Il contenzioso climatico strategico consiste nell’uso della legge per ottenere cambiamenti sistemici: influenzare politiche pubbliche, creare precedenti, mobilitare l’opinione pubblica. Anche una causa persa può avere effetti rilevanti: forzare governi o imprese a modificare le politiche ambientali, stimolare accordi, chiarire norme.
Ad agosto 2025, The Lancet ha pubblicato l’editoriale Holding nations accountable: strategic litigation for health (1). Il testo prende spunto dal parere consultivo emesso dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) il 23 luglio 2025. Per la prima volta, la Corte ha stabilito che gli Stati hanno obblighi giuridici per contrastare la crisi climatica e proteggere i diritti umani, inclusa la salute (2).Si tratta del più recente capitolo di una storia iniziata sei anni fa, dall’altra parte del mondo.
Vanuatu, 2019: prologo
Port Vila, capitale di Vanuatu (Figura 1). Un gruppo di studenti di giurisprudenza appartenenti all’organizzazione Pacific Islands Students Fighting Climate Change discute del futuro, delle proprie vite e delle proprie terre. Vanuatu, arcipelago di 83 isole vulcaniche con un’altitudine media di appena due metri sopra il livello del mare, è tra i paesi più vulnerabili al cambiamento climatico, regolarmente colpito da cicloni, inondazioni e mareggiate. Sebbene il Paese abbia adottato politiche di adattamento all’avanguardia e creato un Ministero per il Cambiamento Climatico, da solo non può fermare i danni causati dalle emissioni globali. In questo contesto la comunità di Vanuatu rischia, prima o poi, di trasformarsi in un’intera popolazione di profughi climatici. Da questa consapevolezza nasce l’idea: portare il caso davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, il più alto organo giurisdizionale delle Nazioni Unite, per chiedere che venga chiarito il dovere degli Stati di proteggere le generazioni presenti e future dai danni causati dal cambiamento climatico. Il progetto viene sostenuto da un movimento giovanile globale: lo World’s Youth for Climate Justice (3). Nel 2021, il governo di Vanuatu fa propria l’iniziativa e, due anni dopo, il 29 marzo 2023, l’Assemblea Generale dell’ONU approva la risoluzione che chiede ufficialmente un parere alla ICJ (4).
La richiesta si articola in due domande:
- Quali obblighi giuridici hanno gli Stati per proteggere il clima e l’ambiente a beneficio delle generazioni presenti e future?
- Quali sono le conseguenze legali del mancato rispetto di tali obblighi, soprattutto per i piccoli Stati insulari e le popolazioni più vulnerabili?
Figura 1. Repubblica di Vanuatu.

Il parere della Corte
Tra il 2023 e il 2025, la Corte raccoglie memorie scritte e ascolta dichiarazioni da 96 Stati e 11 organizzazioni internazionali, tra cui il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) (5,6). L’Italia, purtroppo, non partecipa.
Il 23 luglio 2025, la ICJ emana il proprio verdetto, affermando che gli Stati hanno l’obbligo di:
- Mitigare e adattarsi al cambiamento climatico, proteggendo i diritti umani fondamentali, compresa la salute;
- prevenire danni ambientali significativi, anche regolando il settore privato;
- cooperare a livello internazionale secondo responsabilità storiche e capacità;
- porre rimedio alle violazioni di tali obblighi.
Sebbene non vincolante, il parere della Corte ha un peso politico e giuridico significativo e potrebbe rafforzare le basi per future azioni legali.
Contenzioso climatico: una strategia (ancora) sottoutilizzata
The Lancet, definisce il parere della Corte una vittoria storica e un’occasione da non sprecare. il contenzioso climatico resta però uno strumento sottoutilizzato, soprattutto per quanto riguarda la tutela della salute. A dieci anni dagli Accordi di Parigi, il mondo si avvicina pericolosamente al limite di 1,5°C. Le misure di adattamento sono state troppo lente e disomogenee, con gravi impatti su salute e benessere (7). Il fallimento politico è evidente. Da qui, l’interesse crescente per approcci giuridici che incrocino diritti umani, giustizia climatica e salute pubblica. La domanda centrale diventa dunque: può un approccio legale basato sui diritti riuscire dove argomenti scientifici ed etici non hanno ottenuto risultati concreti? La Commissione Lancet sui determinanti legali della salute (2023) (8) ha evidenziato come la legge incida profondamente sui determinanti sociali della salute. Buone leggi rafforzano ad esempio sistemi sanitari, sicurezza alimentare e ambienti salubri. Al contrario, normative inadeguate possono amplificare disuguaglianze, stigma e vulnerabilità.
Cosa si intende per contenzioso climatico strategico
Il contenzioso climatico strategico consiste nell’uso della legge per ottenere cambiamenti sistemici: influenzare politiche pubbliche, creare precedenti, mobilitare l’opinione pubblica. Anche una causa persa può avere effetti rilevanti: forzare governi o imprese a modificare le politiche ambientali, stimolare accordi, chiarire norme. Tra gli esempi storici più noti ci sono i processi contro l’industria del tabacco e le battaglie per l’accesso ai farmaci anti-retrovirali. Oggi, si esplorano nuovi strumenti come:
- la criminalizzazione dell’ecocidio (9);
- il trattato di non proliferazione dei combustibili fossili (10);
- i Principi di Maastricht sui diritti delle generazioni future (11).
I limiti del contenzioso climatico.
Il contenzioso climatico ha tuttavia anche alcuni limiti. Le corti non sempre sono il luogo più adatto per bilanciare interessi complessi come quelli della salute pubblica. I giudici tendono a concentrarsi sulle parti coinvolte nel processo, più che sull’impatto complessivo sulla collettività. È lecito domandarsi se spetti davvero a un giudice — e non a un legislatore — decidere, ad esempio, come allocare risorse sanitarie scarse. Inoltre, la legge può essere usata contro la salute pubblica: è il caso di contenziosi intentati da industrie dell’alcol, del tabacco o del junk-food per ostacolare regolazioni sanitarie, oppure delle SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation), azioni legali intimidatorie volte a zittire attivisti e giornalisti. Va inoltre considerato che il contenzioso è solitamente dispendioso in termini di tempo e denaro, e il risultato finale non è mai garantito. Per questo motivo, le cause legali non dovrebbero mai essere considerate come la prima — né l’unica — strategia di advocacy. L’accesso alla giustizia resta diseguale: solo una minoranza dei casi proviene dal Sud globale (Figura 2), pur essendo l’area più colpita dagli impatti climatici. Inoltre, molte delle vittime del cambiamento climatico… non sono ancora nate.
Figura 2. Distribuzione geografica delle cause climatiche. Fonte: Setzer J and Higham C (2025)

Una fotografia globale: il report 2025
Il rapporto Global trends in climate change litigation: 2025 snapshot (12) documenta l’aumento e l’evoluzione dei contenziosi climatici nel mondo:
- Nel 2024 sono stati avviati almeno 226 nuovi casi, portando il totale a quasi 3.000 in 60 paesi (Figura 3).
- L’80% dei casi ha finalità strategiche, ovvero mira a produrre impatti sistemici.
- Negli Stati Uniti, paese leader nel contenzioso climatico, sono stati registrati 164 casi solo nel 2024.
- Il contenzioso è in forte espansione nel Sud globale: il 60% dei casi è stato avviato dal 2020 in poi.
Figura 3. Numero di cause climatiche, 1986-2024. Fonte:Setzer J and Higham C (2025)

I tribunali stanno diventando spazi cruciali per costruire nuove narrazioni sulla giustizia climatica, con effetti sempre più rilevanti su governance e diritto internazionale.
Il caso italiano: ReCommon contro ENI
Anche in Italia la climate litigation inizia a muoversi. Nel maggio 2023, Greenpeace Italia, ReCommon e 12 privati cittadini hanno avviato una causa civile contro ENI, accusandola di aver contribuito in modo significativo al cambiamento climatico e ai danni a salute, beni e sicurezza dei cittadini (13). La richiesta non è di risarcimento economico, ma di riconoscimento di responsabilità e modifica della strategia industriale di ENI, in linea con l’Accordo di Parigi. Viene inoltre chiesto che il Ministero dell’Economia, in quanto azionista pubblico, adotti una politica climatica coerente e più ambiziosa.
Il ruolo della salute pubblica
La salute pubblica può — e deve — avere un ruolo centrale nel contenzioso climatico. Un riferimento utile è la guida From analysis to action: Climate change litigation – A guide for public health professionals (14), che individua tre aree d’intervento:
- produrre e diffondere evidenze scientifiche
Gli operatori sanitari sono fondamentali nella raccolta di prove sugli effetti del cambiamento climatico sulla salute a livello nazionale e locale, attraverso valutazioni di impatto ambientale e sanitario, analisi di registri sanitari e dati clinici; studi epidemiologici, revisioni della letteratura scientifica, valutazioni di impatto e vulnerabilità. - fornire testimonianze esperte nei procedimenti legali
Le testimonianze devono essere credibili, indipendenti e basate sui dati. Gli esperti devono essere preparati a vedere la loro competenza sottoposta a scrutinio e contestazioni. - informare e mobilitare le comunità
Spesso gli operatori sanitari sono tra i primi a rilevare minacce emergenti (malattie trasmesse da vettori, patologie respiratorie causate dall’inquinamento, ecc.). Sono anche pionieri nel valutare le disuguaglianze sanitarie e nel promuovere azioni a tutela delle popolazioni più vulnerabili. La semplice pubblicazione di dati scientifici non sempre si traduce in interventi tempestivi e adeguati. Il sostegno pubblico è cruciale: governi e aziende saranno più propensi a decisioni difficili se c’è un ampio consenso sociale. Gli operatori sanitari, spesso figure rispettate nelle loro comunità, possono sensibilizzare sull’urgenza della crisi climatica e promuovere la mobilitazione sociale attraverso molteplici iniziative.
La collaborazione tra esperti sanitari, legali, meteorologi, climatologi e altri specialisti è essenziale per affrontare la complessità della crisi climatica. Legge e salute dovrebbero rafforzarsi reciprocamente, ma troppo spesso questi due ambiti operano in modo scollegato, perdendo l’occasione di agire in sinergia. Questa frammentazione è aggravata da una persistente mentalità “a silos”. Per superarla, è necessario formare professionisti con competenze transdisciplinari: giuristi capaci di comprendere le dinamiche sanitarie ed epidemiologiche, e operatori della salute in grado di cogliere il potenziale trasformativo del diritto nella promozione di ambienti e politiche favorevoli alla salute.
Il contenzioso climatico, pur con i suoi limiti, si sta affermando come uno strumento cruciale nella difesa dei diritti umani e della salute pubblica. La recente pronuncia della Corte Internazionale di Giustizia segna una svolta storica, ma non è un punto d’arrivo. È un chiaro richiamo alla responsabilità: degli Stati, dei professionisti della salute, dei giuristi e della società civile. Serve un’alleanza tra saperi per affrontare la crisi climatica con giustizia e lungimiranza.
Andrea Ubiali, Medico di sanità pubblica, Bologna.
Bibliografia
- The Lancet. Holding nations accountable: strategic litigation for health. 2025 Aug 9;406(10503):571. doi: 10.1016/S0140-6736(25)01564-8. PMID: 40783276.
- International Court of Justice. Obligations of States in respect of Climate Change The Court gives its Advisory Opinion and responds to the questions posed by the General Assembly. 23 July 2025. https://www.icj-cij.org/sites/default/files/case-related/187/187-20250723-pre-01-00-en.pdf
- World’s Youth for Climate Justice. Human rights in the face of the climate crisis: a youth-led initiative to bring climate justice to the International Court of Justice. July 2021
- International Court of Justice. The General Assembly of the United Nations requests an advisory opinion from the Court on the obligations of States in respect of climate change. https://www.icj-cij.org/sites/default/files/case-related/187/187-20230419-PRE-01-00-EN.pdf
- International Court of Justice. 26 nov 2024 – The Court meets with scientists of the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). https://www.icj-cij.org/sites/default/files/case-related/187/187-20241126-pre-01-00-en.pdf
- International Court of Justice. Obligations of States in respect of Climate Change (Request for Advisory Opinion) – The Court authorizes the World Health Organization to participate in the proceedings. https://www.icj-cij.org/sites/default/files/case-related/187/187-20240326-pre-01-00-en.pdf
- The 2024 report of the Lancet Countdown on health and climate change: facing record-breaking threats from delayed action
Romanello, Marina et al. The Lancet, Volume 404, Issue 10465, 1847 – 1896 - The legal determinants of health: harnessing the power of law for global health and sustainable development. Gostin, Lawrence O et al. The Lancet, Volume 393, Issue 10183, 1857 – 1910
- European Parliament Votes Unanimously for Ecocide https://opiniojuris.org/2023/04/10/european-parliament-votes-unanimously-for-ecocide/#:~:text=In%20an%20exciting%20development%20for,%E2%80%9CIEP%E2%80%9D)%20proposal%20for%20the
- International Health Organizations Call for Fossil Fuel Non-Proliferation Treaty To Protect Lives Of Current and Future Generations. https://climateandhealthalliance.org/press-releases/international-health-organizations-call-for-fossil-fuel-non-proliferation-treaty-to-protect-lives-of-current-and-future-generations/
- Maastricht Principles on The Human Rights of Future Generations. https://www.ohchr.org/sites/default/files/documents/new-york/events/hr75-future-generations/Maastricht-Principles-on-The-Human-Rights-of-Future-Generations.pdf
- Setzer J and Higham C (2025) Global Trends in Climate Change Litigation: 2025 Snapshot. London: Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment, London School of Economics and Political Science. DOI: 10.21953/LSE.LH46LE9Y8SGI
https://www.lse.ac.uk/granthaminstitute/publication/global-trends-in-climate-change-litigation-2025-snapshot/ - Greenpeace Italy et. Al. v. ENI S.p.A., the Italian Ministry of Economy and Finance and Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. – Climate Change Litigation https://climatecasechart.com/non-us-case/greenpeace-italy-et-al-v-eni-spa-the-italian-ministry-of-economy-and-finance-and-cassa-depositi-e-prestiti-spa/
- From analysis to action: Climate change litigation – A guide for public health professionals. climate-litigation-report.pdf
fonte: https://www.saluteinternazionale.info/2025/10/il-dovere-giuridico-di-proteggere-il-clima/
