IL POTERE DELLE CITTÀ, PER LA SALUTE: nel rapporto OMS il ruolo delle città per la lotta alle malattie croniche e agli incidenti stradali

L’OMS ha identificato l’urbanizzazione come una delle sfide cardine per la salute pubblica del 21mo secolo. Una scelta che riflette la proiezione secondo cui entro il 2050 i due terzi della popolazione mondiale vivranno in città.
Tipicamente interpretata in termini negativi (soprattutto per le possibili conseguenze legate alla diffusione di malattie infettive, agli stili di vita insalubri e alle minacce ambientali), le città possono anche rappresentare un’opportunità per migliorare la salute pubblica attraverso politiche e azioni orientate alla salute. Per questo motivo le giunte cittadine e i sindaci dovrebbero definire priorità e coinvolgere le parti interessate attorno a obiettivi comuni. Le città sono infatti i principali siti di attuazione delle politiche e dei programmi sanitari nazionali – senza il loro sostegno, è improbabile che gli obiettivi globali vengano raggiunti.
In quest’ottica, il report dell’OMS “The Power of Cities: Tackling Noncommunicable Diseases and Road Traffic Injuries” vuole essere una call to action ai leader cittadini, affinché raccolgano la sfida e mostrino come le azioni locali possono risolvere problemi sanitari globali. Questo anche alla luce della crescente proporzione di popolazione che vive nelle aree urbane (in Italia ha raggiunto circa il 65%, con una proiezione di ulteriore crescita per i prossimi anni). In particolare, il report illustra le aree in cui le autorità cittadine possono intervenire per prevenire le malattie croniche e migliorare la sicurezza stradale focalizzandosi su un set di 10 aree:
  1. monitorare i fattori comportamentali di rischio per le malattie croniche (come fumo, alcol, alimentazione e attività fisica) attraverso indagini di popolazione
  2. creare una città libera dal fumo, così da proteggere la popolazione dal fumo passivo attraverso la promulgazione di regolamenti che rendano anche gli spazi pubblici all’aperto smoke free
  3. eliminare le pubblicità sul tabacco, sia quelle dirette che indirette (come le sponsorizzazioni)
  4. ridurre il consumo di bevande zuccherate, creando e migliorando politiche fiscali sulla produzione di questi prodotti e sulla loro vendita
  5. ridurre il consumo di sale, ad esempio richiedendo che i menù dei ristoranti indichino il contenuto di sale dei piatti o lavorando con l’industria per riformulare i prodotti
  6. creare vie pedonali e piste ciclabili, sia attraverso la creazione di percorsi ad hoc, che attraverso il miglioramento delle infrastrutture cittadine che favoriscano l’attività fisica nel tempo libero e per gli spostamenti
  7. migliorare la qualità dell’aria cittadina outdoor, attraverso interventi nei settori inquinanti, come i trasporti, i rifiuti e le industrie, e dell’aria indoor attraverso la promozione di tecnologie più efficienti per il riscaldamento e raffrescamento degli edifici e l’uso di combustibili più “puliti”
  8. ridurre il consumo di alcol, in particolare tra i guidatori, intervenendo, dove necessario, sulle legislazioni vigenti
  9. gestire i limiti di velocità automobilistici in funzione delle caratteristiche stradali urbane, abbassandoli dove possibile, intervenendo anche su tecnologie innovative dei veicoli finalizzate al controllo intelligente della velocità
  10. rafforzare la legislazione esistente per aumentare l’uso dei dispositivi di sicurezza, come cinture di sicurezza e caschi.

Obiettivi di sviluppo sostenibile: il ruolo delle città

Un impegno che ritroviamo anche negli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) ed in particolare:

  • SDG 3 assicurare la salute e il benessere per tutti, a tutte le età (“Ensure healthy lives and promote well-being for all at all ages”) i cui obiettivi principali sono la riduzione del numero di decessi per malattie croniche e il dimezzamento del numero di morti per incidenti stradali. In questo senso le città possono giocare un ruolo importante attraverso l’attuazione e il miglioramento di politiche efficaci.
  • SDG 11 rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resistenti e sostenibili (“Make cities and human settlements inclusive, safe, resilient and sustainable”): le città possono incoraggiare una migliore pianificazione urbana che dia priorità al miglioramento dell’accesso a sistemi sicuri, agli spazi verdi e pubblici, e che migliori la qualità dell’aria così da ridurre il numero di vittime della strada e promuovere l’attività fisica.

Inoltre, le città possono giocare un ruolo importante nella lotta alla fame, la promozione della sicurezza alimentare e la lotta al sovrappeso e all’obesità dell’SDG 2 (porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile, “End hunger, achieve food security and improved nutrition and promote sustainable agriculture”).

In linea con questi suggerimenti, è importante evidenziare che nel 2018 è stato istituito un Tavolo di lavoro sulla “Urban Health” presso la Direzione Generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute che vede coinvolti i principali stakeholder attualmente in campo, tra i quali l’Istituto Superiore di Sanità, le Regioni, i ministeri dell’Ambiente e dell’Istruzione, Università e Ricerca e l’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI), oltre a importanti esperti nel settore. Tale Tavolo sta lavorando con l’obiettivo di produrre un documento di indirizzo, a supporto degli amministratori cittadini, che mira a ottimizzare le politiche di pianificazione urbanistica in un’ottica di sanità pubblica, con particolare riferimento alla promozione della salute e dei corretti stili di vita.

articolo di

fonte: EpiCentro

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