiche e al 24% fra le persone con bassa istruzione) e disegna un chiaro gradiente geografico Nord-Sud (13% nel Nord vs 24% nel Sud e Isole).

Risorse utili
  • leggi il Primo Piano dell’ISS
  • visita la sezione del sito Passi d’Argento dedicata alla fragilità negli over65enni

fonte: EpiCentro

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