Un decalogo per una comunità solidale e sostenibile da ricostruire. di Franco Corleone

In questo periodo di clausura, di prigione per tutti o di detenzione di massa può essere un buon esercizio civile fare un bilancio dei comportamenti sbagliati e delle politiche dannose o inutili che hanno pervaso la nostra vita nei decenni passati e redigere un decalogo di scelte da cancellare.

Non si può attendere la fine della pandemia per riprendere a battere le stesse strade che hanno provocato il disastro o hanno impedito il contenimento dei danni.

Il nodo non è di tornare alla normalità, ma di ricostruire una società ricca di relazioni sociali basate sulla solidarietà e non sull’egoismo e sull’individualismo. Va valorizzato il ruolo del volontariato e delle associazioni del terzo settore perché la gente, uomini e donne, giovani e anziati non siano soli e non si sentano emarginati. La solitudine aggrava le difficoltà e in questi giorni ha colpito particolarmente la morte senza commiato delle persone amate. La mancanza di un funerale ha reso la tragedia  unica e lancinante, con un bisogno insoddisfatto di compassione. L’anomia è il nemico.

Perché queste parole non siano una predica inutile, presento le mie proposte da delineare con urgenza, da mettere in campo già nel fuoco della crisi:

1)    Diritto alla salute. Ricostruire la medicina di base attraverso una organizzazione diversa del lavoro dei medici di famiglia che possano garantire continuità terapeutica ordinaria e straordinaria.

2)    Salute pubblica. Predisporre piani di intervento per le probabili prossime emergenze con la disponibilità di strumentazioni di protezione e di ospedali specializzati e soprattutto di capacità di cure a domicilio. Mettere a punto un sistema diffuso di analisi rapide per avere chiara la condizione sanitaria di ogni persona.

3)    Servizio Sanitario Nazionale. E’ ormai un oggetto misterioso e va definito nei suoi elementi essenziali e vanno chiariti i compiti delle Regioni. La definizione degli obiettivi e degli standard deve essere uniforme per tutto il Paese e le regioni devono avere la responsabilità della gestione e della realizzazione degli obiettivi. Cancellare la scelta della aziendalizzazione delle Asl che non ha ridotto i costi e ha aumentato i profitti e ha aumentato la corruzione, le tangenti e gli affari. E’ stato attualizzata la previsione di Ernesto Rossi sulla tendenza del capitalismo italiano a socializzare  le perdite e privatizzare i profitti.

4)    Spese militari e disarmo. Finalmente va ridimensionata la spesa militare e vanno cancellati gli acquisti e la produzione di armamenti di guerra. Le esportazioni di armi verso paesi in guerra vanno cancellate soprattutto bloccando lo strumento delle triangolazioni usato per aggirare i divieti.

5)    Carcere. Subito va dimezzato il numero delle persone detenute, attraverso la riforma delle leggi criminogene, per prima la legge sulle droghe che determina oltre il 30% delle presenze in carcere con reati senza vittima. E’ un tributo all’ideologia della proibizione che non ci possiamo permettere. Ristrutturare le prigioni secondo principi della Costituzione, dignità diritti e responsabilità. Immaginare luoghi di reinserimento sociale diffusi nella città per donne, minori, soggetti deboli. Più misure alternative, più case, più welfare e meno galere.

6)    Agricoltura, alimentazione e animali. Eliminazione di tutti gli allevamenti intensivi e industriali che trattano gli animali come cose. Incentivazione di una agricoltura biologica, senza pesticidi e alimenti artificiali e additivi cancerogeni.

7)     Traffico e trasporti. Riduzione almeno del 50% di trasporti altamente inquinanti. Sviluppo di una rete per la consegna delle merci non su gomma. Accelerazione della produzione di auto elettriche per l’abbattimento dell’inquinamento urbano. Valutazione della sostenibilità dei voli aerei, in particolare quelli low cost.

8)     Navi da crociera. Eliminazione di quei mostri marini che costituiscono un pericolo costante per l’ambiente e un esempio deleterio di turismo di massa.

9)    Città non megalopoli. Progetti di ridisegno delle città con piani di bellezza e di vivibilità. La città sostenibile è possibile con l’arte dell’architettura. Cancellazione della speculazione in tutte le sue forme.

10) Economia, borse e finanziarizzazione. E’ un capitolo che richiede forza della politica e voglia di riforma. Una ricostruzione civile che abbatta rendite e profitti di pochi per garantire benessere sociale per tutti.

Questi dieci punti, con un richiamo al movimento di Adriano Olivetti sono scritti a futura memoria come diceva Leonardo Sciascia che aggiungeva l’ammonimento: se la memoria ha un futuro. Noi abbiamo l’urgenza ineludibile di dire: se ci sarà un futuro.

fonte: L’ESPRESSO

Franco Corleone
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