Progetto Recovery.net: laboratori per una psichiatria di comunità. di Fabio Lucchi

Il progetto, che ha come ente capofila la SIEP tra gli Enti che partecipano alla rete, si propone di rivitalizzare le pratiche dei servizi territoriali attraverso processi di capacitazione personale e comunitaria per utenti, famigliari, operatori dei servizi pubblici e privati. L’intento è dimostrare che l’integrazione di un welfare basato su interventi “a responsabilità sociale” con interventi “a responsabilità personale” possa portare ad esiti migliori in termini di salute per gli utenti e di maggiore sostenibilità.

Il progetto, che ha come Ente Capofila l’ASST Spedali Civili di Brescia, nasce da una riflessione condivisa da attori territoriali e decisori regionali sulla difficile sostenibilità di un sistema di servizi per la salute mentale che vede nella “risposta residenziale” l’impegno di spesa più rilevante con un conseguente depotenziamento dei percorsi di cura e di presa incarico territoriale.

A fronte di un aumento dei bisogni e delle richieste di interventi complessi ed articolati nell’area della salute mentale il rischio riscontrato è che il sistema dei servizi si orienti verso risposte standardizzate, settoriali e scarsamente integrate, senza riuscire a coinvolgere effettivamente ed efficacemente gli utenti e le loro reti naturali nella definizione di percorsi individualizzati a partire dai loro bisogni reali (spesso trasversali a più servizi) e da una loro partecipazione attiva nei momenti di progettazione, monitoraggio e valutazione degli interventi che li riguardano.

Il progetto si propone quindi di rivitalizzare le pratiche dei servizi territoriali attraverso processi di capacitazione personale e comunitaria per utenti, famigliari, operatori dei servizi pubblici e privati con l’intento di dimostrare che l’integrazione di un welfare basato su interventi “ a responsabilità sociale” con interventi “a responsabilità personale” possa portare ad esiti migliori in termini di salute per gli utenti accompagnandosi ad una maggior sostenibilità riconducibile ad una riduzione al ricorso ad interventi riabilitativi “pesanti” e più costosi.

In questo senso il modello della recovery e della coproduzione rappresenteranno il riferimento teorico in base al quale declinare una serie di interventi individualizzati e di pratiche innovative che andranno ad ampliare arricchendola l’offerta attuale dei servizi per la salute mentale.

Il progetto prevede l’attivazione di tre spazi laboratoriali (uno a Brescia, uno a Mantova ed uno presso la REMS di Castiglione delle Stiviere) definiti “recovery co-lab” che saranno i luoghi dell’ideazione, della progettazione di interventi e di raccordo fra tutti gli attori territoriali disponibili a concorrere alla costruzione di una “comunità locale per la salute mentale”.

Il territorio del progetto comprende le aree di competenza delle UOP 23 del DSMD degli Spedali Civili di Brescia, delle UOP Mantova 1 e UOP Alto Mantovano del DSND della ASST di Mantova ed in particolare i paesi di seguito indicati per una popolazione complessiva di circa 490 mila abitanti.

Il target del progetto sarà rappresentato da utenti che per caratteristiche cliniche possono essere indicati come persone con disturbi mentali gravi, con percorsi di presa in carico: in particolare il progetto intende lavorare con utenti inseriti in strutture residenziali e nelle REMS residenti nei territori indicati della provincia di Brescia e Mantova e utenti territoriali della fascia giovane-adulta, con particolare attenzione a pazienti “difficili da raggiungere”.

Le azioni principali in cui si sostanzia il cambiamento:

  1. Incremento dell’integrazione delle attività degli attori delle “comunità locali per la salute mentale” attraverso nuove modalità e nuovi strumenti: ASST, privato sociale, MMG, associazioni, enti locali, utenti e famigliari.
  2. Trasformazione dei percorsi di cura individuali attraverso l’adozione di pratiche ed interventi orientati alla recovery per supportare gli utenti nel raggiungimento di obiettivi da loro definiti e valutati quali un ruolo sociale nella propria comunità, un lavoro, vivere in un contesto non sanitario (né in una comunità né in ospedale), miglioramento del benessere psicosociale.
  3. Ampliamento della dotazione dei servizi ed incremento della varietà dell’offerta facendo propri i paradigmi della recovery e della coproduzione attraverso l’acquisizione di competenze per garantire la centralità degli utenti e la loro “capacitazione” nel raggiungimento di obiettivi da loro identificati ed implementazione della pratiche innovative dei “recovery colleges” a Bs, Mn e presso la REMS di Castiglione e del social prescribing a Mantova e Brescia in collaborazione con i medici di medicina generale.
  4. Costruzione di una comunità locale per la salute mentale: superamento delle divisioni tra gli attori che compongono la comunità locale per la salute mentale ed incremento delle cooperazioni e partecipazione nel governo delle politiche della salute mentale.
  5. Sviluppo di una governance partecipata del progetto per realizzarne gli obiettivi attraverso una partecipazione allargata di tutti i partner a tutte le fasi decisionali del progetto.

FONTE: SIEP

Print Friendly, PDF & Email